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Autore: Vera_Davvero    09/01/2015    5 recensioni
Quale sarebbe il tuo ultimo desiderio prima di andartene per sempre? Jenny ha le idee chiare: vuole vedere la Terra di Mezzo. Visitare la Contea, ammirare lo splendore di Gran Burrone e la maestosa Erebor, vivere una straordinaria avventura, come i personaggi delle storie che legge. È solo un'utopia, e lo sa bene.
Nella realtà, queste cose non succedono.
Ma nei sogni è ancora libera di sperare...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un battito di ciglia. La testa mi gira, batto gli occhi una seconda volta. 
Un brivido mi coglie, ed anche un vago senso di nausea, come quello che si prova quando si scende a terra dopo aver fatto un giro sulle montagne russe.
Ma tutto dura un istante, perchè all'improvviso il mio corpo inizia a rispondere. Al mio cervello arrivano informazioni propriocettive che si accavallano l'una sull'altra. Ma la più sorprendente mette in ombra tutte le altre: non sono coricata. Sono in piedi... 
Oddio, sono in piedi!!
Ma che diamine... ero... ero nel mio letto... c'era Hannah, si. Ero con Hannah, mi teneva la mano... 
Ero coricata nel letto...
Invece sono qui, e mi reggo sulle mie gambe. Le guardo come se non avessi mai visto un paio di gambe in vita mia. Sono coperte da un paio di jeans... ma no, non possono essere le mie gambe! Queste sono troppo forti, troppo armoniose. Sento i muscoli sotto la stoffa dei pantaloni. 
Le mie gambe non sono così. Le mie gambe sono magre, scarne, i muscoli troppo sottili e le ossa troppo fragili. 
Le gambe che sto toccando ora sono come quelle che avevo prima di ammalarmi... le gambe con cui correvo nel campo della nonna fino a farmi venire i crampi...
Le tocco con le mani. Anche queste non possono essere le mie, osservo. Le unghie sono rosee e sane, la pelle è chiara ma non eccessivamente pallida e ruvida. 
Che sta succedendo?
Scopro di indossare un maglione rosso con lo scollo a V. E poi noto una ciocca di capelli oscurarmi parzialmente la vista...
Improvvisamente ho un tuffo al cuore. 
I capelli... questi sono i miei capelli!
Lascio che le dita vi corrano in mezzo, e sorrido. 
Sono senza dubbio i miei capelli. Quelli che acconciavo con mollettine e spille colorate da bambina, e che riempivo di tante treccine da ragazza. Avevano questa consistenza, erano morbidi al tocco e perfettamente lisci, castani e scuri.
Questi sono i capelli che avevo prima che la malattia me li portasse via. 
Di colpo tutto mi appare chiaro.
Le gambe, le mani, le unghie.. questa sono io prima che la mia vita mi abbandonasse quasi del tutto.
Lascio correre le mani sul mio corpo, e inizio a ridere. E poi a piangere.
Piango e le lacrime si mescolano con la mia risata. 
Non posso crederci! È tutto così... così dannatamente reale! Sento le dita dei piedi dentro gli stivali neri, sento il braccialetto che mi ha regalato zia Adele, che è sempre stato troppo largo, penzolarmi dal polso sinistro. Sento la mia risata e mi accorgo di avere ancora una voce. La mia bella, dolce, cristallina voce.
Ma la cosa che più di tutte trovo sorprendente, è la sensazione di essere in piedi, o meglio, di riuscire a reggermi in piedi senza sentire nessun fatica. 
Sapete cosa vuol dire? Sapete cosa vuol dire questo per una come me? Molte persone danno quasi per scontate alcune cose. Stare in piedi. Nulla di speciale, no?
Per me lo è. Sento il mio cuore esplodere di gioia.
Faccio un passo avanti, e la mia gamba destra esegue l'ordine senza esitazione. La sinistra la segue.
Vorrei gridare, impazzire dalla felicità. 
Ma prima di poterlo fare, mi accorgo di una cosa. Un dettaglio che fino a quel momento il mio cervello si era rifiutato di elaborare. Oppure se ne era dimenticato.
Io... sono in piedi in mezzo all'erba.

Mi guardo intorno, confusa. Sono in una... fortesta. Circondata dall'abbraccio degli alberi. Alzo gli occhi e vedo uno spicchio di sole fra le fronde. I suoi raggi filtrano e punteggiano di luce il suolo ai miei piedi.
Titubante, inizio a camminare. Non so nemmeno dove sto andando, ma non mi interessa. La mia attenzione è focalizzata sulle mie gambe, che, un passo dopo l'altro, mi trasportano attraverso il bosco. Schivo rami e pietre, e non inciampo in nessuna radice. È fantastico.
Cammino per non so quanto tempo, respirando a pieni polmoni, come non facevo da un pezzo. 
Quasi non me ne accorgo, talmente sono concentrata sulle sensazioni che esplodono dentro di me, ma sono uscita dal bosco.
Il mio sguardo corre avanti. Mi trovo su una collina, ai piedi della quale scorre un ruscello, e oltre questo...
Un brivido freddo mi percorre la spina dorsale.
Hobbiville?
Spalanco gli occhi. È... è davvero hobbiville? 
Mi trovo... mi trovo nella Contea!
Okay. Okay. Okay, niente panico.
Chiudo gli occhi, e quando li riapro è ancora tutto lì, e allora cerco di mettere a fuoco i dettagli. Quel posto, quel meraviglioso angolo di paradiso, è lì per davvero. Vedo le case scavate nelle colline, vedo deliziosi giardini colorati, orti e siepi, e sentieri... vedo la gente.
Vedo gli hobbit. Oddio, non ci credo. Quelli che vedo sono hobbit!
Ricciuti, grassotteli, paciosi piccoli hobbit. Ne vedo due camminare lungo un sentiero e fumare allegramente la pipa. Vedo una giovane hobbit intenta a  bagnare un'aiuola, e dei bambini correre in un campo...
Mi salgono le lacrime agli occhi. È esattamente tutto come me lo ero immaginata... come nei miei sogni!
Un momento, fermi tutti!
Ora ho capito. 
Improvvisamente tutto mi è chiaro. Stavo parlando con Hannah, ed ho ceduto alla stanchezza. Mi sono addormentata...
E questo è un sogno.
Sto sognando. Sto sognando per l'ennesima volta la Terra di Mezzo. Certo, è un sogno diverso dagli altri, senza dubbio. È decisamente più nitido, rispetto a quelli vaghi ed indistinti che faccio di solito... e poi, a differenza degli altri, qui ci sono anche io. In prima persona. 
È tutto estremamente realistico. 
Lo adoro.

Corro giù per la collina. Cielo, quanto mi mancava questa sensazione! L'aria fra i capelli, sul viso, fra le dita delle mani... le carezze delicate del sole, l'erba soffice sotto i piedi...
È decisamente il miglior sogno di sempre!  Vi prego, per favore, nessuno mi svegli! Mamma, Hannah... non azzardatevi!
Irrompo sul sentiero, e immediamatmente tutti gli sguardi dei passanti sono per me.
"Buongiorno" saluto gli hobbit con un sorriso.
"Buongiorno a te, straniera" mi risponde, incerto, uno di loro. 
I bambini smettono di giocare. Li vedo fissarmi incuriositi, e rivolgo loro un sorriso. Sono davvero bellissimi. Con quei visi così puerili e delicati, e i ricci scuri baciati dal sole.
"Serve aiuto?" mi chiede lo hobbit che mi ha parlato prima. 
"Beh... si. Si, grazie."
"In che modo posso aiutarti, ragazza?"
"Sei un elfo?" mi chiede un bambino, avvicinandosi,  seguito dagli altri. 
"Non lo vedi che non ha le orecchie a punta? Non è un elfo, sciocco." ribatte una bambina.
"Allora cosa sei?"
Sorrido e rispondo: "Un'umana."
"E cosa ci fa una giovane umana da queste parti, se posso chiedere?" mi chiede uno degli hobbit anziani.
Eh, bella domanda. Cosa rispondo adesso?
Un'idea si insinua nella mia mente. L'afferro subito.
"Sono venuta a trovare una persona." rispondo. "Conoscete per caso il signor Bilbo Baggins?"
Lo hobbit anziano solleva un soracciglio. "Siete amica del signor Bilbo?"
"Beh, si..."
Uno dei bambini mi si para davanti. "Io lo so dove abita il signor Baggins! Se vuoi ti ci porto!"
Mi abbasso e lo guardo dritto in viso. "Saresti davvero così gentile?"
Lui fa segno di sì con la testa e mi prende la mano. Inizia a correre, e io lo seguo, insieme agli altri bambini. Mi viene da ridere, mentre facciamo lo slalom fra gli hobbit che troviamo lungo il sentiero. Non so chi si sta divertendo di più, se io o questi bambini.
È il sogno più bello che la vita potesse regalarmi. E se questo fosse il paradiso, ed io fossi morta, non sarebbe nemmeno tanto male.
Corriamo a perdifiato, fino a che, quasi non me ne accorgo... eccola. Casa Baggins.
Il mio cuore perde un battito, quando il bambino me la indica. 
"Ecco! Questa è la casa del signor Baggins!" dice, trionfante. "Te l'ho detto che sapevo trovarla!"
Gli scompiglio i capelli. "Sei stato bravissimo! Tutti voi! Grazie per avermi accompagnata!" dico ai piccoli hobbit. 
I bambini si allontanano ridendo e giocando. Li seguo con lo sguardo fino a che non svoltano l'angolo. Poi mi volto nuovamente verso la mia meta.
Casa Baggins. Il "buco hobbit" dove tutto ha avuto inizio. Non posso credere di esserci per davvero! 
Osservo il giardino come ipnotizzata, i fiori e le piante tagliate meticolosamente, e poi i miei occhi si posano sulla porta. Quel pannello verde perfettamete tondo incastonato nella parete della collina... 
Le mie gambe si muovono da sole, e qualche secondo più tardi sono davanti alla porta. È a portata della mia mano, qualora decidessi di bussare.
Oddio... lo faccio? Busso?
In fondo, è solo un sogno, no? Il mio sogno. Quindi non è reale. Non ho nulla da perderci...
Stringo il pugno e avvicino la mano alla porta... 
Sto per bussare, quando qualcosa mi blocca. Sento la serratura scattare. 
Il mio cuore fa un balzo nel petto. Faccio un passo indietro, ma sfortunatamente appoggio male il piede sul gradino dietro di me, e perdo l'equilibrio. 
I secondi successivi passano lenti ed inesorabili. Cado all'indietro, sul sedere, ma la pendenza è comunque troppa, e sento il mio corpo esibirsi in una rovinosa capriola all'indietro. A nulla servono i miei goffi tentativi per evitarlo. Batto la testa sullo spigolo di un gradino.
Quando riprendo finalmente il controllo del mio corpo, sono letteralmente spalmata al suolo, e solo in quel momento il dolore alla nuca esplode con violenza. È un dolore caldo e pulsante. Mi porto una mano alla testa e mi lascio sfuggire un lamento.
Rimango in questa posizione poco elegante per qualche momento, massaggiandomi la nuca e pensando che questo, per essere un sogno, è fin troppo realistico.
Quando una voce interrompe le mie riflessioni: "Stai... stai bene?"
Alzo gli occhi e mi trovo davanti lo hobbit in persona, che mi guarda preoccupato dalla soglia di casa sua.
Il dolore alla testa passa in secondo piano, quando per la prima volta incrocio lo sguardo di Bilbo Baggins.


  
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