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Autore: Shawol_Locket    08/01/2015    3 recensioni
- Pensi che non ci abbia provato?!
Quante volte vuoi ancora che te lo ripeta, per far sì che tu lo capisca?
Ti desideravo accanto a me, volevo che tu fossi lì con me.
E forse nemmeno capisci quanto sia stato difficile accettarlo per me, sai quanto etero pensavo che fossi, come credi che mi fossi sentito a desiderare di nuovo le tue labbra, le tue carezze e il tuo corpo vicino al mio?
Pensavo di essere sbagliato, pensavo di poter deludere la mia famiglia; sono un uomo, Kibum, ho il compito di proteggere la mia famiglia.-
Confessò il biondo tentando di avvicinarsi a te, ma tu subito ti allontanasti da lui.
- Io avrei lasciato tutto per te.
Non sopportavo più nemmeno il fatto che non potevamo vederci tutti i giorni.
Nel senso che mi mancavi davvero, anche se erano trascorse soltanto alcune ore.
Non puoi immaginare il vuoto che hai lasciato dentro di me quando sei andato via, c'era un dolore così lancinante, proprio qui sul petto.
Tu eri andato via e l'unica cosa che mi era rimasta era il tuo profumo sul cuscino.
E. . Dio me ne scampi, ho pianto come una ragazzina quando anche quello è scomparso.-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccio una piccola premessa prima del capitolo.

Non sono molto brava a scrivere fanfiction, ma questa mi piaceva particolarmente quindi ho deciso di pubblicarla.
L'ho riguardata molte volte quindi non dovrebbero esserci errori spaventosi *prega mentalmente che sia così*.
Amo la Jongkey in modo esagerato e per me sono OTP perfetto, il termine OTP è nato grazie alla Jongkey.
Key è assolutamente la mia divah preferita [ che ce frega? ].
Bhe dopo questo sclero iniziale, spero non faccia troppo schifo >.<
#veseama

 

18/07/14
Ore: 10.38 am


Diario di Kim Kibum.

- Giorno 1 -

Dire che la mia vita era perfetta di sicuro era dire poco.

Da qualche anno vivevo da solo in un piccolo appartamento nel centro di Seol.
Ho sempre amato la confusione di quella città, così abituarsi al rumore della macchine e della gente non è stato poi così difficile; anche pagare l'affitto dell'appartamento risultò abbastanza semplice all'inizio, infatti i miei genitori, che non si sono mai veramente preoccupati di me, sollevati dal fatto che mi trasferivo in una nuova città, erano così felici che si erano offerti di pagarmi l'affitto finchè non avessi trovato un lavoro a tempo indeterminato.

Il problema è giunto circa un anno fa, quando finalmente arrivò il mio primo lavoro, purtroppo lo stipendio non era un granchè, infatti a causa della mia esperienza lavorativa, la paga era ridotta al minimo.
Nonostante ciò i miei genitori si rifiutarono di pagarmi l'affitto per la casa e quindi iniziai a cercare un conquilino per dividere la spesa.

Non mi sarei mai aspettato di trovare qualcuno in soli tre giorni.
Choi Minho era il suo nome, un ragazzo molto alto e dagli occhi scuri, quasi sul nero.
Si era da poco trasferito in città ed era amico di un amico di un mio amico, insomma ci si poteva fidare.
Passammo alcuni mesi a frequentarci come semplici amici, anche se si sentiva una certa tensione sessuale ogni volta che guardavamo quel film il sabato sera da soli sul divano.
Quindi un giorno capitò che, dopo una bevuta tra amici di amici, tornammo a casa ubriachi e cedemmo ai nostri desideri.

Ora stiamo insieme da un anno e lavoro a tempo indeterminato per una casa di moda, la mia vita è perfetta.
 

Kim Kibum è il nome del ragazzo che più di tutti mentiva a se stesso. 
La sua vita non era perfetta
, anche se a dirla tutta non poteva nemmeno lamentarsene.

Ma andiamo in fila, vi va?

Iniziamo dal discorso dei genitori.
Smisero di pagargli l'affitto perchè aveva trovato un lavoro? 
Sciocchezze.
Lo fecero perchè la famiglia Kim aveva scoperto l'omosessualità del figlio e loro non potevano sopportare che una tale vergogna avesse ancora dei legami con loro.
Lo ignorarono e lo abbandonarono, da codardi e da egoisti, da persone in grado di non apprezzare i successi del proprio figlio.

La causa di tutto fu Kim Jonghyun.
Questo era un ragazzo che aveva la musica nelle vene, era la sua priorità e del resto poco gliene importava.
Jjongie, così veniva chiamato dall'unica persona in grado di poterlo amare davvero, aveva incontrato Kibum in un locale.
In quei pochi metri quadri suonava e cantava la sua chitarra per intrattenere le persone.
La bellezza di Key, così si faceva chiamare l'altro, lo colpì subito e da quel momento iniziò a chiedersi se forse non gli piacessero anche gli uomini.
Allo stesso tempo però aveva paura di quei suoi pensieri e nascondeva il suo interesse verso il ragazzo dagli occhi felini.
D'altro canto Kibum iniziò subito a provare qualcosa per quel cantante e non ci mise troppo a convincerlo ad avere una relazione insieme.

 E così dopo due anni Kibum sentì per la prima volta di amare qualcuno e anche Jonghyun aveva capito che a Key ci teneva davvero tanto.
Anche se non abbastanza da poter fare quel passo in più che il felino desiderava fare.

Alcuni mesi dopo, si era creata una situazione piuttosto complicata.

Kim Kibum era stanco.
Kim Jonghyun era diventato ancora più codardo.


Kim Kibum voleva confessare tutto ai propri genitori sentendosi pronto al suo coming out.
Kim Jonghyun non era d'accordo con le idee pazze di Key, ancora si ostinava a dire che non era gay.

E quindi successe.

Il moro scappò lontano dalla Corea per inseguire il suo sogno.
Andò via senza lasciare tracce nel momento esatto in cui Kibum era in viaggio verso Daegu, sua città d'origine.

Quando Key tornò nel suo appartamento e si rese conto che il suo Jjongie non aveva lasciato i suoi spartiti piene di note disordinate sul letto, che lui tanto odiava ma che allo stesso tempo amava perchè infondo sperava che quelle bellissime parole e quelle stupende note fossero dedicate a lui, cominciò a rovistare nei cassetti.
Non trovando nessuna delle sue maglie, iniziò ad agitarsi e a spaventarsi.
Corse in bagno, dove sicuramente doveva esserci il suo spazzolino, la sua cera per i capelli e il suo shampoo;
ma non trovò nulla.

Niente di niente.

Si accasciò a terra appoggiandosi alla porta del bagno.
Il suo petto faceva male, così tanto che iniziò a piangere disperato; come se insieme ai suoi oggetti personali, quel musicista, avesse preso anche buona parte di quell'organo pulsante.
Perchè infondo Kibum lo sapeva che il suo cuore apparteneva da tempo a Jonghyun.

Quella sera fu una delle serate più stressanti e tristi della sua vita: non solo dovette affrontare l'omofobia da parte dei suoi genitori, ma anche la scomparsa del suo primo vero amore.

Vi state chiedendo di Choi Minho?
Quel ragazzo è solo un rimpiazzo che conobbe grazie a degli amici.
Cedettero ai loro desideri? Oh, avanti Kibum, non prenderci in giro in questo modo.
Quel giorno a cui key fa riferimento fu l'anniversario del giorno in cui Jonghyun lasciò l'appartamento, e Bummie non voleva passare la notte da solo, dinuovo.

Oh.
Un momento.
Vi state chiedendo , io, chi sia? 
Sono l'unica parte sincera del nostro Kibummie, l'unica in grado di farlo ragionare e l'unica che Kim Jonghyun non potrà mai abindolare.
Sono la coscienza di Kim Kibum.

 

Fatemi sapere cosa ne pensate!
*scappa a ripassare filosofia per l'interrogazione*
Addios!

 

  
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