§*°UNA
VENDETTA BEN CONGENIATA°*§
Per raggiungere la vera felicità si deve
sempre soffrire
Cap. 14
“Tieni, bevi questo, ti farà sentire meglio” disse Delia
tenendo una tazza di the fumante a Misty, la quale, titubante la prese, rimanendo
silenziosa come ormai faceva da giorni.
“Devi mangiare tesoro…non puoi continuare a restare chiusa
qui dentro”
Per tutta risposta la ragazza dai capelli rossi posò sul
comodino la tazza ancora piena e si mise sotto le coperte, raggomitolandosi in
se stessa, ancora troppo scossa, troppo in colpa per ciò che neanche una
settimana prima era avvenuto.
Lei e Drew avevano fatto l’amore.
E non quell’amore che si fa tra innamorati, no, perché fra
lei e Drew non c’era neanche un sentimento di amicizia ad essere obiettivi. La
verità era che si conoscevano appena, eppure per forza maggiore erano stati
costretti a fare una cosa così pesante, così importante.
Per salvare le persone che realmente amavano.
Scoppiò a piangere, mentre Delia guardava la forma sotto le
lenzuola del suo esile corpo, scosso di tanto in tanto da singhiozzi.
“Ash…”
*
“Ash! Non correre così veloce! Non sappiamo neppure dove si
trovino!” gridò Dawn cercando di stare dietro alla folle corsa dell’amico.
“Devo trovare Misty e Drew!”
“Lo so! Ma non abbiamo un piano, facciamo il punto della
situazione e…”
Il ragazzo dai capelli corvini si voltò di scatto verso di
lei guardandola con severità, e Dawn non potè far altro che abbassare il viso fissando
lo sguardo a terra, imbarazzata e umiliata.
“Scusa”
“Non hai pensato a come potrebbe sentirsi Vera sapendo che
il ragazzo che ama…” strinse i pugni, le immagini di quel video erano ancora
troppo vivide in lui.
“Come hanno potuto…”
“Sono sicura che c’è una spiegazione, Misty non farebbe mai
una cosa del genere, bhe, anche Drew…”
“Lo so benissimo! E’ per questo che voglio trovarli…sono in
pericolo”
La risposta di Ash spiazzò la ragazzina dai capelli blu, che
fino a quel momento aveva pensato che la rabbia del ragazzo fosse dovuta si, al
video, ma che si fosse focalizzata su Misty e Drew…e non sui veri artefici del
filmato.
Lei stessa non ci aveva neppure fatto caso.
Forse in fondo, Ash nutriva ancora una qualche fiducia nei
confronti dei due amici.
Si rimisero a correre, mentre Staravia volava alto nel
cielo, cercando qualsiasi possibile riferimento che potesse essere un
collegamento anche minimo per poter trovare i due ragazzi.
*
Erano passate poche ore da quando Ash e Dawn erano corsi via,
lasciando che la hall del centro medico rimanesse quasi semideserta. I vari
allenatori, ignari di tutto erano ripartiti per i loro viaggi di formazione,
lasciando quell’accogliente saletta molto più vuota di quello che in realtà
fosse.
Una ragazza dal capelli castani un po’ arruffati e con una
coperta verde attorno al corpo scese silenziosamente e con passo stanco le
scale, guardandosi in giro, in cerca forse, di qualche volto amico, ma
ritrovandosi sola in mezzo a quella sala.
“Ash?” chiamò leggermente, senza ricevere nessuna risposta.
La sua attenzione venne però catturata dal televisore ancora
acceso e che ora trasmetteva piccole interferenze grigie sullo schermo.
La ragazza si accucciò davanti al congegno, scoprendo un
piccolo cd e senza dire nulla schiacciò un pulsante, lasciando che il film
ricominciasse.
Non sapeva quanto quel video l’avrebbe scossa, non sapeva
quanto quel video avrebbe segnato l’inizio e la fine di qualcosa di
terribilmente reale.
Distruttivo.
Fissò quelle immagini senza rendersi conto delle sue mani,
che si stavano stringendo in una morsa convulsiva, mentre le sue unghie
laceravano la carne dei palmi, troppo presa com’era a cercare di restare
lucida, mentre il dolore per la morte del fratello lasciava spazio alla rabbia.
Una rabbia cieca.
Lasciò cadere a terra la coperta mentre saliva ai piani alti
del centro pokemon, vestendosi e legandosi la sua inseparabile bandana in
testa, dopodichè si legò in vita il marsupio con le sfere pokè e uscì di corsa.
*
“Staravia ha visto qualcosa!” gridò Dawn indicando il
pokemon uccello che aveva iniziato a volare in tondo, come per segnalare al suo
allenatore un indizio o comunque qualcosa di molto importante.
Senza dire nulla Ash riprese a correre con maggiore foga,
mentre il respiro accelerava insieme ai battiti del cuore, e non per la corsa.
Ma per la paura.
La paura di essere arrivati troppo tardi.
Si fermarono di colpo, mentre un ragazzo dai capelli castani
accarezzava Staravia, posato sul suo braccio.
“E tu chi sei?” chiese Ash mentre il suo pokemon tornava da
lui.
“Hai un bel pokemon. Complimenti”
“Ma io…ti ho già visto! Sei lo stesso ragazzo che mi ha
attaccato con i Vileplume!” disse Dawn mentre Ash si voltava verso di lei
sorpreso.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
“Accidenti, ero sicuro che non mi avessi visto…e invece…bhe,
meglio così”
“Tu…sei stato tu a causare tutti quegli
incidenti…Gary…Max…Brock” disse l’ultimo nome digrignando i denti, la morte dell’amico
era ancora troppo vivida in lui.
Quel nome faceva ancora troppo male da pronunciare.
“Già, non volermene, eseguivo solo gli ordini”
Il ragazzo dai capelli corvini fu velocissimo, scattò verso
di lui e lo prese per il colletto, mentre Dawn cercava di fermarlo prima che
commettesse qualcosa di cui poi si sarebbe sicuramente pentito.
“Eseguivi gli ordini? Chi può essere tanto crudele da
uccidere degli innocenti?” gridò cercando di trattenere il tremore che la
rabbia gli stava facendo scaturire.
“Vuoi davvero saperlo? Se sei davvero interessato a sapere
chi è il mandante di tutto ciò allora forse è meglio che voi due mi seguiate,
ma forse, dovremmo aspettare che anche la piccola Vera ci raggiunga”
“Vera?” chiese Dawn.
“Vera è al centro pokemon! Distrutta per la morte del
fratello che TU le hai ucciso! Non penso che verrà!”
“Ti sei scordato di togliere il cd dal lettore dvd Ash…ora
lei sta venendo qui”
Ash lasciò andare la presa e continuò a fissare il ragazzo con
rabbia, mentre un pensiero atroce iniziava a delinearsi nella mente.
“Lei sta…”
Il ragazzo annuì.
“E’ viva, certo, non in ottime condizioni, ma è viva…e
questo è quello che conta”
“E quel video…”
Il ragazzo non rispose, si limitò ad incamminarsi, mentre
una figura si delineava all’orizzonte, una figura umana insieme ad un pokemon.
Vera e Beautifly.
“Vera…” disse Dawn correndo da lei, ma la ragazza la
oltrepassò senza degnarla di uno sguardo e corse dal ragazzo sferrandogli un
pugno che per poco non gli fece perdere l’equilibrio.
“Che accidenti?”
“HAI UCCISO MIO FRATELLO! E SEI IL FAUTORE DI QUEL VIDEO! TI
MERITERESTI MOLTO DI PIU’ DI UN MISERO PUGNO!”
Ash e Dawn guardarono l’amica sconvolti. Era la prima volta
che vedevano la rabbia della ragazza. Era sempre stata calma e dolce con tutti,
ma forse, anche per lei, era giunto il momento di fare qualcosa.
Di crescere.
“E ora portaci da Drew e Misty”
*
“Come stai oggi?” chiese la voce sibilante di una donna davanti
alle sbarre della prigione dov’era rinchiuso Drew.
“Che diavolo vuole ancora da me? Non le è bastato il
divertimento?” rispose il ragazzo dai capelli verdi in modo acido, restando
seduto sul freddo pavimento lercio dello scantinato, ignorando gli scarafaggi e
l’acqua che cadeva a terra da una delle tubature.
“Oh mio caro, il divertimento è solamente all’inizio, vedi,
i tuoi cari amichetti stanno arrivando proprio alla tana del lupo, e non hanno
idea di cosa gli aspetta”
“Che cosa vuole fargli ancora?” chiese Drew alzandosi e
attaccandosi alle sbarre della cella, mentre l’anziana donna si voltava per
andarsene.
“Non preoccuparti, lo vedrai presto. E poi....” disse
fermandosi e voltandosi appena verso di lui “…chi entra qui, non ne esce vivo”
Il ragazzo rimase pietrificato da quelle parole. Parole
dette in modo tale da sembrare leggere, ma che in realtà per lui non lo erano
affatto.
“Vera…”
*
La porta si aprì piano, mentre un uomo alto, e di
bell’aspetto entrava nella stanza dove si trovavano Misty e Delia.
“Salve Delia” disse l’uomo chiudendo la porta e
comportandosi come se fosse in casa propria, mentre la donna che era rimasta
accanto a Misty per tutto il tempo s’irrigidì alla sua vista.
“Cosa vuoi?” chiese senza nascondere l’irritazione.
“Volevo solo sapere come stavi, in fondo è da tanto che noi
due non parliamo, in fondo eravamo sposati no?” disse l’uomo con un sorriso
beffardo disegnato sul volto.
“Hai detto bene, eravamo”
L’uomo ignorò la risposta della donna, prendendo una sedia e
lasciandovisi cadere sopra con stanchezza, incrociando le gambe e
giocherellando con il grande anello che aveva al dito.
“Nostro figlio sta venendo qui”
“Come puoi chiamarlo nostro figlio Giovanni? Non ti sei mai
comportato come un padre nei suoi riguardi, anzi! Gli stai facendo del male! E
la cosa che mi fa rabbia è che te ne compiaci pure!” disse Delia stringendo i
pugni.
La sua calma stava svanendo, mentre la rabbia iniziava a
farle contrarre il viso in una smorfia di disgusto.
“E’ comunque il futuro erede del Team Rocket, e questo lo
sai bene, Ash è venuto al mondo solo per questo”
“Ash non è come lei!”
Senza che Delia si potesse accorgere di nulla, Misty era
venuta fuori dalle coperte, e ora, seduta sul letto guardava con sguardo duro
Il capo del Team Rocket, fregandosene del fatto che avesse di fronte non solo
un uomo di gran lunga più potente e forte fisicamente di lei, ma che quell’uomo
che aveva commesso così tanti misfatti fosse per giunta il padre di Ash.
Il suo Ash.
“Oh che coincidenza, la piccola Williams, mi ero dimenticato
della tua presenza ragazzina, bhe in fondo a chi è mai importato di te?”
La ragazza dai capelli rossi non mosse neppure un muscolo,
come se le parole taglienti che l’uomo le diceva non la toccassero, ma scivolassero
su di lei come acqua.
“Ash non si abbasserà mai a diventare come lei!” continuò.
“E’ mio figlio, sangue del mio sangue, vedrai che anche per
lui verrà il momento per scegliere. Non pensi che già il fatto che voglia
diventare il Migliore nel campo dei pokemon lo faccia somigliare a me? Anche
lui brama il potere, esattamente come me”
“Non permetterti!” disse Delia, riprendendosi dalla capacità
di ripresa di Misty.
Giovanni si alzò dalla sedia, rimettendola a posto e
incamminandosi verso l’uscita.
“Fra un po’ ne avrete la prova, sta arrivando. E resterà qui
per sempre. A comandare insieme a me ciò che un giorno sarà suo” disse uscendo
con una risata che fece raggelare il sangue nelle vene alle due donne.
Senza dire nulla Misty si alzò dal letto, aprendo il grande
armadio contenenti i vestiti che le erano stati “donati” dalla nonna di Ash e
ne prese uno, togliendosi quelli vecchi e buttandoli senza troppi complimenti
nel cestino della spazzatura.
“Perché ti stai cambiando? Dove vai?” chiese Delia sorpresa
da quella reazione.
“Quei vestiti sono di quando…” non riuscì a finire la frase,
quel ricordo faceva ancora troppo male, sia mentale…che fisico.
“Capisco…” rispose semplicemente la donna, annuendo, mentre
Misty s’infilava un paio di jeans corti e una maglietta senza maniche bianca
con i bordi blu.
La ragazza uscì dalla stanza, correndo verso i piani più
bassi dell’edificio, doveva liberare Drew. Qualcosa dentro di lei le diceva che
se non l’avesse fatto, non ci sarebbe più stata possibilità di farlo.
*
Ormai Ash e gli altri condotti da Mondo stavano per
raggiungere il palazzo dove si trovavano Misty e Drew. Nessuno di loro però
immaginava cosa gli stava aspettando al suo interno.
“Ah, prima che mi dimentichi…anche tua madre è stata portata
al palazzo”
“COSA?” disse Ash sconvolto dalla rivelazione del ragazzo.
“So che forse sembrerà strano detto da me, ma mi dispiace
davvero per tutto ciò che è accaduto”
“Penso che sia un po’ tardi per una cosa simile sai? Non
puoi distruggere la vita delle persone e poi chiedere scusa come se fosse una
cosa da niente!” gli rispose Dawn prima che potesse pensarci Ash o Vera, la
quale sibilò qualcosa d’incomprensibile che preoccupò Dawn che si trovava
vicino a lei.
“Lo so…solo che…quella ragazza…” disse senza terminare la
frase.
In fondo era così. Gli occhi così verdi e così magnetici di
quella ragazza avevano provocato dentro di lui incredibili
sensi di colpa. Perché lei lo credeva un amico, non
l’assassino che aveva ucciso i suoi amici. Lei lo credeva
sincero, sincero come lo erano i suoi occhi, così sinceri da fare trasparire
qualsiasi sentimento. Severi e duri ma allo stesso tempo dolci e pieni di
comprensione.
Una comprensione che sapeva già di non meritare, lui non meritava
di essere guardato con quello sguardo.
Eppure dentro di lui non voleva neanche che quegli occhi lo
guardassero con disprezzo e odio.
“…ndo?”
“Eh?” disse il ragazzo tornando alla realtà.
“Hai detto di chiamarti Mondo giusto?” disse Ash ancora diffidente.
“Si…” rispose lui senza badarci, tornando a guardare la
strada davanti a lui.
“Spero per te che mia madre, Misty e Drew stiano bene,
altrimenti dovrai vedertela con tutti noi!” disse Ash, mentre le altre due
ragazze annuivano risolute.
“Te l’ho già detto, stanno bene” sospirò esausto Mondo.
Alzò lo sguardo, ritrovandosi davanti all’entrata principale
del palazzo di vetro. Erano arrivati.
“Entriamo”
*
“Ehi! Dove stai correndo ragazzina?” gridò uno degli uomini
posti a guardia delle cantine mentre Misty correva giu dalle scale, pregando
con tutta se stessa che non fosse troppo tardi.
“E’ stato il Signor Giovanni a dirmi di liberarlo! Presto!”
L’uomo la guardò, dopodichè posò lo sguardo verso la cella
di Drew e sospirando prese un mazzo di chiavi e infilò una di esse nella
serratura.
“Drew stai bene?” chiese la ragazza quasi in lacrime.
Il ragazzo dai capelli verdi la fissò per qualche
interminabile minuto, guardandola dall’alto in basso prima di sussurrare un timido:
“Piuttosto…tu come stai?”
La ragazza sorrise dolcemente guardandolo. In fondo Drew,
era più sensibile di quello che desse a vedere.
“Andiamo” disse e prima che potesse fare un passo Drew la
prese per mano guidandola su per gli scalini, mentre quel leggero e tiepido
contatto faceva arrossire entrambi.
*
Ash e gli altri nel frattempo erano entrati nel palazzo e si
guardarono in giro con estrema ansia e preoccupazione. Ormai erano nella tana
del nemico, un passo falso e tutto sarebbe andato in fumo.
Dawn fece un passo ma Mondo la bloccò con un braccio.
“Sssh…sento un rumore provenire dalle scale”
Prima che potesse aggiungere altro davanti a loro comparvero
Misty e Drew, ancora frastornati e preoccupati che qualcuno potesse scoprire la
menzogna di Misty per liberare il ragazzo.
“Ragazzi!” disse felice Dawn vedendo che i suoi amici erano
sani e salvi, e ad una prima occhiata tutti interi.
Gli unici a non gioire della cosa furono Ash e Vera, la cui
attenzione era focalizzata sulle mani intrecciate dei due ragazzi.
E la stanza si raggelò…
CONTINUA...