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Autore: crona78    10/01/2015    1 recensioni
Iniziò a suonare:
"Si sentiva leggero
come non fosse più consistente
come se non esistesse più
era come se l'anima si fosse staccata dal corpo
in un qualcosa che superava la comprensione umana
un mondo di fantasia
un mondo senza preoccupazioni."
La musica era tutto per lui,la sua unica vera amica, l'unica che potesse capirlo e apprezzarlo appieno.
Così era divenuto "musicista".
Genere: Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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STOMACH MUSIC

 
Il cielo era plumbeo e preannunciava un brutto acquazzone quando Shindou uscì da scuola, insieme a lui c'era Kirino, il suo unico amico nonché l'unico che gli parlasse senza secondi fini o odio, un ragazzo dai tratti un poco femminili, dai capelli color fragola e degli occhi color cielo terso, dalla personalità solare e anche uno dei più popolari della scuola, il che lo portava spesso a chiedersi come facessero ad essere amici essendo l'esatto opposto, lui a confronto dell'amico era nulla, aveva dei capelli castani fin troppo lunghi e degli anonimi occhi castani e la tendenza a piangere fin troppo facilmente.
Stavano parlando del più e del meno, mentre tra una folata di vento e un'altra si stringevano sempre più nei cappotti, dopo una decina di minuti arrivarono al bivio che li avrebbe separati fino al giorno successivo.
-ti consiglio di fare in fretta prima che si metta a piovere- disse
-va beh a domani, ciao Shindou-
-Ciao- mosse appena la mano mentre quei capelli rosa camminavano a passi lesti in cerca della dimora, ove in tutta sicurezza lo attendeva un bel pasto caldo e una famiglia altrettanto calorosa.
Invidia
Ora provava invidia, insensata si disse subito, non voleva provare invidia verso il suo unico amico, ma sapeva che non era poi così insensato quel suo sentimento; anche lui desiderava una famiglia come la sua: gentile, che al ritorno da scuola lo potesse accogliere con un bacio sulla fronte e del semplice amore materno; cacciò subito via quei sentimenti grigi e incominciò a camminare verso casa.
A testa bassa e non pensava a niente, scosso soltanto dalle folate di aria gelida invernale e poi sentì una goccia, due, tre aveva iniziato a piovere -ma che cavolo!- aveva imprecato al nulla e iniziava a correre dirigendosi verso degli stretti vicoli che, seppur allungassero la strada, almeno erano già più riparate.
Finalmente giunse al coperto in una viuzza, era già passato di li forse in un altra giornata di pioggia o chissà. Si ricordava di dover svoltare a sinistra ancora a destra per poi scendere delle scale e così fece, ma a qualche passo dalla seconda svolta iniziò a sentire qualcuno che cantava: una vecchia ninnananna o forse un vecchio gioco per bambini, ma aveva un...qualcosa di nostalgico e malinconico. I suoi passi si fecero più veloci, ancora e ancora finché non iniziò a correre senza controllo, ne era come...attratto ma man mano che si avvicinava non era solo quella cantilena ad attrarlo ma anche una strana sensazione, un “luccichio” nel buio, girò l'angolo dopo quelli parsi secoli e cadde in ginocchio.
Vi era un ragazzo riversato a terra in una pozza di sangue lo riconosceva: Sangoku, credeva si chiamasse non gli era mai importato molto di lui ed era un anno più grande ma...vederlo così! Lo stomaco era stato brutalmente tagliato in due e insieme al sangue e “altro” ne usciva un pezzo di carta macchiato dal sangue. Un gatto dal pelo bianco e gli occhi rossi fissavano il moro, era lì fermo...come se l'aspettasse e...sembrava stesse...sorridendo? La canzone era ormai cessata e Shindou era in ginocchio a premersi le mani sulla bocca in un misto tra il vomito e la necessita repressa di urlare e alla fine urlò, coperto dall'acqua che imperterrita cadeva sui tetti e i balconi e sul cemento nero. Si portò le mani alla testa riversando lacrime salate
sulla strada quando iniziò a sentire che qualcuno lo fissava, si guardò in giro varie volte calmandosi un poco, fino a che lo sguardo cadde sul gatto dagli occhi rossi: lo fissava curioso e con la testa leggermente inclinata ma quegli occhi rossi...lo inquietavano gli davano una strana sensazione di disagio, gli perforavano l'anima come se lo scrutassero dall'interno, gattonando si avvicinava sempre più a quegli occhi rossi e quando gli fu davanti questo si spostò vicino al foglio impregno di sangue, si avvicinò anche lui, seppur riluttante a quel odore di sangue, e prese in mano il pezzo di carta: era una melodia non la conosceva e da come appariva sembrava straordinaria, voleva suonarla, voleva suonarla subito! Inizio a correre ignorando il cadavere e la pioggia, corse e corse ed arrivo a casa ignorando i servitori, ignorando di svestirsi, le scale, le scale dannazione! Erano infinite o cosa?! Era irritato e sentiva una malsana voglia di suonare, soltanto suonare e riunirsi con la sua migliore amica: la musica; due scalini alla volta,tre scalini...ora ne manca solo uno! Il piano! Corse ancora e spalancò la porta, eccolo, nero e imponente. Alla vista iniziò a calmarsi e a sorridere alla sua unica e vera amica. Suonò

Si sentiva leggero
come non fosse più consistente
come se non esistesse più
era come se l'anima si fosse staccata dal corpo
in un qualcosa di illlidiaco
un mondo di fantasia
un mondo senza preoccupazioni
un mondo però...
incompleto


Rabbia e angoscia, premette forte e senza ritegno sui tasti neri e bianchi, in un miscuglio di suoni graffiante e furente.


 
-abbiamo un nuovo musicista-





ANGOLO DELLA MANGIATRICE DI PAN DI STELLE -3-

Ayeye signori! ^^ e finalmente l'ispirazione mi ha colto!
in un momento assai romantico...^^ 
ovvero....*rullo di tamburi*
mentre aspettavo l'autobus al gelo ù_ù pensando alla canzone dei vocaloid "stomach book"
infatti la fic è tratta appunto da quella canzone ^^ 
quindi che dire...probabilmente verso la fine ci sarà un po'  di Rantaku ma non ne sono sicura 
in ogni caso...che altro posso dirvi... (i pan di stelle mi ricordano i capelli di Shindou xD)
ah boh...ci si vede al prossimo vero e propio capitolo ^^
Ayeye!



 
   
 
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