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Autore: ninety nine    06/01/2015    9 recensioni
[PRE HUNGER GAMES]
Hazelle Hale e Ian Hawthorne diventeranno i genitori di Gale Hawthorne e famiglia e vedranno e i loro destini intrecciarsi, chi da vivo e chi da morto, con quelli della Ghiandaia Imitatrice.
M prima di questo cosa sono stati? Due ragazzi del Giacimento come tanti altri, occhi grigi e capelli scuri.
Ho provato a immaginare il loro primo incontro, una piazza e una pernice morta, quel momento in cui i loro destini si sono avvicinati per la prima volta!
DAL TESTO:
La giovane si sentì puntati addosso gli occhi di tutti i presenti, ma sentì particolarmente vivi gli occhi di Ian. Si voltò e si trovò faccia a faccia con lui. I loro occhi si scontrarono, grigio contro grigio, fuoco contro fuoco.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazelle Hawthorne, Mr. Hawthorne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                Ogni contrada è patria del ribelle,

                                                                                                                           ogni donna a lui dona un sospir

 

 

 

Hazelle uscì di casa la mattina presto, quel giorno come tanti altri prima di esso.

Cacciò le mani più a fondo nel giaccone del fratello, che le cadeva largo in più punti ma che non voleva smettere di portare. Era come portare con sé una parte di lui. Una parte di quel ragazzo dal sorriso contagioso che le miniere avevano spento l'anno prima, lasciandosi dietro soltanto cenere e ricordi.

La neve scricchiolava sotto le scarpe della ragazza mentre si dirigeva verso la casa del capo pacificatore, dove lavorava ormai da qualche mese. Da quando suo padre non aveva più sostenuto il peso della morte del figlio e aveva deciso di uccidersi, o meglio, di scomparire nei boschi, come dicevano tutti.

E tutti dicevano anche che nella famiglia Hale, le più forti erano le donne.

Io sono una Hale. Pensava Hazelle ogni volta che avrebbe voluto rispondere al suo capo o urlare o ribellarsi Le Hale soffrono in silenzio e tirano avanti.

Quante volte glielo aveva ripetuto sua madre, che ribellarsi porta soltanto alla morte. Alla fine, lo aveva accettato, ma dentro di sé brillava ancora una piccola scintilla che la portava ad ammirare chi aveva il coraggio di farsi sentire.

Come ogni volta, non appena la ragazza metteva piede nella zona del Distretto dedicata ai pacificatori si sentiva schiacciare. C'era troppa ricchezza, le case erano troppo alte e lei era troppo piccola. Era sempre stata esile, bambina prima e adolescente poi, ma quei centimetri che le mancavano in altezza li guadagnava in grinta e in determinazione.

Hazelle spinse la porta di servizio della più ricca tra quelle case ed entrò, pronta per una nuova giornata di lavoro.

 

Erano da poco passate le undici quando la ragazza sentì rumori e urla fuori dalla porta d'ingresso. Inizialmente, cercò di ignorare la curiosità pressante che aveva iniziato a farsi strada dentro di lei e continuò a lucidare tutta l'argenteria che aveva davanti, ma ben presto cedette e si avvicinò alla finestra.

Un'occhiata veloce, Hazelle, poi torni al lavoro. Hai ancora le camere da rassettare prima di mezzogiorno, altrimenti ti toccherà una bella punizione.

La giovane sfiorò con l'indice la linea che le solcava il braccio sinistro, ricordando il dolore della frusta che l'aveva colpita in uno dei suoi primi giorni di lavoro, quando aveva fatto cadere un bicchierino da liquore.

Che poi, qual è l'utilità dei bicchierini da liquore?

Hazelle scostò una delle tende di seta con una mano avendo cura di non sporcarla e guardò giù. Ciò che vide la lasciò esterrefatta. Esterrefatta e irritata.

Due pacificatori stavano trattenendo un bambino di dodici o tredici anni per le braccia e gli tenevano una pistola puntata alla tempia.

Un'esecuzione.

Ai piedi del bambino c'era una pernice morta, con un'ala piegata in una posizione innaturale e il capo coperto di sangue secco.

L'esecuzione di un bambino che ha avuto il coraggio di uccidere un animale per dare da mangiare alla sua famiglia. Potrebbe essere il mio fratellino. Se fosse lui, staresti qui a guardare?

Le dita della ragazza indugiarono sulla cicatrice, mentre i suoi occhi facevano scorrere i visi delle persone che osservavano la scena.

In disparte, la madre del bambino osservava trattenendo le lacrime.

Potrebbe essere tua madre. Tua madre, che ti ha insegnato a soffrire in silenzio e obbedire. Ma cosa direbbe, se fosse lei quella donna? Se vedesse suo figlio in punto di morte? Cosa ti direbbe di fare?

Ai limiti della folle radunatasi, la giovane vide un ragazzo che iniziava a farsi largo a spintoni.

Nel vedere il viso incazzato e preoccupato del ragazzo, i piedi di Hazelle si mossero in automatico. La quindicenne si precipitò giù per le scale gettando a terra lo straccio che aveva in mano e si fece largo tra la folla.

Arrivò ai piedi della pedana su cui erano morte tante persone giudicate colpevoli quando il ragazzo che aveva notato prima vi era già salito.

-NO!-

La voce del giovane risuonò chiara nella piazza silenziosa e tesa. Hazelle osservò il suo petto alzarsi e abbassarsi con rapidità e i pugni contratti lungo i fianchi mentre il pacificatore si voltava.

- Vattene. Ora. Questa è un'esecuzione e chiunque si intrometta verrà giudicato di conseguenza. -

- Non me ne vado. Non finchè mio fratello ha una pistola alla tempia.-

Il giovane fece un passo avanti, gli occhi ardenti e fissi in quelli del pacificatore.

L'uomo ricambiò lo sguardo.

-In questo caso, vi ucciderò entrambi.-

Hazelle notò la madre dei due gemere e fare un passo avanti, come per intervenire, mentre il ragazzino sotto tiro scuoteva la testa verso il fratello.

-No, Ian. No.-

Se voglio fare qualcosa, devo farlo subito.

-Aspetti.-

La ragazza salì precipitosamente sulla pedana.

-Aspetti... Quando sono uscita a svolgere le commissioni che mi ha affidato, ho visto una pernice nel Prato. Aveva un'ala rotta, sarebbe morta comunque. Lui ha soltanto preso un sasso e l'ha finita ..questo non è un reato punibile con la morte! Non è vero?- domandò indicando il ragazzino con il mento.

La giovane si sentì puntati addosso gli occhi di tutti i presenti, ma sentì particolarmente vivi gli occhi di Ian. Si voltò e si trovò faccia a faccia con lui. I loro occhi si scontrarono, grigio contro grigio, fuoco contro fuoco.

Il ragazzo aprì la bocca per parlare.

-E' vero, Lucas?- domandò rivolto al fratellino, che annuì spaventato.

Il pacificatore strinse le labbra.

-D'accordo farò finta di credervi.-

Hazelle sentì Ian tirare un sospiro di sollievo e strinse un pugno in un gesto di esultanza nascosto.

Il pacificatore li fissò uno ad uno, poi tirò fuori la frusta con lentezza studiata.

-Chi dei tre, ora? Sono quaranta per il bambino o cinquantacinque per uno di vuoi due ribelli coraggiosi.-

Senza esitare, il diciassettenne si levò la giacca e iniziò a sbottonarsi la camicia.

Hazelle gli appoggiò una mano sul braccio, come per fermarlo.

-Ti ucciderà.-

Il ragazzo alzò gli occhi su di lei e sollevò un sopracciglio.

-Meglio me che lui.- disse, accennando al fratellino – Tanto, con il carattere che mi ritrovo, mi uccideranno comunque prima o poi. Comunque, Ian Hawthorne,è stato un piacere. Ora, se vuoi un consiglio, ti conviene andartene. Non vorrei mai che tu perdessi il posto per colpa nostra.-

La sua voce suonava tesa e preoccupata, anche se cercava di nasconderlo dietro a un velo di arroganza.

Il ragazzo si morse il labbro, come se volesse aggiungere altro, ma rimase zitto. Mentre il pacificatore gli fece segno di avvicinarsi al palo della fustigazione.

-Hazelle Hale. Piacere mio.-

Così dicendo la ragazza si voltò e iniziò ad incamminarsi verso il palazzo.

Non mi ha nemmeno ringraziata.

Mentre si allontanava sentì dietro di sé Ian che si inginocchiava e non poté fare a meno di sentirsi preoccupata per quel ragazzo che le era entrato nel cuore così, semplicemente, dipinto di grigio e fiamme.

-Hazelle?-

La ragazza si voltò.

-Io...grazie.-

Hazelle sorrise.

Grazie a te, Ian Hawthorne.

 

 

 

 

 

BUONGIORNO A TUTTI QUELLI CHE SONO ARRIVATI FINO A QUI!

Innanzitutto, vi ringrazio per aver letto questa mia storia che, lo ammetto, è nata un po' per caso ed è stata anche piuttosto complicata da sviluppare essendo sia Hazelle che il signor Hawthorne piuttosto sottovalutati (si era capito che si parlava di loro?). Ho deciso di chiamare il padre di Gale e compagnia Ian perché è un nome corto, ancora più corto dei nomi di quattro lettere dei suoi figli, oltre perché ovviamente Ian Hawthorne suona bene!

Ho immaginato che Hazelle potesse aver lavorato come ''domestica'' per qualche pacificatore visto il lavoro che poi svolgerà per Haymitch e mi è sempre piaciuto pensarla un po' ribelle, in fondo. Mentre Ian beh..lui è un ribelle nato, come il figlio maggiore!

Le parole che aprono la storia sono tratte dalla canzone partigiana ''Fischia il vento''..le ho sentite e mi sono sembrate calzanti!

 

Ebbene, come al solito, spero che la mia storia vi piaccia ..lasciatemi una piccola recensione, fate felice una povera scrittrice! Katniss_jackson

  
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