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Autore: sunshineidols    08/01/2015    0 recensioni
Ciao. Io sono Alyssa, detta Aly. Ho 14 anni e questo è il mio primo giorno al prestigioso campus che frequenterò fino ai 18 anni. Questo campus è davvero stupendo. Ho delle compagne di stanza perfette, Megan e Lauren. Per guadagnare qualche soldo faccio la babysitter alle sorelline o fratellini degli studenti del campus. Un giorno, quando mi chiamò Hunter, che aveva bisogno di una tata per la sorellina pensai "Un nuovo cliente, bene." Ma mi resi ben presto conto che lavorare con lui e sua sorella era molto più difficile di quanto pensassi.
BUONA LETTURA!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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“SMILE IN LIFE” – capitolo 1
-“Ciao tesoro, ci vediamo a Natale!” Mia mamma mi salutò dalla macchina, non le piacevano gli addii, anche se quello non era proprio un addio.
-“Vieni qui, Aly” mio padre non temeva gli addii, così scese dalla macchina e mi abbracciò
-“Abbraccio di gruppo!” mi resi conto che anche mia mamma era scesa dalla macchina e stava ridendo guardandoci, ma era una finta risata, una di quelle fatte più per non piangere.
“Mi mancherete, ma ci vediamo a Natale, potete resistere senza di me!” dissi scherzando, ma anche io in realtà stavo morendo dentro, non ero mai stata sola in un posto nuovo per così tanto tempo ed ero convinta che mi sarebbero mancati da morire.
Mia mamma cercò di sviare il discorso per evitare di parlare di questo, sarebbe scoppiata. In quel momento soprattutto mi venne voglia di urlare “vigliacca!” in faccia e andare via, ma non volevo litigare con loro prima del saluto. Mi disse “mancherai tantissimo anche a noi, ma ora andiamo o faremo tardi a scuola di tuo fratello. Sai come è preciso…”
Gettai lo sguardo su di lui e lo vidi sbuffare controllando l’orologio da polso, non aveva voluto nemmeno un telefono. Mah..
-“Si ciao, poi salutatemi Jhonny.” (mio fratello, il suo nome sarebbe Jhonatan, ma io lo chiamo così, così come io mi chiamo Alyssa ma mi chiamano tutti Aly)
Mio padre stava avviando il motore della macchina e c’era rumore, così riuscii a carpire solo un vago “si”
Loro erano ancora lì, davanti a me, quando sentii una voce all’altoparlante che chiamava tutti i nuovi alunni all’ingresso, mi guardai intorno e vidi un signore buffo e basso in piedi su uno sgabello davanti al grande cancello d’ingresso al campus.
Feci un gesti con la mano e li salutai -“ciao!” iniziai a correre verso l’ingresso perché per quanto fossi triste per la mancanza dei miei genitori non vedevo l’ora di iniziare questa nuova vita, solo che correre era veramente difficile in quella condizione: con una borsetta e il foglio d’iscrizione in una mano, nell’altra un borsone che pesava più di me e dietro una valigia enorme perché dentro c’era di tutto: dai vestiti, agli oggetti che avrei dovuto posizionare in camera, ai libri per scuola.
La macchina dei miei genitori era già lontana, eppure riuscii a sentire un “sicura di farcela?” da parte di mia mamma. Non sarebbe cambiata mai. Sempre così preoccupata, sempre così… mamma.
Risposi con un mugugno, non so nemmeno se lo sentì, comunque continuai a correre, quindi credo l’avesse capito.
La macchina scomparve nel polverone della strada e non sentii più nulla, se non la confusione causata da quelli che saranno stati un centinaio di ragazzi e ragazze in attesa di entrare al campus.
Una volta arrivata mi misi in fila davanti al cancello insieme a tutti gli altri ragazzi, e quando toccò a me dovetti consegnare il foglio d’iscrizione per poi sentirmi dire il dormitorio e la camera dove ero stata assegnata. Che brutta cosa questa dell’ “assegnare”, come se fossimo degli oggetti. Comunque ero stata assegnata al Greenfield Hall, stanza numero 31. Non sapevo orientarmi, ero nuova al campus, così aspettai di vedere se tra le persone in fila dietro di me c’era qualcun altro assegnato almeno al mio stesso dormitorio. Ebbi un colpo di fortuna, la ragazza subito dopo di me era nella mia stessa stanza. Da quello che aveva detto avevo capito che si chiamava Lauren, che bel nome… Credo che potrò diventare sua amica, mi sembra molto dolce e simpatica.
Per attaccare subito discorso la salutai “ciao! Sono nella tua stessa camera, andiamo insieme?”
Mi sorrise quasi grata di averle parlato “si certo! Anche se sono al primo anno e non mi so orientare per niente…” Rise, e mi accorsi che aveva un sorriso e dei denti stupendi.
-“Anche io, lo dicevo proprio prima… Comunque ti chiami Lauren giusto?”
-“Si... ma chiamami Lau, tu sei Alyssa vero?”
“ Si, ma chiamami Aly” si mise a ridere e contagiò anche me, ci guardavano con un espressione mista tra stupore e simpatia.
Lauren era una bella ragazza, aveva i capelli lisci e lunghi, di color marrone e gli occhi dello stesso colore, era alta e magra, indossava un cappello nero con la scritta “BAD” anche se di cattivo non aveva assolutamente nulla, anzi, infondeva tranquillità con quel suo sorriso, aveva una maglietta rosa a maniche corte, era una bellissima giornata, poi aveva dei leggins neri con una fantasia bianca, probabilmente della alcott, e infine ai piedi indossava delle converse rosa basse.
Ma parliamo di me: ho i capelli biondi e gli occhi azzurri, sono alta 1,70 e quel giorno indossavo una maglietta bianca con la scritta nera “cute”, dei pantaloncini di jeans e le vans blu.
-“Vabbè, proviamo a trovarlo?”
-“Si, proviamo dai. Abbiamo la stanza 31 al Greenfield Hall”
Cominciammo a vagare per il campus in cerca del nostro dormitorio, ogni tanto passava qualcuno e chiedevamo se sapessero dove era situato, ma erano tutti ragazzi nuovi al campus che a malapena conoscevano il loro, di dormitorio.
-“Strano, non c’è nemmeno un ragazzo del secondo che possa darci qualche indicazione…”
-“ Mah, forse saranno a lezione… Ho sentito dire che agli altri ragazzi la scuola iniziava un giorno prima di noi…”
-“Probabile, com… ECCOLO! Eravamo arrivate davanti a un grande edificio con una targhetta sopra la porta… Ecco il Greenfield Hall!”
-“Eccolo!! E pensare che ci eravamo anche passate prima…”
Accennai una risata “Su, entriamo! Sono curiosa di scoprire qual è la stanza dove dovremo vivere per questi 5 anni”
-“Si, e poi qui fuori sto morendo di caldo”
La guardai e quello che vidi confermò la sua affermazione. Era tutta accaldata.
Entrammo e sentimmo subito una ventata di aria condizionata, lei fu la prima a parlare.
-“Che bel posto! Mi hanno detto in molti che il Greenfield Hall è il dormitorio con le stanze più belle e grandi. Comunque ora cerchiamo la nostra stanza… è la 31 giusto?”
-“Si, io direi di andare di qua”
“E io ti seguo” A quel punto risi sonoramente, chissà poi perché, non era nemmeno una grande battuta.
-“Infatti… eccola!”
Entrammo in una stanza molto grande e luminosa, con una sola, ma grande finestra che dava la vista sulla spiaggia (questo campus dà la vista sul mare!)
Ancora una volta Lauren fu la prima a parlare “Waoo, è stupenda!”
-“Semplicemente stupenda.”
Ci affacciammo alla finestra e ammirammo il panorama per una decina di minuti buoni, poi iniziammo a guardarci intorno nella stanza, e solo allora notammo una ragazza seduta sul letto che evidentemente si era presa, quello in alto nel letto a castello.
Questa volta parlai io “Oh dio, scusaci, non ci eravamo accorte… Sai, con una camera bella così non si pensa più a nulla!” Che scusa banale. Ma davvero, non l’avevamo vista.
“No, nulla, non preoccupatevi.” Sorrise. Sembrava simpatica
Io e Lauren ricambiammo il sorriso e le chiesi “come ti chiami? Io sono Alyssa, ma chiamami Aly. Lei è Lauren” lei si affrettò subito a dire “ma puoi chiamarmi Lau”
-“Io mi chiamo Megan. Per voi, Meg”
-“Okay, ciao Megan” rispondemmo quasi in coro io e Lau
Rise di gusto “andiamo a fare una passeggiata?”
-“Si! Sono proprio curiosa di scoprire come è questo campus!” Risposi io, e Lauren confermò.
Uscimmo subito e andammo a fare una lunga passeggiata per le strade del campus, che intanto si erano riempite perché era finito l’orario delle lezioni. Una volta tornate in camera eravamo sfinite, quella mattina ci eravamo alzate presto ed era stata una giornata intensa, così Megan propose una soluzione per quella serata.
-“Che ne dite se mangiamo qualcosina di veloce e poi andiamo a letto? Sono davvero esausta, e poi ho visto che nel minifrigo c’è l’essenziale per preparare una piccola cena.”
-“Si” risposi, sono stanchissima anche io e subito Lauren confermò.
Poco più tardi, mentre Megan cucinava, io andai in bagno a lavarmi e a mettermi il pigiama e subito dopo di me venne Lauren. Quella sera fu bellissima: anche se eravamo stanche e, almeno io, triste per la mancanza dei miei genitori mangiammo bene (Megan era un ottima cuoca!) e ci divertimmo a parlare di noi e della nostra vita. Dopotutto dovevamo conoscerci, no?
Alla fine non andammo a letto presto, e quando ci coricammo (io avevo preso il letto singolo, Megan quello in alto del letto a castello e Lauren quello in basso) l’ultima cosa che dissi fu un sincero “vi voglio bene, ragazze”.

   
 
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