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Autore: Hurley_    07/01/2015    2 recensioni
"Ancora non avevo detto niente a Marika che sognavo Patrick ogni notte, e che quella notte mi aveva detto la frase che mi tormentava da un'ora... ma neanche volevo dirglielo."
Patrick riusciva come per magia a entrare nei miei sogni e a parlarmi. Non era umana questa cosa. Almeno credo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Patrick Stump
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo correndo in mezzo a rami e foglie di arbusti oramai secchi di un bosco che sembrava non avere mai fine, finché non vidi un bagliore tra due cespugli. Mi buttai in quella strana luce e vidi lui. Mi bastò solo un nano secondo per capire che era Patrick. Stavo ancora correndo e non riuscivo a far smettere alle mie gambe di muoversi, così gli andai addosso. Mi fermò per le braccia, e io lo strinsi forte a me. “Tutto okay?” chiese lui e io accennai con il capo. Sorrise e mi abbracciò talmente forte da farmi mancare il respiro per qualche secondo. Poi mi staccai da lui e lo ringraziai, lui iniziò a dirmi “Sai, devi smetterla di metterti nei guai, soprattutto con la gente che gira da queste parti che tu …” non riuscì a finire quello che stava dicendo che si mise a sorridere come un pazzo.
 

Suonò la sveglia e bastò una spinta per farla cadere a terra e farla smettere di suonare. Scesi dal letto e mi diressi verso la cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Mia mamma era già sveglia come al solito. Lei è una che va a dormire a tarda ora la sera, ma è la prima della famiglia che si sveglia. Su questo devo ancora capire come fa.                                                                                                         Presi la bottiglia del latte e me la versai in una ciotola, poi buttai come una cascata, i cereali. Mangiai con calma, a differenza delle altre mattine perché sapevo che potevo fare tutto con la massima tranquillità. Finita la colazione andai in camera per prepararmi: decisi di indossare i miei vecchi jeans blu scuro, e una felpa rossa. Finito anche di lavarmi i denti e la faccia, misi la cartella sulle spalle e salì in macchina, pronta per affrontare una dura giornata di scuola.
Scesi dalla macchina e lo vidi. Stava parlando con il suo migliore amico, Pete, ragazzo simpatico, anche se non ci ho mai parlato. Non credo che lui mi abbia vista, quindi sono andata dalla mia migliore amica, Marika, che tutta sorridente mi stava aspettando con ansia. “Non sai che cos’è successo ieri sera alla festa?” mi disse lei senza neanche salutarmi, “Che festa c’era ieri sera?”, chiesi io incuriosita e un po’ offesa che non mi avesse detto nemmeno una parola riguardo a questa festa.         Marika è la mia migliore amica dal secondo anno delle medie. Le posso confidare tutto. Ma lei non  era la tipa che se succede qualcosa di spettacolare non te lo dice, anzi ti dice anche quante volte fa pipì in un giorno! Quindi mi è sembrato strano che non mi abbia detto niente riguardo alla festa.                                               “Organizzata da uno dell’ultimo anno, Richard Smith. Ci siamo conosciuti qualche giorno fa nel corridoio della scuola. Mi dispiace di non averti detto niente.” “Non preoccuparti. Allora cos’è successo ieri?” “Giusto, me ne stavo dimenticando. Beh come dirtelo... Ally si è baciata con Patrick.” “Ally Moore?! Quella ha baciato Patrick? Avevano detto in giro che aveva un debole per lui, ma non pensavo fosse vero.” Rimasi sbalordita.
Patrick Stump. Un figo della madonna, cantante di una band, popolare, dell’ultimo anno ed è il desiderio di tutte le ragazze, per le cagne non ne parliamo. Mette quasi sempre un cappello nero in testa, particolare che lo rende ancora più sexy. Mi compare ogni notte in sogno e nell’ultimo mi ha detto una frase che devo ancora capirla ‘devi smetterla di metterti nei guai, soprattutto con la gente che gira da queste parti.’                                                                                                        Io e lui avremmo parlato più o meno 8 volte in tutta la mia vita, ma mi guardava con certi occhi che a me spaventavano a morte, a volte. In tutto sono state 12 volte che l’ho beccato mentre mi fissava. Forse ero ossessionata da lui... forse.                                              Sento qualcuno che mi chiama da dietro le spalle, mi giro e mi trovo davanti Patrick. “Ciao, come stai?”strano. Molto strano. Perché Patrick mi aveva chiesto per la prima volta come stavo? Cosa sapeva? Sapeva che lo sognavo ogni notte e della frase che mi tormentava da un’ora? “Bene.” Risposi mentendo. “Riconosco quanti dici le bugie, Williams, allora, come stai?” cavolo mi aveva beccato. “Lo sai? Chi sei?” chiesi riferendomi alla frase che lui mi aveva detto in sogno. Sorrise quando sentì le mie domande e si girò a guardarsi la spalla, poi, rigirandosi verso di me, disse “Sai, sei più intelligente di quello che pensavo. Si, lo so, e non posso dirti chi sono.” Se ne andò.                                                                                                  Quando Patrick fu lontano, Marika mi guardò con aria interrogativa. Io non le avevo mai detto che lo sognavo e di quella frase maledetta... e neanche volevo dirglielo, quindi la guardai sorridendo, l’abbraccia e le dissi appoggiata alla sua spalla “Lascia stare.” Come ciliegina sulla torta suonò la campanella e ci dividemmo verso le rispettive classi.                              
 
 
 
  
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