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Autore: VikaSnegu    09/01/2015    2 recensioni
« Hai paura di me. »
Un’altra affermazione.
« No. »
Questa volta il suo tono è deciso.
« Dovrei? »
Draega inarca un sopracciglio, sorridendogli con aria di sfida.
Questa è la mia prima FF. Siate clementi! E' nel contesto Modern!AU,ispirata a due personaggi del GdR "As We Sin,So Do We Suffer ". Spero vi piaccia!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ramsay Bolton
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                 Math lessons.


I primi giorni di scuola non sono stati, come si suol dire, una passeggiata. Alla punizione della prima settimana, resa ancor più pesante dalla presenza del Bolton, con la quale si è scambiata solo qualche occhiata furtiva, dopo il loro ultimo scontro in cortile, si è aggiunta una quantità fin troppo esagerata di compiti, che la Targaryen lancerebbe volentieri in una pira incendiata. Non le è mai piaciuta la scuola, che ha sempre considerato una struttura stracolma di persone ignoranti che avrebbero dovuto “insegnare” cose della quale, la maggior parte delle volte, neanche loro sono a conoscenza. Esempio lampante è la a dir poco squilibrata professoressa di matematica, Lysa Arryn. Quella donna deve davvero avere qualche serio problema mentale, altrimenti non si spiegano i continui sbalzi d’umore e le crisi isteriche, che caratterizzano le sue lezioni. Troppe volte Draega è stata tentata di risponderle a tono, rinfacciandole quanto assurdi siano i suoi modi di insegnare quella materia che già di per sé è insopportabile. Tuttavia, la ragazza ha preferito trattenersi, almeno durante quella seconda settimana di scuola, onde evitare un’altra punizione. Deve ammettere che il motivo principale non è la preoccupazione per la propria carriera scolastica, in realtà ha preferito non rischiare di imbattersi di nuovo in Ramsay e avere la tentazione di rivolgergli ancora la parola. La loro ultima discussione è stata tutt’altro che piacevole, tanto che la Targaryen ha perfino azzardato a colpirgli il volto con uno schiaffo. Col senno di poi, si è resa conto di quanto abbia rischiato, di come il Bolton avrebbe potuto farle male sul serio. Ciò che non capisce è perché si sia fermato, perché non abbia reagito. Ha visto chiaramente la rabbia impossessarsi del suo corpo, del suo sguardo, mentre le afferrava il volto in una morsa. Eppure, è certa che il suo gesto non avesse il fine di infliggerle dolore, probabilmente ha cercato solo di intimorirla, ma perché non farle del male quando, secondo tutte le voci che girano sul suo conto, non si è mai lasciato fermare dagli scrupoli? Purtroppo, non avrebbe mai trovato risposta a quella domanda, considerato che si è ripromessa di non rivolgergli mai più la parola così come ,con ogni probabilità, non lo avrebbe fatto neanche lui. Perché sembra essere dispiaciuta da ciò?

«  Drae? Hai sentito? »

La voce di Robb Stark le giunge come un flebile sussurro, mentre Draega fissa un punto imprecisato della mensa scolastica, senza prestare attenzione né al cibo presente sul suo vassoio né alla discussione sicuramente futile che si sta svolgendo intorno a lei. La Targaryen sta sviluppando un insolito rapporto di amicizia con il ragazzo Stark, che sembra prendersi cura di lei, nonostante la conosca solo da poche settimane, come suo fratello Viserys non ha mai tentato di fare in tutta la sua vita. Tuttavia, le persone che circondano lui, che non ha esitato a presentarle durante i primi giorni di scuola, sembrano tutte troppo vuote e superficiali. Giocatori di football, accompagnati dalle solite cheerleaders strepitanti e urlanti, che non aspettano altro se non essere notate da uno di loro, il capitano in particolare. Eppure, Robb sembra non essere interessato a niente e nessuno. Troppo concentrato sulla squadra, sulla scuola, sulla borsa di studio che spera di ricevere, per non deludere suo padre. Ricorda bene tutte le volte in cui ne hanno parlato, così come ricorda le volte in cui l’argomento di discussione è stato il fratello di lei. Per la prima volta, Draega sembra non essere a disagio parlando di sé stessa, di ciò che la affligge senza, tuttavia, schiudersi più del dovuto. Robb, per quanto diverso dagli altri, è pur sempre parte di loro, parte di quel perfetto mondo dove la preoccupazione più grande è a casa di chi svolgere il prossimo party in piscina.

« Allora ci stai? »

E’ la voce di Theon Greyjoy, stavolta, a disturbare i pensieri della Targaryen, completamente estraniata dalla discussione.

« Non ho neanche capito di cosa state parlando, Theon. »

« Della più grande festa che Approdo del Re vedrà da ora fino ai prossimi cinquecento anni! »

« Dai la stessa definizione ad ogni stupido avvenimento che organizzi, come è stato per i due precedenti party alla quale mi hai invitato, cos’ha questo di diverso? »

Piega appena la testa di lato, fingendosi sinceramente incuriosita. Come volevasi dimostrare, la discussione è tutta’altro che interessante e verte, come la ragazza ha immaginato in precedenza, su una stupida festa. Da quando è in città, poche settimane dunque, sono già due i party organizzati dal Greyjoy, che preferisce sprecare il suo tempo in quel modo, cercando di rimorchiare ogni ragazza che respiri, piuttosto che preoccuparsi del suo futuro come Robb. Dal canto suo, la Targaryen ha sempre rifiutato i suoi inviti, arrancando scuse di ogni genere. Non si sente per niente a suo agio in mezzo a quelle persone che conosce appena, che non fanno altro che domandarle della sua vita privata, chiedendo dettagli sulla sua famiglia. Molte volte Draega ha risposto bruscamente, liquidando subito i curiosi senza troppe cerimonie. La ragazza volge lo sguardo sullo Stark, seduto al suo fianco. Dalla sua espressione, neanche lui è troppo entusiasta dell’idea di Theon ma continua ad assecondarlo, semplicemente per non doversi sorbire le sue lamentele.

« Robb … La ragazza sembra confusa. Spiegale di che festa sto parlando! »

« Una festa di Halloween, a casa mia. Una stupidata che organizza ogni anno. »

« Stup … stupidata, Robb? Fiumi di alcool e ragazze in abiti striminziti, amico! Non puoi chiamarla stupidata. »

Uno sbuffo fuoriesce dalle labbra della Targaryen, che distoglie l’attenzione dei due ragazzi dal loro battibecco.

« Robb ha ragione. E’ una stupidata. Non mi sorprende che sia un’idea tua. E poi, mancano almeno tre settimane ad Halloween, non vi sembra un po’ precoce organizzarvi da adesso? »

L’occhiataccia che le lancia il Greyjoy diverte la ragazza, che subito storce le labbra in un sorriso soddisfatto.

« Una super- festa ha bisogno di tempo per essere organizzata. Capirai tutto quando la vedrai e mi darai ragione, Targaryen. »

« Ne dubito, visto che non ci sarò. »

Draega si stringe nelle spalle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Davvero si aspetta che partecipi ad una cosa del genere? La ragazza non disdegna il divertimento e gli alcolici, quando è in buona compagnia, cosa che non succederebbe a quella festa.

« Drae, ti prego. Non lasciarmi solo anche stavolta! »

Il ragazzo Stark la guarda con occhi languidi, l’espressione mista fra la speranza e la supplica, tanto da far tentennare la Targaryen.

« Se non vieni, vuol dire che non sai divertirti, Targaryen. »

Le parole di Theon le giungono come uno schiaffo al suo orgoglio. Lei sa come divertirsi e non ci avrebbe messo molto a dimostrarlo.

« D’accordo! Verrò a questa stupida festa. Ma non ti darò la soddisfazione di vedermi in un abito striminzito, Theon. »

« Come se di solito fossi coperta … Poi, potrei aver già visto qualcosa, mentre eri in doccia. Il tuo soggiorno a casa Stark almeno ha i suoi lati positivi. »

Prima che Draega possa reagire all’evidente provocazione del Greyjoy, Robb lo spintona, intimandogli di tacere. Sono due giorni che la Targaryen passa tutto il suo tempo a casa Stark, comprese le notti. Robb è stato fin troppo gentile invitandola a passare qualche giorno da lui, considerata la situazione difficile con Viserys, tuttavia Theon Greyjoy è una vera e propria spina nel fianco, a volte divertente ma davvero impossibile da sopportare. Il grande orologio inchiodato al muro della sala mensa segna che il tempo a disposizione per il pranzo è quasi terminato dunque, Draega, si affretta ad alzarsi, con il vassoio delle cibarie poggiato sul tavolo, ancora quasi completamente intatto.

« Drae, dopo vieni agli allenamenti? »

La voce di Robb la costringe a voltarsi nella sua direzione, esitando prima di rispondergli.

« Non credo di riuscirci, oggi. Ho così tanti compiti di matematica … Credo ne approfitterò per fare un salto in biblioteca. Ti raggiungo appena ho finito, d’accordo? »

Senza attendere la sua risposta, la ragazza gli scocca un frettoloso bacio sulla guancia, prima di allontanarsi in direzione dell’aula di matematica, nella quale l’aspetta una lenta e dolorosa tortura.



                                                                    ( … )


La lezione della professoressa Arryn è stata interminabile. Quando, ad un certo punto, la donna ha deciso di elogiare le caratteristiche del suo malaticcio figlio, dicendo quanto fosse più intelligente di tutti loro, Draega ha dovuto fare uno sforzo immane per non alzarsi dal suo posto ed urlare alla professoressa quanto sia idiota ed incompetente, magari lanciandole anche qualcuno di quegli odiati libri addosso.
La ragazza si dirige verso la biblioteca, come se stesse recandosi al patibolo, mentre tutti i suoi compagni abbandonano l’edificio con il sorriso sulle labbra. Per qualche istante, la Targaryen è tentata di seguirli, rinunciando completamente all’idea di sprecare un pomeriggio sui compiti di matematica, tuttavia, sospira, abbandonando immediatamente quell’idea mentre varca la soglia della biblioteca. La stanza è completamente vuota, cosa che demoralizza ancor di più Draega, che prende posto al banco più remoto della sala. Equazioni, disequazioni, sistemi, chi ha creato quelle diavolerie? E per quale motivo? Per torturare gli studenti, deve essere quella l’unica ragione. Dando una frettolosa occhiata al display del proprio cellulare, la Targaryen constata che sono passati solo dieci minuti, e non ore come le è sembrato. Sconsolata, si alza dalla scomoda sedia di legno, la quale si sposta con un rumore stridulo, che riecheggia nel silenzio della stanza, per raggiungere lo scaffale dedicato all’ algebra, dalla quale cerca di raccogliere un libro che la ispira particolarmente.

“  ‘Matofobia: Guida per chi odia la matematica’. Perfetto. “

Se solo raggiungerlo non fosse così difficile. A volte, la bassa statura della ragazza, si rivela un vero e proprio ostacolo. Come apparsa dal nulla, una mano raggiunge proprio quel libro, per poi porgerglielo con delicatezza. La ragazza fissa l’oggetto interdetta, per poi spostare lo sguardo su un giovane riccioluto, con degli occhiali dalla montatura spessa, ma non abbastanza da coprire i suoi occhi color del ghiaccio, che a Draega risultano stranamente familiari. Il ragazzo regge ancora il libro con una mano, che tende verso di lei, almeno finché la Targaryen non si decide di recuperare l’oggetto, lanciando un’occhiataccia al giovane.

« Potevo farcela tranquillamente da sola … »

Il tono della ragazza è fin troppo acido, tuttavia egli sembra non risentirne più di tanto, anzi, le sorride timidamente, senza proferir parola, almeno per qualche istante.

« C- così … odi la matematica? »

Draega piega appena il capo di lato, non capendo tutta quell’incertezza da dove provenga. Quel ragazzo non la conosce, perché dovrebbe essere intimorito da lei?

« Certo! Chi non la odia? »

« I-io. »

« Oh. Beh, buon per te … ehm … »

« Domeric. »

Strano. Quel nome non le è stato proprio accennato, neanche da Sansa il primo giorno, quando le ha descritto la maggior parte dei ragazzi della scuola. Osservandolo meglio, non è difficile capire perché. Non è brutto, anzi, semplicemente non è il tipo di ragazzo che si nota. Timido, impacciato, amante dello studio. Probabilmente, metà della scuola non sa neanche chi sia. La ragazza gli sorride, come a volerlo incoraggiare, fargli capire che non vuole divorarlo da un momento all’altro, nonostante la sua acidità iniziale lasciasse intendere l’opposto.

« T-tu sei una delle ragazze nuove. »

«Esatto. Da cosa lo hai dedotto? »

Dice con sarcasmo, mentre il sorriso già presente sul suo volto si allarga.

« Sono Draega, comunque. »

Conclude prima di abbassare lo sguardo verso il libro che regge fra le mani.

« Sai, D-Draega, la matematica non è difficile. Basta capire il procedimento giusto. »

La Targaryen storce le labbra in una smorfia, puntando lo sguardo verso il banco dove sono riposte tutte le sue cose.

« Per te è facile. »

« P-potrei aiutarti. Sono bravo con i numeri. »

Raramente la ragazza accetta aiuto dagli altri, preferendo cavarsela sempre da sola, tuttavia un po’ di sostegno le avrebbe solo giovato. Arriccia le labbra, prima di annuire con un lieve cenno del capo.

« Tanto peggio di così. Io sono là. Vieni. »

Indica il suo posto, avviandosi verso di esso, mentre il ragazzo resta interdetto per qualche secondo, come se non credesse a ciò che ha sentito, prima che si affretti a recuperare le sue cose e seguirla.

« Vuoi un dolcetto? Li ho fatti io. »

Così esordisce il giovane dopo qualche attimo, appena preso posto sulla sedia, avvicinandole al volto un contenitore colmo di dolci. Sembrano invitanti, soprattutto perché la ragazza non ha toccato cibo a pranzo, presa dai suoi pensieri, dunque accetta di buon grado, prendendone uno con una grossa e succulenta ciliegia in cima.

« Dannazione, è ottimo. Adoro i dolcetti alla ciliegia, ma non né ho mai mangiato uno così buono. »

Esclama dopo aver dato un morso al dolciume ed averlo assaporato con gusto. L’espressione gongolante sul volto di Domeric fa sorridere la Targaryen.

« Grazie! Sono i preferiti di mio fratello. Li faccio ogni giorno. Potrei portartene alcuni domani. »

Quasi non riesce a credere che esistano ragazzi così gentili. Allora quella scuola non è popolata solo da tipi come Theon Greyjoy, Joffrey Baratheon o …

« Sei molto gentile. Quindi, hai un fratello? Anche io. E due gemelle, ma credo questo tu già lo sappia. »

« Si. Un fratellastro. Si chiama Ramsay. »

Draega tossisce, quasi soffocando con un pezzo del dolcetto. Come è possibile che Domeric sia fratello di Ramsay? Sono due opposti eppure qualcosa di simile c’è. Certo. Come ha fatto a non capirlo subito? Gli occhi di ghiaccio, meno glaciali di quelli del fratello, ma della stessa identica tonalità.

« Intendi Ramsay Bolton? »

« Si. Proprio lui. Come lo conosci? Non ti avrà mica fatto qualcosa? »

Il suo tono è estremamente preoccupato. Quindi è ben consapevole di chi sia il fratello.

« No! Certo che no. Abbiamo condiviso una punizione, la scorsa settimana, tutto qui. »

Si stringe nelle spalle, evitando di rivelare dettagli decisamente scomodi. Il volto del ragazzo sembra più rilassato, tuttavia ancora leggermente in tensione. Probabilmente non è molto convinto delle parole appena pronunciate dalla Targaryen, ma evidentemente preferisce chiudere così il discorso, e lei non potrebbe che esserne più felice. Per l’ora successiva, il ragazzo Bolton si impegna per spiegare alcuni concetti a Draega che tenta di seguirlo, con le sopracciglia aggrottate. Non avrebbe mai capito la matematica, soprattutto non in quel momento, quando l’unica cosa a sfiorarle i pensieri è Ramsay. Così diverso dal fratello, così enigmatico. E’ un mistero, che Draega si era ripromessa di risolvere, invece ha rinunciato. Impossibile, la Targaryen non si arrende, non /deve/ arrendersi ma non può neanche presentarsi davanti al ragazzo come se non fosse successo nulla. Ha tentato di prenderla in giro, questo non può permetterglielo, deve trovare un modo per fargliela pagare, ma prima di tutto, un modo per potergli parlare ancora senza dover mettere da parte il proprio orgoglio.

«  Senti, Domeric. Io ora dovrei andare. Ti va se continuiamo uno di questi giorni? Potrei venire da te …»

«  Da me? Ne se- sei sicura? »

«  Certo! Così mi farai assaggiare altri dei tuoi dolcetti. »

Il tono della Targaryen è gioviale, mentre gli riserva uno dei suoi sorrisi migliori. E’ un’idea perfetta, nessuno avrebbe sospettato niente. Non solo avrebbe potuto parlare di nuovo con Ramsay ma, tramite Domeric, avrebbe potuto scoprire moltissime cose su di lui. Una figura familiare le si avvicina, segno che è davvero ora di andare.

«  Giovedì ti va bene? »

Insiste, in attesa di una risposta dal giovane Bolton, che sembra ormai perso nei suoi pensieri. La sua risposta arriva solo qualche istante dopo, quando la figura di Robb Stark è praticamente a due passi da loro.

«  Va benissimo. Ecco il mio indirizzo. »

Scarabocchia un foglio prima di porgerglielo e salutarla, mentre ella si allontana al fianco del ragazzo Stark, che riserva sia a lei che a Domeric occhiate incuriosite.

«  Perché ogni volta che ti lascio sola hai un Bolton alle calcagna? »

«  Domeric è stato così gentile da aiutarmi con i compiti di matematica. Quindi gli ho chiesto di darmi qualche altra lezione. E’ un ragazzo adorabile. »

Il tono dello Stark è lievemente polemico, cosa che non convince per niente Draega, tuttavia non vi fa molto caso, mentre varca la soglia dell’uscita dell’edificio scolastico, raggiungendo il parcheggio.

«  Drae, i Bolton non sono affidabili, nessuno di loro. Non mi fa piacere che ti girino intorno. »

«  Sei iperprotettivo, principe azzurro, ma io so badare perfettamente a me stessa. Inoltre, non sono neanche così male come dici. »

«  Non li conosci abbastanza. »

«  Lo farò. Giovedì andrò da loro per le lezioni di matematica. »

Ridacchia notando l’espressione di Robb, mentre si accinge a salire sulla vettura dello Stark, in attesa che anche Theon li raggiunga.

«  Proprio da lui devi farti dare lezioni? A casa sua, poi … »

«  Robb, non capisco tutto quest’astio da dove venga fuori. Domeric è un bravo ragazzo e ho bisogno di lezioni di matematica! »

“ Inoltre devo scoprire qualcosa su Ramsay. “

Il ragazzo serra le labbra, piegando gli angoli di esse verso il basso.

«  Come vuoi, Drae. Ma ti accompagno e ti vengo a prendere. Nessuna obiezione. »

“ Come se stessi andando in trincea.”

La Targaryen sospira, tuttavia decide di non ribattere. D’altronde non conta ciò che dice Robb. Lei è decisa a recarsi in casa Bolton. /Deve/ parlare ancora una volta con Ramsay. Non sa neanche lei il motivo di tutto il suo interesse, sa solo che ha bisogno di chiarimenti e dovrà essere lui stesso darglieli, cosicché avrebbe risolto il mistero che circonda la figura di Ramsay Bolton o, almeno, è quello che spera.
Con ogni probabilità, un nuovo incontro fra di loro sarebbe servito solamente ad alimentare i dubbi della ragazza, costringendola a rassegnarsi. Ma lei non è il tipo. Non si sarebbe data per vinta, avrebbe continuato ad insistere finché non avrebbe raggiunto il suo scopo, ad ogni costo, così da placare il suo interesse verso il Bolton o, al contrario, rischiare di aumentarlo sempre di più.



 
  
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