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Autore: crige    07/01/2015    9 recensioni
SAVE ME.
Nell' attesa dell' aggiornamento di "Love Of My Life", potete leggere questa breve storia.
Feffe e Alessia alle prese con i classici problemi di una relazione a distanza.
Non mancherà il diabete, le uscite di Erica e la saggezza di Nene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi domando spesso perchè la gente deve sempre pensare in grande.
Il regalo più costoso.
Il gesto più eclatante.
L' Amore alla "Titanic".
Ma non sarebbe più semplice e veloce, dare valore alle piccole cose?

Insomma, pensiamoci un attimo.
Le cose più care, non è detto che siano le più belle.
Quelle fatte con il cuore, sì.
Non piangi forse come un bambino quando una persona a te importante, ti scrive una lettera piena di sentimento?
Non ti senti pienamente felice?
Piangeresti così anche di fronte a un grosso oggetto materiale privo di valore?
Non credo.

E cosa sono i grandi gesti?
Durano un attimo.
Una piccola frangente di secondo.

A volte è molto meglio un abbraccio.
Una carezza sul viso.
Una mano che stringe la tua.
Un sorriso inaspettato.

Gli Amori alla Titanic, lasciamoli ai film strappalacrime americani.
Anche perchè se Rose spostava il culo, c'entrava pure l'altro.
Insomma, voi non avreste fatto posto anche alla vostra metà?

Spesso dimentichiamo il valore dei piccoli gesti.
Ci dimentichiamo del rumore che è in grado di creare un bacio.
Dell'aria che smuove un abbraccio.

Alla fine sono queste le cose che rimangono.
Un pollice che ti asciuga le lacrime.
Un sorriso dolce che richiama il tuo.
Due braccia che ti tengono, quando tutto intorno a te cade.

Tutto ció porta con sè ricordi.
Ricordi che generano emozioni.
Ricordi che non ti lasciano mai.
Ricordi che ti accompagnano per tutta la vita.
Ricordi, che saranno lì ogni volta che vuoi.




*********

Facciamo la pizza, diceva.
Ti darò una mano, diceva.
Faremo tutto insieme, DICEVA!!

Ormai dovrei conoscerla.
Dovrei sapere quanto è pigra.
Dovevo immaginare che mi sarei trovata qui, da sola.
Maledetta.

Sbuffo rumorosamente, continuando ad impastare.
Aggiungo un po' di farina, così da evitare che il tutto mi si appiccichi alle mani.
Fanculo, odio sporcarmi le mani!

Erica ha avuto la brillante idea di fare la pizza per cena.
O meglio, lei ha avuto solo l'idea.
Poi mi ha messo gli ingredienti sul tavolo e la ricetta davanti.
Mi ha augurato buon lavoro e se n'è andata in camera a dormire.

Avrei dovuto rifiutarmi di fare questa cosa.
Avrei dovuto impormi.
Ma lei ha messo su quel cavolo di broncio...
Vaffanculo!

-ELEEEEE-

È lei.
Mi chiama dalla camera.
Mi domando cosa voglia.

Lascio andare un sospiro.
Mollo tutto e mi lavo le mani.
In fine mi dirigo verso la mia stanza.

-Dimmi- dico, entrando e chiudendo la porta.

Rimango totalmente con la bocca aperta a ció che mi trovo di fronte.
Erica, sul mio divano.
Con solo una camicia a quadri, addosso.

-Che stai facendo?- chiedo, balbettando.

-Niente- sorride, bastardamente -ti pensavo- soffia, venendomi incontro.

Mi lecco le labbra, squadrandola.
Amo le sue curve.
Amo tutto di lei.
Dio, quanto è bella.

-Ti voglio- punta i suoi occhi nei miei, gettandomi le braccia al collo.

-Non avevi detto, niente sesso per una settimana?- inarco un sopracciglio, allontanandomi.

-Oh, avanti!- sbotta -non ci avrai creduto sul serio!?-

-Quel che è detto, è detto!- sorrido, sarcastica, andando verso la porta.

-Santoro!- ringhia, indispettita.

-Devo tornare a finire l' impasto- le do le spalle -ciao e copriti che fa freddo!-

-Ti odio!- la sento urlare, al di là della porta.

Bhè, devo pur fargliela pagare per il fatto della pizza.
Mica posso accontentarla subito così.
Sarebbe troppo facile.

Aspetto giusto qualche minuto.
Sopprimo una risata ogni volta che la sento imprecare.
Infine, entro correndole incontro.

-Scherzavo- soffio sulle sue labbra, spingendola verso il letto.

-Sei una stronza- s' imbroncia -non puoi trattarmi così, io ho..-

-Ma stai un po' zitta- la interrompo, facendo scontrare le nostre labbra.

La spingo indietro sul materasso, sovrastandola.
Apro quell'inutile camicetta, beandomi della visione del suo corpo nudo e esposto.
L' accarezzo ovunque le mie mani riescono ad arrivare.

Bacio ogni parte della sua pelle.
Mi beo dei suoi ansiti.
Mi fa eccitare da morire.

-Sei bellissima- sussurro, guardandola negli occhi.

-Poche chiacchiere- ribatte -datti da fare-

-Poi chi sarebbe la stronza?- chiedo, sarcastica.

-Tu, ovviamente- ride, per poi baciarmi di nuovo.

Ogni mio tentativo di ribattere, viene abilmente soppresso dalle sue mani esperte.
Capovolge le posizioni.
In poco tempo mi priva dei vestiti.

-Anche tu sei bellissima, comunque- mi accarezza una guancia, sorridendo dolcemente -e ora basta parlare, diamoci dentro!- 


 
**********

-Fefè, svegliati- 

Apro gli occhi.
Vengo subito abbagliata dalle sue iridi verde smeraldo.
Mi sorride.

-Non dovevamo andare a correre, stamani?- mi chiede, con una punta di ironia.

-Perché, che ore sono?- domando, sbadigliando.

-Quasi le undici!- ridacchia.

-Cosa??- grido, scattando a sedere -dobbiamo andare a pranzo dai tuoi e devo farmi la doccia e vestirmi e poi..-

-Calmati- ride, posando una mano sul mio petto -hai tutto il tempo che ti occorre-

-Ok- mi calmo -ma aspetta, tu che ci fai qui?-

-Sono andata a correre con la Testona!-

-E perchè non mi hai svegliato?- chiedo, alzandomi.

Recupero dei vestiti puliti e della biancheria.
Esco di camera, raggiungendo il bangno di Villa Santoro che uso di solito.
Federica mi segue, chiudendosi la porta alle spalle.

-Dormivi troppo bene- confessa, sedendosi sul ripiano del lavandino -e poi era da un po' che non passavo del tempo sola con lei-

-Lo sai che basta che me lo dici- inizio, entrando in doccia -non è un problema, per me, se vuoi passare del tempo con Nene-

-Lo so- risponde, aprendo la tendina che ci divide -posso farti una domanda?-

-Certo- annuisco, insaponandomi i capelli.

-Stiamo insieme da due anni, ormai e io mi chiedevo se, ecco, se potevamo ufficializzare la cosa-

-Ma lo sanno tutti di noi!- dico, senza capire -insomma, siamo state lo scoop della scuola per un mese intero!-

Mi sciacquo la chioma, lasciandomi cullare dal getto di acqua calda.
Apro successivamente gli occhi.
Trovo F, guardarmi con desiderio.

-Non guardarmi così- l' ammonisco -altrimenti va a finire che faremo tardi-

-Va bene, va bene- sorride -comunque non intendevo quello- sospira -ok, basta! Ti voglio comprare un anello! Una fedina e voglio prenderne una anche per me! Voglio che la indossi sempre e che tutti capiscano che sei solo mia!-

Rimango totalmente senza parole.
Spiazzata e con la bocca aperta.
Credo di avere veramente un' espressione da ebete.

-Io..-

-Se non ti va, ok! Non ti preoccupare, insomma, io..-

-Certo che voglio!- sorrido felice -anzi, volevo proporti la stessa cosa!-

-Awwww- si fionda tra le mie braccia, non curandosi dei vestiti -sei il mio orsacchiotto coccoloso!-

-Amore, ti stai bagnando tutta-

-E da un po' che lo sono- soffia, maliziosa, baciandomi con passione.

-Ok, credo che faremo tardi- rido, appoggiandola contro le piastrelle del muro.




-FEFFE!- 

Mi sveglio di botto.
Scatto a sedere.
La testa che mi scoppia.
Il respiro corto.

-Amore- Alessia si avvicina, intenzionata a sfiorarmi un braccio.

-Non toccarmi- soffio, alzandomi.

-Ehi, che succede?- domanda, preoccupata -stavi urlando nel sonno-

Prendo a camminare avanti e indietro per la stanza.
Cerco di dare un senso a quel ricordo.
Ma proprio non riesco a capire cosa c'entri.

Perchè quel giorno?
Perchè la storia dell' anello?
Dio, la testa sta per scoppiarmi.

-Francesca- richiama la mia attenzione -parlami-

-Sono riniziati- mormoro.

-Lo avevo capito-

-No, tu non capisci!- mi blocco di fronte a lei -non ha un senso tutto ció! Io sto bene! Io... Io non dovrei fare quei sogni-

-Vieni qui- allunga una mano nella mia direzione -va tutto bene- afferma, sicura, afferrando le mie dita -vieni qui- ripete, tirandomi verso il letto.

Mi siedo di fianco a lei.
Lascio che mi avvolga con le braccia.
Mi lascio cullare.

-Scusami- dico, guardandola negli occhi -non volevo svegliarti-

-E' tutto ok- mi sorride -stai un po' meglio?-

-Si- 

-Bene, allora che ne dici di tornare sotto le coperte, dato che sei completamente nuda e fa freddo?-

Cazzo, nenche mi sono resa conto di essere ancora nuda dalla notte d' amore con Alessia.
Ero e sono talmente scossa da quel sogno, da aver perso la cognizione di ció che mi circonda.

-Torniamo a dormire- affermo, mettendomi sotto le lenzuola.

-Sicura che sia tutto ok?-

-Tutto ok- annuisco -Notte- l' abbraccio, stampandole un bacio in fronte.

-Notte- risponde, sistemandosi meglio tra le mie braccia.

Chiudo gli occhi.
Ma i pensieri non si spengono.
Sono ancora tutti lì.
Ho bisogno di Nene..

 
**********

Dormi, Erica.
Tu sei più forte di questa luce prepotente.
Girati dall' altra parte e dormi.

Sorrido vittoriosa dei miei pensieri.
Mi metto sull' altro fianco.
Sospiro, allungando una mano dall' altra parte.
È vuota, come spesso accade ultimamente.

Apro gli occhi.
Sbadiglio silenziosamente.
Mi stiracchio, cercando di vedere se Eleonora sia ancora in camera.

La scorgo poco dopo.
È di fronte la finestra.
Una mano poggiata contro il muro.
Lo sguardo rivolto fuori.
È coperta solo da una felpa lunga.
Bellissima.

Mi alzo cercando di non fare rumore.
Mi porto alle sue spalle, abbracciandola.
Struscio la guancia sulla sua schiena.

-Buongiorno- mormoro.

-Hei- 

Chissà da quanto tempo è qui.
La luce che entra nella camera, non è troppo forte.
Saranno massimo le sette di mattina.

-Tutto ok?-

-Sì- sospira -sono solo preoccupata-

-Per cosa?-

-Francesca- risponde, girandosi nell' abbraccio -mi ha mandato un messaggio, stanotte- m'informa -ha detto che ha bisogno di parlarmi-

-Ti ha detto a che proposito?- chiedo, interessata.

-No-

Le accarezzo una guancia, abbandonando poi la mano sul suo viso.
Punto i miei occhi nei suoi.
Rabbrividisco, incrociando quell' azzurro glaciale.

-Magari non è niente di grave- provo a dirle -comunque sasera ci vediamo tutte al Danger, avrai modo di stare con lei-

-Deve lavorare- si passa una mano tra i capelli -e poi ci sarà anche Alessia- storce il naso, contrariata.

-Devi fartela passare- sospiro -non puoi avercela con lei-

-No?- soffia, sarcastica -sono stanca delle sue cazzate-

-Ele..-

-No!- sbotta, allontanandosi -mi dispiace, ma non sono più sicura che lei sia quella giusta per Francesca-

Si dirige verso il letto, lasciandosi cadere su di esso.
Si stende a stella, nel centro.
La sento sospirare.

-Non ti puoi intromettere- sussurro, avvicinandomi -non ci riguardano le loro cose-

-Lo so- ribatte -ma non ho intenzione di parlare con Alessia-

Scuoto la testa, contrariata.
Quando vuole è proprio una testona.
Dovrebbe lasciar perdere queste cose.

-Vado a correre- decreta, alzandosi -ci vediamo dopo-

-Ok- mi limito a dire, osservandola mentre si cambia.

La vedo poi uscire.
Sospiro, iniziando a vestirmi.
Tanto ormai non dormo più.

Scendo le scale, andando in salotto.
Lo sorpasso, entrando in cucina.
Vi trovo Maria a fare colazione.

-Buongiorno- sorride, vedendomi -che ci fai già in piedi?-

-Colpa di tua figlia- soffio, sedendomi al tavolo -ultimamente è diventata mattiniera-

-Era ora- ride, facendo segno alla cameriera di versarmi del caffè -di solito rimaneva a dormire fino a tardi-

-Aaah, bei tempi- sosprio, facendola ridere di nuovo.

La donna scuote la testa, sorseggiando il suo succo.
Ripone poi il bicchiere sul tavolo.
In fine, torna a guardarmi.

-C'è qualcosa che la preoccupa, vero?- chiede.

-Già- annuisco.

-Immagino si tratti di Francesca- affema, stupendomi.

-Come..-

-Conosco mia figlia- sorride, interrompendomi -Feffe è forse l'unica persona per la quale potrebbe svegliarsi presto- si lascia andare ad una risata.

-Non so se sentirmi offesa- m'imbroncio.

-Non esserlo- mi rassicura -Eleonora parla sempre di te- fa un occhiolino, riprendendo subito dopo -ha un legame speciale con Francesca- mi spiega -odia vederla triste-

-Capisco-

Questo lo sapevo anche io.
La mia ragazza farebbe qualsiasi cosa per lei.
Senza alcun dubbio.

Solo che odio vederla preoccupata.
Anche se ne ha motivo.
Un valido motivo.

Conosco Alessia.
E credo che in questo momento non sa cosa voglia.
Sono sicura che ami Francesca, ma penso che si senta combattuta.

Certo, si sono chiarite.
Ma fino a che punto?
Ha tanti dubbi e credo che l'unica che possa far luce su di essi, sia solo sé stessa.
Non ho idea di cosa accadrà in futuro.

-Ti fermi a pranzo da noi?- Maria irrompe nei miei pensieri.

-No, grazie- scuoto la testa -sarà il caso che passi un po' di tempo a casa mia-

-Allora, ti prego, portati dietro Eleonora- supplica -è davvero insopportabile, ultimamente-

-D'accordo- rido -Non ci sono problemi-
 
**********


Musica storica.
Voci che si sovrastano.
Rumore di bicchieri che sbattono sul tavolo.

Tutti ció fa da sottofondo al Danger.
Rende questo posto quello che è.
Il nostro pub.
Il nostro punto di ritrovo.
Mi era mancato.

I tavolini in legno.
Il piccolo palco in fondo.
Il lungo bancone in quercia.
Dio, è uno spettacolo.

Certo, bellissimo.
Ma mai affascinante quanto la bella barista.
La mia, barista.

I lunghi capelli mossi e ribelli sulle spalle.
Le gambe toniche fasciate da un jeans nero.
La maglietta rossa che le calza a pennello.

I pearcing all'orecchio destro.
I braccialetti che le ricoprono i polsi.
I tatuaggi visibili che introducono la sua essenza.
È magnifica.

Sono così felice di aver risolto con lei.
Ora comprendo il male che le ho fatto.
Me ne pento tantissimo.
Faró di tutto per farmi perdonare.

-E quindi, Erica, tu non approvi?-

Torno alla conversazioni con i miei amici.
Alessandro esce con una nuova ragazza.
Sta chiedendo il nostro parere.
O meglio, il loro.
Io ancora non l'ho vista.

-No!- esclama, ovvia, la mia migliore amica -è una snob con la puzza sotto il naso! È una sciacquetta!-

-Così mi ferisci!- ride, il ragazzo -a me piace!-

-Ti accontenti di poco- ribatte, l'altra.

Rido di gusto alla faccia di Erica.
Amo quando fa uscire il suo lato da "ghetto girl".
Schiocca le dita come le vere donne di colore.

-Io te la approvo- s'intromette, Lorenzo -ha due tette da paura!-

-Ehi!- grida, indignata, Eri -le donne non sono solo quello!-

-No, ma è una buona parte- affermo, saccente.

Ridiamo tutti come idioti.
Mi mancavano.
Mi mancava tutto della loro compagnia.
Anche le prese in giro per la mia bassezza.

-Ma qualcuno sa dove è Ele?- 

-Credo sia a scegliere una canzone da cantare, Erica- le risponde, il biondo -anche perchè da Francesca non c'è-

-A proposito, vado a prendere da bere-

Mi alzo, abbandonando il tavolo.
Mi destreggio in mezzo al caos di persone.
Ci metto qualche minuto per arrivare al bancone.

Feffe è impegnata a servire due ragazzi.
Mi lancia uno sguardo di sfuggita.
Le sorrido.

-Ehi- mi avvicino, una volta che è libera.

-Ciao- sorride -vi porto da bere?-

-Si!- annuisco -una Leffe media, e quattro birre a tua scelta-

-Una di quelle è per Nene?- chiede, curiosa.

-Affermativo! Perchè?-

-Devo farle assaggiare una birra nuova che ci è arrivata!- m'informa -americana! Buonissima!-

-Ok!-

-Vi porto tutto al tavolo!- mi fa un occhiolino per poi girarsi ad armeggiate con delle bottiglie.

Mi allontano stando attenta a non farmi spingere a destra e a manca.
Sento i miei amici ridere in lontananza.
Chissà che è successo.

-Che ridete?- domando, interessata.

-Oggi, Erica, ha fatto una mega figura di merda al giapponese!- starnazza, Lore.

-Narratemi!- batto le mani, contenta.

-Eravamo andati al "tutto a volontà". Ero al buffet per il gelato- inizia, cercando di non ridere -ad un certo punto, mi si avvicina una tizia e mi chiede che gusto era quello marroncino. Allora io prendo il cucchiaio apposito, lo affondo nel gelato, me lo porto al naso ed inizio ad annusare-

-Erica!!!- la richiamo, incredula.

-Mica potevo assaggiarlo!- si difende -era il cucchiaio messo lì per prendere il gelato!-

-Fai schifo- rido, seguita dagli altri.

Francesca ci raggiunge.
Ci guarda divertita.
Sta per parlare, ma viene interrotta dalla voce di Eleonora che si espande per tutto il locale.

Volta di scatto la testa.
La vedo irrigidirsi.
Che le prende?

"..Oooh you make mi live
Wherever the world is cruel to me
I got you for help me forgive
Oooh you make me live now honey
Ooh you make me live.."

Conosco questa canzone.
"You're my best friend" dei Queen.
La sta cantando per lei?

-Amore?- le prendo una mano, attirando la sua attenzione.

Si volta a guardarmi.
Il suo sguardo è perso, spaesato.
Come se in questo momento fosse da tutt'altra parte.

-Francesca?- provo a chiamarla di nuovo.

-Scusa- sorride, forzatamente -offro io, ok?- dice, indicando le birre -devo tornare a lavoro- mi lascia un bacio a stampo, per poi andarsene.

Sospiro, mentre la guardo allontanarsi.
Questa è una delle cose di lei che mi fanno arrabbiare.
Stiamo insieme da più di due anni e ancora fatica ad aprirsi del tutto con me.

-Qualcuno mi spiega?- domando, dato che tutti hanno assistito alla scena.

-È la canzone- sospira, Lorenzo.

-Ele e Federica la cantavano sempre insieme-

-Oh- mormora, sorpresa, Erica.

-Perchè diavolo l'ha cantata, allora?- mi altero leggermente -non sa che ferisce Francesca?-

-Evidentemente le andava- fa spallucce, il moro -Francesca era sorpresa, non ferita- 

-Pfff- sbuffo, alzandomi.

Mi dirigo velocemente verso la bionda.
Scende dal palco, ringraziando ai vari complimenti ricevuti.
La prendo per un braccio, trascinandola fuori.

-Perchè proprio quella canzone? Feffe si è ammutolita- le dó contro, incrociando le braccia.

-Non vedo il motivo per il quale dovrei spiegarlo a te- risponde, scontrosa.

-Le hai fatto del male!-

-Cosa?- ride, senza allegria -ma la conosci almeno un po'?-

-Ovvio!- ribatto -è la mia ragazza!-

-Questo non vuol dire niente- si passa una mano tra i capelli, facendo due passi verso di me -tu non c'eri in quel periodo, quindi tu non puoi capire-

-E allora spiegamelo!-

-Ma che cazzo..?! No!- sbotta -quando torna l'Alessia che mi andava a genio, fammi un fischio! Intanto, non mi parlare più- mi guarda duramente, per poi tornare dentro.

-Fanculo!- grido a denti stretti, calciando un sassolino.

Che cavolo voleva dire?
Sono sempre la stessa.
L' Alessia che ero prima di partire.
Non è cambiato niente.
Che razza di problemi ha, con me?
 
**********


È da quando ho rivissuto quel ricordo, che ho la testa piena di cose.
Immagini, parole, pensieri.
Ma soprattutto, domande.

Cosa c'entrava quel sogno?
Perchè quel momento lì?
Cosa stava a significare.

Non so cosa mi prende, ultimamente.
Mi sento spesso giù di morale.
Con sempre meno voglia di fare qualcosa.
E non so, ma neanche la presenza di Alessia migliora le cose.

Lascio andare un sospiro.
Lei rimane uno dei miei pensieri fissi.
Si, sono felice di aver chiarito.
Peró sento che c'è ancora qualcosa che non va.

-A forza di pensare, ti scoppierà il cervello-

Nene entra in stanza.
La mia vecchia camera a Villa Santoro.
Staró qui, stanotte.

-Mamma è contenta che tu abbia accettato di pranzare da noi, domani- sorride, raggiungendomi sul letto -e io sono felice che tu dorma qua. Mi fa ricordare i vecchi tempi-

-Già- mormoro, nostalgica.

Senza che le dica niente, si stende a fianco a me.
Allarga le braccia, invitandomi ad avvicinarmi.
Non ci penso due volte.

Appoggio la testa sulla sua spalla.
Un braccio abbandonato sul suo stomaco.
Il viso nascosto nel suo collo.
Ho sempre amato il profumo di Nene.
Mi sa di casa.

-Che ti succede, Scricciolo?-

-Non lo so- ammetto -niente di grave, non preoccuparti-

-Sai che mi è impossibile- dice, facendomi sorgere un sorriso -perchè quelle occhiaie? Non hai dormito nemmeno stanotte?-

-No- sussurro -quei sogni hanno ripreso a tormetarmi sempre più spesso-

-Che hai sognato?- chiede, stringendomi tra le braccia.

-Quando io e F decidemmo di prenderci un anello uguale, ricordi?-

-Certo- ridacchia -Fede mi regaló un braccialetto identico al suo, in segno della nostra amicizia. Non voleva che mi sentissi messa da parte- ride, allegra -tipico di lei-

Sorrido contro la sua pelle.
Dio, ricordo tutto perfettamente.
Sembra sia passato un secolo..

-Ho avuto una piccola discussione con Alessia, non so se te lo ha detto!- m'informa.

-Cosa?!- esclamo, sorpresa.

-Era arrabbiata con me, per la canzone che ho scelto-

-Perche?-

-Credeva che ti avessi ferito- sospira -sai che non potrei mai..-

-Lo so- alzo la testa, guardandola negli occhi -ero solo sorpresa. Non la ascoltavi neanche più-

-Lo so-

Quella era la loro canzone.
La cantavano sempre.
In ogni momento.
E io mi divertivo un sacco a guardarle.

Federica le voleva veramente un bene dell'anima.
Anzi, detto così è riduttivo.

In un certo senso io credo che lei l'amasse.
Non so che tipo di Amore fosse.
Ma sicuramente molto grande.

-Oggi risfogliavo vecchi album fotografici e mi è presa la nostalgia- confessa -tutto qui. Mi andava di cantarla e l'ho fatto-

-Ehi- le accarezzo una guancia -non devi darmi spiegazioni- sorrido -era la tua migliore amica-

-Già- mormora -comunque, mi sono arrabbiata con la tua ragazza e, tanto per la cronaca, non credo di volerci avere ancora a che fare-

-Nene!- la riprendo, mollandole un leggero colpo sulla spalla -che a te piaccia o no, dovrai averci a che fare! È la mia ragazza e la migliore amica della tua-

-Va bene- sbuffa rumorosamente -mi limiteró a non parlarci-

-Come ti pare- mi arrendo, tornando nella posizione iniziale -possiamo parlare di altro? Non mi va di parlare di Alessia-

-Ok- acconsente, stranita -parliamo del fatto che domani dovremo affrontare un classico pranzo in stile Santoro- afferma, terrorizzata.

-Oddio, ricordami di non fare colazione- dico, facendola ridere.

Maria tende ad esagerare con le portate.
Fa sfornare un' enorme quantità di cibo dai cuochi.
Potrebbe sfamare un esercito.
E in più, ti obbliga a finire tutto.
È sempre un'impresa.

-Menomale che Marta mangia per tre!- ride, coinvolgendomi.

Sono contenta di passare del tempo con quella che io considero la mia famiglia.
Sarà bello stare tutti insieme.
Specialmente con Marta e Nene.

-Ti va di dormire qui?-

-Certamente- risponde, coprendoci successivamente con il piumone -ma tieni le mani a posto, Creatini!-

-Deficiente!- rido, girandomi sul fianco, dandole le spalle -Ti piacerebbe!-

-In effetti, devo ammettere che non è stato male- continua a ridere come un'idiota -ma ora sono impegnata!-

-Io e te non staremo bene insieme- continuo a scherzare -siamo troppo uguali-

-Concordo-

Piano piano le risate si spengono.
Crolla il solito, familiare silenzio.
Avevo davveo bisogno della sua presenza.

All'improvviso mi sento abbracciare da dietro.
Nene mi avvolge con le braccia.
La sento sospirare.

-Notte, Feffe- mormora, lasciandomi un bacio tra i capelli.

-Buona notte- sorrido.

-Se avrai ancora quei sogni, io sono qui-



ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti ^^
Scusate il ritardo ma si sa, tra feste di Natale, sbronze di capodanno eccetera ho avuto molto da fare!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto perché ci ho messo un'era a scriverlo! (Anche se a me non convince ancora!)
Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra gli autori preferiti e aspetto le vostre recensioni!
Un bacio,
Crige.

 
  
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