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Autore: LonelyWriter    10/01/2015    0 recensioni
Una lettera. L'ultima.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio amore,
 
Ti scrivo, come fanno davvero in pochi, non un messaggio, non una e-mail, ma una lettera.
Su questa carta, un po’ fragile, un po’ abbandonata nello scrittoio che non apro da anni. Proprio come me. 
Mi sento così, seenza nessuno, fragile ed in miseria. Ti scrivo mentre osservo i fasci di luce che superano a stento le persiane chiuse
ormai da mesi. Gli stessi mesi che son passati dall’ultima volta che ho mangiato un pasto decente, o dall’ultima volta che ho parlato
con un conoscente. Un amica, un amico, dovrei dire. Ma questa parola mi fa male, lo sai. Ha perso, per me, il forte significato
che rappresenta. Era qualcosa anche per me, questa parola. Anzi, era la cosa più bella, e più importante, dopo di te.
Mi trema la mano, nello scrivere queste frasi, perchè i ricordi mi colpiscono come il martello di un fabbro fa col suo incudine.
Mi sento scuotere dalle immagini di una vita che ho perso, e che non avrò mai più il coraggio di ritrovare.
Il profumo dei fiori, tutte quelle piante di cui conoscevi tutti i nomi, tutti i profumi ed i colori. Io mi ricordo. Ho cercato di distruggere
le immagini del tuo sorriso, mentre mi spiegavi la provenienza delle spezie, ed il suono caldo della tua voce,
mentre improvvisavi poesie sulla bellezza dei fiori. Non posso associare queste emozioni e questi ricordi ad altro se non alla mia vita.
Ed è così che ho capito come distruggerli, come farli sparire per sempre. Troppo a lungo ti ho visto allontanarti, volgndomi le spalle.
Forse hai estinto una fiamma troppo avida e viva, e con lei, hai spento il lume della ragione. Non c’è altro che posso lasciarti,
se non questo umile pezzo di carta, macchiato dall’inchiostro posato nella mia calligrafia tremolante.
Ho pensato che così non mi dimenticherai. Vivrò, nella tua memoria, non come avrei voluto, ma vivrò.
Mentre osservo la corda che pende dal lampadario, sento il profumo del polline. La primavera è qui. Ma io non ci voglio essere.
E me ne andrò.
 
Ricordati di me.
  
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