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Autore: DaughterOfTheStars    06/01/2015    0 recensioni
E ogni ricordo della telefonata gli faceva male, perché poteva praticamente vedere le lacrime scorrerle sulle guance. Le sentiva scendere lentamente dai suoi occhi scuri e trafiggergli il cuore. Il dolore di lei era il dolore di lui. Non ricordava neanche quando avesse cominciato ad amare così tanto quella deficiente rompiscatole, era semplicemente successo inconsciamente.
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Non aveva ripetuto altro che “Era tutto finto, ascoltami” per l'intera telefonata, con voce e, probabilmente, cuore spezzati. Se fosse tornato, allora l'avrebbe perdonato. Si era ripromessa questo ripensando a tutto il tempo passato insieme.
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Aveva poi fatto per parlare, ma lei aveva sussurrato un “Ti amo, Zayn” così tanto dolce che aveva risposto a quella domanda che stava per porle. Sì, l'aveva perdonato. Sì, sapeva che non era colpa sua. Sì, lo amava. Ed era ricambiata allo stesso modo.[...] “Ti amo più di chiunque altro a questo mondo” aveva sussurrato.
E quelle furono esattamente le parole con cui Zayn rispose a Sarah, stringendola a sé come se fosse un sogno magnifico.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Perfect Two:



Zayn rientrò nel suo appartamento, gettando all'aria le valigie che atterrarono con tonfi sordi sul parquet chiaro. Si guardò attorno stanco e un po' ansioso. Avrebbe tanto voluto addormentarsi sul divano e risvegliarsi il giorno dopo, ma doveva sapere se lei c'era ancora.
Si tolse le scarpe e le mise ad un lato della porta, come ormai era abituato a fare, e corse verso la camera da letto. Abbassò la maniglia e aprì la porta, che sorprendentemente non era chiusa a chiave. La sua ragazza, dopo i litigi, si chiudeva sempre dentro la loro stanza. Che ci fosse qualcuno in casa o no. Si chiese per un attimo se effettivamente fosse lì, ma la risposta gli arrivò quando guardò il letto e la trovò accoccolata ad un cuscino, sotto le coperte, nel lato sinistro del letto. Era davvero un disastro. I capelli castani erano sconvolti e raccolti in una treccia cui ciocche fuoriuscivano liberamente, la bocca era schiusa e umida di un po' di saliva, sulle guance c'era mascara sciolto e il viso, ancora madido di lacrime, aveva un'espressione davvero distrutta. Sembrava una bambina in quel momento, ma aveva vent'anni. E Zayn, essendo più grande di ben sei anni rispetto a lei, voleva proteggerla. Gli veniva naturale. Ma era difficile, perché non c'era quasi mai. Doveva fare moltissimi sacrifici per la propria carriera e Sarah non gli aveva mai chiesto di scegliere tra lei e il suo lavoro, sapeva quali fossero i suoi sogni e lo ammirava per la dedizione con cui li seguiva. L'unico problema erano le imposizioni che era tenuto a seguire. Ed era per questo che avevano litigato.
Nella mente del ragazzo si rincorrevano le battute piene di disperazione scambiate con lei, che aveva trovato le foto sue e della sua ex passeggiare su tutti i giornali di gossip. Era una trovata per riacquistare attenzione, ma non era riuscito a dirlo in tempo a Sarah, che aveva frainteso in modo del tutto lecito quanto dicessero quelle bacheche. Si era sentita ovviamente tradita, dopo due anni di relazione stabile e, seppur con alti e bassi, felice. Ogni 'ti amo' detto da lui precedentemente aveva perso valore, quando aveva visto quelle foto. In una vi era persino uno scatto che faceva pensare che lui e Perrie si stessero baciando. Ma le loro labbra non si erano mai toccate, era tutto calcolato.
E ogni ricordo della telefonata gli faceva male, perché poteva praticamente vedere le lacrime scorrerle sulle guance. Le sentiva scendere lentamente dai suoi occhi scuri e trafiggergli il cuore. Il dolore di lei era il dolore di lui. Non ricordava neanche quando avesse cominciato ad amare così tanto quella deficiente rompiscatole, era semplicemente successo inconsciamente.
Si stese di fianco a lei e la avvolse con un braccio, dolcemente. Stette così per minuti interminabili, respirando solo il profumo dei capelli della ragazza. Cocco, ovviamente. Tutte le volte che andavano a fare la spesa, stava molto tempo a guardare i prodotti per la cute, ma poi sceglieva sempre gli stessi, tra i quali vi era un barattolone di maschera per capelli al cocco dal tappo giallo, su cui inciampava sempre quando facevano la doccia insieme, perché Sarah lo lanciava maldestramente sul pavimento quando doveva aprirlo. Così lui cercava di avvicinarsi a lei per insaponarla e finiva per doversi mantenere alla manopola della temperatura non spaccarsi la testa cadendo. Quel dannato tappo aveva rovinato più volte l'elettricità che si creava tra i due, causando così tante risate da parte di Sarah che gli andava via la voglia di fare qualcosa di diverso dal dirle di smetterla e di sciacquarsi in fretta.
Se era disordinata? No, piuttosto era sbadata, come lui. Lasciavano entrambi le cose ovunque, troppo presi da pensieri che da piccoli divenivano immensi. Quando però si sentivano circondati da una quantità di disordine che superava il limite di sopportazione, pulivano tutto. All'inizio Zayn non ne era molto felice, ma Sarah sapeva eliminare la noia facendo la scema. Prendeva lo stereo, metteva la musica a tutto volume e sistemava, ballando in modo stupido e provocandolo. Sapeva come convincerlo. Ore dopo, la casa brillava e loro si trovavano a dormire sempre nella stessa posizione sul divano morbido del salotto, che gli avrebbe lasciato in ogni caso un brutto mal di schiena. L'uno sulla spalla dell'altra, la cui testa si posava appena sopra quella del ragazzo. Erano curiosi, quei due.
Quando Zayn aveva un periodo libero e non andava a far visita alla famiglia, stava a casa con Sarah e la maggior parte del tempo stavano in silenzio e, semplicemente, disegnavano. Poi lei non riusciva a fare un naso o una mano e quindi lanciava con il broncio il blocco da disegno, per poi definirsi annoiata e in cerca di baci.
Non si annoiavano mai insieme, facevano parte l'uno della quotidianità dell'altra e quando Sarah non doveva studiare per i propri esami o lavorare, prendeva il primo volo e andava da Zayn. Visitavano musei d'arte, osservavano monumenti e apprendevano le cose più interessanti, facendo foto che aggiungevano al loro album. Louis e Harry glielo avevano regalato al loro primo anniversario, con i migliori auguri e con la speranza che questa volta fosse per sempre. Speravano che le ultime pagine fossero riempite da almeno la foto di un anello all'anulare o degli occhioni di un bambino. Avevano grandi aspettative per loro, perché erano come calamite, come due pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione ed è davvero ingiusto dividere, se non stupido. Andavano con calma, quei due, ma erano legati in un modo strano e avevano la sensazione che avessero trovato la loro persona. Sì, Sarah era molto giovane, ma sui sentimenti non si era mai sbagliata in vita sua, non aveva mai corso con le fantasie con un ragazzo. Con Zayn veniva naturale immaginarsi una famiglia, perché non poteva fare altro, le veniva naturale pensare a quando sarebbe stati ufficialmente l'una dell'altro, anche su carta. Nella loro storia, lei non vedeva la probabilità. Non era mai un 'Se ci sposeremo', nel suo cuore aveva quasi la certezza che sarebbe accaduto.
E niente aveva mai messo in dubbio tutto questo, a parte quella foto.
Quando sì svegliò, vide le braccia del suo ragazzo a tenerla stretta e si disse che se proprio era tornato da lei, un motivo c'era. Si sentì sollevata, forse un po' in trappola perché Zayn la stringeva come se non volesse farla scappare, come se fosse la cosa più preziosa che avesse mai avuto, ma non disse nulla. Si voltò a fatica, divincolandosi in modo buffo, per poi guardare il moro dormire tranquillo. Avrebbe voluto saperlo ridisegnare, roteò gli occhi. Era così perfetto che a volte risultava fastidioso, soprattutto quando voleva trasporre su tela una loro foto. Cominciò a passare i lineamenti del suo viso leggermente, con il pollice sinistro. Lo guardava attenta ad ogni dettaglio e si disse che mai nella sua vita aveva avuto una fortuna simile. Quel ragazzo era un pessimo ballerino, delle volte si lasciava controllare come se fosse una marionetta, ci impiegava tantissimo ad alzarsi persino nelle occasioni importanti e si addormentava nel bel mezzo di un racconto, ma non faceva che amarlo e stargli vicina, perché alla fine Zayn era molto più di queste cazzate. Era il suo tutto. A volte dimenticava cosa comportasse essere famosi per lui, che la sua notorietà influiva sulle sue azioni. In seguito alla litigata, in cui lei urlava che era sicura l'avesse illusa per tutto quel tempo, aveva riflettuto sulle parole di Zayn. Non aveva ripetuto altro che “Era tutto finto, ascoltami” per l'intera telefonata, con voce e, probabilmente, cuore spezzati. Se fosse tornato, allora l'avrebbe perdonato. Si era ripromessa questo ripensando a tutto il tempo passato insieme. Un briciolo di buonsenso le aveva detto che non l'avrebbe mai fatto intenzionalmente e che Zayn glielo avrebbe detto se effettivamente l'aveva tradita. Comunque avrebbe avuto la conferma al mattino, se lui fosse stato al suo fianco al risveglio. Così fu e lei, per l'ennesima volta dopo l'ennesimo litigio, si era tranquillizzata. Sotto il suo tocco Zayn aveva mugugnato qualcosa nel sonno e lei aveva riso a bassa voce. In altri contesti, lui l'avrebbe mandata a quel paese e si sarebbe riaddormentato, ma in quel momento, al suono della sua risata si era stropicciato gli occhi sorpreso e l'aveva guardata sorridere per qualche secondo. Aveva poi fatto per parlare, ma lei aveva sussurrato un “Ti amo, Zayn” così tanto dolce che aveva risposto a quella domanda che stava per porle. Sì, l'aveva perdonato. Sì, sapeva che non era colpa sua. Sì, lo amava. Ed era ricambiata allo stesso modo. Il ragazzo, a quelle parole, aveva ricordato tutta la loro storia, sin dagli inizi. La prima volta che si erano incontrati era in un orribile discount che aveva, però, una fantastica fornitura di cancelleria di prima scelta. Zayn lo conosceva da tempi immemori e sapeva esattamente dove trovare cosa. Mentre si avviava verso la sezione dove avrebbe sicuramente trovato uno sfumino, fu colpito forte in testa da un pacco di quaderni ad anelli di grande spessore. Guardò il pacco con viso sconvolto e poi posò lo sguardo sulla ragazza che “Porca troia, mi dispiace!” aveva detto mortificata, scendendo dallo sgabello che stava usando per prendere i quaderni. “Stai bene? Quante dita sono queste?” aveva domandato, mostrano due dita. Lui aveva guardato prima quelle e poi lei, poi era scoppiato a ridere, riprendendo da terra il pacco, consegnandoglielo. “Due e comunque sto bene, tranquilla. Magari la prossima volta stai più attenta, avresti potuto farmi fuori” rispose lui, sorridendole divertito dall'espressione preoccupata che aveva assunto. “Scusa, sul serio. Sono davvero maldestra” aveva balbettato, stringendosi al petto il pacco con fare imbarazzato e guardandolo leggermente colpevole. La trovò tenera e per un momento si sentì guardato come un qualsiasi altro ragazzo ventiquattrenne vorrebbe essere guardato da una ragazza del genere, tanto bella e semplice. Stava per chiederle il nome, quando sentì qualcuno urlare il suo alla fine del corridoio. Fu accerchiato da circa una decina di fan e sospirò, quando non trovò più con lo sguardo la giovane.
Non se lo aspettava, con tutta la sincerità del mondo, la ritenne strana. E la ritenne strana anche la seconda volta che la incontrò, in un parco. Gli andò praticamente addosso correndo, presa a guardare altrove, forse. “Eih, sei la tipa dei quaderni!” disse sorpreso, alzando gli occhi dal suo cellulare e portandosi la mano alla spalla colpita. Lei si fermò un momento, posando le mani sulle ginocchia per respirare correttamente e riposare. Lo guardò e lo riconobbe subito. Si sistemò i ciuffi di capelli nuovi che non ne volevano sapere di stare dietro le orecchie e sorrise imbarazzata. “Informalmente i miei amici mi chiamano Sarah” ammise divertita, sentendo il cuore scoppiarle nel petto per la corsa. “Allora, ci incontriamo di nuovo, Sarah. Io sono Zayn” disse ridendo appena Zayn, guardandola in quello stato sconvolto, con il sudore su naso e clavicole e il fiatone. Un pensiero poco casto gli attraversò la mente ma lo scacciò via, dandosi del folle e pervertito. “L'avevo intuito quando quelle ragazzine ti hanno attaccato urlando il tuo nome, nel discount.” Il moro sbuffò roteando gli occhi al pensiero delle fan che gli avevano reso impossibile l'opportunità di conoscere meglio quella ragazza. “Ma adesso siamo di nuovo qui, deve essere il destino” ammiccò lui, causando una risata leggera di Sarah, che si era ripresa. “Se lo dici tu” aveva detto, controllando l'ora. Stava per dire di dover andare ma qualcosa nel profondo della sua coscienza gli aveva urlato di fermarla e così “Io credo che dovremmo assecondare il 'non c'è due senza tre' e uscire insieme. Un caffè, un tè, un ginseng?” aveva buttato fuori. Si diede del disperato quando la vide scoppiare a ridere. Stava quasi per andare a prepararsi la fossa quando “Va bene, ti do il mio numero” aveva risposto lei.
Da un'uscita si fecero due, poi tre, poi quattro, poi smisero di contarle. Amavano scoprirsi a vicenda. Sarah non era cambiata dopo aver scoperto il suo lavoro e la sua fama, perché non ne aveva motivo. Non si sarebbe mai approfittata di lui, non c'era da farsi dubbi.
Zayn passò a guardarle le labbra e ricordò il loro primo bacio. Quinto o sesto appuntamento, a casa di lei. Avevano entrambi fame e volevano prepararsi dei pancakes. Presero a fare gli idioti e, cercando di lanciare in aria il suo pancake, Sarah lo fece cadere sulla testa del ragazzo, che lo tolse velocemente a contatto con tutto quel calore, imprecando. Lei lo guardò preoccupatissima e prima che potesse chiedere scusa, lui la baciò. Così, di botto, dal nulla. Quel giorno scoprirono una delle cose che più gli piaceva fare. Baciarsi li faceva sentire uniti, lontani da tutti, l'uno dell'altra. Non avrebbero fatto altro, i primi tempi, nella privacy dell'appartamento di lei o di quello di lui, o in quella delle loro auto. I loro baci erano cosa privata, tutta loro, intima quanto il fare l'amore.
La amava, Dio se la amava. Ad ogni ricordo il sentimento ricresceva, si rafforzava. E la prima volta che le aveva confessato come si fosse evoluto il loro “piacersi”, per loro era stata una giornata pessima. Avevano litigato, perché le si era appisolato sulla spalla mentre sfogava le sue preoccupazioni riguardo all'esame di letteratura inglese che avrebbe affrontato di lì a poco. Quel giorno Sarah aveva il ciclo, quindi non era stata una bella mossa, ma la sua voce lo rilassava troppo e non poteva farci nulla. In un primo momento la aveva tranquillizzata con i migliori consigli potesse darle, ma poi si era fatto prendere dal torpore che la ragazza e il plaid con cui si erano coperti emanavano, per cui si era addormentato. Ovviamente lei si era incazzata e voleva buttarlo fuori dal suo vecchio appartamento, ma poi lui, con tutta la calma del mondo le aveva preso i fianchi, l'aveva guardata accigliarsi e “Ti amo più di chiunque altro a questo mondo” aveva sussurrato.
E quelle furono esattamente le parole con cui Zayn rispose a Sarah, stringendola a sé come se fosse un sogno magnifico.
 
   
 
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