La
sorella del ghiaccio
Mi
svegliai di soprassalto ancora col fiatone, vidi distrattamente
l’orologio, 3:08. Un altro incubo. Guardai gli altri iniziati
dormire
serenamente, perché dovevo essere diversa anche in questo?
Svogliata ed esausta
mi sedetti sul letto con le spalle appoggiate al muro gelido, ormai
avevo
rinunciato all’idea di riaddormentarmi e la voglia di alzarmi
subito
scarseggiava, così come tante altre notti alzai la testa
verso il soffitto ed
aspettai che sopraggiungesse l’alba.
Erano
le 6:02 quando sentii dei passi da fuori la
camerata, a giudicare dalle due andature, una piuttosto decisa e
l’altra lieve
ma veloce, dovevano essere Eric e Quattro che venivano a darci una
sveglia
degna del primo giorno dell’iniziazione: facendoci prendere
un infarto.
Avevo dormito circa tre ore e la mia pazienza non si decideva a farsi
vedere,
così non avendo la benché minima intenzione di
affrontare nessun dei due,
decisi di chiudermi in bagno nonostante
fossi già preparata e aspettare ad uscire finchè
non se ne fossero andati; ad
un tratto il mio cervello, malgrado le poche ore di sonno magicamente
funzionò
e mi ritrovai a constatare che eravamo nove ragazzi con un solo bagno,
così senza
perdere tempo tirai una cuscinata a Ginevra che si lamentò
mugolando piano, presi
la sua roba e la trascinai in bagno insieme a me.
Non
appena il separè del bagno si chiuse la porta
della camerata si spalancò con un tonfo rivelando un Eric
incavolato e un
Quattro assonnato.
_ Tra mezzora vi voglio tutti nella sala per gli allenamenti e fate in
fretta!
Non mi importa se mangiate o meno basta siate puntuali, qui stiamo
facendo un
addestramento non un corso di danza!_ chiuse la porta con un calcio il
quale provocò
una crepa nel legno scuro e se ne andò via a passo spedito.
Io
e Gin uscimmo dal bagno sconvolte tanta era la
gente che si era accalcata per entrare a lavarsi e ci mettemmo vicino a
Santiago, che era ancora seduto sul suo letto a gambe incrociate con la
faccia mezza
addormentata, così Ginevra
per tirarci
su di morale disse:
_ Il buon giorno si vede dal mattino eh?
_ Bhe di certo il nostro capo-fazione scorbutico ha avuto una notte
peggiore
della nostra, anche se dati questi materassi sarà stato
piuttosto difficile… _
Disse dando un pugno al suo letto e facendosi male alle nocche, ma di
risposta
ebbe solo le nostre occhiate perplesse che pretendevano spiegazioni.
_ Aveva certe occhiaie sembrava un cadavere!
_ Brutta bestia l’insonnia… _ affermai
sbadigliando.
Ci
dirigemmo nella palestra, ma nonostante fossimo
in orario, Eric aveva già cominciato a parlare.
_ L’addestramento è diviso in due moduli, il primo
è fisico, il secondo invece
è mentale; durante i vostri allenamenti sarà
presente una classifica che
determinerà il lavoro che svolgerete all’interno
della fazione e chi verrà
espulso.
Un abnegante, di certo un tipo non molto sveglio, restò
sbigottito dalla sua
affermazione e con un tono preoccupato e sopra la norma
domandò scioccato come
mai nessuno li avesse informati, ma prima che Quattro potesse
rispondergli gli
dissi sarcastica:
_ Siamo negli intrepidi che ti aspettavi? Pensavi che tutti passassero
l’iniziazione allegramente e continuassero con la loro vita
felici e contenti?
Quattro
sembrò essere contrariato, ma quando finii
la frase stava ridacchiando come la maggior parte dei ragazzi, perfino
Eric
aveva un sorriso sghembo nello sguardo; ma non era quello che mi
preoccupava,
così chiesi l’unica cosa che mi inquietava
veramente.
_ Quando hai parlato di “modulo mentale” che
intendevi con esattezza?
_ Affronterete le vostre più grandi paure, e non sto
parlando metaforicamente,
perché lo farete attraverso una simulazione creata dagli
eruditi.
Sentii il sangue nelle vene raggelarsi, sapevo cosa erano in grado di
fare quei
sieri perché avevo contribuito a crearli ed alcuni potevano
addirittura uccidere,
non avrei voluto
assolutamente
sperimentarli sulla mia pelle.
Nella
stanza si creò un silenzio terrificante che
fu interrotto solo dall’affermazione di Quattro
_ Si comincia con le armi da fuoco.
Dieci minuti dopo avevo una pistola tra le mani, faceva un effetto
strano avere
un’arma così letale a disposizione, mi sentivo
potente; insomma avevo tenuto
più volte un coltello, ma non era minimamente paragonabile a
quello che avrei potuto
fare adesso. Però al tempo stesso rimasi spaesata, fra gli
eruditi e gli
intrepidi c’era stato sempre molto contatto ed ogni fazione
sapeva molti metodi
dell’altra, ma che ricordassi non avevano mai dato vere armi
a degli iniziati,
anzi ora che ci ragionavo a fondo l’eliminazione era stata
introdotta da pochi
anni e le regole dei combattimenti erano divenute molto più
severe da qualche
tempo; che cosa stava succedendo?
Scacciai
via quei pensieri, dovevo concentrarmi
sulla mia iniziazione e scalare la classifica, non potevo sprecare del
tempo a
rimurginare sui fatti come un’erudita, così presi
la pistola ed inserii il
caricatore.
Già dal primo colpo mi resi conto che non sarebbe stato
facile come immaginavo,
io ero piccola e magra, e non avendo abbastanza muscoli, il
contraccolpo dello
sparo mandava fuori asse la mia mira che, essendo abituata a lanciare
coltelli
era piuttosto buona, quindi il proiettile si conficcava quasi sempre
nel
manichino: ma mai dove avrei voluto.
_
Fai abbastanza schifo. E credimi, è un
complimento.
Mi girai di scatto e gli rivolsi un sorriso più falso che
mai:
_ Ma dai Eric non l’avevo notato! Ma tu che ci fai qui?
_ Sono sempre un capo-fazione, non rivolgerti a me in questa maniera! E
poi lo
sai che non posso consigliarti, altrimenti non impareresti mai.
_ Io non ti ho chiesto aiuto_ risposi gelida.
_ Lo so, non lo faresti sei troppo orgogliosa, ma se sei venuta qui per
sparare
indecentemente avresti fatto meglio a rimanere nella tua vecchia
fazione, di
certo lì saresti stata migliore! Comunque visto che eri
così intelligente tra
gli eruditi, perché non provi a fare qualche esperimento?_ e
finita la frase se
ne andò via divertito.
Certe
volte non lo capivo, gli sembrava questo il
momento di scherzare? Ovvio, ogni occasione era buona per rinfacciarmi
quanto
lui fosse più bravo di me in qualsiasi cosa fra gli
intrepidi; all’improvviso
ebbi un’intuizione, potevo benissimo fare degli esperimenti
sulla mia postura
per vedere come reagiva il mio corpo all’impatto dello sparo,
e se fossi stata
più stabile avrei mantenuto quella modifica alla mia
posizione.
Mi misi subito al lavoro e decisi di iniziare con gli arti inferiori:
distanziai
di più le gambe, così avrei avuto maggiore
equilibrio e sparai, sì, decisamente
meglio. Poi provai a piegare leggermente il ginocchio del piede
posteriore,
errore fatale perché quando il colpo partì mi
sbilanciai all’indietro tanto da
dover fare qualche passo per non cadere; così mi misi nella
stessa posizione ma
stavolta piegai l’altra gamba e cercai di tenere
più rigide le braccia e non
troppo vicine al mio corpo, soprattutto quella che premeva il
grilletto, dopo
qualche istante sparai: il proiettile si conficcò vicino al
bollino rosso,
sorrisi soddisfatta.
Finiti
gli allenamenti eravamo tutti e tre talmente
esausti e senza forze, che addentare la mela che avevo davanti mi
sembrava
un’ardua impresa.
_ La mangi quella?_ mi chiese Santiago impaziente.
_ Ma quanto sarai ingordo!_ gli risposi ridendo e subito dopo
l’addentai
schizzando tutto il succo sulla sua giacca.
Santiago
stava per protestare quando una voce
melodiosa ci distrasse:
_ Ciao Helena ti ricordi di me vero? Eravamo compagne di corso!
Davanti a noi si era presentata una ragazza snella e con la pelle
chiara e
perfetta che risaltava ancora di più suoi occhi azzurri limpidi ed gli zigomi
marcati, i quali a loro
volta venivano incorniciati da dei lisci capelli scuri raccolti in una
treccia
che, in quell’occasione, le ricadeva morbida sulla spalla
destra. Dei ricordi
riaffiorarono nella mia mente: mi potevo fidare di lei.
_ Ciao Elizabeth! Non mi ero resa conto che anche tu avessi scelto gli
intrepidi!
_ Già, tra una cosa e l’altra neanch’io
ti avevo vista, comunque mi chiamo solo
Elise ora, ed i tuoi nuovi amici chi sono?
_ Bel nome! Io sono Ginevra_ aspettò che anche il ragazzo si
presentasse ma
questo non avvenne perché il sottoscritto era immobile e
fissava la nuova
arrivata sconvolto, così finì per aggiungere_ e
lui è Santiago, piacere di
conoscerti!
Elise
ricambiò il sorriso che tutti e tre gli
rivolgevamo e si sedette vicino a noi, chiacchierammo spensieratamente
per
alcuni minuti prima di andare nei nostri alloggi provvisori, ma proprio
quando
stavamo per varcare la soglia dell’uscita della mensa
riconobbi un volto
familiare che cercava di farsi un varco tra la folla.
_ Ehi, chi non muore si rivede!
_ Devo ancora abituarmi a questi detti un po’
“bruschi” degli intrepidi Ark
vacci piano!_ gli risposi tra una risata e l’altra.
Fatte
le dovute presentazioni, per la seconda volta
quella sera il
giovane ragazzo rivelò il
motivo della sua comparsa.
_ Domani sera James da una festa al pozzo perché non ci fate
un salto? _ si
avvicino al mio orecchio e sussurrò _ Ti svelo un segreto:
puoi farti un
tatuaggio gratis se vieni…
Prima che gli altri valutassero minimamente l’idea, ansiosa
di fare qualcosa da
vera intrepida affermai con sicurezza:
_ Ci saremo.
_ Perfetto! Allora a presto!_ esclamò euforico mentre mi
gettava le braccia al
collo e mi dava un bacio sulla guancia.
Si
allontanò velocemente e raggiunse i suoi amici
mentre noi ci dirigemmo fuori dalla sala, mi stavo praticamente
addormentando
in piedi e continuavo a camminare unicamente per inerzia, quando
Ginevra con un
tono più acuto del solito disse:
_ Ragazze domani shopping!
Io e Elise ci scambiammo un’occhiata di intesa, se
c’era una cosa che entrambe detestavamo
era vestirci e truccarci come delle Barbie solo per qualche stupido
ragazzo ma,
nonostante le nostre continue proteste Gin fu irremovibile: cominciavo
a
pentirmi della mia decisione.
Ciao
a tutti sono tornata!!!
Innanzi tutto voglio ringraziare chi mi ha aggiunto alle sue storie e
tutti
quelli che hanno recensito! Fatemi sapere presto se il capitolo vi
è piaciuto please
anche se è un po’ più corto del
precedente, e quale
coppia shippate di più J!
Baci Ozzy 99 :-P