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Autore: ___Page    07/01/2015    4 recensioni
A Zoro il gioco dei mimi era una cosa che da sempre restava indifferente. Partecipava per goliardia e gli stava bene fare squadra con Rufy, perché così poteva dare la colpa alla poca furbizia del capitano per giustificare il fatto che la loro coppia finiva sempre in ultima posizione.
La sola cosa che mal tollerava di quelle serate, nel senso che lo tollerava meno del solito, era il cuocastro.
*Panda day*
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!

Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto dei Pandaman in basso a destra!

Grazie a tutti e buona lettura!

La parola per mercoledì prossimo è: Trucco



 

QUESTIONE D'INTESA
*melodrammatico*



 
Guardò truce e minaccioso il piccolo mazzo di carte che giaceva sul tavolo della sala comune della Sunny, desiderando di poterle incenerire con lo sguardo.
Assomigliavano a carte da gioco ma, in realtà, su ciascuno quei piccoli pezzi di carta spessa e rettangolare c'era scritta una parola.
Una parola che lui avrebbe dovuto mimare.
A Zoro il gioco dei mimi era una cosa che da sempre restava indifferente. Partecipava per goliardia e gli stava bene fare squadra con Rufy, perché così poteva dare la colpa alla poca furbizia del capitano per giustificare il fatto che la loro coppia finiva sempre in ultima posizione.
La sola cosa che mal tollerava di quelle serate, nel senso che lo tollerava meno del solito, era il cuocastro.
Lui faceva squadra con la navigatrice e, a ogni singolo turno, si lanciava in un turbine di cuori e moine per la "sua bella Nami-swan", che, in quelle occasioni, le accettava di buon grado dal momento che Sanji era bravissimo a mimare e Nami a indovinare, tanto che erano imbattibili.
Non faceva chi ripetere e sottolineare quanta intesa ci fosse tra loro e quanto fossero sulla stessa lunghezza d’onda, quasi telepatici.
Quella sera, però, per ragioni a lui sconosciute, perché proprio nel pieno della discussione si era addormentato, le squadre erano state modificate e in coppia con Nami era finito proprio lui.
Ancor più della patetica reazione di Blackleg, disperato per la sorte toccata alla sua dea, a renderlo così nervoso era stato vedere la crescente delusione negli occhi nocciola di Nami, manche dopo manche, di fronte alla totale incapacità mimica e mancanza di inventiva del compagno di squadra.
Ormai erano al giro conclusivo, Zoro sapeva di essersi qualificato ultimo insieme a lei e che indovinare quella parola non avrebbe cambiato più nulla ma era determinato a farcela.
Era una questione di orgoglio e poi voleva vedere Nami sorridere e non con quell'espressione delusa e rassegnata.
A quel pensiero trasalì e si affrettò a pescare la carta, giusto un attimo prima che Sanji aprisse bocca per incitarlo, andando incontro a morte certa.
La voltò e strabuzzò gli occhi.
Porco Roger!
E adesso?!
-Bushido-san, vado con la clessidra- lo avvisò Robin, facendolo voltare scioccato verso di lei, mentre un suo diafano braccio spuntava dal legno del tavolo per girare sottosopra l'oggetto di vetro.
Si guardò attorno frenetico, alla ricerca di un'illuminazione e, miracolosamente, un'idea lo colpì.
Senza avere il tempo materiale di darsi da solo dell'idiota, si diresse deciso verso il cucinino, che Franky aveva installato nella sala per sopperire ai frequenti attacchi di fame che coglievano il capitano quando erano tutti lì riuniti, e recuperò svelto dal cesto della frutta tre mele.
Se ne legò due ai polsi con un po' di spago in modo che penzolassero nell'aria, ne infilò una tra i denti prima di recuperare una delle sue katane, che giacevano in bella vista in un angolo, da cui il verde aveva potuto tenerle d'occhio per tutto il tempo, per poi tornae verso i compagni disposti a cerchio.
Sotto il loro sguardo perplesso fece un giro di 360 gradi, mantenendo le braccia allargate in fuori, per poi fermarsi di fronte a Nami, afferrare la Wado con entrambe la mani e fingere si trafiggersi, cadendo in ginocchio con fare teatrale.
Chinò il busto in avanti, senza osare guardare nessuno, mentre il silenzio si faceva tombale intorno a lui.
Lanciò un'occhiata alla clessidra, il cui scomparto superiore era ormai quasi vuoto e si maledisse mentalmente per la sua stupidità.
Pregò che qualcuno rompesse quell'imbarazzante silenzio, che Rufy chiedesse del cibo, che Franky se ne uscisse con un 'Super'. Avrebbe pagato oro persino per sentire il cuocastro smoinare.
Non avrebbe più avuto il coraggio di guardare in faccia nessuno per un po' dopo quella ridicola performance e, senza che questo lo aiutasse in alcun modo, si mise a scandagliare rapido le altre opzioni che avrebbe potuto usare per mimare quel vocabolo.
Ma accidenti non gli veniva proprio niente di meglio di quanto avesse appena fatto per mimare...
-Melodrammatico!-
La voce di Nami lo raggiunse, risuonando nella stanza, sorpresa da lui e da se stessa, proprio mentre l'ultimo granello di sabbia cadeva a peso morto oltre la strettoia centrale delle due ampolle.
Lo spadaccino sollevò la testa di scatto, non riuscendo a credere alle proprie orecchie e illuminandosi nel vederla così felice e sorridente.
Con la mela ancora tra i denti, riuscì a piegare l'angolo della bocca in un ghigno storto e di conferma, che la fece scoppiare in una cristallina risata, mentre batteva le mani, contenta come una bambina che avesse appena scartato un regalo.
-Fratello sei Suuuuuuuper!!!- lo riscosse la voce del cyborg, facendogli distogliere a malincuore gli occhi dalla mocciosa e rendere conto che era ancora carponi a terra.
Con la Wado stretta in mano, si rialzò rapido, spazzolando lo yukata mentre i compagni intorno a loro esplodevano in altri mille commenti, più o meno coerenti.
-Sanji ho fame!!!-
-Yohohoho-oh! Complimenti Zoro-san!!! A me non sarebbe venuto in mente nemmeno se mi fossi spremuto le meningi per mezz'ora! si fa per dire ovviamente perché io le meningi...-
-Non ce le hai più- lo interruppe atono Usopp, spegnendo l'entusiasmo dello scheletro.
-...Nami e Bushido-san invece sono ultimi- concluse Robin che aveva tenuto il punteggio per tutto il tempo.
A Zoro non importava un accidente della classifica, non riusciva a staccare gli occhi dalla cartografa che si era alzata in piedi e ora avanzava verso di lui con una strana luce negli occhi.
Senza una parola, sfilò delicatamente la Wado dalla sua presa per sposarla altrettanto delicatamente sul sofà, prima di sciogliere i nodi ai polsi dello spadaccino e liberarlo dalle due mele spenzolanti.
Con le mani nuovamente libere, Zoro afferrò il frutto che teneva in bocca e lo morsicò, gustandolo con soddisfazione.
Dopo avere posato le due mele sul basso tavolino, Nami tornò di fronte a lui.
-Complimenti buzzurro, questa è stata davvero geniale e divertente- mormorò, facendolo sobbalzare appena.
Velocizzò la masticata per poterle rispondere ma non ce ne fu bisogno perché Nami afferrò decisa il suo polso e si portò il frutto, rosso e succoso quanto le sue labbra, alla bocca, morsicandolo senza staccare gli occhi da quelli di Zoro e facendolo velocemente accaldare.
La osservò allontanarsi senza una parola, voltando il busto verso di lui per un ultimo sorriso quando fu sulla porta. Un sorriso che somigliava tanto a un invito a seguirla.
Ghignando come non mai, Zoro lanciò in aria la mela e la riprese al volo prima di morsicarla di nuovo e avviarsi dietro di lei.
Di vincere, del gioco dei mimi, non gli importava assolutamente nulla.
Perché Sanji poteva dire quello che voleva ma Zoro sapeva, come lo sapeva anche Nami, che tra lui e la sua mocciosa c'era tutta l'intesa di cui avevano bisogno.






 
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