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Autore: melavia    07/01/2015    5 recensioni
Divergent!AU
Stiles Stilinski ha sedici anni ed è arrivato a un momento della sua vita in cui una sola scelta può cambiare completamente il suo destino. Dopo una vita tra i Candidi, ritrovarsi come risultato del test attitudinale 'Intrepido' non era decisamente programmato. Ma sua madre lo diceva sempre: non si può considerare coraggiosa una persona che non dice la verità.
E forse Stiles è abbastanza coraggioso da non mentire mai.
[Sterek] [Probabili accenni Scallison e Lydia/Aiden]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una scelta può cambiare il tuo destino


003
Coltello, forchetta e sonni poco tranquilli

 

 

 

L'ultimo a saltare è un ragazzino Intrepido che prima non avevo notato. Sembra estremamente sorpreso di non essersi spiaccicato al suolo e scende dalla rete tremante.

«Gli Iniziati interni vadano con Zoe. A voi non serve la nave scuola. Gli altri, vengano con me» dice Derek, alzando la voce per contrastare il vociare.

Allison ci saluta e abbraccia Lydia, seguendo la ragazza dai capelli verdi. Noi altri, invece, seguiamo uno sbuffante Derek. Ci conduce per stretti passaggi, e sento Scott già iniziare ad ansimare.

Scott è claustrofobico e tutti questi spazi chiusi non sono decisamente un toccasana per la sua fobia; in realtà, anche io mi sento leggermente mancare l'aria.

Le luci che illuminano la pietra attorno a noi sono soffuse, e per vedere chiunque si abbia davanti al proprio naso bisogna strizzare gli occhi. La strada è tutta in discesa e io ho ancora le gambe intorpidite dal salto. Arriviamo in un piazzale molto illuminato e il contrasto di luminosità mi fa lacrimare gli. Derek, alzando gli occhi al cielo, ci lascia un minuto per riprenderci.

Solo ora noto che, nonostante non mi fosse sembrato così prima, un numero considerevole di Iniziati sono Interni. Siamo rimasti in nove, contando anche me.

Due Candidi, tre Eruditi, tre Abneganti e un Pacifico.

«Per chi non lo sapesse, io sono Derek Hale. E, nelle prossime settimane, sarò il vostro istruttore» dice, tenendo la mani dietro la schiena con espressione mortalmente seria.

Mi chiedo se sorridere sia una prerogativa degli Intrepidi donna, dato che per adesso tutti gli Intrepidi uomo -ragazzi o adulti che fossero- hanno sempre la stessa espressione di chi raderebbe al suolo la città.

«Assieme a me, naturalmente» conclude una voce da dietro di noi. Peter e una donna dai capelli castano chiaro sbucano dal passaggio. Lei è decisamente bella, stretta nel suo giubbotto in pelle nera mentre Peter ha un aria più trafelata.

«Sono troppo vecchio per saltare da un cazzo di cornicione»

Il cognome di Peter è Hale e anche quello di Derek.

«Siete parenti?» chiedo, senza neanche poter frenare la lingua. Imparare a stare zitto sarà sicuramente la parte più difficile dell'iniziazione.

Derek mi lancia uno sguardo omicida e Peter ghigna, mettendoli un braccio sulle spalle «Esatto, signore e signori, vi presento il mio musone nipotino»

La donna dietro le sue spalle tossisce.

«Ah, e Kate Argent. Ma non fatevi ingannare dalla sua aria da stronza, in realtà Katy non è una semplice stronza, oserei dire una con i fiocchi»

Lei ride e, come Zoe, ha una risata decisamente poco femminile. Aggrotto le sopracciglia e vedo Scott fissare insistentemente la sua scollatura. Gli do uno scappellotto e sembra riprendere conoscenza.

«Questo» riprende Derek, con sguardo assassino «è il Pozzo»

E, in effetti, non c'è maniera migliore per definirlo. Come potrebbe chiamarsi altrimenti una caverna sotterranea dove c'è vagamente un odore stagnante?

Sopra la mia testa ci sono pareti fatte di roccia —a quanto pare qui hanno una specie di fetish per le pietre grandi e nere— e un po' rimpiango gli ambienti luminosi dei Candidi. Ma la luce non è decisamente una cosa che agli Intrepidi garba particolarmente.

Spero che entro la fine dell'iniziazione non avrò bisogno degli infrarossi per distinguere quello che ho davanti.

«Ora» dice Peter, eccitato «Andiamo allo Strapiombo»

E, se il posto è rassicurante quanto il nome, non promette nulla di buono.


 

***


 

Lo Strapiombo è davvero uno strapiombo. Con tanto di fiume impetuoso che fa un rumore infernale e ringhiera poco stabile.

Scott si sporge oltre questa per cercare di vedere bene e io lo trattengo. Non è decisamente questo il momento di provare a morire.

«Stiles, voglio solo guardare meglio» dice, come un bambino di cinque anni a cui hanno tolto le caramelle. E associare al mio migliore amico tutto pettorali e bicipiti un bimbo è una cosa molto divertente.

«Se provi a morire, ti ammazzo»

Malia alle mie spalle ride e anche lei si avvicina alla ringhiera. Sembra incredibilmente simile a Kate, specie di profilo. Sto per chiederle se è parente degli Argent, poi mi ricordo che è stata adottata.

«Lo Strapiombo, giovani miei, ci ricorda che c'è sempre un confine tra coraggio e sconsideratezza» dice Peter, incrociando le braccia al petto «Ora, tutti a mangiare. Sto morendo di fame. Katy cara, sai se Millicent ha fatto lo spezzatino di carne?»

Il mio stomaco brontola a quelle parole. Non mangio qualcosa da almeno un giorno e francamente sono stupito di non essere ancora tramortito a terra per un calo di zuccheri.

Altro stretto passaggio, altre luci che mi faranno diventare cieco.

Arriviamo in una mensa a dir poco gigantesca e tutti gli Intrepidi presenti si alzano, applaudendo e urlando. C'è chi batte il bicchiere sul tavolo e chi —invece— i piedi per terra.

Scott mi trascina per un braccio e Lydia per l'altro, facendomi bruscamente sedere tra loro due. La nostra tavolata —che ricorda molto quelle da picnic che ho visto quando siamo andati a fare visita a zia Vivien, nei Pacifici— è composta da tutti gli Esterni più Allison e il ragazzo che voleva saltare per primo.

«Ragazzi, lui è Jackson ed è...»

«Felicissimo di andarsene perché Erica è appena arrivata. Ci si vede, se non morirete alla prima prova» dice, allontanandosi dal nostro tavolo.

Allison sembra mortificata e si siede vicino a Scott, che continua a ripeterle che va tutto bene.

Lydia guarda schifata la gente intorno a noi, che mangia la carne con le mani.

«Non ho intenzione di toccare questo hamburger se non con coltello e forchetta» annuncia, allontanandosi il piatto da davanti.

«Lyds, sai benissimo che qui non ti daranno mai coltello e forchetta. Siamo Intrepidi»

«Cosa centra il coraggio con mangiare la carne con le mani?» chiedo infastidito. È un ragionamento stupido, ma in questa fazione i ragionamenti stupidi sembrano essere all'ordine del giorno.

«Solo, cercate di adattarvi. Alla gente non piacerà vedervi troppo attenti a non sporcarvi le mani»

Adattarsi. Un altra piccola lezione da seguire assieme a 'Conosci il tuo nemico' e 'Fai la cosa più ragionevole che sta facendo un altro'.

Prendo l'hamburger dal mio piatto, lo faccio a pezzi con le dita e inizio a mangiarlo. Non è male, poco igienico, ma sicuramente non male.

«Dai Lydia, non farti pregare»

La rossa sospira, tenta di pulirsi alla bella e meglio le mani sulla gonna blu e con una smorfia taglia l'hamburger.

Melanie e Nick di fronte a me si guardano intorno, e su di loro i vestiti azzurri non stanno neanche male. Riprendono gli occhi di Nick e fanno risaltare i capelli castani di Melanie.

«Quando avremo anche noi dei vestiti neri?» chiedo a Allison, sentendomi improvvisamente a disagio con la mia T-shir bianca.

«Tempo al tempo Stilinski»

Rimango in silenzio e continuo a mangiare, alzando di rado gli occhi dal piatto. Rimango tranquillo fino a quando qualcosa non sbatte pesantemente sul tavolo.

Derek Hale ha la mano ferma sul legno e ci guarda con le sopracciglia corrugate. Insomma, la sua tipica espressione felice.

«Devo farvi vedere i dormitori»

Ci alziamo dal tavolo, e noto alcuni portarsi dietro chi l'hamburger, chi un pezzo di pane e addirittura Malia con una fetta di torta in mano.

Camminiamo — e davvero, questo posto è tutto un cammina di qua, cammina di la— per un paio di minuti prima che Derek apra la porta di una stanza.

Questa è —chissà quale colore avranno scelto; oh, nero— grande e con un altra piccola porta sul lato destro. Ai lati ci sono cinque letti da una parte e cinque dall'altra. Da qui, capisco che non avremmo dormitori maschili e femminili e che, anzi, probabilmente dovremmo condividere il bagno.

«Alcune regole base» dice Derek, mentre le ragazze si mettono tutte sul lato destro «Dovete essere per i locali degli allenamenti entro le otto e mezza di ogni mattina. Questo si svolge tutti i giorni dalle otto e mezza fino alle sei di sera, con una pausa pranzo. Dopo le sei, ognuno può fare quello che vuole. Avrete anche qualche giorno libero tra una fase e l'altra dell'iniziazione»

I letti in tutto sono dieci. Noi siamo in nove e un po' mi sento triste per la mancanza di Stephanie.

«La prima fase dell'iniziazione la farete separati dagli Interni —non siete ancora abbastanza pronti per affrontare ragazzi che si allenano da anni— ma verrete giudicati assieme a loro.

Alla fine dell'iniziazione la classifica includerà anche loro, che partono ovviamente avvantaggiati e...»

«Classifica?» chiede Ryan, già seduto sopra un letto.

«La classifica ha due funzione. Determinare l'ordine in cui sceglierete un lavoro dopo l'iniziazione —coloro che saranno ai primi posti avranno quindi un lavoro, se così si può definire, migliore— e decretare i dieci iniziati che saranno accolti come membri»

A quelle parole, il mio cuore si ferma.

Noi siamo nove e gli Interni sono qualcosa come dodici. Questo vuol dire undici persone escluse.

«Quattro iniziati saranno eliminati alla fine della prima prova e gli altri dopo il test finale»

«Cosa succede se si viene eliminati?» chiede Malia, ma Lydia le rivolge uno sguardo eloquente e: «Si vive da Esclusi, ovviamente»

Isaac sgrana gli occhi e credo che Melanie stia per avere un mancamento. Finirò come un Escluso, me lo sento. Sarò ancora più triste degli Abneganti, tanto valeva scegliere loro.

«Voi avete scelto noi» dice Derek, facendo per chiudere la porta «Ora noi scegliamo voi»


 

***


 

Alla fine, finisco nel letto tra Scott e Melanie. Le ragazze sono tre e solo io e lui ci siamo messi nella parte a destra. Io perché è la parte più vicina al bagno, Scott perché probabilmente mi seguirebbe anche in capo al mondo.

Vedo Malia piangere e singhiozzare seduta sul suo letto. Isaac le va vicino e prova a consolarla, mentre io mi dirigo in bagno e «Dove accidenti sono gli asciugamani?»

Ecco, quelle erano domande essenziali; non 'cosa succede se veniamo eliminati?'.

«Stiles, ti sembra che qualcuno qui sappia dove accidenti sono gli asciugamani?» mi grida Lydia, entrando anche lei in bagno.

«Sappi che non avrei nessun problema a prendere le tue lenzuola e asciugarmi con quelle» le rispondo indispettito, togliendomi le scarpe.

Per ricompensa, mi arriva un asciugamano in faccia.

«Uomini» borbotta lei «Non sapreste trovare l'acqua in un fiume»

Aspetto che esca a mi tolgo i pantaloni bianchi e la t-shirt e li appallottolo, poggiandoli sopra il lavandino e chiudo la porta di plastica della doccia.

Okay, forse definirla doccia è un esagerazione: più che altro un quadrato di un metro per un metro con la muffa alle pareti e -è un groviglio di capelli quella cosa al lato? Oddio, squittisce.

«Qui si che trattano i loro iniziati con i guanti» borbotto mentre l'acqua congelata viene giù come pioggierellina. Qualcosa mi dice che non diventerà mai calda.

Vado sotto il getto e le mie guance si bagnano, un po' per le lacrime e un po' per l'acqua. Sento già la mancanza di mio padre, di Melissa, di quella che era la normalità.

Sento di aver fatto una scelta avventata, forse sbagliata, e mi accorgo che questo è un ottimo inizio per un attacco di panico.

Pensa a cose belle e felici. Tipo i biscotti, Derek Hale, l'hamburger che hai mangiato prima, Derek Hale possibilmente senza maglietta.

Mi ritrovo a ridere da solo nella doccia. Dio, sto diventando pazzo.

«Amico, perché ridi?» chiede la voce di Scott da fuori la porta.

«Non lo so»






Writer's wall:
Ed eccomi di nuovo.  Non mi si vede dall'undici di luglio e woho, è passato davvero tanto tempo. Mi sono presa da agosto fino a pochi giorni fa, una pausa dalla scrittura che è durata più del previsto. Ho letto, visto e cercato cose per poter migliorare e credo che questo mi abbia consentita di maturare a livello non solo di scrittrice.
Bando alle ciance, questo capitolo fa davvero pena. Perché boh, non mi piace e ho anche provato a riscriverlo, ma sembrava ancora peggio e quindi ho lasciato la versione originale.
Fra l'altro non l'ho neanche riletto per cui deve essere davvero pieno di errori che prima o poi mi costringerò a correggere.
Ringrazio le ragazze che in questi mesi mi hanno inviato messaggi privati (facendomi sentire incredibilmente in colpa) per avermi spronata. Gli aggiornamenti non saranno puntuali, ve lo dico da subito, a vostro rischio e pericolo continuare la storia in quanto non la ho finita e potrei pubblicare due capitoli in una settimana come uno in un mese.
Mi dispiace davvero, ma prometto che ce la metterò tutta per essere puntuale e non deludervi.

Vi lascio il link per contattarmi su 
facebook, twitter e ask.
Arrivederci.
-sognandoti

 



 

   
 
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