Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: only_love    07/01/2015    0 recensioni
Una ragazza Amily Anderson, un ragazzo Justin Bieber, una famiglia. Amily verrà adottata dalla famiglia Bieber ma i due sembrano non andare subito d'accordo, lei lo riterrà il suo ''bellissimo incubo''
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ero qui, tutta sola, seduta su un letto a piangermi addosso, non avevo mai pensato che la mia vita prendesse una piega così gli grande, i miei, la mia famiglia, tutto ormai era andato via, così senza neanche il preavviso. Questa mattina mi ero svegliata ancora peggio di tutti gli altri giorni, quel posto aveva un influenza negativa, era un orfanotrofio poco conosciuto in città, nessuno lasciava bambini in questo posto, che guardandolo bene era sgradevole sia esternamente che all'interno. Ma io ero stata costretta a stare qua, mi guardai intorno, avevo vissuto qui per tredici anni, tredici lunghissimi e fottutissimi tredici anni, tredici anni che sopporta o la mancanza dei miei, tredici anni che dormivo su questo orribile letto, tredici anni che sopportavo il tutto... Mi scostai le coperte di dosso, e un brivido freddo mi attraversó il corpo, procurandomi la pelle d'oca, mi ferma i un attimo per far si che il mio corpo si abituasse alla temperatura esterna, mi sistema i meglio e con coraggio, come ogni giorni, mi reca i in bagno cercando di non svegliare le mie compagne di stanza, a piccoli passi arrivai in bagno e con un gesto veloce chiusi la porta alle mie spalle. Mi guardai allo specchi che era attaccato dietro la porta, consentendomi di vedere il mio corpo per intero, mi avvicina i e mi guardai meglio, tutto ciò per cui avevo lottato era andato in fumo, in quello stesso giorno la mia persona, ciò che ero era morto nell'istante in cui vidi i miei pieni e sporchi di sangue. Portai la mia mano alla'altezza della spalla, li in quel preciso punto avevo una cicatrice, chiusi gli occhi e le posai le dite sopra... #Flashback: ''Ei piccola'' L'uomo con un camice bianco si avvicinò a me, si sedette sulla sedia vicino a me e senza mai smettere di guardarmi mi prese la mia piccola manina nella sua enorme, quel gesto per me era inaspettato , così alzai la mia testolina e lo guardai negli occhi, che in quel momento erano velati di lacrime e mi domandai il perché, ma poi distolse lo sguardo incapace di guardarmi, ''Piccola, io..io devo dirti una cosa importante e tu mi devi ascoltare OK?'' Non riusciava a guardare un bambina di cinque anni, indifesa, sola e estremamente piccola, non riuscivo a capire come un duomo della sua età non riuscisse a tirare fuori le parole, in fondo questo era il suo lavoro, la mamma mi diceva sempre che i dottori non portano nulla di buono, solamente dispiaceri, come adesso, ma presa da coraggio strinsi la sua mano e le feci segno di continuare, volevo vedere dove volesse arrivare, ''La mamma mi ha detto di dirti di non piangere, di essere forte. La mamma adesso è in posto migliore insieme a tuo padre, la tua mammina adesso non potrà più stare con te su questa terra, ma ti guarderà dall'alto, adesso verrà a prenderti la nonna, piccola andrà tutto bene te lo prometto'' Detto questo mi diede un bacio tra i capelli e andò via, lssciandomi lì da sola ad affrontare un peso più grande di me. Subito dopo vidi mia nonna entrare e dirigersi verso di me a passi svelti insieme a mio nonno, quando i loro occhi incontrarono i miei tutti e due mi guardarono distrutti, non osavano fiatare, parlare o fare altro, mi guardavano soltanto, uno di quegli sguardi che ti fanno capire che in fondo non andava tutto bene, per niente, anzi non andava proprio. #fineflashback Piano piano riaprì gli occhi, erano rossi e pieni di lacrime, loro le persone a cui dovrei volere più bene mi hanno lasciato qua, non hanno neanche tentato di aiutarmi, mi avevano lasciato qui, da sola, come sempre. Avevo sempre visto la vita da un punto diverso da questo, l'avevo sempre vista in modo ottimista, mi ero sempre vista in modo ottimista, ma adesso tutto mi stava crollando addosso e senza che io me ne accorgessi, in pochi anni avevo costruito una fortezza invalicabile che nessuno mai avrebbe abbattutto, mi ero rinchiusa in me stessa e il dolore tenuto dentro delle volte fa male molto male, avevo in tutti i modi provato ad uscirne fuori ma ormai era troppo tardi e la fossa che avevo scavato mi stava risucchiando dentro, fino a farmi toccare il fondo. Mi ricoprì la spalla e uscì di li, oggi era un giorno diverso, o almeno speravo, oggi era il giorno in cui saremmo stati chiamati per l'adozione, non ero estremamente felice, ma se questo mi avrebbe portato fuori da qua, allora lo avrei accetto. ''Allora visto che siete già tutte sveglie vorrei le cinque ragazze chiamate ieri, nel mio ufficio'' Era lei, la sorella che tutti noi evitavamo, la più cattiva e spietata, non prestava attenzione ai ragazzi ma solo li puniva anche per qualcosa di stupido, lei conosceva bene la storia di tutti ma questo sembrava non fermarla dalle sue cattive intenzioni, conosceva bene però il mio nome, qui ero la ragazza che tutti chiamavano ''RIBELLE'' non amavo le regole e non amavo lei, mi aveva punito parecchie volte ma questo non mi aveva mai fermato dal risponderle in modo brusco e strafottente. Io ero la sua orfana preferita o come diceva lei ''il suo punto debole'' nel senso che le piaceva e la divertiva piacchiarmi, così come mio solito mi vestì e scesi di sotto e con molta arroganza aprì la sua porta senza bussare, lei di rimando mi guardò in modo truce e mi disse, ''Cos'è non si bussa?'' Mi divertiva il fatto che si arrabbiasse per così poco e che il motivo della sua rabbia ero io mi allettava ancora di più, ''Che c'è?! Qualcosa da nascondere forse?!'' sorrisi, ''No, ma vede signorina, le fragole si rispettano'' fece un ghigno divertito, ''Come fa lei?'' bingo, ''Che intende dire signorina?'' il suo sguardo non lasciava il mio e la cosa era davvero divertente e entusiasmante come sempre, ''Intendo il fatto che anche lei entra nella mia stanza senza mai bussare'' non poteva rispondere perché alla fine avevo ragione io ma lei comunque sviò il discorso, ''Non siamo qui per questo, si Segga'' mi sedetti come mi aveva detto e lei nel frattempo tirò fuori dei figli bianche e poi esclamò, ''Sappiamo benissimo quanto lei voglia lasciare questo posto..'' ''Infatti'' le sorrisi sghemba ma in fondo mi sarebbe mancata, ma anche no ''Allora bene ce l'ha fatta!'' e? ''Le sto dicendo che è stata adottata'' proseguì il suo discorso... Io ero stata adottata?! Wow, ero libera si!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: only_love