Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!
Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.
Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto di Pandaman in basso a destra!
Grazie a tutti e buona lettura!



 

UN ORSO MELODRAMMATICO
*melodrammatico*

 

-Dai!-
-No!-
-Per favore!-
-Smettila!!!-
-Vi prego, vi prego, vi prego, vi pregoooo!!-
-E piantala! Ti abbiamo detto di no!-
Era sempre la solita storia.
Ogni volta che il sottomarino dei pirati Heart navigava in immersione, che fosse per necessità o per capriccio del capitano era indifferente, Bepo iniziava a fare scenate.
Detestava viaggiare sotto il livello del mare in assenza di aria pulita. E come dargli torto? In fondo era un orso polare, la sua spessa pelliccia gli rendeva difficile sopportare il caldo e aveva bisogno di aria limpida per stare bene.
Peccato che, per quanto il suo rapporto col capitano fosse saldo e per quanto potesse essere il subordinato che il temuto Chirurgo della Morte teneva maggiormente in considerazione, non avesse il coraggio di affrontarlo a viso aperto. Temeva che lo rimproverasse per la sua debolezza, che lo considerasse un lagnoso e che non fosse degno di stare in quella ciurma. E non voleva assolutamente rischiare che anche una sola di queste cose accadesse.
Per questo, dopo aver sopportato il più possibile l’afa e il leggero senso di claustrofobia, rapiva letteralmente Penguin e Shachi tra le sue imponenti braccia pelose e li supplicava di convincere il capitano a riemergere in superficie inzuppandoli con il proprio sudore. Peccato che nemmeno loro avessero la ben che minima voglia di sopportare le occhiatacce e il sarcasmo di Trafalgar Law.
Fortunatamente per loro su quel sottomarino c’era un uomo che ogni volta assisteva alla scena e, ogni volta, mosso da compassione andava loro  in soccorso: Jean Bart.
Dopo aver assistito a quel ridicolo spettacolo per qualche minuto sospirò rassegnato mentre prendeva la decisione di andare in cerca di Law.
Si diresse così in sala comandi dove lo trovò seduto sulla sua immensa poltrona intento a leggere in religioso silenzio, eccezione fatta per i suoni emessi dai vari comandi del sottomarino.
Si premurò di bussare prima di entrare nonostante la porta fosse già aperta.
-Capitano, Bepo sta facendo il melodrammatico… Come al solito- disse a testa alta fissando il chirurgo.
In risposta quello sollevò lievemente lo sguardo dal tomo per incrociarlo con il suo.
Dopo qualche attimo di silenzio si massaggiò una tempia rassegnato.
-E va bene. Emersione- acconsentì atono.
Perché Jean Bart sapeva che Trafalgar, per quanto potesse essere considerato una temuta e spietata supernova, ci teneva al benessere della sua ciurma: alla salute fisica di Bepo e a quella mentale di Penguin e Shachi.










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