Film > Ralph Spaccatutto
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Autore: Malanova    09/01/2015    1 recensioni
Sequel di 1982. E' passato un pò di tempo da quando Ralph e Felix hanno conosciuto Vanellope e Calhoun. Ora i due fanno una vita felice: Ralph è ben voluto dai Belpostiani ed è l'amico inseparabile della piccola presidentessa di Sugar Rush mentre Felix convolerà presto a nozze con la sua "Dinamite Pura". Ma l'apertura di un nuovo portale capulterà i nostri amici in una avventura che li porterà fuori dalla lora amata Arcade e una nuova minaccia sarà in agguato. Vi auguro una buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il LAZZARUS tese una delle sue innumerevoli braccia contro il cielo. Stava per captare delle vibrazioni che provenivano da molto lontano, dove un gruppo di ragni rossi erano andati a fare una ronda ed non erano più tornati. Dal grosso tentacolo spuntarono delle sottili estremità simili a rozze dita che si misero ad ondeggiare come mossi dal vento. Alcune particelle rosse, invisibili ad occhio nudo tranne che al suo, si incollarono su di esse. L’enorme ragno si portò la grezza mano più vicina all’occhio, studiando attentamente la polvere finita sui polpastrelli e … vide tutto. Perché quei esseri viventi erano così ottusi? Cosa c’era di più eterno del far parte del tutto? Emise una specie di risata mentre il suo corpo stava cambiando forma. Era tipico degli esseri viventi concludere tutto con una guerra.


Roger condusse gli NCP lungo la galleria che collegava l’Arcade al Computer senza riuscire a nascondere un sorrisetto compiaciuto. Finalmente era giunto anche per lui il suo momento di gloria … “Senti un po’ matusa … Come mai bazzicavi vicino al nostro portale? Non dirmi che sei uno di quei stronzi che hanno permesso che succedesse tutto questo casino …”. Il monaco dette un’occhiataccia al dispotico riccio blu mentre questo si studiava con attenzione il cerume che si era tirato fuori da un orecchio “Ti sei bevuto il cervello a mo di chupito?!? Sono capitato vicino al vostro portale per colpa di un incidente di percorso …” “Incidente di percorso?” ripeté l’altro scettico “Mi sembra un po’ strano, se quello che ci hai detto è vero, che sei venuto solo tu da noi …”. Roger incrociò le braccia ossute e borbottò “Non pretendo che un parente stretto di un ratto di fogna comprenda le complessità della magia …” “A chi hai dato del ratto di fogna?!?” ringhiò Sonic furioso. L’alchimista fece un gesto stizzito con la mano che impugnava il bastone “Sta zitto portaspilli con le scarpe! Siamo ormai giunti …”. Sonic borbottò ancora per poco, poi si girò e guardò davanti a sé, come tutti gli altri. La Piazza era molto cambiata da quando Roger c’era stato l’ultima volta: i muri cadevano a pezzi od erano così corrosi dalla polvere acida del LAZZARUS così gravemente da mostrare i codici numerici. L’accecante luce che brillava come il sole dal soffitto era ora un ricordo lontano tranne per dei piccoli globi semitrasparenti che libravano in aria simili a lumini da cimitero. Roger dette un’occhiata ai piani più alti. Le meravigliose e variopinte porte che conducevano ai vari giochi non c’erano più e solo il buio totale c’erano al loro interno. Satin si allargò il colletto del suo mantello con l’indice e borbottò “Ma dove siamo capitati? Mi sembra di essere all’interno di SILENT HILL …” “Silenzio!” borbottò il monaco “Sento che c’e qualcosa …”. Tutti si azzittirono ed prestarono ascolto all’area circostante. In effetti … C’era qualcosa … Un boato provenne dai piani più alti della Piazza ed un cumulo di macerie precipitò mancandoli per poco. Tutti guardarono su e Bob, il piccolo dinosauro di BUST A MOVE strillò “Lassù ci sono Felix e gli altri!”. Tutti alzarono la testa …

Koudelka sparò due colpi di pistola centrando due esseri di polvere rossa mentre Ralph e Bayonetta le davano manforte. Il LAZZARUS si era sbizzarrito a creare nuovi mostri: ora il programma pazzo si poteva vantare di avere tra le sue schiere chimere e idre, fiere e demoni che aumentavano a vista d’occhio. Nonostante si fossero aggiunti a loro anche gli NCP del Computer chiamati grazie alla chiocciola e-mail; la battaglia aveva risvolti improvvisi e si dimostrò ardua. Ralph prese per il collo un leone rosso e gli strinse un braccio attorno al collo fino a soffocarlo per poi buttare la sua carcassa contro dei grossi scarabei antropomorfi che stavano attaccando la medium alle spalle. Calhoun e Felix, grazie ai crouser che avevano trovato al vulcano Gulgu, stavano eseguendo una serie di voli acrobatici ed sparavano con dei fucili laser. La soldatessa si era stupita nel constatare che il suo futuro marito aveva talento nello sparare e si era sentita orgogliosa di lui. L’Aggiusta Tutto si voltò verso di lei e urlò “Il gruppo est ha bisogno del nostro aiuto ed quello sud sta retrocedendo …”. Un nibbio rosso si gettò in picchiata tra colpi laser e di proiettili veri, verso Felix. Sfoderò gli artigli e puntò al suo collo ma Calhoun prese il suo coltello da caccia e lo scaglio contro l’animale. Il rapace precipitò, pugnalato al cuore. L’Aggiusta Tutto le rivolse un sorriso mentre la soldatessa ringhiò, leggermente rossa “Tieni gli occhi puntati sul cielo, Felix! Il nostro compito è quello di neutralizzare i nemici alati …” “Ma il gruppo est ha bisogno di aiuto per …” iniziò a ribattere l’altro. Calhoun alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Poi mirò verso la linea est e sparò una mitragliata di colpi in modo che i nemici rimasti furono costretti a retrocedere. Guardò Felix e sbuffò “Ora sei contento?”.

Intanto, sotto di loro, gli NCP si battevano agguerriti: il drago Spyro stava caricando aiutato dai pugni di Rayman un toro gigantesco mentre Lara Croft sparava contro delle tigri del bengala. Alice e Lancaster duellavano come se fossero un NCP solo ed ogni tanto, tra uno sparo ed un colpo di the incandescente, si scambiarono sguardi intensi. Un altro amore era sbocciato tra colpi di pistola e affondi di spada. Daniel si alleò con il terribile Cappellaio ed il Fabbricante di bambole che lo aveva dotato di una spada dalla lama nera con minuscole faccine di bambola bianca che aprivano e chiudevano la bocca. Un affondo fatto da quell’arma poteva rivelarsi letale per chiunque fosse stato il bersaglio. Infrid e Shiva, gli spiriti d’invocazione di FINAL FANTASY, insieme a Siren e Carbuncle attaccavano e difendevano le truppe di NCP con magie e incantesimi. Fu allora che Calhoun sentì delle grida di battaglia provenire dai piani inferiori. Perplessa; ella si voltò e prese il suo ultra modificato binocolo e lo puntò giù. Fece un largo sorriso e gridò verso il fidanzato “E’ il tuo giorno fortunato, recluta …” ed indicò il punto.

Roger stava correndo verso di loro, con la tonaca lurida che svolazzava mostrando le gambe secche e fini mentre gli Arcadici lo seguivano. Ralph, nella sua forma demoniaca da POWER STONE ringhiò soddisfatto “Finalmente un po’ d’aiuto …”. Guardò verso la porta della cartella del LAZZARUS e mormorò “Spero che Vanellope e Celeste se la cavino senza intoppi … Dove sarà finito il LAZZARUS?”. D’improvviso sentì una serie di tonfi ritmati, come se un gigante altro quaranta metri si stesse dirigendo verso di loro trascinando con sé qualcosa che strideva al contatto con il muro ed il pavimento. Il LAZZARUS apparve davanti a loro sotto ad un’altra forma, più definita. Era una gigantesca donna con una decina di braccia e un viso bellissimo, dotato di una sensuale bocca carnosa munita di denti aguzzi e tre occhi rossi. Era armata di quattro spade. Koudelka fissò la figura induista e fece un sorriso “La dea Kalima … Colei che governa la morte …”. Prese dal suo inventario delle pallottole e disse “Spero che il piano di batuffolo di cotone funzioni …”.
 

Vanellope e Celeste riuscirono ad avvicinarsi alla cartella senza che il LAZZARUS e i suoi scagnozzi rossi se ne accorgessero, troppo presi dai NCP e dalla loro battaglia. La loro bassa statura le aveva aiutate a non dare nell’occhio ma adesso veniva la parte più difficile. La bambina sfoderò il suo Keyblade e borbottò “Ora non ci rimane altro che entrare …”. Vide la cerulea distratta e domandò “Ehi … Ti senti bene?” “Non lo so … Ho la sensazione di essere osservata …” rispose l’altra con un sussurro. Vanellope si guardò in giro e disse “Forse sei solo un po’ agitata … Ultimamente ci capitano una serie di eventi che una normale principessa non avrebbe mai affrontato nel suo gioco neanche fra un milione di anni …”. Sorrise maliziosamente e disse “Andiamo così potremo parlare di questioni fra donne …” “Questioni fra donne?” ripeté Celeste basita. La piccola pilota di kart annuì ed puntò il Keyblade contro la serratura che si aprì con un leggero clic. La porta si socchiuse facendo soffiare un vento gelido dalla fessura. “BRRR Che freddo! Sembra di essere dentro ad un triplo cono gelato immerso nella granita!” “Come sei esagerata Vanellope! Rispetto alla temperatura del gioco in cui ero finita prima; questa è una lieve brezza di primavera”. Le diede un colpetto affettuoso alla spalla e disse “Dai … entriamo prima che si accorgano della nostra presenza”. La bambina fece una alzata di spalle ed insieme varcarono la soglia.

Calhoun si gettò in picchiata e sparò una serie di colpi, centrando tutti i nemici sotto al suo mirino. Però non riusciva a liberarsi da una sgradevole sensazione … Come se qualcosa stesse andando storto … Dette un’occhiata tramite il binocolo e cercò il portale dove erano entrate Celeste e Vanellope. Le vide attraversare il varco del LAZZARUS come da programma. Fin qui niente di strano. Però poi … “Oh … Merda!”. La soldatessa ripose il binocolo alla cintura ed si precipitò verso Lancaster. Non ci voleva questa … Quel microbo bastardo avrebbe mandato tutto a puttane! Ma prima di poter scendere anche di un metro un demone rosso dalla testa di leone e le ali da pipistrello le sbarrò la strada, ringhiando minacciosamente. “Ok sottospecie di gattino geneticamente modificato … C’e zia Calhoun che metterà fine alle tue sofferenze …”.

“Wow!” esclamò Vanellope guardandosi intorno. Si trovavano circondate da gallerie ricoperte di ghiaccio splendente e delle stalagmiti che ricoprivano il soffitto che facevano mille luci colorate. La principessa stellare si mise le mani davanti alla bocca, sgranando gli occhi. Tra i muri spuntavano piccoli mazzetti di bucaneve e altri fiori candidi dai petali ricoperti di brina che emanavano un profumo dolcissimo. “E’ un peccato che questo posto, dopo che avremo manomesso il programma del LAZZARUS, si distruggerà senza lasciarne nessuna traccia …” commentò la bambina. Si mise il Keyblade sulle spalle e fece qualche passo in avanti. Celeste la seguì “Non è detto che si distruggerà tutto … Magari era così anche prima …”. Iniziarono a parlare di frivolezze tanto per alleggerire il loro nervosismo mentre entrarono in una delle gallerie. Dovevano stare attente perché il pavimento era coperto di ghiaccio lucido e scivoloso. “Speriamo di aver imbucato il tunnel giusto … Non so se riuscirei a ritornare indietro senza scivolare …” borbottò la cerulea. Poggiò il piede a terra e slittò in avanti, andando a sbattere contro la parete. Le stalagmiti sul soffitto tintinnarono tra loro. Le due deglutirono all’unisono. Proseguirono ancora per un breve tratto. Alla fine arrivarono ad un bivio. Il varco alla sinistra era illuminato da una luce fiocca e gli stipiti erano ricoperti da migliaia di fiori mentre l’altra soffiava il vento. “Adesso dove andiamo? Il nucleo potrebbe essere alla fine di una di queste strade …” “Potremo dividerci ed entrare una per varco” “E come facciamo a tenerci in contatto se una di noi dovesse trovarsi in pericolo o trovasse ciò che cerchiamo?”. Celeste ci pensò un po’ su, poi domandò “Hai ancora con te la chiocciola e-mail?”. La bambina annuì e gliela mostrò. La principessa annuì a sua volta e tirò fuori a sua volta dalle tasche della sua gonna e ne tirò fuori una chiocciolina. “Bene … Se una di noi si trova in pericolo o trova il nucleo darà un messaggio con questa …”. Fece un sorrisetto tirato “Ce la possiamo fare …”. Vanellope rispose al sorriso nella stessa maniera della principessa, si salutarono ed ognuna si introdusse dentro ad’un entrata. Ora lui doveva scegliere da che parte andare. Se doveva inseguire quel piccolo e maledettissimo glich, che spuntava come uno di quei funghi velenosi a mettergli i bastoni tra le ruote, oppure inseguire la sua dolce bambolina, magari darle una bella sculacciata per essersi comportata male, e farle capire una volta per tutte che il suo posto era quello di stare accanto a lui! Era una scelta così difficile … Si grattò la testa, perplesso. Alla fine decise di inseguire la ragazzina. In fondo aveva dei conti in sospeso con la piccola.

Vanellope aveva varcato la soglia illuminata e piena di fiori. Ora capiva come. La galleria si stendeva lunghissima e stretta, con le pareti trasparenti e dentro di esse nuotavano una serie di creature marine, anche essi semi-trasparenti. Erano loro ad emettere quella luce fiocca e ballerina. La bambina sfiorò con le dita quelle pareti magiche e per un attimo dimenticò il suo compito. Se solo Ralph e gli altri potessero vedere quello spettacolo … Una risata maniacale fin troppo familiare echeggiò nell’aria, facendole rizzare i capelli sulla nuca. Tirò fuori il Keyblade e lo agitò, leggermente intimorita. La risata si fece più nitida e forte. “Dove sei muffin ricoperto di vermi? Sappi che non ho paura di te …” “Piccola bugiarda … Si sente benissimo che sei pervasa dal terrore …”. Lei si irrigidì di più e si mise a girare su se stessa. Era incredibile che quel bastardo riuscisse a celarsi ai suoi occhi … Eppure era lì vicino! Avvertiva la sua nefasta presenza … Una mano vermiglia sfondò la parete alle sue spalle e la afferrò dal cappuccio della felpa. La bambina strillò ma recuperò presto la calma e si teletrasportò via dalle sue grinfie. La mano sparì come era apparsa mentre la risata del virus ritornò a farsi sentire. Il buco al muro si richiuse magicamente e ritornò come prima. La piccola pilota di kart si guardò intorno e mormorò “Maledizione … Come farà quel maledetto pazzo psicopatico a nascondersi in questa specie di acquario trasparente?”. Una goccia di sudore le scivolo dalla tempia “Almeno che …”. Si girò di scatto ed osservò una delle pareti. Si stava avvicinando a lei un gigantesco balenottero trasparente con delle strisce sul dorso con impresso sul muso un sorriso diabolico e gli occhi spiritati. “Oh, per tutte le paste carbonizzate uscite dal forno!”. L’animale marino sfondò il muro, si squagliò come cera e apparve la faccia di Candito in versione Scarafoide. Il virus gridò “Sorpresa!”. La bambina fece un salto all’indietro, schivando le dita rossastre per un soffio, e cercò di colpirlo con la chiave. La punta urtò contro il gomito. Lui rise e disse malignamente “Tutto qui quello che sai fare mia cara piccola glich?”. La bambina allora si frugò nelle tasche mentre lui sgusciava fuori dalla parete ed zampettò verso Vanellope scricchiolandosi le dita delle mani e ridendo di gusto. Alla fine lei riuscì a tirar fuori dalla tasca la chiocciola “D- Devo chiamare Celeste …”. Il sorriso di Candito si spense ed schiaffeggiò la ragazzina sulla guancia così forte da farla sbattere contro la parete opposta. L’animaletto le cadde di mano ed rotolò per un breve tratto finché il virus non lo fermò con una mano. Tornò a sorridere “Questa volta non ci sarà nessuno a salvare il tuo bel faccino birichino …”. Schiacciò la chiocciola e la fece a pezzi. Rimase a guardare i pezzi del guscio e bava scivolargli sul palmo per pochi secondi, poi tornò a guardare la bambina che tremava ma teneva ben stretta la grossa chiave. Ridacchiò e disse in tono derisorio “Poverina, stai tremando! Non devi aver paura …”. Tirò indietro il braccio e fissò Vanellope nei occhi. Lei si impietrì dalla paura e Candito se ne accorse. Il suo sorriso si allargò e disse “Non devi aver paura … Presto sarai raggiunta in paradiso dai tuoi amici …”. Vanellope chiuse gli occhi e …

Una raffica di proiettili colpì il virus al braccio, facendolo arretrare. Celeste fece un passo in avanti impugnando la pistola ed guardandolo storto “Prenditela con qualcuno della tua taglia” “Celeste!” gridò la bambina con le lacrime ai occhi. La principessa fece un altro passo e ringhiò “Tu va avanti Vanellope … Ci penso io a questo stronzo …”. Candito le rivolse un sorriso di sfida “Non tirare troppo la corda amore … Non sei riuscita mai a sconfiggermi ogni volta che abbiamo avuto il nostro Faccia a Faccia …”. L’altra ricambiò il sorriso e disse “Magari questa volta riuscirò a sorprenderti …”. Tirò più su la canna della pistola e sparò un colpo, sfiorando la guancia del virus. La bambina, invece, si tolse dalla traiettoria di Candito e iniziò a correre per la strada per poi urlare “Fatti forza Cielo!” “Dove credi di andare ragazzina?!?” si mise a gridare il virus e fece per seguirla ma fu fermato da un’altra raffica di colpi. La principessa inarcò un sopracciglio e disse “Non così in fretta bello …”. Lui fece una smorfia divertita “Rimarrei a giocare con te ma devo fermare una petulante ragazzina dal distruggere ancora una volta i miei piani …”. Le diede un colpo allo stomaco con la coda, facendola scivolare all’indietro, per poi inchiodarla alla parete con una mano. Celeste cercò di svincolarsi dalla sua presa ma il virus aumentò la presa e le strinse il collo tra il pollice e l’indice. La principessa gemette e Candito, ritornando con il viso di Turbo, le sussurrò in un orecchio “Tu non puoi far niente … Sei allo stesso punto delle altre volte … impotente ed indifesa …”. La strinse di più e lei perse la presa sulla pistola, che cadde rumorosamente a terra. Iniziava a vedere sfocato quando si ricordò che al polso portava quella strana spada retrattile. Con difficoltà fece scattare la sicura finché la lama non uscì del tutto dalla manica e la infilzò nel palmo del suo aggressore come un punteruolo. Turbo mollò la presa mentre lei cadeva in piedi e si preparò al contrattacco.

Vanellope aveva il fiatone. Finalmente era riuscita ad arrivare alla fine della galleria. Una colonna fatta di vetro bianco si ergeva nel mezzo della piccola saletta circolare piena di finestrelle e scritte. E nel mezzo fluttuava un piccolo rombo fatto della stessa materia che girava su sé stesso che, a sua volta, conteneva una piccolissima sfera rossa, luminosa. La bambina fece un sospiro e si disse “Questo sarebbe il famoso nucleo? Poteva metterci un po’ più di fantasia il figlio di Litwak a farlo …”. Lo picchiettò con un dito e poi si disse “Forza, posso farcela! Il destino del nostro mondo è nelle mie mani … Un colpo preciso come una pignatta …”. Sollevò il Keyblade ed si mise a contare “Uno … Due e …”. La parete alle sue spalle si distrusse e Turbo si fece spazio tra i detriti urlando “Fermo dove sei, glich!”

  
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