Erano così diversi loro due eppure si amavano e non lo sapevano. Si erano conosciuti per caso, ad un diciottesimo. Lei era rimasta folgorata da lui, era il cosiddetto bello e dannato. Un ragazzo pieno di vita, alto, capelli castani e occhi color caramello. Lei era rimasta immobile, se la si vedeva da fuori, ma dentro aveva un uragano di emozioni che nessuno poteva fermare, chi glielo aveva causato? Il suo dannato sorriso, quel sorriso sulla faccia da stronzo che aveva, e in effetti lo era. Lui però ancora non si era accorto di lei. Il giorno dopo s’incontrarono di nuovo, casualmente, al parco. Lui la salutò con il suo sorriso, ma lei continuava a ripetersi “non fa per me” anche se lei voleva disperatamente correre quel rischio anche se sapeva l’avrebbe fatta soffrire. S’incontrarono di nuovo, sempre casualmente, ogni sabato, loro due avevano degli amici in comune ma lui sembrava che non la notasse mai. Arrivò l’estate, erano passati ormai cinque mesi dal loro primo incontro a quella maledettissima festa. Lei era a fare un bagno con la sua migliore amica, rideva, rideva e ad un certo punto si voltò e lo rivide. Era proprio di fianco al suo corpo, che alla vista di lui iniziò a tremare. Il ragazzo si avvicinò, la riconobbe, anche se lei aveva un taglio di capelli completamente diverso dal precedente, anche se era in costume, la salutò e iniziò a parlare con lei, niente di che, anche perché lei non capiva un cazzo di quello che diceva lui, lei era nel mondo delle favole già mezza sposata con lui. “Allora ci rivediamo” disse lui. Infatti anche se non parlarono più da quella volta in poi, lui la seguiva, la seguiva con gli occhi quando andava a fare una passeggiata, la seguiva quando si alzava dal lettino per andare al bar del lido. La seguiva con quel suo sorriso anche nei sogni. Lei non ci credeva più nell’amore, non voleva più crederci anche se gli era difficile perché ogni volta lo vedeva e diceva “questa è l’ultima” e intanto ci ripensava ancora a lui. Si amavano e non lo sapevano. Trascorsi sei mesi, un giorno lei uscì da scuola, venne richiamata dal suono di una voce, una voce che lei considerava la più bella. Era di nuovo lui. Casualmente. Era di nuovo lui a tormentarla. Questa volta però decise di andare avanti e non fermarsi. Lui la prese per un braccio e disse “che fai ti volti e te ne vai?”, quella frase la scosse lungo tutto il corpo. Voleva tanto andarsene ma il caso ce la faceva sempre, vinceva sempre, e li faceva rivedere. Si amavano e non lo sapevano. Lui dopo l’estate aveva provato ad iscriversi per il primo anno di università, ma dopo la perdita della madre non ci riuscì a superare i test d’ingresso così aveva iniziato a pensare a lei, gli ricordava tanto sua mamma. Qualche volta piangeva perché si ricordava che un sacco di volte aveva fatto l’opposto di ciò che gli diceva, aveva fatto lo stronzo con lei, con la sua mamma che li diceva sempre “devi trovare una brava ragazza Robè, una che ti sistemi il casino che hai dentro o che almeno sia disposta a farlo” quando si ricordava di questa frase non si sa come non si sa il perché, gli veniva in mente “la ragazza del sorriso” così la definiva lui, strano vero? Anche lei amava tanto il sorriso di lui. Da quel momento in poi si iniziarono a vedere sempre, ma lui aspettava il momento giusto e anche lei lo aspettava. Lui era ancora stronzo ma più consapevole, lei era ancora troppo fragile ma più determinata. Si amavano e non lo sapevano. Ma un giorno lo avrebbero saputo.