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Autore: Angel27    10/01/2015    2 recensioni
Loki, accorciò la distanza tra loro con brevi falcate, prese Sigyn per i polsi e la sbattè con violenza alla parete. La ragazza gemette per il dolore chiuse d'istinto gli occhi, lasciando andare la testa contro la parete.
"Tu...- sibilò, e la ragazza schiuse lentamente le palpebre- il tuo pensiero mi tormenta giorno e notte! Per le tue smancerie vengo deriso dall'intero regno!" concluse irato.
"Voi non siete così..." sussurrò Sigyn, sfidandolo con lo sguardo.
"Ah no?"...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come quella notte ne seguirono altre, Loki si innamorava ogni giorno di più della fanciulla che stava risvegliando il suo animo ghiacciato. 
La ragazza notò il cambiamento dello Jotun ed ogni giorno la speranza che riscoprisse la luce aumentava. Quello che prima era un re guerriero e malvagio, ora si rivelava un sovrano benevolo ed amante del suo popolo. Sotto consiglio della ragazza iniziò a ricevere i cittadini che necessitavano di un aiuto economico o di giustizia per mali subiti. 
In poco tempo il palazzo diventò animato e ricco di vita. 
Molte fate decisero di assistere la giovane regina, facendole compagnia e intrattenendola con storie su Jotunheim, leggende che Sygin apprezzò molto.
Loki, scoprì con gioia che la ragazza sapeva controllare il Seiðr e molte volte finivano per utilizzarlo ridendo come bambini, facendo scherzi o creando magnifiche illusioni. Con il passare del tempo Loki conobbe anche l'animo guerriero della consorte, inutile dire che la cosa lo sorprese non poco.
Il giovane re notò come la popolazione stessa cambiò con l'arrivo della giovane. Sygin, con la sua strana voglia di vivere e la sua infinita dolcezza, stava sciogliendo il cuore dei giganti di ghiaccio.
I villaggi, prima terre buie e desolate, ripresero vita, si potevano vedere piccoli Jotun che correvano sorridendo per le vie, i mercati, case rinnovate e...luci. 
Le fate delle nevi ripopolarono il pianeta, uscendo finalmente dai loro nascondigli, le strade tornarono illuminate a festa e dal palazzo si potevano udire le voci del popolo che brulicava per le vie.
"Loki è un debole!- ruggì Guðmundr, osservando la città dalla terrazza delle proprie stanze- Ha lasciato che quella piccola strega corrompesse il suo animo con amore e gioia!" concluse adirato.
"Sapevamo che non era degno, non ha mai posseduto le qualità per regnare...è un ibrido." rispose Bergelmir, passando le dita sulla lama affilata del suo pugnale.
"Abbiate pazienza fratelli,-intervenne Þrymr che stringeva nella mano una delle piccole fate delle nevi-presto ci libereremo di lui e il trono sarà nostro!" concluse, stringendo la mano in un pugno e soffocando così la piccola fatina, che emise un piccolo gemito di dolore, ne seguì lo scricchiolare lugubre delle sue piccole ossa frantumate. 
Quando riaprì la mano, il piccolo corpicino privo di vita della fata cadde al suolo.
I tre fratelli si guardarono ghignando sadicamente l'uno all'altro.
"Morirà durante la notte buia, quando la luna è oscurata ai nostri occhi." decretò Þrymr.
Così fu stretto il complotto, un patto di sangue contro sangue, un losco contratto che esigeva come pegno la morte. 
La dea Hela dal Valhalla sorrise compiaciuta, ora aspettava con ansia il suo premio l'anima di un principe o di un dannato...

"Oh giorni celesti!" urlò una ancella della regina.
Hlín correva per i lunghi, ed ora finalmente illuminati, corridoi del palazzo ripetendo l'invocazione con un gran sorriso.
La donna entrò trafelata nella sala del trono, dove il re stava tenendo il giornaliero incontro con il popolo ricevendo ogni cittadino che avesse bisogno di aiuto.
"Maestà, maestà!" esclamò, correndo fino allo scranno del re.
Tanta era l'emozione che si dimenticò perfino di inchinarsi al suo cospetto.
"Parlate dunque lady Hlín, non indugiate oltre!" ordinò Loki, osservando scettico la donna.
"La regina...-iniziò con emozione crescente- la vostra consorte..." continuò, Loki balzò ritto in piedi.
"Cosa è accaduto, parlate per amor del cielo!" esclamò preoccupato.
"Lady Sygin aspetta un bambino, il vostro erede!" concluse finalmente Hlín, che tirò un lungo sospiro di sollievo.
Loki dapprima fu sconcertato dalla notizia e il suo sguardo rimase perso nel vuoto per qualche secondo, ma subito si riprese e un sorriso raggiante illuminò il suo viso.
"Perdonatemi!" disse, rivolto allo Jotun che stava ricevendo.
Si congedò percorrendo velocemente ed a grandi falcate la strada che portava alle stanze reali.
La porta si aprì e Loki entrò nella camera raggiante, si avvicinò velocemente a Sygin attorniata dalle ancelle, che si scansarono lasciando libero il passaggio al re.
"Mia adorata!- iniziò prendendole le mani- Ditemi è la verità?" chiese, nella sua voce era chiara l'emozione.
Sygin annuì semplicemente col capo sorridendo dolcemente, a quel cenno d'assenso Loki la strinse a sé col cuore colmo di una gioia indescrivibile.
Le ancelle rimasero allibite dal comportamento del loro re, mai nessuno era riuscito a sciogliere il ghiaccio che imprigionava il suo cuore, ma questa dolce dea asgardiana, con la sua luce, aveva rischiarato le tenebre del suo cuore.
I giorni passavano e il bambino cresceva nel ventre della madre sano 
'È desideroso di veder la luce e diventare forte come suo padre', così diceva sempre la regina quando lo sentiva muoversi impercettibilmente. 
Immensa era la gioia di Loki quando, nel coricarsi affianco la consorte, poggiando delicatamente la sua mano sul ventre della fanciulla poteva sentire il piccolo muoversi.
L'erede cresceva in fretta, oramai la regina portava il chiaro segno della gravidanza.
Il popolo aveva accolto con grande gioia il lieto evento, tutti aspettavano con impazienza l'arrivo del loro futuro re.

"Dormi, dormi piccolo re cullato dalle acque dello Stige, tu sarai il mio bambino...tu il mio re..."
Dal profondo delle tenebre risuonò una malefica risata ed una voce, che intonava una macabra ninna nanna.

In una notte nera come la pece e rossa come il sangue, i tre figli della menzogna e dell'inganno entrarono silenziosamente nelle stanze reali. 
Gli assassini attorniarono il letto dei due coniugi, pronti a porre fine alla loro esistenza. 
Nello stesso istante in cui alzarono le loro mani, pronti per colpirli, Sygin con l'aiuto del Seiðr li fece rovinare a terra, creando un onda d'urto tanto forte da svegliare il re.
"STREGA!" tuonò accusatorio Guðmundr, scagliandosi contro la ragazza con il pugnale in bella mostra. 
La lama lucente sembrava esigere il sangue di una vittima sacrificale, ma Loki fu più veloce e colpì il fratellastro con uno dei suoi pugnali, quello cadde a terra soffocando i gemiti di dolore.
"Chi siete? I vigliacchi si celano al buio della notte!" ringhiò contro gli assalitori.
"Sei sempre stato bravo con le parole fratello!" disse Bergelmir, scoprendo il viso dal cappuccio.
Loki serrò la mascella irato, ora tutto era chiaro ogni intrigo, ogni catastrofe e disgrazia era stata causa di quei traditori.
"Siete dei traditori! Viscide serpi che si annidano in piccoli giacigli pronti ad attraccare senza pietà!" sibilò minaccioso.
"Nonostante la tua innata intelligenza, devi ammettere che ci hai messo molto per comprenderlo!" lo schernì Þrymr.
"Voi siete colpevoli di alto tradimento, pagherete i vostri crimini con la vita!" esclamò furente, Sygin si strinse a lui impaurita.
Loki sapeva bene che la ragazza temeva per le sorti del bambino, stava combattendo con se stessa, poiché la sua indole guerriera le chiedeva di reagire.
"Siamo da sempre a conoscenza delle tue reali origini, sapevamo che Laufey si era invaghito di una asgardiana, voi piccole streghe senza pudore!- ringhiò Bergelmir contro Sygin- Laufey ripudiò Þökk, nostra madre, per avere a suo fianco una asgardiana. Quel maledetto ci separò da nostra madre, impedendoci di vederla, quel giorno giurammo vendetta e quando ci informarono della sua morte seppellimmo il suo corpo nelle fredde e desolate lande del Isørkenen, come lei stessa aveva richiesto. Non molto tempo dopo la tua nascita iniziò la nostra vendetta, tu non avresti mai conosciuto tua madre e saresti stato allevato da un padre privo di gioia e logorato dal male, e così è stato. Ma dopo anni, questa donna è stata capace di risvegliare il tuo lato umano, come fece Eir con nostro padre. Ed ora guardati sei un debole, troppo impegnato ad amare per renderti conto di ciò che ti accade intorno!" concluse con scherno.
Loki strinse il suo pugnale e si scagliò contro Bergelmir, ma quello lo scansò abilmente e il re rovinò a terra.
Bergelmir e Þrymr uscirono dalla stanza attirando Loki lontano da Sygin, che tentò di fuggire per chiamare aiuto, ma fu prontamente bloccata da Guðmundr, che aveva estratto il pugnale dalla sua spalla ed ora lo puntava alla pancia della ragazza.
"Comincerò da lui, così capirai cosa significa allontanare una madre dal proprio figlio, cosa significa veder morire chi si ama!" sibilò, premendo il pugnale sul ventre. Sygin si liberò abilmente dalla sua presa e scappò via dalla camera inseguita dallo Jotun.

Intanto Loki continuava a combattere contro i due fratelli, accecato dalla rabbia non si era reso conto di essere caduto in trappola.
"Oh è stato un idillio ascoltare le urla di dolore di Eir mentre le dilaniavamo il corpo. Musica per le nostre orecchie e gioia per i nostri cuori!" rivelò macabro Þrymr.
Loki preso dall'ira si scagliò contro i due continuando il combattimento.

"Sta lontano!" minacciò Sygin, puntando una spada contro Guðmundr.
Quello rise schernendo la ragazza, afferrò la spada e con noncuranza la gettò lontano.
Sygin indietreggiò finché non sentì il vuoto alle sue spalle, era in cima ad una rampa di scale, fece per scendere ed allontanarsi dallo Jotun, ma quello fu più veloce e con inaudita violenza la spinse giù per i gradini.
La povera ragazza rovinò sul freddo marmo fino alla fine della scalinata, quando giunsero i servi fu troppo tardi, guardarono in cima alle scale ma Guðmundr era svanito nel nulla.

Improvvisamente i due fratelli si fermarono ghignando soddisfatti, Loki si ricordò solo allora della ragazza.
"Sygin..." biascicò, i due risero malefici e sparirono in una nube nera. 
Loki prese a correre come un ossesso, quando giunse alle scale, osservò con orrore il corpo di Sygin in una pozza di sangue.
"No!" gridò lasciando cadere i pugnali al suolo.
Si inginocchiò accanto la consorte attorniata da alcuni domestici e per la prima volta dopo anni sentì i suoi occhi inumidirsi e bruciare.
"È stata colpa mia..." sussurrò stringendola a sé.
Un velo nero scese sul palazzo, nessuno accennava il minimo sorriso o espressione di sollievo e gioia, solo dolore e tristezza regnava nel castello.
Loki si rifiutò di lasciare le stanze reali per assistere Sygin. 
"Mi dispiace, ma non ho potuto far nulla per salvarlo, il bambino è...morto..." queste furono le parole del guaritore. 
Il cuore di Loki si frantumò e sentì il coraggio venire meno, come l'avrebbe detto a Sygin, la sua piccola luce? 
La ragazza aprì lentamente gli occhi presa da un inspiegabile senso di vuoto, portò lentamente le mani al ventre e fu presa dal panico. Si mise a sedere di scatto nel letto ed una fitta di dolore l'attraversò come una spada, ma nulla paragonabile al dolore lacerante del suo animo.
"Loki!-disse con voce tremante- Ti prego...non può essere, ti prego..." la sua voce era rotta simile ad una disperata preghiera.
Loki, ora in sembianze asgardiane, scosse la testa afflitto aveva occhi arrossati e stanchi, Sygin capì e venne presa dalla disperazione. Cadde su un fianco stringendo le braccia sul ventre, Loki rimase fermo incapace di consolarla. Ne seguì un lungo e tetro silenzio, l'aria era pregna di dolore e rabbia.

"A Naoidhean Bhig Cluinn Mo Ghuth
Mise Ri D' Thaobh O Mhaighdean Bhan
Ar Righinn Og Fas As Faic
Do Thir Dileas Fhein
A Ghrian A's A Ghealaich Stuir Sinn
Gu Uair Ar Cliu 's Ar Gloire
Naoidhean Bhig Ar Righinn Og
Mhaighdean Uashaill Bhan
A Naoidhean Bhig Cluinn Mo Ghuth
Mise Ri D' Thaobh O Mhaighdean Bhan
Ar Righinn Oig Fas As Faic
Do Thir Dileas Fhein
A Ghrian A's A Ghealaich Stuir Sinn
Gu Uair Ar Cliu 's Ar Gloire
Naoidhean Bhig Ar Righinn Og
Mhaighdean Uashaill Bhan" 
Sygin intonò con voce rotta dal pianto una dolce ninna nanna, la stessa che le cantava Frigga quando da piccola temeva il buio.
Loki le si avvicinò e, stesosi su un fianco dietro di lei, la strinse a sé facendo scendere lentamente le sue mani fino al ventre della dea e poggiandole delicatamente sulle sue.
"Ti prometto che pagheranno per ciò che hanno fatto!" disse cercando di reprimere la rabbia.
"Ho bisogno solo di te Loki...ti prego non lasciarmi..." sussurrò e il dio la strinse con vigore avvolgendola con le sue forti braccia.
"Mai mia regina...nulla ci separerà."

Nota dell'autrice:
Salve a tutti! Mi dispiace per il ritardo ed eventuali orrori XD spero che il capitolo vi sia piaciuto.
La ninna nanna di Sygin è Noble Maiden Fair del film Disney the Brave. 
Per quanto riguarda il nome della madre di Loki, Eir la dea dalle abilità mediche,  significa vita, speranza, ed è una valorosa valchiria. Beh che dire mi sembrava adatta come madre di Loki. 
Grazie per aver letto il capitolo, come sempre leggere i vostri commenti mi farebbe molto piacere, ringrazio chi mi ha espresso il suo parere riguardo il capitolo precedente.
Un abbraccio
Angel27
   
 
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