Potete spezzare una matita, non potete spezzare la libertà
Perché piangi, Charlie?
Mi si è rotta la matita. Era la mia preferita…
Ah, vedo… E com’è successo?
Me l’hanno spezzata.
Perché, Charlie?
Perché vogliono che io smetta di disegnare. Vogliono impormi il loro modo di pensare, vogliono decidere loro in cosa devo credere e in cosa non. Vogliono uccidere la mia libertà.
Cosa farai adesso, Charlie?
Tempererò un’altra matita, e continuerò a disegnare. Ma non sarà lo stesso.
No, non sarà più lo stesso. Ho perso le mie matite migliori, e nulla potrà più rendermele. Nessun atto, per quanto generoso possa essere, mi donerà quel tocco unico che avevo prima.
Tuttavia, ho sempre qualcosa che loro non potranno togliermi. Ed è la mia libertà.
Note dell’autore:
Dopo un giorno, sono ancora scioccato e disgustato per ciò che è accaduto a Parigi.
Soprattutto vedere il video in cui quei vermi uccidono a sangue freddo quel poliziotto, già riverso agonizzante sull’asfalto, mi ha fatto male.
Charlie Hebdo non è morto, ma le sue matite migliori sono state spezzate.
Quindi, ritengo sia superfluo ribadire che, per loro, nulla sarà come prima.
Eventuali ripetizioni nel testo sono volute.
Questo piccolo testo, senza pretese, è dedicato a tutte le vittime dell’attacco di ieri.