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Autore: Kira950    07/01/2015    5 recensioni
Due facce, due personalità. Goku, un ragazzo brillante e popolare cederà alla strana richiesta di Chichi mostrando quello che forse è il suo vero io. Storia romantica e liceale in pieno stile anime!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dottor Jekyll e Mr. Hyde 2.0

Premonizioni

La convalescenza di Goku si era rivelata più rapida del previsto, dopotutto c'era d'aspettarselo da un essere cocciuto e caparbio come lui. Quando si liberò definitivamente della fasciatura mancava solo una settimana al ballo. Finite le lezioni seguimmo come sempre il copione della nostra farsa, avviandoci insieme verso casa,mano nella mano, per poi tornare ad essere due perfetti estranei non appena girato l'angolo.
"Ieri ho comprato il vestito per il ballo, spero ti piacerà" guardavo in basso imbarazzata, avevo dato fondo a tutti i miei risparmi per comprarne uno bellissimo ed ero impaziente di farmi vedere da lui.
"Che cosa stupida" sospirò portando una mano nella tasca della giacca della divisa.
"Perchè dici così?" Replicai del tutto mortificata dalla sua constatazione, in meno di un secondo aveva smorzato tutto il mio entusiasmo.
"È solo uno spreco di soldi e di tempo" lo disse con la solita distaccata naturalezza; non credo dicesse mai nulla con l'intenzione di ferirmi direttamente eppure era diventato un maestro nell'affondare il colpo.
"Sei l'unico a pensarla così, tutti gli studenti aspettano con ansia la serata del ballo" sentii come il bisogno di giustificarmi, cosa che mi fece vacillare circa le mie convinzioni.
"Non ne dubito" sorrise compiacendosi forse di essere diverso da tutti gli altri.
"Anche se non me lo spiego" concluse piú serio come se ci stesse davvero riflettendo sù.
"E cosa ci sarebbe di cosí strano?" Chiesi tra il curioso e lo stizzito, detestavo quel suo modo di fare arrogante e saccente. "Le ragazze si divertono a nascondersi dietro chili di trucco e vestiti esagerati mentre i ragazzi sembrano provino piacere a seguirle come fossero i loro cani" nella sua voce un disprezzo tagliente.
"Perchè li odi così tanto?" Quella domanda mi sorse spontanea.
"Non li odio, semplicemente non mi comporterei mai come loro" asserì nuovamente tranquillo e pacifico continuando a camminare accanto a me come se niente fosse.
"Quindi chi si innamora non merita il tuo rispetto?" Mi irrigidii temendo una sua risposta, serrai le mani in due pugni quando mi accorsi che stavo tremando.
"L'amore non è necessario, si può vivere senza amore, l'importante è essere soddisfatti di sé stessi e della propria vita" come poteva essere cosí cinico e crudele?
"Non si può vivere senza amore..."
Scossi la testa del tutto contrariata, come se il mio stesso corpo rifiutasse con forza quella ipotesi.
"Respireresti ugualmente, il tuo cuore continuerebbe comunque a battere, l'amore è solo qualcosa di superfluo" non alzò la voce né variò in alcun modo il proprio atteggiamento, ma ebbi la netta sensazione che qualcosa fosse cambiato, come se fosse pronto a difendere quella sua teoria con un nuovo e più convinto accanimento.
"Se quel cuore non batte per nessuno che senso ha?" Mi fermai di colpo guardando ancora a terra, sentendo le lacrime rigarmi le guance.
"L'amore rende dipendenti, come una droga. Non riesci a vedere le cose chiaramente e soffri quando ti viene a mancare, per me non è che un ostacolo" si fermò per un istante solo per pronunciare quella che a me era parsa una condanna per poi riprendere a camminare del tutto incurante della mia reazione. Perchè ci stavo così male?
Lo raggiunsi di corsa asciugandomi il viso con la manica della giacchetta.
Da quel momento nessuno dei due disse più una parola, non ero abbastanza forte per sentirlo ancora parlare in quel modo.
Arrivati al bivio ci salutammo così come avrebbero fatto due conoscenti qualsiasi, ci saremmo rivisti a scuola il lunedì successivo.
Arrivata a casa aiutai mia madre con la cena, era su di giri per il ballo; il fatto che il mio accompagnatore fosse Goku-kun poi la rendeva euforica.
Mangiai in fretta parlando con i miei del più e del meno, a causa di tutto quello che stava succedendo la mia media a scuola era un po' calata e fino a quel momento ero riuscita a tenerlo loro nascosto.
Avevo paura che potessero leggere le bugie nei miei occhi, che presto avrebbero scoperto ogni cosa.
Corsi di sopra non appena mi fu possibile, presi una rivista dallo scaffale e mi sdraiai a letto iniziando a leggere distrattamente un articolo sugli accessori che sarebbero andati per la maggiore l'estate successiva.
All'improvviso sentii un suono acuto che si ripetè un paio di volte prima di cessare.
"Cavolo" mugugnai rendendomi conto solo in quel momento di essermi addormentata. Presi il telefono che avevo appoggiato sul comodino e vidi che Goku-kun mi aveva scritto un messaggio. Non lo faceva spesso e quando accadeva era solitamente per istruirmi su qualche compito o favore che avrei dovuto rendergli.
Tenni per qualche minuto il cellulare in mano senza aprire il messaggio, dopo quello che mi aveva detto quel pomeriggio non ero affatto certa di volerlo leggere.
D'altra parte il suo poteva essere un messaggio di scuse,forse si era accorto di quanto ci fossi rimasta male e desiderava sapere se stessi bene. Inutile dire che scartai quest'ipotesi in meno di un secondo.
Mi feci coraggio e schiacciai apri sul display.
"Scendi" non aveva scritto altro.
Mi alzai immediatamente in piedi sporgendomi verso la finestra, quando lo vidi indietreggiai di un passo, cosa diavolo ci faceva sotto casa mia?
Era quasi mezzanotte e i miei erano già andati a dormire quindi non mi fu difficile sgattaiolare fuori senza che mi vedessero.
"Goku-kun" lo richiamai a bassa voce, lui si voltò solo qualche istante dopo.
"Chichi!" Si avvicinò a me, arrivandomi così vicino da farmi sussultare.
"Perchè sei qui?" Chiesi guardandolo negli occhi, era tutto così strano, mi stava sorridendo e la sua espressione era insolitamente dolce.
"Volevo ringraziarti" prese tra le dita una ciocca dei miei capelli seguendone il percorso con lo sguardo
"Non capisco perchè?" Mi sentivo completamente frastornata, non aveva senso perchè mi stava ringraziando?
Improvvisamente si gelò sul posto rimanendo immobile e in silenzio come se fosse stato appena pietrificato.
Lo richiamai più volte, ma lui continuava a guardare fisso di fronte a sé oltre la mia testa con gli occhi sgranati e pieni di paura.
Non capivo perchè avvertisse un simile pericolo, ma istintivamente lo abbracciai per fargli capire che era tutto a posto e non c'era niente per cui spaventarsi.
"Sei freddo" dissi piano quando fu tra le mie braccia. Il suo corpo era praticamente ghiacciato. Mi separai da lui, volevo che rientrassimo in casa perchè potesse riscaldarsi, ma quello che vidi mi sconvolse. Le mie mani e i miei vestiti erano ricoperti di sangue.
Era ferito, ovunque si aprivano solchi nella carne, tagli profondi e scarlatti da cui sanguinava copiosamente.
"Goku-kun" urlai in preda al panico, cosa dovevo fare? Senza che fossi riuscita a trovare una soluzione, sentii una risata provenire alle mie spalle. Era profonda e sadica, così crudele da mettermi i brividi.
Mi voltai e dietro di me vidi ancora Goku. Il suo sorriso era un ghigno spaventoso e diabolico che quasi gli distorceva i tratti del viso.
"Ma cosa?" Davanti a me era fermo e ferito, dietro rideva come un folle.
"Sei sicura che il tuo cuore batta ancora?" La sua voce era cambiata si era fatta sottile ed inquietante, e prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, ricominciò a ridere e rise ancora senza fermarsi mai.
"Ah!" Mi sedetti di colpo senza riuscire a respirare, ansimavo e mi guardavo intorno terrorizzata. Nel profilo buio della mia camera capii che si era trattato di un incubo e riuscii finalmente a riprendere fiato.
Era stato un sogno terribile, di quelli così assurdi da sembrare reali.
La mattina dopo cercai di distrarmi con le pulizie e lo studio, ma nulla allontanava l'eco di quella risata agghiacciante. Uscii con Bulma quel pomeriggio, dovevo parlarne con qualcuno ero troppo turbata per tenermi tutto dentro. Le raccontai della conversazione che avevo avuto con Goku e le descrissi per filo e per segno l'incubo che avevo fatto quella notte.
"Allora è vero" portò alle labbra la tazza schiudendole al contatto con il tè per poi riporla sul tavolino del bar in cui ci eravamo sedute.
"Pensavo che la cotta che avevi per Goku ti fosse passata, ero convinta che avessi smesso di provare qualcosa per lui dopo averlo conosciuto bene, ma poi al campo mi sono ricreduta" non sembrava essere rimasta troppo sorpresa dalle mie rivelazione, io invece ancora cercavo di riordinare le idee.
"Ti riferisci all'ultima partita?" Chiesi sempre più dubbiosa.
"Quando lo hai visto steso a terra eri cosí scossa, di tutte le ragazze che lo fissavano eri l'unica davvero preoccupata e ho capito quanto tenessi a lui" appoggiò la guancia al palmo della mano osservandomi come se mi stesse studiando.
"Già.." Sospirai giocando con la linguetta argentata della bibita che avevo ordinato.
"Ad ogni modo non cambierà niente. Come ti ho detto Goku-kun non crede nell'amore e se anche decidesse di farlo non proverebbe mai nulla per me. Io sono la sua scimmietta" commentai amaramente, rassegnata alla realtà che si prospettava tutt'altro che rosea.
"Su questo Chichi potresti sbagliarti. Goku è uno dei ragazzi piú popolari della scuola, potrebbe avere qualsiasi ragazza desideri eppure non lo abbiamo mai visto con nessuna se non per pochi giorni. Sei l'unica con cui abbia mai passato tanto tempo, vorrà pur dire qualcosa" alzò le sopracciglia come se avesse avuto un'infallibile intuizione, io però non ero ancora convinta.
"Trascorre tanto tempo con me solo perchè per lui trattarmi come un animaletto addestrato è un gran divertimento. Quando si stuferà e troverà un nuovo passatempo non avrò più nemmeno questo" un nodo mi si strinse alla gola, cercai di scioglierlo, ma ingoiai il vuoto.
"Non essere così pessimista, sei una ragazza fantastica Chichi, se ne accorgerà e poi hai un vestito da urlo per il ballo" mi fece l'occhiolino tutta entusiasta di essere stata lei a scovarlo. Un paio di giorni prima mi aveva accompagnata a fare shopping individuando il vestito che avrei indossato al ballo, potersi prendere il merito era qualcosa che la soddisfaceva sempre molto.
"Si, sono sicura che sverrà ai miei piedi" provai a scherzarci sù, ma in fondo speravo che la sera del ballo non arrivasse mai.
"Lo farà, sei uno schianto con quel vestito" Bulma era una ragazza cinica e polemica in genere, ma con me si dimostrava sempre incoraggiante comportandosi come una vera amica.
Camminammo per il centro affacciandoci nei negozi fino al tramonto poi ci dividemmo tornando rispettivamente a casa.
Bulma prese come al solito l'autobus che arrivò puntuale alla fermata; abitava in periferia a qualche chilometro dal centro, in un appartamento facente parte di un piccolo condominio.
Giunta in prossimità dell'ingresso aprì la borsetta frugando con le dita alla ricerca delle chiavi.
Quando sollevò lo sguardo però, le fece cadere a terra per la sorpresa.
"Cosa ci fai qui?" Cercò di riprendersi avvicinandosi al portone, vicino al quale stava in piedi Vegeta, con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate al petto.
"È difficile parlare con te a scuola. Da quando ho segnato alla partita sembra quasi che tu mi voglia evitare" aveva un dannato sorrisetto soddisfatto stampato cosa che la costrinse subito a mettersi sulla difensiva.
"E tu saresti venuto fin qui per questo?" Lo disse enfatizzando ogni parola, con il solo scopo di ridicolizzare quella sua improvvisata.
"Io sono qui per riscuotere" si spostò verso di lei appoggiando un braccio al portone impedendole di aprirlo.
"Non abbiamo scommesso e adesso spostati" lo guardava con aria di sfida, facendogli capire chiaramente che quel suo atteggiamento da spaccone non le faceva alcun effetto.
"Hai trovato poi un ragazzo per il ballo?" La ignorò completamente cambiando apparentemente discorso.
"No e comunque non ci andrò anche se credo non siano affari tuoi" non sapeva perchè, ma aveva risposto subito, si arrabbiò con sè stessa per averlo fatto. "Allora verrai con me" lo disse come fosse un'affermazione, come se ormai fosse tutto deciso e stabilito.
"Sai perchè sei così insistente?" Tolse le chiavi che era finalmente riuscita ad infilare nella toppa nascondendole nel pugno.
"Avanti illuminami" Vegeta la invitò a continuare se pur con un velo di sarcasmo.
"Per te è solo una caccia, il fatto che a differenza di tutte le altre io riesca sempre a sfuggire ai tuoi colpi ti esalta e ti sprona a premere ancora una volta il grilletto. Non sono io che ti interesso è il senso della sfida che ti sprona ad ossessionarmi" lo guardava con quegli occhi azzurri ormai ridotti a due fessure.
"E se anche fosse? Se stessi giocando da solo mi sarei già annoiato e avrei abbandonato. Sotto sotto sei come me che la cosa ti piaccia o no" rise trovandosi insolitamente d'accordo con le parole di Bulma, la quale rimase shoccata da quell'ultima asserzione.
Non poteva assomigliare davvero a quell'idiota arrogante.
"Forse non mi piace perdere, ma..." Era senza parole, quel cazzone l'aveva seriamente messa in difficoltà, era una cosa inconcepibile per una che come lei, aveva sempre la risposta pronta.
"Vieni al ballo, e se alla fine della serata non sarai ancora pazza di me, avrai vinto tu" si sentiva sicuro di sè, iniziava a conoscere i meccanismi contorti della sua mente e avrebbe sfruttato quella conoscenza a suo vantaggio. Bulma fu tentata di dirgli no e mandarlo al diavolo.
Distolse lo sguardo inteta a riflettere soffermandosi in un punto davanti a sè dove si apriva il giardino del suo dirimpettaio, pieno di cespugli bellissimi e in fiore. Quella visione le fece venire un'idea piuttosto allettante.
"D'accordo, verrò al ballo con te" attraversò la strada sotto lo sguardo curioso e frastornato di Vegeta.
Si affacciò in punta di piedi oltre il muretto osservando le bellissime camelie che affioravano tra le foglie. La tradizione prevedeva che un ragazzo intenzionato ad invitare una fanciulla al ballo, formulasse l'invito stesso offrendole un fiore come pegno.
Bulma afferrò una camelia strappandola con cura perchè non si rovinasse,tornando poi sulla soglia dell'ingresso.
"Sarò io però a fare l'invito ufficiale" con gentilezza gli porse il fiore con un sorriso che sapeva di rivincita.
Vegeta serrò la mascella digrignando i denti per la rabbia, quella maledetta mocciosa sarebbe stata la sua fine ne era certo.
Non poteva darle soddisfazione di vederlo rinunciare, anche se le prese in giro della ragazza iniziavano a provarlo seriamente.
"Bene.. accetto l'invito" afferrò il fiore con la voglia di farlo a pezzi, ancora una volta aveva dovuto cedere di fronte alla scaltrezza di Bulma.
"Potresti metterlo tra i capelli" la sua espressione così disgustata era troppo bella per non approfittarne.
"Vacci piano bambina" la intimidì lui sul punto di esplodere.
"Ehi!" Una voce lontana richiamò entrambi.
"Ragazzo, cosa ci fai con i miei fiori?" Un signore ormai anziano agitava il bastone furibondo alla vista di una delle sue preziose camelie nelle mani di Vegeta.
"Maledetto teppista, importuni le ragazze per bene e rubi nei giardini altrui, chiamerò la polizia" continuava agitarsi facendosi lentamente strada verso il moro.
"Ci vediamo!" Bulma si defilò dentro il palazzo lasciando Vegeta al proprio destino.
"Mi scusi, sono mortificato" provò a giustificarsi, ma inutilmente. "Mascalzone, furfante, balordo!"
Urlava ricorrendolo come poteva e colpendolo ripetutamente con il giornale che teneva arrotolato nell'altra mano, aveva una grinta eccezionale.
Vegeta dovette scusarsi per circa mezzora tra frasi di pentimento e la promessa di tornare per rimuovere le erbacce dal suo giardino perchè l'anziano signore lo lasciasse libero.
Bulma osservava dalla finestra tutta la scena senza riuscire a smettere di ridere. Era convinta che Vegeta si sarebbe vendicato prima o poi, ma per ora si sarebbe goduta lo spettacolo senza pensarci. Io seppi di questa storia solo il giorno dopo a scuola.

La sera del ballo...

Rigirai su me stessa guardandomi riflessa nello specchio a porta dell'armadio in camera dei miei genitori.
Il vestito era stupendo, il corpetto era senza spalline e si definiva in uno scollo a cuore di colore nero leggermente plissettato; appena sopra il punto vita una cascata di piccole pietre formavano una cintura che delineava la silhouette per poi aprirsi in una gonna leggera e vaporosa di un rosa chiaro dalle tonalità sfumate.
Con il ferro avevo acconciato i capelli che scendevano in boccoli corvini lungo le spalle fermandoli con una spilla argentata dietro la nuca. Bulma aveva davvero buon gusto in fatto di abiti, le dovevo un favore.
Quando sentii il campanello mi precipitai fuori dalla stanza, doveva essere Goku. Mi aveva chiesto di vederci al solito bivio, ma non era fattibile, i miei volevano salutarlo e a mio malgrado, fotografarci insieme. Si era rifiutato mille volte prima di cedere alle mie pressanti suppliche.
"Oh Goku che meraviglia" mia madre lo accolse con i soliti svenevoli preamboli, potevo vedere sulla sua fronte una vena pulsare per la frustrazione. Dovevo ammettere però che era molto elegante, vestiva in abito nero, con una camicia bianca, ma senza cravatta, probabilmente la considerava il guinzaglio con il quale le ragazze legano i propri accompagnatori durante i balli.
Scesi le scale senza smettere di guardarlo, forse fu solo un impressione, ma lo vidi sollevare un sopracciglio, come se fosse sorpreso e intendo piacevolmente.
"Siete così belli, un principe con la sua principessa" volevo ucciderla.
Scattammo le foto per mia madre e salutammo tutti dirigendoci finalmente al ballo.
"Allora? Che ne pensi?" Mi fermai davanti a lui per costringere ad ammettere che in fondo era rimasto colpito anche se non sarebbe stato facile.
"È tardi" fece per scansarmi, ma non glielo permisi.
"Dico del vestito" sottolineai per non lasciare spazio alle libere interpretazioni.
"Non ti sta male" lo fissai perplesso lasciandomi poi superare da lui. Non sapevo se fosse un complimento o un insulto velato.
"Pensi di fare così anche al ballo? Non inganneremo nessuno" sbottai dicendo la prima cosa che mi venne in mente solo per il gusto di accusarlo di qualcosa.
"No e lo sai, reciterò la mia parte" era sempre così maledettamente controllato da darmi sui nervi.
Arrivammo a scuola, dovevano essere già tutti in palestra. Da perfetto gentiluomo mi porse il braccio sorridendomi cortese e subito mi tornò alla mente quell'incubo terribile.
Salutò tutti, in modo amichevole e disinvolto mostrandosi sempre gentile e mai spazientito. Gli altri ci guardavano come avessero una vista ai raggi X, probabilmente nessuno aveva scommesso su di noi e sul fatto che saremmo rimasti insieme fino al ballo. Cercai di non pensare concentrandomi sulla sala. Era stata arredata con molta cura, era tutto bianco e argento per richiamare i colori dell'inverno, piccoli fiocchi di neve cadevano legati a fili trasparenti che ricadevano dal soffitto simulando una splendida nevicata. Era tutto cosí puro, e io avevo le mani sporche di sangue.
"Vieni" mi fece strada cingendomi per la vita accompagnandomi ad uno dei tavoli che avevano allestito a bordo pista.
Mi versò da bere chinandosi poi su di me sussurrandomi qualcosa all'orecchio, così piano che non riuscii neppure a sentire. Annuii e sorrisi portando una mano alla bocca fingendo imbarazzo, come se mi avesse detto una di quelle frasi che solo due amanti possono condividere. Ormai eravamo perfettamente complici, fingerci fidanzati era diventato quasi naturale.
"Eccovi finalmente" Bulma ci aveva visti dall'altra parte della pista e raggiunti con Vegeta a seguito.
"Non è bellissima Goku-san?" Lo punzecchiò la turchina beccandosi una mia, a quanto pare, innocua occhiataccia.
"Si, lo è davvero" un po' mi sorprese quel commento, Bulma sapeva del nostro accordo perchè mentire anche con lei?
"Andiamo a ballare?" Per la prima parte della serata avrebbero suonato solo balli lenti perfetti per le coppie innamorate.
"Davvero?" Chiese la turchina completamente sconvolta dal fatto che un ragazzo brusco e gretto come Vegeta sapesse danzare.
"Un ballo con me e mi chiederai di sposarti" ammiccò verso di lei porgendole la mano perchè lo seguisse in pista.
"Conduco io però" rispose risoluta; ovviamente faceva di tutto per non dargli soddisfazione.
"Se vuoi farci cadere fai pure" sparirono tra gli altri, abbracciati l'uno all'altra, erano così strani insieme che la cosa avrebbe anche potuto funzionare.
"Sono divertenti" commentai ad alta voce bevendo subito dopo un sorso di punch.
"Vegeta è proprio un pazzo" stava sorridendo e per un attimo ne fui felice, forse grazie a Vegeta sarebbe riuscito a ricredersi su tutta quella storia dell'amore.
Aspettai che mi chiedesse di ballare per almeno un'ora, ma non accadde nulla.
"Chichi-chan!" Videl si avvicinò a noi accompagnata da Gohan il quale sembrava pendere dalle sue labbra.
"Siete bellissimi" ci disse osservandoci con attenzione. La ringraziai ricambiando il complimento; in quel momento mi parve gelosa e non potei provare che un briciolo di pena. Videl non lo avrebbe mai saputo,ma la stavo invidiando così tanto, aveva accanto un ragazzo che amava e che la ricambiava perchè provare invidia per una coppia di attori mediocri?
"Noi andiamo a ballare ci vediamo in pista" si allontanarono mano nella mano scambiandosi sguardi di cui solo loro conoscevano il significato.
Ormai esasperata dal tacito rifiuto di Goku mi decisi a fare la prima mossa sperando di sbloccare la situazione.
"Ti andrebbe di ballare?" Mi sentivo così goffa e impacciata, lo odiavo per quello che mi stava costringendo a fare.
"No ti ringrazio" di nuovo quel suo fare affabile ed educato, io invece iniziavo a scoprire la mia natura più violenta dal momento che mi era venuta una gran voglia di colpirlo sul muso.
"Solo uno, che ti costa?" Insistetti cercando di non perdere la calma.
"Se hai paura che gli altri si insospettiscano puoi sempre dire che non mi sono ancora completamente ripreso dall'infortunio" eccolo, il ragazzo che aveva sempre una soluzione per tutto.
"Sei un idiota" prima che iniziassi a piangere gli urlai in faccia tutto il mio rancore per poi correre all'esterno della palestra.
Corsi fino alle panchine dove mi sedetti infreddolita, ma ancora fuori di me. Perchè si divertiva tanto ad umiliarmi, perchè per lui non contavo niente? Avevo vissuto senza amore per tutta la vita e adesso che finalmente avevo trovato qualcuno doveva fare davvero così male? Pensai a quanto fossi stata stupida, mi ero convinta che quella sera sarebbe stata speciale, che in qualche modo vedendomi con quel vestito, potesse cambiare qualcosa tra di noi. Probabilmente aveva sempre avuto ragione lui, ero solo una bambina travestita da donna, che vacillava in scarpe troppo grandi.
"Lo chiamano ballo d'inverno per un motivo" alzai lo sguardo e vidi Goku in piedi davanti a me.
"Vattene" dissi solo distogliendo lo sguardo da lui e dalla sua finta gentilezza.
Rimase lí per qualche secondo per poi sporgersi su di me, proprio come aveva fatto nel mio incubo.
"Tieni" avevo chiuso gli occhi, era surreale, ma pensavo davvero potesse chinarsi improvvisamente iniziando a sanguinare. Sentii improvvisamente più caldo e non il freddo di quell'abbraccio gelido; ancora non mi ero accorta che aveva appoggiato la sua giacca sulle mie spalle. Aprii gli occhi stringendomi nel tepore del tessuto.
"Perchè fai così?" Lo chiesi davvero come in una supplica.
"Non pensavo fosse tanto importante per te" la sua innocenza era quasi disarmante, forse era davvero inconsapevole di ciò che le sue azioni inducevano negli altri.
"Lo è invece... Perchè per me tu sei importante come fai a non capirlo?" Gridai con le lacrime agli occhi senza rendermi conto di quello che stavo realmente facendo.
Rimase impassibile per qualche istante senza parlare o fare nulla.
Dietro a quella maschera di trucco, nascosta in quel vestito esagerato ero riuscita finalmente ad essere sincera.
"Perchè? Non faccio che farti soffrire...perchè dovresti tenere a me?" Lo disse in un ruggito pieno di rabbia. Si era voltato e mi dava le spalle.
L'aria della notte mi feriva il viso e quel silenzio mi bruciava dentro ed era diventato così insopportabile da spingermi ad infrangerlo anche a costo di svelare le mie paure.
"Ho fatto un brutto sogno questa notte.." Lo dissi senza alcuna inflessione particolare rimanendo seduta immobile.
"Tu eri in ginocchio di fronte a me, stavi morendo e avevi paura. Poi sei comparso anche alle mie spalle e ridevi, ti divertiva davvero vederti in quello stato" pronunciavo quelle parole meccanicamente come fossero parte di una macabra filastrocca.
"Forse io sto facendo lo stesso. Mi vedo a terra sanguinante e rido" pensavo mi sarei messa a piangere, ma non avevo più lacrime da versare, inghiottita da un vuoto tremendo che mi affossava il petto.
Goku mi guardò porgendomi poi la mano, questa volta non stava sorridendo, la sua espressione era fredda e indifferente, era il vero Goku.
"Forse lo stiamo facendo entrambi" non ero sicura del significato di quelle parole, ma qualcosa mi spinse ad assecondarlo e lo seguii.
"Che cosa vuoi fare?" Chiesi senza capire quali fossero le sue vere intenzioni.
"Andiamo a ballare" era determinato come in una missione segreta di quelle dei film,in cui l'eroe deve sfangarla per riuscire a salvare il mondo.
Ci avvicinammo alla palestra, i lenti erano finiti ed erano partiti i pezzi veloci e commerciali.
"Siamo arrivati troppo tardi" dissi rassegnata sistemandomi meglio la sua giacca sulle spalle. Il profumo di cui era intrisa era così buono che speravo mi sarebbe rimasto addosso se l'avessi tenuta ancora un po'.
"Ti fidi di me?" Era così serio da spaventarmi quindi annuii senza dire nulla.
Entrammo nella sala dirigendoci al centro della pista dove gli altri studenti ballavano come fossero in discoteca dimenandosi per il parquet come ossessi.
"Io non so ballare così" confessai imbarazzata guardando piena di preoccupazione le ragazze che disinvolte ancheggiavano e muovevano i fianchi seguendo perfettamente la musica.
"Lo sai che non mi comporterei mai come gli altri" senza nessun preavviso mi strinse a sé cingendomi dolcemente la schiena, per poi accompagnare la mia mano destra sulla sua spalla e catturare la sinistra nella sua portandole entrambe al petto. Ignari dei BPM che scandivano il battito del cuore ruggendo dalle casse del Dj, ballammo il nostro lento tra i ragazzi che impazzavano euforici sulla pista.
"Perchè tutto questo?" Avevo paura di rovinare quel momento perfetto con le parole, ma una parte di me voleva, anzi doveva sapere.
"Tu sei mia e tengo molto a ciò che mi appartiene. Non voglio farti del male" sentivo appena la sua voce e il suo volto era modificato dall'intermittenza delle luci, ma avvertii una profonda tristezza in lui.
"Non me ne farai" cercai di rassicurarlo e mi strinsi ancor di più a lui con la stessa spontaneità che avevo provato nel mio sogno quando lo avevo abbracciato.
"Come fai a dirlo? Dopotutto sono il masochista che ride nel vedersi ferito a morte" Lo disse con amara ironia, come se parlasse di una condizione ineluttabile, come se il mio sogno non fosse stato solo il frutto di una fantasia.
"Ti starò vicina fino a quando non smetteremo di ridere entrambi" mi lasciai andare tra le sue braccia a quel ritmo che era solo nostro.
"Lo sai, potrei non ricambiarti mai. Se fossi in te scapperei senza pensarci" voleva davvero mettermi in guardia, ma da cosa esattamente? "Non importa, fino a quando non sarai tu a cacciarmi via continuerò a stare con te, sperando un giorno di far breccia nel tuo cuore" ero determinata, il destino non poteva avermi messa sulla sua strada perchè mi innamorassi di lui per poi strapparmi via tutto.
Appoggiò la sua fronte alla mia e ci guardammo come scoprendo l'uno l'anima dell'altra. Per un attimo sentii che non era tutto perduto, il Goku che quella notte era caduto in ginocchio di fronte a me ancora respirava e sebbene fosse immobile era riuscito in uno sguardo a chiedermi aiuto.

Due ore dopo...

"Te la cavi bene bellezza" Vegeta camminava accanto a lei, l'avrebbe accompagnata a casa a suo rischio e pericolo visto l'incontro poco felice che aveva avuto con il suo vicino.
"Anche tu non sei stato poi cosí male" disse con aria di superiorità e sufficienza.
"Ma come vedi non sono ancora cascata ai tuoi piedi" puntualizzò senza che però le sue parole risuonassero della sua consueta spavalderia.
"Allora non uscirai con me?" Azzardò lui nel momento stesso in cui giunsero al portone del condominio di Bulma.
"Non ho detto questo" gli sorrise con una malizia che per un attimo gli diede alla testa per poi sparire ancora come aveva fatto quel pomeriggio.
"Ma in che casino mi sono cacciato" bofonchiò tra sè calciando un pezzo di carta che rotolava per terra. "Non te la prendere ragazzo, le donne sono tutte matte" una voce famigliare fece eco dal giardino di fronte. "Eh già.. Eheh" commentò imbarazzato riconoscendo poi la sagoma del vecchietto. "Ti aspetto questo fine settimana giovanotto, c'e una montagna di lavoro da fare" borbottò prima di rientrare in casa chiudendo la porta alle sue spalle. "Si, proprio un gran bel casino"



N.D.A
Ciaooo!! E come dice il detto è passata anche l'epifania che tutte le feste si porta via!
Spero di non affossarvi l'umore con questo capitolo un po' triste, ma purtroppo con il calendario non é caduto un gran che bene! Questo ballo si è rivelato un bel banco di prova per la nostra finta coppia e anche Vegeta e Bulma hanno fatto un piccolo passo avanti. Voglio ringraziare di cuore le ragazze che recensiscono, cercare di conciliare due anime che amo e due personaggi maschili che adoro ma che sono diametralmente opposti è per me una sfida ad ogni capitolo e voi mi spronate a fare meglio ogni volta, vi ringrazio tanto siete davvero fantastiche <3
Ovviamente un caloroso ringraziamento va a tutti coloro che leggono questa storia che la seguono o l'hanno addirittura inserita tra le preferite.
Detto questo l'aggiornamento è previsto per il 13 gennaio!
Baci <3
Kira950
   
 
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