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Autore: LifeIsAMovie    09/01/2015    1 recensioni
“Ricordi tremendamente un’àncora ai miei occhi.”
Mi sento proprio come un’àncora, ma non di quelle che salvano la vita, no, quelle che ti portano giù negli abissi con loro e ti impediscono di tornare a galla e tu preghi qualsiasi dio per poter lasciare la presa e salvarti…ma te ne rendi conto troppo tardi, sei così preso dal pensare che quell’ancora ti salverà da non accorgerti che sta facendo tutto il contrario. E poi quando te ne rendi conto…fa male, eh? Fa tremendamente male essere traditi dalla propria àncora, vero? Povero illuso.
Io non sono l’àncora di nessuno, specialmente di un tipo irritante e…
-Harry!-
Ecco appunto.
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Beh, se volete, buona lettura!
P.S.
Liam non è un santo, Niall non mangia fino a scoppiare e Zayn non è il figo misterioso e menefreghista, Louis ha una maschera che l'astinenza dalla droga gli farà cadere e Harry...beh, lui si para il culo.
#Larry
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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                                Cigarettes and alcohol


"Nessuno riesce a capire che anche l'anima più oscura ha bisogno di un amore che la rischiari...e se questo amore viene sottoforma di polverina bianca, beh, è anche meglio."


Fa freddo, cazzo se fa freddo.
Ma chi me l’ha fatto fare? Spero almeno di riuscire a guadagnare qualcosa…magari se qualche coglione ci casca, sempre nei limiti si intende. Non voglio far morire nessuno, fossi matto. Poi mi cercherebbe  la polizia e sarebbero cazzi miei. E tutto per un cretino che non si sa regolare.
Basta ora entro, mi sto congelando qui fuori.
Ma non hanno pagato le bollette? Una cazzo di luce potevano metterla!
Ah ecco, luci stroboscopiche. Ti pareva?! Come sbagliarsi! Entro qualche minuto mi verrà mal di testa, ne sono sicuro.
Cazzo, tra tutti questi decelebrati ti pare che non faccio un soldo?
Questa sala sembra più tranquilla : solo ubriachi e coppie, ma almeno non c’è la massa di scimmie ballerine.
Questi due tra poco si mangiano la faccia…lei non ha più il trucco. Blah. Ma l’unico posto di muro libero è qui davanti a loro…accontentati, dai retta alla tua coscienza.
Bah, se devo essere sincero, la mia coscienza non la sento da tempo. Quella fastidiosa vocina che mi diceva cosa era giusto fare e cosa no, non la sento dalla prima volta che mi sono fatto…l’ho rinchiusa da qualche parte e li è rimasta.
-Ei tu.-
Chi cazzo è adesso?
Alto, tutto muscoli, doppio taglio orrendo nascosto da un cappello con la visiera piatta…mmm, un coglione. Ei un cliente!
-Ei.- mi affretto a rispondergli.
-Dicono che tu abbia  droga buona.- appunto, un coglione.
-Ma che cazzo fai? Già che ci sei urlalo no?! Vuoi un cristo di megafono!?-
Ma guarda te chi mi doveva capitare, questo secondo me non ha mai nemmeno visto un grammo.
-Ei tranquillo amico! Qui non ci sente nessuno.- la sua mano sudaticcia si poggia sulla mia spalla e il suo sorriso bianco, grazie ad un decadente dentista, si allarga velocemente prendendogli tutta la faccia.
Decadente…dente…dentista…Bah, sono proprio simpatico!
Decido di lasciar andare la discussione ma sgrullo le spalle per far scivolare via la sua mano.
-Cosa vuoi?- incrocio le braccia al petto e comincio a masticare, in maniera più accentuata, la gomma che ho in bocca da, almeno, dieci minuti.
-Allucinogeni, nei hai?- vuole scherzare? La amo anche io quella merda.
 -Quanta?-  Voglio solo sbrigarmi.
-Tre grammi.- senza volerlo scoppio a ridere.
-Scusa amico ma non si vende a grammi, cioè si potrei ma fidati, non vorresti che ti frantumassi qui i cristalli, si noterebbe troppo. Facciamo così, tre cartoncini imbevuti ti bastano?  Se è la prima volta mezzo già basta.-
-Ok facciamo tre. Quanto vuoi?- non sembra risentito del fatto che gli sia scoppiato a ridere in faccia…meglio così.
-20 a cartoncino.-  il tipo mi guarda pensieroso eppure non mi sembra di aver parlato in una lingua diversa dalla sua, ne tanto meno gli ho detto una cifra irragionevole.
-15 e ti offro una bevuta.-
-15 e due bevute.-
Mi piaceva contrattare quando si trattava di farmi offrire da bere da gente che non aveva abbastanza soldi.
-Andata, vieni con me.-
Dopo avermi stretto la mano e essersi preso la roba mi invitò a seguirlo con il suo sorriso gentile che prima avevo criticato ingiustamente.
Il bancone è strapieno ma lui riesce a trovare posto anche per me tra bicchieri abbandonati e bottiglie mezze vuote.
-Zay, una vodka per me e…- mi guarda per farmi continuare la frase.
-Vodka lemon.-
-E un vodka lemon per il mio amico…- si aspetta di nuovo che  riempia lo spazio vuoto come quelle stupide verifiche delle elementari.
-Harry.- quasi sbuffo. Voglio il mio bicchiere pieno. Adesso.
-Piacere di conoscerti Harry, io sono Zayn.- mi porge il bicchiere con la mia bibita ghiacciata e io mi limito a fargli un cenno del capo iniziando a bere. Anche lui ha un sorriso gentile…e è un gran fico. Ok anche quello che ha comprato la droga lo è ma mi sa di coglione e non lo ammetterò mai. A quanto posso notare, entrambi hanno  un bel arsenale di tatuaggi.
-Zay, questa e un’altra bevuta  glie la offriamo noi.- Ah quindi anche il barista è immischiato in questa cosa…
-E perché?- il moretto dietro il bancone alza le sopracciglia e guarda incuriosito il ragazzo al mio fianco.
-Liam quante volte ti ho detto che non devi offrire da bere a tutti i ragazzi carini che conosci e che vorresti farti? Andiamo, sta diventando un cliché!-  Una voce acuta alle nostre spalle attira la mia attenzione e vedo una piccola mano poggiarsi sulla spalla del ragazzo che ha comprato la droga. Il moro scoppia a ridere e il nuovo arrivato lo segue mentre l’altro sbuffa.
-Mi dispiace, non sei il mio tipo.- biascico finendo il primo bicchiere. Quello che dovrebbe essere Zayn me ne passa uno identico  mentre continua a ridere.
-Non fatevi strane idee, ho solo comprato la droga da lui, stronzi.-
-E dimmi un po’, chi è il tuo tipo?- il nuovo arrivato si poggia con la schiena al bancone per avere la mia massima attenzione.
-Louis, lascialo in pace dai.- alzo lo sguardo e trovo Zayn ad osservare in malo modo l’amico.
-Sai che non sopporto gli omofobi, sono persone ignoranti e…- mi perdo il resto della conversazione perché quel nano si è girato dandomi le spalle e lasciando il suo sedere alla mercé dei miei occhi.
Posso solo pensare ad una cosa: cazzo che culo! Sarebbe da affondarci dentro e spingere e…aspetta, come mi ha chiamato? Omofobo? Vorrei ridere ma sembrerebbe scortese, giusto? Però, che voce assillante cazzo. Sarebbe il caso di farlo urlare per una notte intera così rimane senza voce…e io già so un modo per farlo urlare.
Basta mi sono stufato di stare qui e la sua voce mi da sui nervi, soprattutto perché mi sta insultando senza conoscermi…che tipo.
Però…prima voglio divertirmi.
Mi alzo dallo sgabello e avvicino le labbra al suo orecchio, lui blocca la sua parlantina  nel momento in cui gli sfioro il sedere con la mano.
-Complimenti per il culo.- è un sussurro lieve ma so che l’ha sentito, le spalle gli si sonno irrigidite e anche se non riesco a guardarlo in faccia capisco che è sconcertato dall’espressione interrogativa di…Zayn giusto?
Mi allontano lentamente dal bancone, la testa alta e la schiena dritta. Mia madre è una regina, ma io resto un figlio di puttana sicuro di se.
Omofobo io? Ma con chi credeva di avere a che fare?! Che coglione.
Ritorno fuori, lontano dalla musica assordante e dalle luci fastidiose. Spero i essermi riscaldato un po’ grazie alla vodka…ma ne dubito.
Dove cazzo ho messo l’accendino? Porca troia non ci voleva…
Mi infilo una sigaretta in bocca e faccio per avvicinarmi ad un gruppo di persone per chiedergli l’accendino. Improvvisamente si accende una fiamma davanti a me e io, non capendo, inizio ad aspirare per accendere. Sorpresa delle sorprese…indovina un po’ chi mi ha acceso la sigaretta?! Ma guarda un po’, il nanetto fuma anche.
-Grazie. Tu fumi?- gli apro il ventone semi vuoto davanti offrendogli una sigaretta.
-No beh, sai, io ho un accendino solo perché mi serve per rimorchiare.- il suo tono di voce è abbastanza sarcastico e lui sembra così strafottente…mi da l’urto, cazzo.
-E funziona?- faccio il suo gioco mentre mi porto la sigaretta alla bocca e lo fisso incuriosito mentre aspiro.
-Non lo so, dimmi te…sta funzionando?- ei, va subito al sodo il piccoletto eh! Mi piace…
Ma è troppo, davvero troppo, sicuro di se.
-Tu che dici? Ho gli occhi a cuoricino per te?- scoppio a ridere vedendolo irritato.
Fa per prendere una sigaretta dal mio pacchetto ancora aperto nella mia mano, ma lo richiudo mettendolo in tasca.
-Troppo tardi, bel culo, ma se vuoi ti lascio due tiri…-
-Non chiamarmi più così e dammi una sigaretta.- alza gli occhi al cielo e io non posso fare a meno di sorridere.
-Con calma e per favore, signorino- tiro fuori il pacchetto di sigarette ma senza aprirlo. Mi aspetto davvero che sia gentile.
-Puoi darmi questa cazzo di sigaretta, per favore?- era più uno sbuffo ma mi va comunque bene.
Una volta iniziato  a fumare, per me, è diventato difficile guardarlo senza pensare a quanto fosse sexy.
-Quindi tu vai in giro ad accendere sigarette alla popolazione maschile di Londra sperando di rimediare una magnifica storia d’amore?- mi piace prendere in giro le persone…è il mio passatempo preferito, dopo il sesso e la droga.
-Ah ah, ma come siamo simpatici!- ok, se solo ne fosse in grado, il suo sguardo mi avrebbe fulminato.
È bello il silenzio…è bello non sentire la sua voce irritante, magari si potrebbe stare così per sempre. Peccato che poi sbuffa e capisco che la pace sta per finire.
-Ok, arrivo subito al punto: voglio scoparti. Ci stai?- si gira per guardarmi, non c’è traccia di vergogna in lui, solo nervosismo. Ha persino buttato la sigaretta.
-Casa mia o casa tua?-. Non mi sarebbe dispiaciuta una scopata con lui. Magari riuscivo anche a lasciarlo senza voce…che idea allettante.
-Casa mia, è praticamente qui a due passi.- sembrava essersi rilassato un po’.
-Ok…-
-Non correre, riccio, prima mi faccio, sai…ho pagato.-
-D’accordo.-  girai gli occhi al cielo…che incredibile rompicoglioni che mi ero andato a cercare!
Fece cenno con la testa di seguirlo e ci ritrovammo davanti a una rampa di scale esterne ad un edificio abbastanza alto. Odio le scale…le odio con tutto il cuore. Ma per quel culo, questo e altro. Non lo ammetterei mai ma stavo tipo avendo una relazione amorosa con il di dietro di questo tipo, i miei occhi si erano infatuati di quella carne soda e tonda e…
-Sei inquietante, riccio.- la sua voce interrompe i miei pensieri e io devo alzare lo sguardo sulla sua faccia e distogliere l’attenzione dal suo culo.
Mi accorgo solo adesso di quello che stavo realmente facendo: guardavo il sedere sculettare tenendo il labbro inferiore stretto tra i denti e qualche volta passandoci la lingua sopra assaporando il piacere di averlo…cazzo ero davvero inquietante se poi si aggiungeva il fatto che lo guardavo incantato e voglioso.
Scrollai le spalle e gli intimai di continuare a camminare.
-Non è colpa mia se sculetti come una troia.- sbuffo.
-Oh…intendi così?- detto questo inizia a sculettare da diva del cinema porno e, cazzo, voglio un premio Nobel per non essermelo sbattuto qui e ora.
La sua risata mi perforò i timpani.
Maledetto culo!
Meno male siamo arrivati! Certo, mi sono dovuto fare quattro rampe di scale, entrare da una finestra e sorbire la sua risata ma siamo arrivati.
 E ora diamo il via alla festa.
Ci mettiamo sul suo letto e lui tira fuori un paio di bustine che conosco bene anche se non sono state comprate da me, ne ho una marea nelle tasche.
-Lascia, faccio io…sai, ci lavoro.-  gli strappo la roba e inizio la preparazione.
-Si ma c’è da polverizzare questa.- tira fuori un’altra bustina.
-Sai farlo?- lo guardo alzando gli occhi dal cucchiaino esposto alla fiamma.
-Certo, per chi mi hai preso?-di nuovo il solito saputo. Bah.
-Guarda che se la lavori male sono cazzi tuoi, io non voglio…-
-Cazzo, rilassati, riccio! Andrà tutto bene, non è la prima volta che lo faccio ok? Tu pensa al tuo lavoro.-
Mi ha convinto.
Cazzo non voglio averci un morto sulla coscienza, ma se dice che sa farlo magari dovrei fidarmi di lui.
Finito , chissà lui a che punto sta. Alzo lo sguardo e lo trovo intento ad arrotolare un pezzo da 20. Povera regina.
-Vuoi?- mi passa il pezzo di carta colorato ma io rifiuto dicendogli che avevo la mia.
-Dov’è il bagno?- mi alzo dal letto sperando di tornare qui e di trovare ancora la mia parte.
-Quella porta la.-
Cazzo che disordine in questa casa, si vede che ci vive da solo. Non è nemmeno tanto piccola però, insomma se fosse tenuta meglio non sarebbe male. Ma che mi posso aspettare da un drogato?
Trovo il bagno e mi ci fiondo dentro.
Dio, erano due ore che non pisciavo! Mi sento molto meglio. Questo si che è puro piacere: pisciare dopo tanto tempo che la trattieni.
Mi sgrullo bene e decido di non fare lo sciattone. Tengo alla mia igiene personale, soprattutto quando devo scopare, quindi va a finire che mi do una lavata. Magari gli viene in mente di farmi un bocchino…
Tiro su la patta dei pantaloni e esco, la fascia che tiene i capelli non mi sembra molto stabile ma non torno in bagno per sistemarla…infondo dopo va tolta. Si spera.
-Senti, com’è che ti chiami?-. Non faccio in tempo ad entrare nella stanza da letto che vengo colto da un immagine tremenda.
Ora che cazzo faccio?! No no no no no no. Non può succedere a me! Che cazzo faccio?!
Che schifo, gli esce anche la bava. No no no. Non a me! Cristo. E adesso?
Ok…respira…calmo e…no, se chiamo l’ambulanza ci vado di mezzo io e sinceramente non voglio andare dentro per spaccio, per colpa di un coglione che…si ma non posso lasciarlo collassare qui io…cazzo! Merda, merda, merda!
Vaffanculo! Cazzo, Harry, non puoi far morire una persona per paura di andare in carcere…che tra l’altro te lo meriti pure…ok adesso lo prendi, lo carichi in macchina e corri all’ospedale. No il tragitto è troppo lungo e…che Cristo!
Dio non riesco nemmeno a fare il numero, mi tremano le mani.
Allora…qual’era il numero? 666? No, non devo mica chiamare un esorcista! Anche se…Cazzo no!
999! Si è quello!
Mmmm Ambulanza!
-Cazzo ma quanto ci mettete a rispondere?! Comunque sto chiamando per un…collasso dovuto a droghe…penso. Che cazzo faccio?-  sto nel panico puro, cioè non mi è mai successo niente di simile!
-Dove si trova? Mandiamo subito un Ambulanza.- come cazzo fa a stare così calma? Beh probabilmente non è lei ad avere la sua quasi scopata agonizzante sul letto. Porca puttana!
Guardo fuori dalla finestra e gli dico il nome della via.
Mi informa che stanno arrivando e io riattacco.
Ok…però non posso portarli in casa. Sono cazzi miei…e suoi, se si riprende, se entrano e ci beccano tutta sta roba. Porca troia! Porco cazzo.
Ok adesso me lo carico per le scale e…ma una merda di ascensore no eh? Siano impazziti gli inquilini di questo posto! Tutti fissati con lo sport, eh? Stronzi pure loro! Ah ma c’è un girone dell’inferno anche per chi non costruisce ascensori nei propri palazzi, si lo so per certo…c’è.
Dopo diverse imprecazioni riesco a portarlo in strada e a metterlo su una panchina li vicino. Perché non arrivano sti finti medici del cazzo!?
Ah eccoli!
Forse la scena che si ritrovano davanti li spiazza un po’, beh c’è un ragazzo quasi morto sdraiato su una panchina in mezzo alla strada, la testa sulle gambe di un altro incazzato e preoccupato allo stesso tempo e…perché cazzo gli sto accarezzando i capelli?!
-È un suo amico?- mi chiedono mentre lo tolgono da addosso a me.
-No.-  scuoto la testa.
-Allora è un parente?-che seccatori!
-No.-
-Scusa se te lo chiedo ma…è il tuo ragazzo?- si vergogna.
-Cosa?- stavo per urlargli di no ma dopo mi sarei giocato la possibilità di aiutarlo in ospedale, quindi…-si, stiamo insieme e lui non ha parenti qui, ha solo me.- mi sto mettendo nei casini. Sto davvero entrando nella merda. Ci sto appena affondando il piede, riesco a sentirlo andare giù. Bleh
-Ok, faremo un eccezione, può salire anche se non è un familiare.-
Li ringrazio cordialmente e mi siedo al lato del carrello dove era steso il ragazzo castano.
Grazie ai medici si calmò prima di arrivare in ospedale, peccato però che non si svegliava.
-Ora lei deve restare fuori.- non mi avevano rivolto la parola per tutto il tragitto e io non avevo parlato, eravamo tutti concentrati sul ragazzo steso sul lettino. Ora sentire la voce del signore di prima rivolgersi a me, dopo che aveva urlato per tutto il tempo agli altri per aiutare il castano, mi sembrava strano…quasi surreale. Come tutta la situazione del resto. Che cazzo ci facevo io la?
Mi limitai ad annuire.
Arrivo solo fino alla stanza dove lo portano e poi vado via…
E se poi si sveglia ed è solo? Posso davvero lasciarlo solo? No non posso.
A proposito di coscienze sparite…la mia a quanto pare è tornata alla ribalta, eh? Ci voleva una quasi morte, tutto qua.
Esco a fumare va.
Mi faccio dare un accendino da un inserviente in pausa e finalmente provo a rilassarmi. Ora il ragazzo è in buone mani, no? Posso anche andarmene.
Infondo, che cazzo ci sto a fare io qua? Nemmeno lo conosco! Ok però…non posso mica lasciarlo solo. Devo prendermi la responsabilità, no? Io mi sono fidato a lasciargli manovrare quella roba. Non avrei dovuto. Io dovevo solo scopare e andarmene e poi se lui voleva, dopo che me ne ero andato, poteva anche strafarsi di cocaina a me non importa un cazzo ma…ma che cazzo sto dicendo? È un bene che ci fossi stato li io a chiamare i soccorsi. Non voglio nemmeno pensare al “se fosse stato da solo”.
Solo che ora io rischio grosso. Non voglio di certo andare in carcere.
-Aaaaah! Che cazzo faccio?!- mi prendo la testa tra le mani e stringo forte i capelli.
Ok forse non avrei dovuto urlare perché ora mi fissano tutti ma mi sento meglio, ne avevo proprio bisogno.
Lascio la presa sui miei capelli e, vaffanculo, mi si leva la fascia che li reggeva. Non mi  va di perdere tempo a rimetterla, così la metto come sciarpa e mi lego i capelli in una cipolla decisamente venuta male. Ma sti cazzi.
-Che succede?-. Mi giro e una signora anziana si è appena avvicinata a me con sguardo apprensivo. E ora che cazzo mi invento?
-Il mio ragazzo è ricoverato e…-
-Oh, è quello arrivato qui con l’ambulanza non è vero? Mi dispiace tanto, caro, vedrai che starà meglio.- la sua voce, come la sua espressione, è davvero molto dolce. Ma ora ci mancava solo che una vecchia ci provasse con me!
-Non si svegliava…- è solo un leggero sussurro.
-I medici già parlano di droga lavorata male, è un miracolo che si sia salvato.-  ecco, ci mancavano le pettegole del reparto che escono a fumare e a parlare dei nuovi arrivati.
Droga lavorata male…Cristo santo, io lo sapevo che non mi dovevo fidare!
-Però che peccato, hai visto quant’era carino?- l’altra sembra davvero un’oca e io vorrei spaccargli la faccia ora e…cazzo non so neanche perché mi interessi così fottutamente tanto. Dovrei solo andarmene, ora.
-Io devo andare- cerco di liquidare la signora, ovviamente non ci riesco.
-E lasci qui da solo il tuo amico? Avrà bisogno di qualche viso famigliare quando si sveglia…-
-Oh, si fidi, non sono così familiare per lui e non ha bisogno di vedere me.-  quasi trattengo una risata.
-Ma non stavate insieme?- è perplessa e la capisco…l’ho confusa con l’ultima frase.
-Si, stavamo, abbiamo litigato davvero in maniera brusca e ci siamo lasciati, non penso mi voglia li.-  deglutisco rumorosamente, spero se la stia bevendo.
-Si vede che lo ami ancora.-
COSA?! O Cristo santissimo! Ma che si fuma questa? La prossima volta venisse da me…magari è meglio se prende roba buona.
Amare…pff. Che cazzata.
-Io non lo amo affatto!-
-Forse è per questo che avete litigato? Perché tu non vuoi ammetterlo?-
-No signora, mi credi. E, tra l’altro, quel genere di discussione mai avrà luogo, neanche tra un milione di anni. Lui non mi ama e io non lo amo.-  cerco in tutti i modi di fargli capire l’assurdità che ha detto ma dal suo sguardo capisco che prova solo compassione per me. Una compassione infondata.
-Io entro, ci vediamo.- Mi sono alquanto innervosito, vorrei solo tornare a casa e dormire ma a quest’ora non ci sono nemmeno i taxi, porca puttana.
Mi metto seduto davanti alla stanza del ragazzo e dopo dieci minuti ne vedo uscire altre infermiere.
-Può entrare se vuole.-
In primo luogo pensai di rifiutare ma poi…che pessimo attore potevo risultare? Dovevo entrare.
-Grazie.- fui un lampo ad entrare in quella stanza.
-Lei è l’amico, giusto? Dovrebbe svegliarsi tra qualche ora, se lo fa lei ci chiami immediatamente…intesi?-. Annuisco sotto il suo sguardo duro e il tono di voce fermo. Proprio un dottore.
Mi stravacco in modo poco elegante sul divanetto della sala e penso a quanto sia un fortunato bastardo questo qua, insomma ha un’assicurazione per essere stato messo qua e in pochi possono dirsi vivi dopo aver ricevuto danni dalla droga.
Prendo il suo telefono e gli salvo il mio numero come “Harry <3” e io mi salvo il suo come “Da cambiare”.
Ora mi addormento. Merito anche io un po’ di riposo, no? Me lo sono meritato. Prima però butto la gomma.
  
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