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Autore: amberxtomlinson    10/01/2015    5 recensioni
Dal testo:
"Eppure Ben lo sapeva che non sarebbe dovuto andare a quella stupida festa.
Lo sapeva benissimo, ma c'era andato lo stesso, da perfetto rincretinito qual'era.
Però, sul momento l'idea non gli era sembrata così malsana, soprattutto di fronte all'alternativa di dover passare la serata col suo "fratello prodigio".
Adesso invece capì quanto fosse stato incommensurabilmente idiota. Ma certo, Ben, perché non passare una serata chiuso nella stessa casa con adolescenti sballati e ubriachi? A dover, magari, prestare continua attenzione affinché qualche imbecille non ti vomiti addosso?
E, soprattutto, a dover avere continuamente davanti gli occhi la visione raccapricciante della tua cotta ossessiva dai tempi del primo anno a sbaciucchiarsi e toccarsi con la sua fantomatica ragazza dalle gambe lunghe?
Davvero, non si poteva essere più idioti"
Una festa deprimente per il povero Ben.
Almeno finché il destino (o quale dio per esso) non si è mostrato nel momento in cui, al tanto imbarazzante quanto scontato gioco della bottiglia, questa non avesse deciso di regalare quei sette minuti nello stanzino proprio a lui e alla sua irraggiungibile cotta.
Sette minuti in grado di cambiare tutto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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~~Angoletto mio :3
Ma ciao a tutti! Ebbene, lasciate che vi spieghi il mio cambiamento di quella che inizialmente era una one-shot in una mini-long. Hem hem *Umbridge style* Questa è la prima volta che provo a pubblicare qualcosa, perciò avevo pensato di iniziare una one-shot senza troppe pretese, per andare sul sicuro. Sinceramente, non credevo sarebbe piaciuta, ero terrorizzata a morte! Per fortuna non l’avete trovata rivoltante, quindi, essendomi resa conto che potevo ricavarci qualcosa di più, ho deciso di renderla una mini-long di tre capitoli, forse quattro se riesco nonostante l’inizio della scuola. Anche perché, essendo inizialmente una one-shot, non ho preparato un seguito e devo ancora scriverlo.
Detto questo, vorrei ringraziare con tutto il cuore le persone che hanno messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate! Mi avete lasciata totalmente di stucco, non me lo sarei mai immaginata! Sono commossa, vi ringrazio tantissimo. Poi vorrei ovviamente ringraziare le persone che hanno recensito *^* vi amo tutti. Un grazie speciale a Federica Reeves per il suo aiutino XD
Infine, il prossimo aggiornamento verrà molto probabilmente per la settimana prossima, se non prima. O dopo. Dipende dalla prigione nota comunemente come scuola.
Arrivederci a tutti, e a presto u.u

Ben era piuttosto certo di aver sognato tutto.
Insomma, come sarebbe mai potuto essere quantomeno concepibile che Mark Hoals, il ragazzo più sexy che avesse mai degnato della propria presenza questo insulso mondo, fosse… gay?
Cioè, ma stiamo scherzando?
Era da tutta una vita (okay, solo tre anni, ma sembravano un’intera vita) che si era rassegnato a poter solo adocchiare da lontano, con tanto di qualche occasionale filo di bava, quel ragazzo così impossibile e al di sopra dei suoi standard.
Era tutto come il primo giorno che lo aveva visto. Le stesse sensazioni che lo sommergevano, lo stesso battito accelerato con tanto di occhi sognanti. Lo stesso desiderio di essergli vicino, di instaurare un qualche tipo di rapporto con lui, anche solo lucidargli le scarpe. Magari sfiorava la soglia del ridicolo e patetico, ma era davvero, davvero disperato.
Così disperato da perdere volontariamente una fermata dell’autobus soltanto per avere la possibilità di guardarlo ancora un po’ da lontano.
E ovviamente arrossire come un deficiente ogni volta che quegli occhi azzurri incontravano i suoi. Dio, quegli occhi. Erano qualcosa di impossibile.
E adesso, dopo tre anni (tre anni!) a struggersi nella propria disperazione, cosa scopriva?
Che Mark era gay.
Mark.
Gay.
Prendiamoci un momento per riflettere sul significato di queste due parole accostate. Insomma, non lo avrebbe mai nemmeno sognato! Okay, a sognarlo lo aveva sognato, ma era un po’ diverso. Lo riteneva un sogno impossibile, una meta irraggiungibile in cui sguazzare coi pensieri. Un po’ come un porto sicuro, qualcosa che non sarebbe mai cambiato, anche se parecchio deprimente.
Adesso non sapeva più cosa pensare.
Se non un’unica certezza, nella quale si crogiolò mentre si girava e rigirava nel letto, lo stomaco in subbuglio soltanto a ripensare a quei sette minuti con lui.
Mark Hoals lo aveva baciato.
E non era stato un bacio casto. Proprio per niente.
Si sentì ridicolo quando si accorse di avere un enorme sorriso stampato in faccia, ma non riuscì proprio a levarselo, benché si rendesse perfettamente conto di starsi comportando come una qualunque ragazzina al suo primo bacio. Beh, non è che poi si fossero solo baciati, ma nemmeno erano passati oltre (dopotutto in sette minuti non è che si possa fare poi molto).
Arrossì e seppellì la faccia nel cuscino, cercando inutilmente di calmarsi.
Era una causa persa, ormai. Il cuore non ne voleva sapere di stare fermo, il sorriso da imbecille non accennava a sparire, e lo stomaco sembrava proprio intenzionato a rimanere agitato.
Si morse un labbro, sentendo le guance scaldarsi mentre per la cinquantesima volta, o giù di lì, si perdeva nel ricordo di quei sette minuti con lui.
Oh mio Dio, si sentiva così ridicolmente felice. Era tutto così assurdo e bellissimo.
Quando il giorno dopo si svegliò, scese per fare colazione con ancora un sorrisino sulla faccia, e gli occhi persi nel vuoto.
Si sedette sulla sedia con un sospiro, iniziando a mangiare.
Si accorse dopo un po’ di avere lo sguardo di sua sorella e sua madre puntati su di lui, che subito lo misero a disagio. Avevano uno sguardo inquisitore parecchio inquietante.
- Chi sei tu e che ne hai fatto di mio fratello? - sua sorella assottigliò gli occhi scuri nella sua direzione - Era per sapere, comunque, puoi anche tenertelo.
- Cosa? - chiese Ben, confuso.
- Tesoro, in sedici anni di vita, non ti ho mai visto sorridere di prima mattina - specificò sua madre.
- Giusto, di solito ci lanci un’occhiata omicida e borbotti qualcosa che sa molto di “il genere umano deve morire di atroci sofferenze”.
- Cos’è successo? - chiesero contemporaneamente.
- Sembrate le gemelle di Shining - commentò Ben, alzandosi, sperando di allontanarsi prima che quelle due potessero capire qualcosa.
- A volte penso che Lucy sia il clone segreto di tua madre - commentò suo padre, ridacchiando mentre leggeva il giornale.
- Anche io - commentò sua madre.
Effettivamente, oltre per carattere, si assomigliavano parecchio: stessi capelli neri e occhi scuri, stesse lentiggini e naso piccolo. La differenza, oltre che nell’età, era nel fatto che sua madre avesse i capelli corti, mentre Lucy colorati con ciocche blu che facevano un bellissimo effetto alla luce. Ben alzò gli occhi al cielo e si allontanò velocemente verso la propria camera, sperando di sfuggire a eventuali interrogatori.
I suoi genitori non sapevano che fosse gay. In effetti, nemmeno lui lo sapeva, prima di prendersi quella cotta impossibile verso Mark Hoals.
Un attimo, impossibile non lo era più, ormai. Doveva ancora metabolizzare bene, era tutto così assurdo… e fantastico. E spaventoso.
Si rese appena conto di una cosa molto importante: come doveva comportarsi con Mark? Andargli vicino? Parlargli?
E se per lui era solo un bacio qualsiasi? Forse non sarebbe cambiato niente, alla fine…
Cavolo.
Si lavò e vestì velocemente, come se volesse fuggire dai propri pensieri, e uscì in gran carriera con un saluto generale alla sua famiglia.
Aveva il passo accelerato. Non sapeva nemmeno perché, ma voleva arrivare il più in fretta possibile. Magari vedere Mark gli avrebbe schiarito le idee.
A ripensarci adesso, quei sette minuti con lui sembravano essere stati solo un sogno, tanto sembrava irreale quanto accaduto, e la cosa lo stava mettendo sempre più in agitazione.
Arrivò davanti scuola quasi correndo, e si sedette su una panchina. Ma era troppo agitato, probabilmente a chiunque lo guardasse doveva sembrare un drogato di caffeina. Agitava la gamba spasmodicamente, battendo le dita e facendo scorrere lo sguardo in ogni direzione, desiderando, e allo stesso tempo temendo, di incrociare quel paio di occhi azzurri.
Poi lo vide.
Bellissimo come sempre, gli occhi che avevano un luccichio divertito mentre rideva a qualcosa detto da uno degli amici intorno a lui, che per Ben erano semplici ombre che circondavano il suo Mark. Il suo Mark.
In realtà non aveva nessun diritto di definirlo così, però gli piaceva davvero molto come suonava. Davvero, davvero molto.
Fu l’arrivo di Lily a ridestarlo dalle sue fantasticherie.
La ragazza si avvicinò a Mark e gli prese la mano con un sorriso, lo sguardo però da un’altra parte rispetto a lui.
Con quel gesto, Ben capì alcune cose. Mark era lì, circondato dai suoi amici, mano nella mano con la sua ragazza, splendente come il sole; mentre Ben era qui, un ragazzino che spiava il “ragazzo popolare” da lontano. C’era solo mezzo cortile a dividerli, ma a Ben sembrava molto, troppo, di più. Come due mondi del tutto opposti.
E in quel momento, solo per un momento, fu certo che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione.
Poi però gli occhi di Mark, da lontano, incontrarono i suoi e tutti i dubbi sparirono.
A differenza delle altre volte, non distolse lo sguardo appena incontrò il suo, ma anzi cercò di sorridere timidamente. Mark sorrise come se stesse per mettersi a ridere e salutò velocemente il suo gruppo di amici per avvicinarsi a lui. Sentire lo sguardo confuso degli amici di Mark su di sé lo mise a disagio, ma Mark, che lo aveva appena raggiunto, non sembrava preoccuparsene.
- Ciao, Ben - lo salutò, alzando un angolo della bocca in un sorriso che lo lasciò senza fiato. Ben si perse per un momento a osservare il neo color caffè vicino l’angolo della sua bocca, poi si riprese.
- Ciao anche a te - cercò di darsi un contegno, cosa impossibile mentre lo fissava con aria sognante, quindi allontanò lo sguardo. Infilò le mani nelle tasche della felpa grigia, agitandosi un po’ sul posto quando Mark si sedette di fianco a lui.
- Mi stavi fissando di nuovo, vero? - chiese lui, con tono divertito.
- Non essere egocentrico - borbottò. Mark rise e Ben si sentì i suoi occhi azzurri su di sé, ma non riuscì a incontrare il suo sguardo. Non sapeva come comportarsi ed era parecchio agitato.
Ci fu un breve silenzio, interrotto da Mark.
- Tu cos’hai da fare dopo?
- Lezione, no? -  fece Ben, girandosi verso di lui, visto che la confusione aveva spazzato per un attimo l’imbarazzo. Mark sorrise e una scintilla si accese nei suoi occhi. Una scintilla che non presagiva niente di buono.
- Salta con me la prima ora -  disse.
Appunto.
Ben sgranò gli occhi.
- Cosa? Perché? A fare cosa, scusa? -
Mark gli si avvicinò e Ben trattenne inconsciamente il respiro, allontanando il busto. Ma Mark gli afferrò il polso e lo trattenne dov’era.
- Mi stavo solo chiedendo se volessi passare un po’ di tempo da soli -  mormorò, senza interrompere nemmeno per un attimo il contatto dei loro occhi.
Passare un po’ di tempo da soli. Da soli.
- Oh -  sussurrò Ben, socchiudendo le labbra.
Lo sguardo di Mark si posò su quelle, mentre il suo viso si avvicinava lentamente. A Ben andò il cuore in fibrillazione, mentre sentiva il viso surriscaldarsi alla temperatura del nucleo solare.
- MARK! -  gridò qualcuno.
Entrambi sussultarono, mentre una Lily piuttosto esasperata si avvicinava a loro. Mark staccò subito la mano, con sguardo quasi dispiaciuto, mentre Ben iniziò a chiedersi se Lily stesse diventando gelosa. Dopotutto, era il suo ragazzo, anche se per finta. Si sentì subito in colpa e a disagio sotto lo sguardo accusatore di Lily.
La ragazza li raggiunse e fece un sospiro rassegnato, guardando irritata Mark.
- Non mi interessa cosa fate, ma potreste farlo in privato? -  disse - Lo sai che tutti pensano che stiamo insieme -  aggiunse verso Mark.
- Certo che lo so, Lily, non sono mica stupido -
- Su questo ho i miei dubbi -  brontolò lei.
La campanella suonò proprio in quel momento e i ragazzi iniziarono ad affluire verso l’entrata.
- Andiamo? -  fece, mentre il suo sguardo seguiva la ragazza con il caschetto castano che Ben aveva già visto alla festa.
- Veramente io e Ben avremmo una mezz’idea di saltare la prima ora -  sorrise Mark, e a Ben sembrò quasi che gongolasse. Si sentì imbarazzato e borbottò qualcosa del tipo “veramente non ho mai detto di aver accettato”, cosa che nessuno si premurò di ascoltare.
- Va bene, fai come vuoi, basta che a mensa lei ci veda baciare -  il suo sguardo si indurì. Ben pensò che quella ragazza dal caschetto doveva averla fatta parecchio arrabbiare.
Mark sospirò.
- Senti, ma perché non provi a fare qualcosa di costruttivamente utile? Magari, che so, parlarle? -
Lei sgranò gli occhi.
- Sei pazzo? Come ti viene in mente? -
- Già, come mi viene in mente? -  borbottò, alzando gli occhi azzurri al cielo.
Lily li salutò sbrigativamente ed entrò nella struttura scolastica.
- Cosa vuoi fare, ora? -  domandò, temendo la risposta.
Mark lo guardò con gli occhi che brillavano maliziosi. A Ben veniva da sciogliersi soltanto a guardarli, ma cercò di non darlo a vedere.
- Beh, ci sarebbe qualcosa che mi andrebbe di fare -  mormorò, con voce bassa.
Ben si trasformò subito nella Torcia umana.
- Cosa? Subito? Così? -  disse.
- Vuoi che prima ti corteggi? -  rispose lui prendendolo in giro.
- Oh, ma sta zitto -
- E comunque, tranquillo, non ho intenzione di accelerare i tempi -  al suo sorrisetto Ben si sentì arrossire ancora di più.
Gli afferrò una mano e si alzò.
- Vieni, c’è un posto dove non va mai nessuno -  Mark lo trascinò dentro l’edificio scolastico, mentre Ben lo seguiva nervoso e agitato. Ma soprattutto trepidante. Non vedeva l’ora di baciare di nuovo Mark, e se per farlo avrebbero dovuto nascondersi in qualche buco negli angoli più polverosi della scuola, beh, poco importava.
Scesero nella vecchia palestra, che era vuota, poi Mark si fermò davanti una porta.
Una porta chiusa col lucchetto.
- E ora che si fa, genio? -  chiese Ben sarcastico, che si stava davvero stufando di dover aspettare anche solo un secondo in più per buttarsi su di Mark.
Mark gli rivolse un sorriso di superiorità, e cacciò magicamente dalla tasca una chiave.
- Non voglio sapere come l’hai avuta -  disse Ben, sconcertato e un tantino impressionato.
- E’ una copia. Il bidello mi doveva un favore -
- Non voglio sapere che favore -
- Non mi sono prostituito, tranquillo -  rise Mark, e la sua risata era così spontanea che anche Ben sorrise - Cioè, non mi accontenterei di certo di un mazzo di chiavi. Valgo molto di più, non credi? -
E di nuovo quel sorriso sghembo e quello sguardo malizioso.
Ben sbuffò, trattenendosi dal dire che sì, per lui valeva più delle stelle nella notte, perché senza di lui gli sarebbe stato impossibile sognare; valeva più dell’aria che respirava, perché con lui sembrava quasi superflua; valeva più di qualsiasi diamante, perché gli unici diamanti di cui aveva bisogno erano i suoi occhi.
Ben si bloccò a questi improvvisi pensieri, stupendosi. Da quando era così sdolcinato?! Oddio, da diabete.
Mark ridacchiò e si girò per aprire la porta.
Mentre lo seguiva dentro, Ben si perse nei propri pensieri. In effetti, cosa sapeva di Mark? Quasi niente. Eppure, quando era con lui, si sentiva così diverso, molto più vivo. Come poteva essere davvero Mark così importante per lui se quasi non lo conosceva?
- Mark… -  iniziò, senza nemmeno lui sapere cosa dire esattamente.
Ma, appena si girò, se lo trovò molto, troppo, più vicino di quanto pensasse. Indietreggiò d’istinto, e Mark lo seguì con un passo in avanti.
Lo spinse delicatamente contro il muro, il tutto incatenandolo al proprio sguardo con i suoi occhi azzurri che in quel momento sembravano davvero diamanti. “Oh mio Dio, sono da diabete”, pensò Ben.
Appena Mark appoggiò una mano sul suo collo, Ben sentì piccole scosse dove lo aveva toccato. Il ragazzo appoggiò l’altra mano sulla sua guancia calda e sfiorò col pollice il suo labbro inferiore, avvicinando il viso ancora di più.
- Scusa per il posto -  mormorò, e sentire il suo respiro selle labbra lo fece fremere - La prossima volta ti porterò alla mia reggia.
“Oh mio dio, vuoi stare zitto e baciarmi, per l’amor del cielo?”
Ben sentì le labbra di Mark sfiorare piano le sue, e il suo petto iniziò ad andare su e giù affannosamente. Sembrava quasi che Mark si divertisse a stuzzicarlo.
La mano di Ben scattò alla maglia di Mark, tirandolo verso di sé. E lo baciò.
Il fatto di aver fatto la prima mossa lo mise per un attimo in imbarazzo, sentendosi troppo esposto, ma questi pensieri assurdi sparirono totalmente quando Mark insinuò la lingua tra le sue labbra, approfondendo il bacio.
Mark mise le mani sui suoi fianchi, spingendolo ancora di più contro il muro, mentre Ben portava le braccia intorno al suo collo, avvicinandolo a sé.
Il viso gli scottava, il respiro era affannato e le gambe sembravano sul punto di cedere da un momento all’altro, ma tutto questo non era importante. Non era importante perché lui era con Mark e nulla avrebbe potuto…
I pensieri di Ben si interruppero bruscamente quando avvertì Mark aprirgli la cerniera. Della felpa! La cerniera della felpa! Non dei pantaloni, Ben! Non. Dei. Pantaloni.
Dovette allontanare le braccia mentre Mark gli sfilava la felpa e la faceva cadere a terra. “La mia felpa preferita! Questo pavimento è tutto impolverato, e se si sporcasse? Sarebbe meglio…”
Poi le sue mani si infilarono sotto la maglia. Gli accarezzò i fianchi, lasciando una scia di fuoco sulla pelle di Ben, che annaspava in cerca di aria; per poi scivolare sul petto, percorrere la strada verso l’altro, e fermarsi ai capezzoli. “I capezzoli no!” Se Ben aveva una parte del corpo davvero sensibile, questa erano i capezzoli. Le dita di Mark presero a stuzzicarglieli e lui tremò, mentre incontrollabili brividi di piacere si diffondevano in tutto il suo corpo, e piccoli gemiti sfuggivano dalle sue labbra. Sentì Mark sorridere mentre lo baciava.
Dovette allontanare il viso da quello di Mark per prendere fiato, e quando aprì gli occhi per poco non svenne. Gli occhi azzurri di Mark luccicavano ed erano di un’intensità tale da farlo deglutire, incatenandolo al suo sguardo. Passò le mani tra i suoi capelli, arrossendo un po’, perché tutta la situazione era qualcosa di magnifico. Si sentiva il cuore così pieno, una sensazione che non avevano mai provato in vita sua.
L’intensità delle proprie emozioni lo spaventò un po’ e, per non guardare Mark, abbassò il viso sul suo collo, inspirando il suo odore come il più pervertito dei maniaci. Mark fece scivolare una mano sulla sua schiena, facendola andare su e giù sulla pelle nuda, dandogli una scarica di eccitazione. Improvvisamente, sentì Mark rabbrividire e si chiese perché. Poi si rese conto di aver appoggiato le labbra sul suo collo, e arrossì. Ma non si tirò indietro, anzi gli diede altri baci, salendo piano lungo il suo collo. Non sapeva dove aveva trovato tutto quel coraggio, forse era preso dalla frenesia del momento, perché altrimenti di sicuro si sarebbe imbarazzato a morte a fare cose così audaci.
Arrivò alla mascella, e si avvicinò con lentezza alle sue labbra, fermandosi al lato di queste. Gli baciò l’angolo della bocca con dolcezza, mentre il cuore batteva senza alcun controllo.
Poi Mark girò di scatto la testa e le loro bocche si incontrarono in un bacio più frenetico e…passionale?
Ben strusciò una gamba al lato di quella di Mark e Mark subito la afferrò, alzandola insieme all’altra e schiacciando ancora di più Ben contro il muro per non farlo cadere, mentre il bacio diventava una vampata di fuoco. “La gravità ci fa un baffo”, pensò Ben.
Il bacino di Mark era vicino al suo, e ogni minimo sfioramento era una scarica di eccitazione che mozzava il loro respiro.
Mark abbassò il volto sul suo collo, riempiendolo di baci intensi, talvolta mordendolo e succhiandolo, e a Ben piaceva, a Ben piaceva eccome.
Strinse la presa sulle gambe, mentre i loro cuori pompavano talmente forte da sbattere contro il petto.
Ben iniziava a percepire i pantaloni parecchio stretti, e anche Mark, da quanto riusciva a “sentire”. Fu preso dall’ansia, eccitato e spaventato, esaltato e terrorizzato.
- Mark…- provò a parlare, ma la bocca dell’altro sulla sua stroncò con violenza le sue parole, o meglio, con violenza e passione.
Mark parlò sulle sue labbra, i loro respiri che si mischiavano e confondevano.
- Mi piace quando dici il mio nome – mormorò, ansimando leggermente. Passò la punta della lingua sul suo labbro inferiore in modo languido e sexy, cristo quanto lo era.
Lentamente, Mark fece scivolare la mano via dalla gamba di Ben, che la rimise a terra, poi anche l’altra. Ben non capì cosa volesse fare finché non afferrò la sua mano, portandola al proprio petto.
- Non fare il timido – ridacchiò Mark, con la voce un po’ roca – Puoi toccarmi se vuoi.
Il viso di Ben andò in autocombustione appena sentì queste parole. Puoi toccarmi se vuoi. Puoi toccarmi. Toccarmi. Toccarlo. Toccalo!
Deglutì, accarezzandogli con mano tremante il petto. Sentiva i muscoli sotto la maglia, ma lui voleva toccarli direttamente. Ma poteva farlo? Insomma, lui aveva detto che poteva toccarlo. Non c’era niente di imbarazzante, assolutamente niente. Inoltre, anche lui adesso gli stava accarezzando i fianchi nudi, quindi…
Prima di poterci ripensare, mise la mano sotto la sua maglia, facendo sussultare e poi ridere Mark. Mentre con una mano continuava ad accarezzargli distrattamente i capelli, con l’altra fece scivolare le dita intorno ai contorni dei suoi pettorali. “Mi sento una specie di sgualdrina”, pensò, arrossendo, ma non smise di fare ciò che stava facendo.
Fece scivolare tutto il palmo verso l’alto, finché non sentì un sordo martellare sotto la mano. All’inizio si spaventò, poi capì che doveva essere il cuore di Mark. Sentì una certa soddisfazione nel percepire il suo battito accelerato, e nel sapere che era merito suo.
Fu infatti per quel motivo (sì, come no) che fece scivolare la mano verso il basso, fino all’ombelico, e poi ad accarezzare la V che spariva all’interno dei jeans. “Mi sento un maniaco”, pensò. Mark interruppe il bacio, trattenendo il respiro. Ben, per colpa di chissà quale demone impossessatosi del suo corpo, gli mordicchiò il labbro e fece andare la mano sulla cerniera dei suoi jeans.
Mark ridacchiò, nervosamente.
- Prima pensavo di essere io ad attentare al tuo pudore – disse – Adesso sembra un po’ il contrario.
Ben arrossì di botto, e allontanò la mano dalla zona pericolo.
- Scu…scusa io…- balbettò, spiaccicandosi contro il muro e abbassando lo sguardo. “Devo sembrargli una specie di pervertito. Non posso credere di aver provato a…”
- Hey, stai andando a fuoco, calma – Mark appoggiò una mano sulla sua guancia in fiamme, ridacchiando, e cercando di alzargli il viso per incontrare i suoi occhi.
Ben non poté fare a meno di perdersi in quei diamanti azzurri, sentendosi ribollire ancora di più il viso. Ancora una volta, Mark passò il pollice lungo il suo labbro inferiore, provocandogli un piccolo tremito. Un tremito non dovuto all’eccitazione, come gli altri che lo avevano preceduto, ma alla dolcezza che il gesto sembrava racchiudere.
Mark avvicinò le labbra all’orecchio e mormorò, con tono piuttosto divertito e un tantino deluso:- E comunque, non volevo certo che ti fermassi.
Ben si trasformò ancora una volta in Pomodoro Man, e balbettò parole incomprensibili.
Poi Mark fece un passo indietro con un sorriso comprensivo, e Ben soffrì questa improvvisa lontananza, fissandolo come un cane abbandonato sulla strada. “Okay, forse sono un po’ patetico”.
- Insomma, lo capisco, vuoi andare piano – disse, un filino mortificato.
Ben lo fissò sconvolto.
Andare piano? Andare piano?!
“Mark, ogni volta che ti vedo vorrei saltarti addosso e stuprarti, direi che ‘andare piano’ non è proprio la definizione giusta”, pensò. Ma non lo disse. Dopotutto, giusto poco prima si era reso conto di non sapere niente di Mark, quindi forse era la volta giusta che riusciva ad ottenere qualcosa.
Certo, pensare che per arrivare a quel discorso aveva dovuto prima quasi strappargli i pantaloni di dosso, rendeva tutto un po’ ridicolo.
Mark si passò una mano tra i capelli, lo sguardo altrove e un sorriso nervoso.
- Potremmo, non so – fece – vederci qualche volta. Quando non hai niente da fare. Se vuoi.
Ben lo fissò sconvolto, ancora.
Mark Hoals lo stava invitando a uscire? E cosa sarebbe ancora accaduto? Una pioggia di papere? Sinceramente, fino a qualche giorno prima lo avrebbe trovato più probabile.
Mark puntò gli occhi di ghiaccio su di lui e fece una risatina agitata.
- Ehi, non c’è problema, cioè, se non ti va, sul serio. Lo capisco, insomma, non ci conosciamo mica…
- Certo che mi va di uscire con te! – esclamò subito Ben, forse con fin troppa foga. Mark lo guardò sorpreso, e Ben non voleva neanche immaginare che aspetto avesse, con i capelli disordinati, le labbra rosse, il volto accaldato e la maglia storta.
Piuttosto fu molto felice di vedere lo stato pietoso dei capelli di Mark, disordinati abilmente da lui stesso. Con i capelli scombinati stava da Dio.
Mark, ripresosi dallo shock, rise, visibilmente sollevato, e Ben si corrucciò, consapevole della figuraccia appena fatta, arrossendo.
Mark appoggiò una mano sulla sua guancia e si chinò verso di lui con un sorriso, gli occhi che brillavano un po’
- Sei adorabile – disse, appoggiando delicatamente le labbra sulle sue, in un bacio dolcissimo che fece agitare lo stomaco a Ben. ‘Oh mio Dio, Mark Hoals mi ha detto che sono adorabile. Oh mio Dio, sono una tredicenne in calore’.
Si staccò e sussurrò nel suo orecchio:- Ti va bene domani sera? Non credo di poter resistere di più.
“A chi lo dici”, pensò Ben, deglutendo rumorosamente.
- Direi che è perfetto – rispose, già aspettando con ansia la prossima sera.
Mark alzò un angolo della bocca in un piccolo sorriso, poi circondò il busto del più piccolo con le proprie braccia. Avvicinò le labbra alle sue e parlò.
- Allora direi che possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti.
Poi lo baciò, ancora.
Tuttavia, Ben non riusciva a togliersi un pensiero fastidioso dalla testa, di cui si era appena reso conto.
Il finto rapporto con Lily sarebbe continuato in ogni caso?



~Sono ancora iooo :3 Devo dirvi solo una cosa poi svanisco. Vi ricordate che nel primo capitolo si parlava di un "fratello prodigio di ritorno dal prestigioso college"? C'è un motivo se non è ancora apparso, ma si farà vedere nel terzo capitolo (ve lo dico nel caso qualcuno di voi pensassi che me ne fossi dimenticata XD) Bye bye
   
 
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