Je suis Charlie, nous sommes Charlie. Siamo tutti Charlie. Uniti in questi giorni di lutto per Parigi, per quei giornalisti colpevoli solo di aver dato un colore ai loro pensieri, per il mondo, che si è ridotto a questo. Il mondo che però si tinge di nero e stringe matite, penne e pennarelli nelle mani, perché non ha paura, il mondo manifesta, il mondo fa sentire la sua voce, forte, più forte di prima, perché la vita di quegli uomini non sia stata spenta in vano, perché tutti capiscano che l’unione fa la forza e che questo non fermerà la libertà d’espressione e che, anzi, ci si rialzerà ancora più forti di prima, disegnando, scrivendo, urlando la propria opinione e ascoltando e rispettando quella degli altri.
Da adesso, siamo tutti Charlie. Charlie che si è già rialzato e che nel dolore trova la forza di continuare a combattere a colpi di matita, contro chi, con la pistola, pensa di essere più forte e si nasconde dietro la religione, per giustificare gli orrori.
È nato un bambino ieri, poco dopo l'attentato. Lui è Charlie. E tu, sei Charlie?

Alice In Wonderbook est Charlie