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Autore: _Rippah_    08/01/2015    5 recensioni
"[..] James Potter e Sirius Black. Gli instancabili, indomabili, fastidiosi, chiassosi ed impertinenti James Potter e Sirius Black. Ero sinceramente affezionata a quei ragazzi che a volte riuscivano anche a strapparmi una risata ma, nonostante avessero degli ottimi voti, la loro condotta era pessima. Non facevano altro che tirare scherzi ai loro compagni o ai professori o litigare con i Serpeverde o infrangere le regole della scuola o essere semplicemente terribilmente fastidiosi o tutte queste cose insieme.
[...] Lily Evans. La studentessa perfetta, il sogno proibito di ogni professore. Bastava il suo nome per far scoppiare a piangere dalla gioia il professor Lumacorno [...] Avevo una naturale simpatia per la ragazza che non poteva far altro che aumentare ed unirsi ad una certa quantità di compassione quando diventò l’oggetto dei desideri (o l’ossessione, dipende dai punti di vista) di James Potter."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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LAST PERSON IN THE WORLD

 
Io, Minerva McGranitt, ero una donna che difficilmente perdeva la calma. Severa sì, ma non facilmente irritabile. A volte i miei studenti riuscivano davvero a mettere a dura prova la mia pazienza, specialmente quelli più giovani, ma nelle mie classi non c’era mai stato disordine. Ero una professoressa esigente ma sapevo premiare gli sforzi dei miei studenti così come sapevo punirli quando necessario. Alcuni dei miei studenti probabilmente mi odiavano ma sapevo che i miei duri insegnamenti si sarebbero rivelati molto utili in futuro. Nella mia lunga carriera da professoressa avevo avuto ogni tipo di studente: quello depresso, quello eccessivamente allegro, il teppista, il genio, il viziato, il menefreghista, lo stupido, il goffo, lo svampito, lo stralunato e tanti altri. Arrivata a quel punto pensavo davvero di averle viste tutte e che niente sarebbe riuscito più a stupirmi. Ormai sapevo come prendere i miei studenti. Come mi sbagliavo.
Negli ultimi sei anni non avevo fatto altro che scontare la punizione per essere stata così presuntuosa. Mai mi ero sentita così in torto come negli ultimi sei anni e più volte la settimana, per più ore, ne pagavo le conseguenze. E quelle conseguenze avevano quattro nomi: James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus. Quei ragazzi sarebbero stati la mia rovina. Avevo cercato di controllarli con le buone e con le cattive e fatto appello a tutte le mie ottime – perché sì, diciamocelo, ero un’ottima professoressa -  doti di insegnamento e a tutta la mia esperienza ma non era servito a niente.
Remus Lupin era davvero un bravo ragazzo e uno studente eccezionale, ma il suo continuo assecondare ed inventare scuse per coprire i suoi amici gli facevano perdere parecchi punti preziosi. Quasi tutti. Peter Minus invece era semplicemente irritante di per sé. Era mentalmente limitato, non si applicava per niente, non aveva idea di cosa fosse la discrezione e semplicemente fastidioso. Il suo mondo girava intorno ai suoi tre amici del cuore e non vedeva niente oltre loro. E poi c’erano loro. I due ragazzi a cui ero sì affezionata ma che ogni giorno mi toglievano uno o due anni di vita a causa dello stress che mi provocavano. James Potter e Sirius Black. Gli instancabili, indomabili, fastidiosi, chiassosi ed impertinenti James Potter e Sirius Black. Ero sinceramente affezionata a quei ragazzi che a volte riuscivano anche a strapparmi una risata ma, nonostante avessero degli ottimi voti, la loro condotta era pessima. Non facevano altro che tirare scherzi ai loro compagni o ai professori o litigare con i Serpeverde o infrangere le regole della scuola o essere semplicemente terribilmente fastidiosi o tutte queste cose insieme. Non sfruttavano la loro intelligenza nel modo giusto.
Sentivo spesso il bisogno di ucciderli quando ridevano ad alta voce o dormivano durante le mie lezioni e quel desiderio aumentava soltanto quando cercavo di prenderli in fallo interrogandoli a sorpresa sulla lezione e ricevevo delle risposte più che corrette. Ma prima o poi sarei riuscita a coglierli in fallo. Prima o poi ci sarei riuscita.
La cosa peggiore di tutte era che quei ragazzi appartenevano alla mia Casa e ogni volta che li punivo togliendogli punti su punti in un certo senso punivo anche me stessa. Come potevo sperare di vincere la Coppa delle Case se quei ragazzi perdevano più punti di quanti i loro compagni ne guadagnassero? A volte mi sorprendevo soltanto che nella clessidra di Grifondoro ci fosse ancora qualcosa. E peggio ancora era il fatto che fossi io a sottrarre la maggior parte dei punti della mia Casa. Era umiliante e i professori non facevano altro che ricordarmelo.
Dovevo però ricordare a me stessa che Azkaban non era un luogo piacevole e difficilmente l’avrei evitata se avessi effettivamente ucciso i miei quattro ragazzi meno preferiti e qualche professore ugualmente sgradito. Oltre che l’omicidio premeditato di quattro maghi minorenni e diversi colleghi di lavoro avrebbe potuto anche mettere un leggero freno alla mia carriera e alla mia vita sociale. Quindi no, non potevo ucciderli e basta ma non potevo neanche bocciarli per cattiva condotta perché poi sarei stata costretta a sopportarli un anno più del necessario. E per la mia salute fisica, emotiva, mentale e professionale questo non sarebbe mai dovuto accadere. Avrei anche fatto carte false pur di farli uscire di lì il prima possibile.
Quando Silente mi disse che aveva nominato Remus Lupin come Prefetto di Grifondoro insieme a Lily Evans quasi gli sputai in faccia il tè che stavano bevendo in quel momento. Remus Lupin. Come Prefetto. Dopo la shockante notizia Silente mi aveva confidato la speranza che, con quella nomina così importante, il signor Lupin avrebbe cercato di contenere i suoi amici ma io non ero della stessa idea. La nomina di Prefetto di  Lupin non avrebbe contenuto i Malandrini, ma gli avrebbe semplicemente dato carta bianca. Un lascia passare gratuito per tutto. Tanto valeva cedergli le Chiavi di Hogwarts e farla finita. Sempre ammesso che non ne possedessero già una copia, ovvio.  In quel momento cominciai davvero a dubitare della sanità mentale di Silente. La vecchiaia si stava facendo sentire anche per lui.
Non mi restava altro che riporre le mie speranze in Lily Evans. Lily Evans. La studentessa perfetta, il sogno proibito di ogni professore. Bastava il suo nome per far scoppiare a piangere dalla gioia il professor Lumacorno (un giorno mi sembrava di aver letto scritto sul suo registro di classe accanto al nome della Evans “Eccezionale con lode, grazie d’esistere”). Mai una sola trasgressione, un solo richiamo, una punizione o un compito a casa non fatto, incompleto o almeno fatto male. Perfetta alle interrogazioni e ai compiti in classe, mai trovata impreparata su qualsiasi cosa, partecipe alle lezioni e sempre attenta. E aveva anche una vita. Non di quelle pienissime, ma non sembrava essere un relitto sociale. Come facesse per me era ancora un mistero, ma finché sembrava riuscire a gestire tutto allora andava bene. Avevo una naturale simpatia per la ragazza che non poteva far altro che aumentare ed unirsi ad una certa quantità di compassione quando diventò l’oggetto dei desideri (o l’ossessione, dipende dai punti di vista) di James Potter. Io ero colei che poteva “vantarsi” di poter dire che la strana storia d’amore/odio tra James Potter e Lily Evans era cominciata davvero durante la mia prima lezione con loro che capitava proprio il primo giorno di lezione alla prima ora. Potter stava dicendo qualcosa di stupido e Evans lo aveva rimproverato. I due avevano cominciato a litigare finché la bambina non lo aveva spinto facendolo cadere dalla sedia e, forse per la botta in testa o forse perché era la prima volta che qualcuno gli desse contro, James Potter si era innamorato. Sia chiaro, non aveva cominciato subito a chiederle di uscire perché a quell’età ancora non si era attratti in quel modo dall’altro sesso, ma aveva cominciato ad importunarla e prenderla in giro. E la gelosia che non avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura o in punto di morte che provava nei confronti del suo strano amico, Severus Piton, lo portò a considerare quel ragazzino con i capelli unti un bersaglio mobile. Tutti sapevano che Severus Piton e James Potter si odiavano. Potter perché Piton era molto amico con Lily e Piton perché Potter era tutto quello che aveva sempre voluto essere.
Inizialmente si trattava di scherzi stupidi, qualche battutina e un’occhiataccia ma col passare degli anni le loro scaramucce si erano trasformate in litigi, risse e veri e propri atti di bullismo il cui unico scopo era l’umiliazione pubblica. Inutile dire che Potter e Piton non potevano stare nella stessa stanza per più di qualche secondo. L’odio tra i due, nato come una profonda antipatia, era anche profondamente condiviso da Sirius Black che odiava Piton tanto – se non di più – quanto Potter. C’era sicuramente un bisogno di spalleggiare l’amico e tutto quello che volete, ma a Black piaceva torturare Piton e umiliarlo e nessuno ne sapeva il motivo, forse neanche Black stesso.
Questa faida tra Potter e Piton, inoltre, non migliorava certo il rapporto tra Evans e Potter. A metà terzo anno James Potter aveva già capito di avere qualcosa come una cotta enorme per Lily Evans e aveva cominciato a chiederle di uscire un paio di volte. Evans, naturalmente, lo aveva rifiutato visto che ai suoi occhi Potter era il suo arcinemico. Al terzo anno James Potter le aveva chiesto spesso di uscire con lui e cercava di attirare la sua attenzione in tutti i modi possibili e al quarto anno cominciò a raddoppiare i suoi sforzi. Dove c’era Lily Evans, c’era James Potter che continuava a chiederle di uscire o di dedicargli almeno un paio d’ore dentro le mura del castello. Questa richiesta si verificava talmente tanto spesso – e a tutte le ore, in tutti i momenti – da portare la povera Evans all’esasperazione. Non aveva mai ceduto, ma i suoi rifiuti più o meno educati divennero urla o minacce. Al quinto anno James Potter si trasformò in un vero stalker e i suoi tentativi triplicarono e tutti cominciarono a chiedersi se Potter volesse davvero uscire con la Evans o semplicemente era talmente abituato a chiederle di uscire che ormai lo faceva quasi inconsapevolmente. Non c’era da stupirsi che la giovane Evans cominciasse ad avere la fama di isterica viste tutte le sfuriate fatte a Potter nei corridoi. Quando poi Lily cominciò ad uscire con il Portiere di Grifondoro, Robert Baston, Hogwarts entrò nel panico. James Potter era diventato verde d’invidia e talmente geloso da diventare insopportabile ancor più del solito, persino irascibile. Era sempre scontroso e nervoso nonostante cercasse di nasconderlo dietro un sorriso arrogante e i suoi attacchi a Piton erano raddoppiati, se possibile. Non che Potter avesse sempre vissuto come un monaco – era sempre circondato da qualche ragazza – ma il pensiero che Lily Evans stesse frequentando qualcuno che non fosse lui lo stava facendo impazzire. Per questo motivo quando Evans e Baston si lasciarono sette mesi dopo Hogwarts poté tirare un sospiro di sollievo. E non furono gli unici a lasciarsi. Piton ed Evans, durante un attacco di Potter alla fine del quinto anno, sembravano aver avuto un enorme litigio e i due non erano più stati visti insieme. Il motivo di questa lite sfuggiva ai professori, ma non doveva essere qualcosa di stupido infatti lo stesso Potter lasciò in pace la ragazza per più di un mese prima di ricominciare.
Come sapevo tutte queste cose? Lumacorno. Era un grande pettegolo e sapeva tutto di tutti. Potevo tranquillamente affermare che Lumacorno non era il mio collega preferito. Avrei volentieri scelto di lavorare con un Dissennatore piuttosto che dover vivere con quel maledetto uomo eternamente felice e di parte. Ricordava persino le date di nascita dei suoi allievi preferiti ma non riusciva neanche a pronunciare il cognome di uno studente fuori da quella cerchia. Noi altri professori – e forse anche Silente nonostante non avesse mai detto qualcosa a riguardo – ci chiedevamo se il Luma Club fosse legale: un professore troppo amichevole che invitava studenti minorenni scelti a passare la serata con lui nel suo ufficio e cenare insieme? Suvvia. E il suo continuo vantarsi di vincere la Coppa delle Case grazie ai Malandrini non lo aiutava certo a guadagnarsi la mia simpatia. Ma come smetteva di parlare quando la mia squadra faceva piangere la sua sul campo da Quidditch. Non per niente il trofeo per il Torneo di Quidditch non si era mosso dal mio ufficio in sei anni e non ero intenzionata a lasciarla andare senza combattere. E queste grandi vittorie erano, detestavo dirlo, tutto merito di Potter. Quel ragazzo aveva un dono ed ero intenzionata a sfruttarlo fino all’ultimo. Me lo doveva. Visto tutto quello che mi faceva passare il minimo che poteva fare per riscattarsi era farmi gongolare per avere il record di sei anni di vittorie consecutive. E quest’anno ci sarebbe stato il terzo. James Potter me lo doveva e lui lo sapeva. Ma questo non cambiava il fatto che non mi sarebbe mancato affatto quando finalmente avrebbe lasciato Hogwarts. Ma prima di farlo, dovevo coglierlo in fallo. Dovevo poter dire di aver preso James Potter in fallo perché me lo doveva. Dovevo trovare quell’unico errore che mi avrebbe riscattata di sei anni di stress. E questo valeva anche per Sirius Black. Prima o poi li avrei colti in fallo. Parola di Minerva McGranitt. 

Ciao ^^
Ebbene eccomi qui con questa nuova FF ... ho scelto di scrivere un POV McGranitt per introdurre la storia perché ... be', l'adoro. Nel prossimo comincerà davvero la storia! 
XOXOXO

 
   
 
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