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Autore: Ozzy 99    10/01/2015    2 recensioni
Helena è una ragazza brillante, intelligente e astuta, un'erudita nata, nessuno sospetta niente, perfino Jeanine è sicura della sua scelta, tanto da riverlargli cose che non dovrebbe sapere...
Ma nonostante questo sceglie di essere un'intrepida.
Sa che lì c'è un fratello che la attende, ma non sa che non è più quello che conosceva perché anche il suo cuore, come i loro occhi, è diventato di ghiaccio.
Lo dico da subito: è la mia prima fanfiction perciò siate clementi con me!
è un po' diversa dalle solite storie quindi vi prego di leggerla e dopo potrete dirmi tutto quello che volete!!! Per piacere scrivetemi recensioni, belle o brutte che siano! Vorrei sapere che ne pensate e se vi piace questa idea un po' strana che mi è venuta in mente :-)
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sorella del ghiaccio

 



 


Mi svegliai di soprassalto ancora col fiatone, vidi distrattamente l’orologio, 3:08. Un altro incubo. Guardai gli altri iniziati dormire serenamente, perché dovevo essere diversa anche in questo? Svogliata ed esausta mi sedetti sul letto con le spalle appoggiate al muro gelido, ormai avevo rinunciato all’idea di riaddormentarmi e la voglia di alzarmi subito scarseggiava, così come tante altre notti alzai la testa verso il soffitto ed aspettai che sopraggiungesse l’alba.

Erano le 6:02 quando sentii dei passi da fuori la camerata, a giudicare dalle due andature, una piuttosto decisa e l’altra lieve ma veloce, dovevano essere Eric e Quattro che venivano a darci una sveglia degna del primo giorno dell’iniziazione: facendoci prendere un infarto.
Avevo dormito circa tre ore e la mia pazienza non si decideva a farsi vedere, così non avendo la benché minima intenzione di affrontare nessun dei due, decisi di chiudermi in bagno  nonostante fossi già preparata e aspettare ad uscire finchè non se ne fossero andati; ad un tratto il mio cervello, malgrado le poche ore di sonno magicamente funzionò e mi ritrovai a constatare che eravamo nove ragazzi con un solo bagno, così senza perdere tempo tirai una cuscinata a Ginevra che si lamentò mugolando piano, presi la sua roba e la trascinai in bagno insieme a me.

Non appena il separè del bagno si chiuse la porta della camerata si spalancò con un tonfo rivelando un Eric incavolato e un Quattro assonnato.
_ Tra mezzora vi voglio tutti nella sala per gli allenamenti e fate in fretta! Non mi importa se mangiate o meno basta siate puntuali, qui stiamo facendo un addestramento non un corso di danza!_ chiuse la porta con un calcio il quale provocò una crepa nel legno scuro e se ne andò via a passo spedito.

Io e Gin uscimmo dal bagno sconvolte tanta era la gente che si era accalcata per entrare a lavarsi e ci mettemmo vicino a Santiago, che era ancora seduto sul suo letto a gambe incrociate con la faccia mezza addormentata, così Ginevra  per tirarci su di morale disse:
_ Il buon giorno si vede dal mattino eh?
_ Bhe di certo il nostro capo-fazione scorbutico ha avuto una notte peggiore della nostra, anche se dati questi materassi sarà stato piuttosto difficile… _ Disse dando un pugno al suo letto e facendosi male alle nocche, ma di risposta ebbe solo le nostre occhiate perplesse che pretendevano spiegazioni.
_ Aveva certe occhiaie sembrava un cadavere!
_ Brutta bestia l’insonnia… _ affermai sbadigliando.

Ci dirigemmo nella palestra, ma nonostante fossimo in orario, Eric aveva già cominciato a parlare.
_ L’addestramento è diviso in due moduli, il primo è fisico, il secondo invece è mentale; durante i vostri allenamenti sarà presente una classifica che determinerà il lavoro che svolgerete all’interno della fazione e chi verrà espulso.
Un abnegante, di certo un tipo non molto sveglio, restò sbigottito dalla sua affermazione e con un tono preoccupato e sopra la norma domandò scioccato come mai nessuno li avesse informati, ma prima che Quattro potesse rispondergli gli dissi sarcastica:
_ Siamo negli intrepidi che ti aspettavi? Pensavi che tutti passassero l’iniziazione allegramente e continuassero con la loro vita felici e contenti?

Quattro sembrò essere contrariato, ma quando finii la frase stava ridacchiando come la maggior parte dei ragazzi, perfino Eric aveva un sorriso sghembo nello sguardo; ma non era quello che mi preoccupava, così chiesi l’unica cosa che mi inquietava veramente.
_ Quando hai parlato di “modulo mentale” che intendevi con esattezza?
_ Affronterete le vostre più grandi paure, e non sto parlando metaforicamente, perché lo farete attraverso una simulazione creata dagli eruditi.
Sentii il sangue nelle vene raggelarsi, sapevo cosa erano in grado di fare quei sieri perché avevo contribuito a crearli ed alcuni potevano addirittura uccidere,  non avrei voluto assolutamente sperimentarli sulla mia pelle.

Nella stanza si creò un silenzio terrificante che fu interrotto solo dall’affermazione di Quattro
_ Si comincia con le armi da fuoco.
Dieci minuti dopo avevo una pistola tra le mani, faceva un effetto strano avere un’arma così letale a disposizione, mi sentivo potente; insomma avevo tenuto più volte un coltello, ma non era minimamente paragonabile a quello che avrei potuto fare adesso. Però al tempo stesso rimasi spaesata, fra gli eruditi e gli intrepidi c’era stato sempre molto contatto ed ogni fazione sapeva molti metodi dell’altra, ma che ricordassi non avevano mai dato vere armi a degli iniziati, anzi ora che ci ragionavo a fondo l’eliminazione era stata introdotta da pochi anni e le regole dei combattimenti erano divenute molto più severe da qualche tempo; che cosa stava succedendo?

Scacciai via quei pensieri, dovevo concentrarmi sulla mia iniziazione e scalare la classifica, non potevo sprecare del tempo a rimurginare sui fatti come un’erudita, così presi la pistola ed inserii il caricatore.
Già dal primo colpo mi resi conto che non sarebbe stato facile come immaginavo, io ero piccola e magra, e non avendo abbastanza muscoli, il contraccolpo dello sparo mandava fuori asse la mia mira che, essendo abituata a lanciare coltelli era piuttosto buona, quindi il proiettile si conficcava quasi sempre nel manichino: ma mai dove avrei voluto.

_ Fai abbastanza schifo. E credimi, è un complimento.
Mi girai di scatto e gli rivolsi un sorriso più falso che mai:
_ Ma dai Eric non l’avevo notato! Ma tu che ci fai qui?
_ Sono sempre un capo-fazione, non rivolgerti a me in questa maniera! E poi lo sai che non posso consigliarti, altrimenti non impareresti mai.
_ Io non ti ho chiesto aiuto_ risposi gelida.
_ Lo so, non lo faresti sei troppo orgogliosa, ma se sei venuta qui per sparare indecentemente avresti fatto meglio a rimanere nella tua vecchia fazione, di certo lì saresti stata migliore! Comunque visto che eri così intelligente tra gli eruditi, perché non provi a fare qualche esperimento?_ e finita la frase se ne andò via divertito.

Certe volte non lo capivo, gli sembrava questo il momento di scherzare? Ovvio, ogni occasione era buona per rinfacciarmi quanto lui fosse più bravo di me in qualsiasi cosa fra gli intrepidi; all’improvviso ebbi un’intuizione, potevo benissimo fare degli esperimenti sulla mia postura per vedere come reagiva il mio corpo all’impatto dello sparo, e se fossi stata più stabile avrei mantenuto quella modifica alla mia posizione.
Mi misi subito al lavoro e decisi di iniziare con gli arti inferiori: distanziai di più le gambe, così avrei avuto maggiore equilibrio e sparai, sì, decisamente meglio. Poi provai a piegare leggermente il ginocchio del piede posteriore, errore fatale perché quando il colpo partì mi sbilanciai all’indietro tanto da dover fare qualche passo per non cadere; così mi misi nella stessa posizione ma stavolta piegai l’altra gamba e cercai di tenere più rigide le braccia e non troppo vicine al mio corpo, soprattutto quella che premeva il grilletto, dopo qualche istante sparai: il proiettile si conficcò vicino al bollino rosso, sorrisi soddisfatta.

Finiti gli allenamenti eravamo tutti e tre talmente esausti e senza forze, che addentare la mela che avevo davanti mi sembrava un’ardua impresa.
_ La mangi quella?_ mi chiese Santiago impaziente.
_ Ma quanto sarai ingordo!_ gli risposi ridendo e subito dopo l’addentai schizzando tutto il succo sulla sua giacca.

Santiago stava per protestare quando una voce melodiosa ci distrasse:
_ Ciao Helena ti ricordi di me vero? Eravamo compagne di corso!
Davanti a noi si era presentata una ragazza snella e con la pelle chiara e perfetta che risaltava ancora di più suoi occhi azzurri  limpidi ed gli zigomi marcati, i quali a loro volta venivano incorniciati da dei lisci capelli scuri raccolti in una treccia che, in quell’occasione, le ricadeva morbida sulla spalla destra. Dei ricordi riaffiorarono nella mia mente: mi potevo fidare di lei.
_ Ciao Elizabeth! Non mi ero resa conto che anche tu avessi scelto gli intrepidi!
_ Già, tra una cosa e l’altra neanch’io ti avevo vista, comunque mi chiamo solo Elise ora, ed i tuoi nuovi amici chi sono?
_ Bel nome! Io sono Ginevra_ aspettò che anche il ragazzo si presentasse ma questo non avvenne perché il sottoscritto era immobile e fissava la nuova arrivata sconvolto, così finì per aggiungere_ e lui è Santiago, piacere di conoscerti!

Elise ricambiò il sorriso che tutti e tre gli rivolgevamo e si sedette vicino a noi, chiacchierammo spensieratamente per alcuni minuti prima di andare nei nostri alloggi provvisori, ma proprio quando stavamo per varcare la soglia dell’uscita della mensa riconobbi un volto familiare che cercava di farsi un varco tra la folla.
_ Ehi, chi non muore si rivede!
_ Devo ancora abituarmi a questi detti un po’ “bruschi” degli intrepidi Ark vacci piano!_ gli risposi tra una risata e l’altra.

Fatte le dovute presentazioni, per la seconda volta quella sera  il giovane ragazzo rivelò il motivo della sua comparsa.
_ Domani sera James da una festa al pozzo perché non ci fate un salto? _ si avvicino al mio orecchio e sussurrò _ Ti svelo un segreto: puoi farti un tatuaggio gratis se vieni…
Prima che gli altri valutassero minimamente l’idea, ansiosa di fare qualcosa da vera intrepida affermai con sicurezza:
_ Ci saremo.
_ Perfetto! Allora a presto!_ esclamò euforico mentre mi gettava le braccia al collo e mi dava un bacio sulla guancia.

Si allontanò velocemente e raggiunse i suoi amici mentre noi ci dirigemmo fuori dalla sala, mi stavo praticamente addormentando in piedi e continuavo a camminare unicamente per inerzia, quando Ginevra con un tono più acuto del solito disse:
_ Ragazze domani shopping!
Io e Elise ci scambiammo un’occhiata di intesa, se c’era una cosa che entrambe detestavamo era vestirci e truccarci come delle Barbie solo per qualche stupido ragazzo ma, nonostante le nostre continue proteste Gin fu irremovibile: cominciavo a pentirmi della mia decisione.

 

 

 

 

Ciao a tutti sono tornata!!!
Innanzi tutto voglio ringraziare chi mi ha aggiunto alle sue storie e tutti quelli che hanno recensito! Fatemi sapere presto se il capitolo vi è piaciuto please anche se è un po’ più corto del precedente,  e quale coppia shippate di più
J!
Baci Ozzy 99    :-P

   
 
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