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Autore: kiko90    07/01/2015    5 recensioni
Perona bambina ha perso il suo adorato ombrellino, riuscirà Mihawk a ritrovarlo?
*panda fic*
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Drakul, Mihawk, Perona, Portuguese, D., Ace
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!
Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.
Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto di Pandaman in basso a destra!
Grazie a tutti e buona lettura!
prossima parola: trucco




Quel dannato ombrellino
*melodrammatico*




-Uaaaaah!!- un’urlo improvviso seguito da un pianto sfrenato svegliarono Drakul Mihawk dal suo sonno ristoratore. Con occhi spalancati e subito vigili cominciò ad osservare ogni angolo della sua stanza da letto, cercando con lo sguardo ambrato una possibile motivazione per quell’urlo, ma niente, la sua stanza era immersa nel silenzio. Per un attimo pensò di essersi immaginato tutto, forse la sera precedente aveva sorseggiato un bicchiere di Whisky di troppo insieme a sua moglie, ma un nuovo urlo, seguito dallo zampettare ritmato e pesante sulle scale di casa, gli fecero cambiare idea.
Si sedette più comodamente sul letto premendosi gli indici sulle tempie per calmare i nervi che già iniziavano a frizzare per l’imminente incursione in camera sua. Chiuse gli occhi ed aspettò che il piccolo diavoletto di casa facesse il suo trionfale ingresso.
-Papàààà!!- urlò una bambina dai lunghi codini rosa vestita di tutto punto, con due grossi lacrimoni sulle guancie ed un’aria affranta –Il mio ombrellino, è sparitoooo!- urlò facendo rimbombare le orecchie del padre che fu tentato, per la milionesima volta da quando era nata sua figlia, di comprarsi un paio di tappi per le orecchie. Ma da dove diavolo aveva preso quella voce squillante? Si chiese, anche se sapeva benissimo che quella era solo una domanda retorica, visto che conosceva benissimo la risposta e che l’entrata di sua moglie confermò subito la sua tesi.
-Amoreee hai sentito? La piccola Perona ha perso il suo prezioso ombrellino!- urlacchiò Boa portandosi una mano alla fronte, sconsolata.
Mihawk osservò entrambe le donne. La bambina e la madre erano nella stessa medesima posizione: occhi tristi rivolti al soffitto con il palmo della mano poggiato, in una posa tragica, sulla fronte. Quelle due erano veramente due gocce d’acqua, ma soprattutto assumevano, per qualsiasi sciocchezza, come per l’appunto perdere un dannato ombrellino, quella loro posa melodrammatica che tanto gli faceva saltare i nervi. C’era davvero bisogno che ogni santa volta facessero quelle scenate? Si perché per lui quelle erano solo scenate inutili. Se erano davvero disperate perché non andavano a cercare quel cavolo di ombrellino invece di disturbare lui?
-Papino- disse Perona avvicinandosi al letto matrimoniale e poggiando una piccola manina guantata di pizzo bianco su quella grande e ruvida del padre –mi aiuti a cercarlo?- disse guardandolo con quei suoi occhioni neri che scintillavano traboccanti di lacrime.
Mihawk serio guardò la bambina e pian piano sentì un calore all’altezza del cuore espandersi sempre di più. Dannazione quella piccola peste riusciva sempre ad impietosirlo con quel suo sguardo. Non doveva cedere, non un’altra volta! L’ultima volta aveva girato per tutta la città, a piedi, alla ricerca disperata, nel cuore della notte, dell’orsacchiotto Buddy, il preferito di sua figlia. Perona aveva minacciato di restare sveglia ad urlare per tutta la notte se non avrebbe ritrovato il suo adorato orsacchiotto e lui, suo padre, sapeva benissimo che ne era assolutamente capace. Questa volta però non si sarebbe fatto corrompere, proprio no! Lui aveva altri progetti per la giornata; doveva allenarsi con la sua spada e poi andare al solito bar ed incontrare i suoi amici per rilassare un po’ le membra.
Distolse a fatica lo sguardo dalla piccola facendolo cadere su quello della moglie.
Hancock era una donna bellissima, la più bella al mondo. La sua eleganza, il suo fascino l’avevano colpito appena l’aveva incontrata, ma a far scoccare la scintilla era stato quel carattere tutto pepe della donna che quando voleva sapeva farsi rispettare, eccome! Boa vestita con un seducente abito blu con profondo scollo sul seno, fissava il marito con uno sguardo non poco rassicurante.
-Amore la bambina ha chiesto il tuo aiuto- disse con voce apparentemente delicata, ma che Mihawk conoscendola sapeva essere pungente più di un milione di spilli. Odiava i nomignoli come: amore, tesoruccio o robe simili, per lui erano inutili e denigratori, ma sua moglie si ostinava a chiamarlo comunque così e a lui, infondo, non dava poi tanto fastidio.
Mihawk ed Hancock si squadrarono, fissandosi negli occhi a lungo.
-Ho altro da fare, Hancock- disse freddo Mihawk continuando a reggere lo sguardo della moglie. Ad un tratto Boa piegò la schiena all’indietro poggiandosi, teatralmente, la solita mano sulla fronte. –Tu! Come puoi ferire così i sentimenti della tua bambina!! Tua figlia! Guardala! Guarda i suoi occhioni tristi, non ti fa pena? Non provi dispiacere per questa piccola creatura, Tua Figlia – disse sottolineando “tua figlia” –lei che ha perso il suo caro ombrellino regalatogli proprio da Te!- disse indicandolo con un dito e poggiando su di lui di nuovo uno sguardo freddo è risoluto.
Mihawk, con una vena pulsante sulla fronte, guardò la donna che da disperata ora sembrava più che altro furibonda. Non si sarebbe mai abituato ai repentini cambi d’umore di sua moglie.
-Papino, per favoreeeee- intervenne la piccola prendendolo per la mano, attirando così l’attenzione del padre su di lei i cui occhioni erano colmi di lacrime.
-Va bene. Cercherò quel dannato ombrello- bofonchiò l’uomo alzandosi dal letto.
-Evviva!- esultò la bambina saltellando su se stessa, cambiando il suo stato da: triste e depressa a iper felice.
Drakul sbuffò notando l’aria vittoriosa di sua moglie e il cambiamento d’umore di sua figlia. Quelle due lo avevano incastrato un'altra volta con quell’atteggiamento melodrammatico!
-Dovrebbe trovarsi in giardino. Ieri ha giocato tutto il pomeriggio lì, forse lo ha perso vicino la casetta sull’albero- gli disse Boa avvicinandosi all’uomo e, poggiandogli una mano sul petto nudo, lo baciò, per poi voltarsi e prendere Perona per mano. –Vado a cambiare la bimba, mi raccomando trova l’ombrellino- disse facendogli l’occhiolino.
-Ma è già cambiata!- osservò Mihawk guardando la figlia.
-Una principessina deve cambiarsi più volte al giorno, dovresti saperlo- sorrise uscendo dalla stanza con la figlia.


Uscì di casa e subito l’aria fredda invernale lo travolse, ma non batté ciglio. Non era il tipo da lamentarsi per il freddo eccessivo o per il caldo, riteneva inutile lamentarsi tanto le temperature, sarebbero comunque rimaste invariate.
Cercò in ogni angolo del giardino, ma niente, quel maledetto ombrellino sembrava essersi dileguato e i mucchietti di foglie gelate dal freddo di certo non aiutavano la sua ricerca.
-Signor Mihawk!- lo chiamò una voce squillante alle sue spalle, così si voltò ma non vide nessuno. –Sono quassù!- disse, e Mihawk istintivamente alzò lo sguardo verso la piccola casetta in legno costruita sul grande albero di quercia che imponeva nella sua tenuta.
-Ace- chiamò il bambino –che ci fai lassù?-
Saltellando da un ramo all’altro come una scimmietta, Ace arrivò davanti a Mihawk reggendo stretto tra le mani, qualcosa.
-Sono venuto qui perché mi sono ricordato che Perona aveva lasciato questo nella casetta, ieri- disse mostrando il piccolo ombrellino nero con disegnato piccoli pupazzetti rosa su uno sfondo nero –so quanto tiene a questo ombrellino e quindi sono venuto a prenderlo, non volevo che bé…piangesse- disse il bambino sorridendo impacciato, mentre le lentiggini che aveva sulle guance si univano.
Mihawk osservò il bambino. Ace era uno degli amichetti di sua figlia e molto spesso, forse troppo per i suoi gusti, se lo ritrovava a casa sua a giocare. Per quanto odiasse gli schiamazzi dei bambini mentre giocavano, era felice di notare che sua figlia si era aperta finalmente con qualcuno e che aveva trovato dei buoni amici come Ace. Forse, pensò, quel bambino teneva troppo a sua figlia, ma quello era solo frutto della gelosia paterna, per ora non aveva nessun motivo di preoccuparsi, entrambi i bambini erano troppo piccoli; un giorno, più avanti, avrebbe fatto un bel discorsetto ad Ace.
Ringraziato il bambino con un mezzo sorriso, lo spedì a casa e finalmente, vittorioso, potè anche lui rincasare.
-Papinooo lo hai trovato?- chiese Perona correndo dalla cucina
-sì, eccolo- glielo porse Mihawk, il quale vedendo la gioia illuminare il viso di sua figlia non potè fare a meno di sorridere.
-Papino sei un grande!- disse la piccola saltandogli intorno –il migliore di tutto il mondo!-
Mihawk continuò a sorridere, tacendo sul fatto che in realtà era stato Ace a ritrovare l’ombrellino, ma ehi, era lui il padre di Perona e sentirla urlare che era il suo eroe lo faceva sentire così bene da non voler spifferare quel piccolo segreto; infondo che male c’era se anche lui per una volta fingeva di essere un eroe, come sua moglie e sua figlia riuscivano a ribaltare il loro umore velocemente?
Quel piccolo segreto valeva proprio il sorriso sereno di sua figlia e la ricompensa futura di sua moglie, quindi meglio tacere.




Angolo autrice:
Un grazie di cuore a tutti coloro che leggeranno questa fic e a chi vorrà lasciarmi anche un piccolo commento!
Ma soprattutto Grazie mille a Piper-Parker…per tutto!
Bacioni Kiko90
   
 
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