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Autore: moon_dance_sky_fall    11/01/2015    4 recensioni
E ora, Marcelline?
Ora che Finn, Jake e Gommarosa non ci sono più?
Cosa farai?
Ora che l'oscurità ti circonda?
Che decisioni prenderai?
Vivere?
Morire?
A te la scelta, regina vampira.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marceline, Marshall Lee, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Non voglio vivere sapendo che lui non si ricorderà chi sono.

 
 
Ero sicura della mia scelta, sarebbe stato meglio così. Non avrei potuto permettere altrimenti. Quello stupido sorrisetto maligno sulla faccia di Regina Ghiaccio mi faceva uscire di testa, ma non avevo più la forza di arrabbiarmi. “Ho scelto”. Per parlare avevo bisogno di riprendere fiato dopo poche parole. Spostai gli occhi in quelli di Marshal: “Lui non può morire. E’ l’amore della mia vita, siamo anime gemelle, e non può morire.” Riprendo fiato. “Si dimenticherà di me, ma potrò accettarlo, a patto che nei suoi occhi possa ancora risplendere quello scintillio che mi ha sempre fatto stravedere per lui”. Pausa. “Però…” abbassai lo sguardo: “Io non voglio vivere, se non potrò svegliarmi la mattina accanto a lui.” Rialzai lo sguardo, dovevo godermi gli ultimi momenti in cui entrambi ci amavamo. “Se finalmente saprò che è capace di amare alla follia, ma che quell’amore non sarà per me. Io scelgo di non vivere, e se tu, Regina, ti opporrai alla mia scelta, sappi che tenterò di porre fine alla mia esistenza ogni giorno che mi rimane da vivere. Io scelgo di morire, piuttosto che di vivere ma di essere morta dentro”. Mentre parlavo, gli era scivolata una lacrima lungo la guancia, occhio sinistro. Il sorriso di quella strega si allargò: “Va bene, accetto la tua scelta, ma dovrai morire qua, dietro queste sbarre, ed io voglio vederti soffocare nel dolore nei tuoi ultimi attimi di vita. Ti resta ancora qualche minuto”. Marshal cominciò ad agitarsi, e riuscì a liberarsi dallo scotch: “Non puoi farlo Marcelline! Non puoi…”. Con la poca voce che mi rimaneva, lo interruppi, e sussurrai: “La mia scelta l’ho già presa, ed ormai non posso tornare indietro. Ti amo”. Cercò di rispondermi, ma prima di riuscirci, gli rimisero lo scotch sulle labbra. “Ultimo desiderio?” mi chiese la megera, sorridendomi. “Si, uno” presi un bel respiro “voglio carta e penna, e voglio che, quando non ci sarò più ed avrà dimenticato” indicai con gli occhi pieni di lacrime Marshal Lee “consegni questa lettera alla persona a cui è indirizzata”. Regina Ghiaccio annuì, e si fece portare quello che le avevo chiesto. Strano, era troppo gentile. Ma poi aggiunse, ghignando: “E’ meglio se ti sbrighi, non ti rimane ancora molto”. Non poteva non aggiungere qualcosa di cattivo. Cominciai a scrivere, lentamente ma cercando di usare la grafia più chiara possibile: “Cara Fionna”. Ma subito cancellai il “cara”. Si stava portando via l’amore della mia vita, altro che “cara”. “Fionna, sono Marcelline. Sto morendo, e non ho più molta forza per scrivere. Marshal Lee d’ora in poi sarà tuo, non ci sarò più io e potrai averlo tutto per te. So che non siamo mai state grandi amiche, anzi, ma ti devo chiedere di farmi due favori, per quando non ci sarò più: il primo è quello di non dirgli di questa lettera, e del suo contenuto, né di parlargli di me, lui non si ricorderà niente, non si ricorderà di me e lui, penserà che ci sia stata sempre tu, come se io non fossi mai esistita. Il secondo, quello che mi sta più a cuore, e che spero tu ti sforzerai di portare a termine in qualsiasi modo, è quello di renderlo felice. Prenditene cura, ti prego, non lasciare che si rovini, ma soprattutto, non lasciarlo, non ce la farebbe senza di te.”. Non ce la facevo più, la mia energia vitale era quasi esaurita, mi girava da matti la testa, ma mancava solo una frase alla fine. Ripresi a scrivere: “E per favore, amalo tanto, moltissimo, fino a perdere la testa per lui, fino a diventare matta. Amalo, perché io ormai non posso più farlo. Riempilo di baci, di abbracci, sussurragli quelle frasi dolci all’orecchio che lo fanno impazzire, prendilo per mano in mezzo alla gente, accarezzagli i capelli anche se dice che gli dà fastidio. Amalo, amalo anche un po’ per me.”. Così conclusi la mia lettera, la penna mi scivolò dalle dita, la vista mi si annebbiò, e caddi sdraiata per terra. Era arrivato il momento. E l’ultima cosa su cui si è posato il mio sguardo prima del buio, sono stati quei suoi grandi occhi blu, pieni di lacrime.
  
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