INTRODUZIONE

Il cimitero era ormai vuoto. C'ero solo io e le due lapidi davanti a me. Non potevo credere che i miei genitori non c'erano più. Non potevo credere che erano morti per colpa mia. E anche se tutti mi dicevano che non era mia la colpa, io lo sapevo, che se non fosse stato per me, i miei genitori sarebbero ancora vivi.

Piangevo. E il cielo piangeva con me.

Ero bagnata, ma non me ne importava. Volevo i miei genitori accanto a me. Mi sentivo così sola, non mi sono mai sentita così sola.

Non sapevo da quanto tempo ero in piedi ne da quanto tempo ero da sola.

Quando qualcuno mi mise la mano sulla spalla, la pioggia era già finita. Mi voltai e mi ritrovai davanti l'assistente sociale:”l'areo parte tra un'ora, dobbiamo andare.” con difficoltà uscii dal cimitero ed entrai in un taxi che mi portò all'aeroporto.

Non sapevo ne che ore fossero ne quando partiva l'aereo. Sapevo che ero triste e che ad aspettarmi ci fosse un'altra persona triste. Mio fratello.

Sapevo che sarebbe stato difficile per entrambi, per lui forse di più, visto che era un cantante famoso senza un po' di privacy.

Sarebbe stato difficile, ma insieme ce la potevamo fare.

Odiavo gli aerei. Avevo paura di cadere. Avevo paura viaggiare sola.

Stavo salutando quelle poche amiche che avevo e salutavo la mia città, la città dove avevo sempre vissuto e entrai nell'aereo. Trovai il mio posto e mi sedetti. Non volevo parlare con nessuno ne ascoltare nessuno. Mi girai e guardai fuori dal finestrino per tutto il viaggio. Guardavo allontanarsi la mia città.

Fui così sollevata quando l'areo atterrò e fui così felice che eravamo sulla terra ferma. Intorno a me le persone chiacchieravano e camminavano in fretta. Le persone sembravano felici e radiose, i bambini gridavano. Erano tutti felici.

Cercai con lo sguardo mio fratello, ma non lo scorsi. Zayn non c'era. Guardai ancora un po' intorno quando vidi un uomo grosso, vestito in nero con un cartello con il mio nome. Mi avvicinai diffidente e li parlò prima di me.

“Sono Michael, a guardia del corpo di tuo fratello. Ti sta aspettando in macchina.”

“Ti aspetti che venga con te? Potresti essere chiunque, un pedofilo,un maniaco,un rapinatore.”

“Se non mi credi, chiama Zayn.”

Lo guardai e chiamai mio fratello.

-Zayn, sono Sharon. Qui c'è un tale che crede di essere la tua guardia del corpo.-

-Sharon, finalmente. Mi stavo preoccupando. Non posso uscire allo scoperto in un posto come l'aeroporto. Vai con Michael. Ci vediamo tra poco.-

-okay-

Feci un cenno con il capo a Michael e lo seguii.

Spazio Autrice

Ciao a tutti :)

sto riscrivendo l'intera storia Why is so hard to say it? perché non piaceva tanto. Spero che vi piaccia. In caso contrario non pubblicherò atri capitoli riscritti.
Se volete leggere la storia originale (che vi sconsiglio, perché non piace più neanche a me) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2376526

Isabel ;)