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Autore: angelad    08/01/2015    2 recensioni
Natale è arrivato in casa Castle.
Tutti sono felici e contenti, nessuno può immaginare neanche lontanamente quale disgrazia si abbatterà su tutti loro.
Solo un super papino agente segreto può risolvere questo dramma e salvare il Natale...
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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AGENTE SPECIALE CASTLE "MISSIONE NATALE"


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Lo aveva detto deciso e cercando di guardarla negli occhi, ma la piccola si irrigidì.
"Lui non esiste".
Castle scosse la testa: "Tra poco lo incontreremo... Non ti andrebbe di conoscerlo? È un vecchietto piuttosto simpatico, sai?".
Joy non riuscì a rispondere ulteriormente, poiché l'auto fermò bruscamente la sua corsa in uno spiazzo innevato appena fuori ad un cancello.
"Siamo arrivati. Io vi devo lasciare qui, verrà un addetto a prendere i vostri bagagli e sarete accolti con tutti gli onori. Vi sarà mostrata la casa dove vivrete finchè soggiornerete al Villaggio di Babbo Natale".
I cinque malcapitati si ritrovarono, così, soli in mezzo alla neve, con i bagagli accanto ai piedi, guardandosi in viso sorpresi.
Joy si accucciò in terra e prese in mano della neve formando una pallina, poi, felice si sedette a terra ed incominciò a lavorarla creando una specie di pupazzo di neve.
Kate cercò di richiamarla all'ordine, pregandola di non bagnarsi, ma la piccola era decisamente impegnata nella sua arte.
"Guarda Al! Sto creando un Olaf anche io! Sono meglio di Elsa... ti ricordi? Lo abbiamo visto insieme!".
Alexis si accucciò e le sorrise: "Hai ragione piccolina, è davvero bellissimo. Ma credo che dovremmo dare retta alla mamma e non sporcarsi da capo a piedi. Non appena arriveremmo nella nostra casetta ti metterò la tuta da sci e potremo giocare nella neve tutto quello che vuoi!".
La piccolina sorrise e si lasciò prendere in braccio dalla sorella, bagnandole il naso con un po' di neve rimasta sui guantini.
Martha stava per esprimere il suo disappunto sull'organizzazione del benvenuto del villaggio, quando un leggero scampanellio giunse alle loro orecchie e da dietro un abete videro spuntare una slitta di legno chiaro, molto grande e con decorazioni intagliate sui fianchi laterali, trainata da due renne, che si dirigeva nella loro direzione.
Sul davanti stava un piccolo omuncolo con un lungo cappello rosso, pantaloni verdi e giacchetta rossa che, non appena arrestò la corsa del suo mezzo di trasporto, saltò giù e donò loro un profondo inchino.
"Signori, sono onorato di darvi il benvenuto nel nostro villaggio! So che avete dovuto affrontare un lungo viaggio per giungere qui, quindi senza indugio vi conduco all'interno del villaggio. Se volete potete riposare, altrimenti potrete visitare tutto senza alcuna restrizione. Sono stato avvertito che avete un permesso dalle alte sfere e non avete nessuna limitazione di movimento".
Per un momento tutti rimasero in silenzio, poi Kate si sentì tirare per la maglia. Abbassò lo sguardo e vide la sua cucciolotta tenderle le braccia.
La donna la prese in braccio e la piccola chiese timorosa: "Perchè quell'uomo ha le orecchie a punta mammina? Non mi piacciono...".
"Perchè è un elfo, tesoro. Tutti gli elfi hanno le orecchie lunghe non te lo ricordi?".
L'omuncolo udì la conversazione e si avvicinò alla donna e rivolse alla bimba un secondo inchino.
"Piacere di conoscerti piccola Joy! Spero che qui tu possa divertirti e passare dei momenti indimenticabili".
La piccola gli sorrise intimidita e rispose: "Grazie signor Elfo..", poi guardò verso la sua mamma con disappunto e sussurrò: "Ma sa come mi chiamo?"
"Non mi chiamare signor Elfo, il mio nome è Gimpy. Sono uno degli elfi preferiti di Babbo Natale e qualunque cosa tu abbia bisogno dovrai solo chiamarmi e io apparirò. Sono a tua completa disposizione.. se vuoi seguirmi, devo presentarti qualcuno..".
La piccola scese dalle braccia della madre e seguì un po' titubante il suo nuovo amico.
Si avvicinarono alla slitta e lì, nascosto sotto le coperte per ripararsi un po' dal freddo, vide un bambino moro un poco più grande della sua età.
"Lui si chiama Nicholas, è il mio aiutante. Come puoi vedere lui è un bambino, proprio come te. Vive qui da qualche tempo, da quando è rimasto solo e, visto che non sapeva dove andare, è stato accolto in mezzo a noi. Spero che possiate diventare amici e giocare insieme".
Il bambino si avvicinò alla piccola e disse: "Puoi chiamarmi Nick. Vorrei davvero tanto giocare un po' con te. Ti va? Potremo giocare con la neve, costruire un pupazzo oppure semplicemente rincorrerci".
Joy sorrise ed annuì: "Dopo che mi sarò cambiata, sennò la mia mammina si agita".
Il piccolo le sorrise e l'aiutò a salire sulla slitta accanto a lui e all'elfo Gimpy nel posto del guidatore, mentre il resto della famiglia Castle occupò la parte posteriore coprendosi le gambe con le pesanti coperte di pile indicate loro dal piccolo omuncolo poco prima.
Il sole stava calando dietro la linea dell'orizzonte e il freddo si faceva sempre più pungente.
Beh le notti al Circolo polare artico erano ben diverse da quelle newyorkesi, Castle lo sapeva bene.
Abbracciò sua moglie, divenuta parecchio pallida in viso e le diede un bacio sulla guancia: "Resisti tesoro, tra poco saremo al caldo nella nostra stanza".
Beckett sorrise: "Sapevo che avrebbe fatto freddo, ma non mi immaginavo così tanto. Mi sono coperta poco.. però ne vale la pena, guarda".
Castle alzò lo sguardo davanti a sè e l'immagine della piccola Joy che chiacchierava amabilmente con il suo nuovo amico gli fece allargare il cuore.
Forse s'intravedeva uno spiraglio di luce dopo troppe ore tenebrose.
Finalmente entrarono nel villaggio vero e proprio e tutti rimasero a bocca aperta.
Quel posto era davvero magico, qualcosa di davvero inimmaginabile.
Luci colorate, luci bianche, palline, festoni, ghirlande e ogni tipo di decorazione possibile ornava case e strade.
Ogni angolo ne era pieno, tutto sistemato in maniera perfetta. Mozzava il fiato per la bellezza, chiunque ne sarebbe rimasto estasiato.
Agli angoli della strada moltissimi omuncoli, quindi elfi, si divertivano a giocare con la neve. Chi se la tirava, chi costruiva pupazzi, fortini, castelli...
Al loro passaggio venivano salutati con allegria e gioia da tutti e, un pochino imbarazzati, risposero con cordialità..
"Perchè tutti questi bambini ci salutano Richard? Mi hanno riconosciuto come la grande attrice che sono?".
"Non credo madre... Deve essere il loro proverbiale sistema di benvenuto. Saranno figuranti.. Glielo avranno insegnato per far sentire gli ospiti a loro agio...".
Fu Alexis a troncare la conversazione: "La volete finire?! Joy è proprio qui davanti e siamo qui per ricostruire la sua fantasia, non per raderla al suolo in maniera definitiva... quindi certi discorsi non li potreste fare in un altro momento?".
I due abbassarono lo sguardo come cani bastonati e ciò fece ridere la zucca di casa Castle.
A quel suono Joy si voltò a guardare la sorella che le fece l'occhiolino ottenendo in regalo un mieloso sorriso alla Joy...
Le cose stavano migliorando davvero.
La magia di quel posto stava incominciando a fare davvero effetto.
Ne era felice.
Proprio in quell'istante la slitta si fermò davanti ad uno splendido cottage di legno chiaro circondato da lucine danzanti e uno splendido albero di Natale ricolmo di palline di vetro dai mille colori.
L'elfo Gimpy scese e, con un profondo inchino, disse: "Babbo Natale vi ha messo a disposizione la migliore casa del villaggio. Come potete vedere è davvero molto bella e all'interno troverete una stanza per ognuno di voi. Avrete in comune una piccola cucina che potrete usare per cucinarvi dei piccoli spuntini o della cioccolata calda se lo desiderate. Per i pasti ci rendereste felici se vi unireste a noi alla mensa comunitaria di Babbo Natale. La folletto cuoca cucina dei manicaretti magnifici, non ve ne pentirete".
Tutti lo seguirono sotto il pergolato e quando la porta si spalancò sospirarono dallo stupore.
Affermare di essere in un alloggio da sogno era decisamente inappropriato..
Sembrava di essere davvero in una favola.
Ogni dettaglio ricordava il Natale e lo splendido divano bianco,  che compariva in mezzo alla sala davanti ad un enorme caminetto acceso, era davvero una meraviglia. Sembrava davvero una nuvola, morbidissimo..
Kate fece un passo in avanti ed appoggiò le sue stanche membra su di esso. Aveva davvero bisogno di riposo.
Martha ed Alexis andarono in cerca delle loro stanze e ben presto scomparvero.
Joy e Nick si misero a giocare sul pavimento con alcuni giocattoli trovati in un grande baule intarsiato accanto all'ingresso. Il piccolo orsetto di peluche di Joy era appena divenuto capotreno e presto la locomotiva avrebbe abbandonato la stazione per una destinazione sconosciuta.
Castle appoggiò le valigie in un angolo e venne richiamato dall'amico elfo.
"Ascolti signore, per qualunque cosa non deve far altro che chiamare. Accorreremo in un momento, per qualunque cosa".
"Grazie infinite amico. Senta amico, quando potremo fare un giro per il villaggio?".
"Presto signore, non si preoccupi. Adesso però sta calando il buio ed è meglio che lei e la sua famiglia riposiate un poco. Il vostro viaggio è stato davvero lungo. Questa, poi, è una nottata davvero speciale. È la vigilia di Natale, dobbiamo finire di preparare quasi tutti i dettagli per domani. Domani sarà una giornata decisamente speciale!".
"D'accordo! Staremo qui buoni.. Una serata in famiglia. Non chiedo di meglio".
Si strinsero la mano.
Gimpy si girò ed uscì, non prima di aver richiamato Nicholas all'ordine.
Il piccolo ubbidì alla prima e salutò la bimba: "Ciao Joy, ci vediamo presto. Mi sei molto simpatica lo sai? Devi vedere un mucchio di belle cose qui e io ti farò da guida. Vuoi?".
La piccola annuì felice: "Ne sarei davvero felice. Dobbiamo giocare ancora tantissimissimo".
La piccola lo abbracciò di slancio e il piccolo, da vero uomo, arrossì un pochino, ma non si sottrasse.
Poi seguì il suo amico fuori dalla casa.
Stavano ancora camminando sulla neve adiacente al giardino della casa, quando iniziarono a parlare in maniera concitata, ma nello stesso tempo sereno.
"Mi sembrano una bella famiglia".
"Già, lo sono... la piccola Joy è davvero un tesoro, non potevano scegliere nome migliore".
"Abbiamo in serbo una sorpresa davvero unica....".
"Shhhh, non dire nulla, potrebbero sentirci. Sennò che sorpresa è? Questa notte sarà una notte davvero indimenticabile per quella bambina".

Angolo mio
Scusate il ritardo e il capitolo corto, ma per esigenze letterarie è meglio così!
Grazie a chi segue la storia, appena posso rispondo anche alle recensioni...
un bacione

 
  
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