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Autore: MiaBlack    11/01/2015    13 recensioni
Seguito di "Carpe diem tutto accade per una ragione"
La storia si colloca nella seconda stagione, Felicity conosce già Oliver. ma Oliver non se lo ricorda, non ha riconosciuta la bella informatica e lei non si prodiga a farsi riconoscere anzi cercherà di evitare che lui lo scopra, ma Felicity nasconde un segrete un grosso segreto. Cosa accadrà quando il suo segreto sarà sul punto di essere rivelato, quanto sarà disposta a fare perchè Oliver non venga a sapere quello che nasconde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 30

 

Seduti su quelle scomode sedie Felicity, Oliver e Diggle aspettavano impazienti che il dottore uscisse dalla stanza, sembrava fossero passate ore da quando erano arrivati invece erano trascorsi non più di quindici minuti.

-Signorina Smoak. - sentendosi chiamare Felicity alzò lo sguardo trovando l'agente Lance poco lontano da lei.

-Agente...- Felicity fece per alzarsi.

-Rimanga pure seduta. - Lance le sorrise.

-Dovrei farle qualche domanda... - iniziò l'uomo, sapeva che quella era la prassi ma in quel momento non aveva nessuna voglia di rispondere a nessuna delle sue domande.

-Non sappiamo molto. - intervenne Oliver, Lance lo guardò irritato.

-Signor Queen, ultimamente... -

-Agente, non eravamo presenti al momento del fatto. - intervenne Felicity, la poca simpatica che Lance provava per Oliver che sembrava fosse scomparsa nell'ultimo periodo era ritornata tutta insieme.

-Scusate, signorina Smoak? - il medico uscì finalmente dalla stanza e si avvicinò al gruppetto interrompendo la conversazione.

-Come sta Robert? - chiese alzandosi dalla sedia.

-Ha un braccio rotto, ma per il resto non sembra aver riportato altre ferite, è stato portato in camera, in questo momento è incosciente, ma dovrebbe risvegliarsi presto. -

-Grazie! -

-Signorina.... -

-Oliver vai in camera, se dovesse svegliarsi almeno non è solo. - Oliver guardò Lance e poi andò via, la sensazione di non essere utile stava tornando a tormentarlo, sapeva che sicuramente Felicity avrebbe spiegato a Lance cosa era successo e avrebbe messo Arrow in mezzo e questo non poteva farlo certamente davanti a lui, ma era comunque spiacevole l'idea .

 

-Mi può spiegare cosa è successo? -

-E' stato Slade Willson, ha fatto irruzione a scuola e ha preso mia figlia... - spiegò Felicity, Lance la guardò sorpreso, Slade Willson aveva rapito Thea Queen, ucciso Moira Queen e a distanza di pochi giorni aveva rapito anche Hope.

-Perchè... -

-Ha preso lei per colpire Arrow... ha scoperto che lo aiuto e vuole vendicarsi... - spiegò lei, quella era l'unica idea che le era venuta in mente per spiegare il motivo per cui aveva preso Hope.

-Oliver cosa...-

-Oliver non ne sa niente. -

-Ci metteremo subito a lavoro... - la rassicurò Lance.

-Ho avvisato anche Arrow, presto si metterà a lavoro anche lui. - assicurò Felicity.

 

Robert era ancora incosciente quando Felicity entrò in camera, Oliver era appoggiato al muro immerso nei suoi pensieri.

-Hai detto tutto a Lance? - chiese Oliver voltandosi verso la ragazza.

-Si. Oliver io...-

-Andrà tutto bene Felicity, la troveremo, ora preoccupiamoci di Robert poi penseremo anche a Hope.-

-Mamma!? - sentendosi chiamare Felicity si voltò verso il letto, Robert si era messo seduto e la guardava, in pochi passi lo raggiunse lo strinse in un abbraccio soffocante.

-Ci ho provato, mamma! Lo giuro! Io ci ho provato veramente! - il bambino si era lasciato stringere tra le braccia della madre e aveva seppellito la testa nell'incavo del collo mentre la donna lo stringeva sollevata.

-Robert non capisco, hai provato a fare cosa? - chiese, avrebbe voluto guardare il figlio negli occhi, ma la presa attorno al suo collo era troppo forte così dovette rinunciare.

-Io... lui... Mamma, mi dispiace tanto! - continuò, ora che era tra le braccia della madre Robert si lasciò andare e iniziò a piangere disperatamente.

-Robert, amore... va tutto bene... - iniziò a cullarlo accarezzandogli dolcemente la testa e la schiena sperando di farlo calmare, sentiva il piccolo corpo tra le sue braccia scosso dai singhiozzi.

-No! Non va tutto bene! Ha preso Hope! - urlò liberando la madre dalla presa e guardandola in viso, gli occhi blu di Robert erano lucidi di lacrime che scivolavano lungo le guance.

Robert rimase immobile tra le braccia della donna, Oliver si era avvicinato e aveva avvolto le braccia attorno al corpo di Felicity avvolgendo entrambi in un abbraccio.

Quello che era successo a scuola era ancora vivido nella mente di Robert:

 

Robert era seduto al banco a disegnare insieme a i suoi amici, stava disegnando quello che nell'ultimo periodo era diventato il suo eroe, Arrow, era un pomeriggio come gli altri anzi era un pomeriggio migliore degli altri, infatti stavano disegnando invece di fare i compiti, smise di colorare e guardò con soddisfazione il suo disegno era quasi perfetto doveva solo disegnare l'arco e poi era finito, mentre posava il pennarello verde per prendere quello nero, il suo sguardo si posò sulla sorella che ad un tavolo vicino stava disegnando e parlando con le sue amiche, la sera prima si era preso un bello spavento, ma ora Hope stava bene e lui era contento, come se avesse sentito lo sguardo del fratello, la bambina si voltò verso di lui regalandogli un enorme sorriso che fu subito ricambiato, era stato in quel momento che un rumore aveva attirato la loro attenzione, dal corridoio sentivano urla e passi di persone che correvano poi era accaduto: la porta della classe era stata aperta e strappata letteralmente dai cardini per poi essere lanciata dietro le spalle dell'uomo che stava entrando.

L'urlo della maestra era stato sovrastato dal rumore della porta che sbatteva contro il muro.

L'uomo misterioso entrò in classe fermandosi sulla soglia mentre i bambini si erano alzati dai propri posti e terrorizzati indietreggiavano, l'uomo indossava una specie di armatura e in viso portava una maschera per metà nera e per metà arancione.

-Dov'è la piccola Smoak? - chiese l'uomo, Robert sgranò gli occhi lanciando un occhiata alla sorella che terrorizzata guardava l'uomo senza emettere un suono, non solo Robert si era voltato verso la bambina, tutti i compagni la stavano guardando.

-Quindi sei tu... - commentò divertito l'uomo facendo un passo avanti e spostando i banchi che gli intralciavano il cammino.

-Non azzardarti a toccarla! - in un momento di coraggio Robert si era lanciato contro l'uomo frapponendosi tra lui e la sorella.

-Robert! - urlò lei facendo un passo avanti.

-Scappa! -urlò mentre veniva afferrato.

-Ma tu...- non voleva andarsene, non senza il fratello che tenuto per il collo dall'uomo agitava i pugni e i piedi cercando di colpirlo.

-ORA! - incoraggiata dall'urlo Hope corse via scivolando tra le gambe dell'uomo il quale teneva ancora Robert per il collo, uscì dalla classe col cuore gonfio d'angoscia.

-Che moccioso coraggio, ma tu non mi interessi. - la voce era una specie di ringhio.

-Tu non la tocchi... -

-Staremo a vedere. - dopo aver detto ciò lanciò Robert dall'altra parte della stanza correndo per inseguire la bambina.

 

Il volo che l'uomo gli aveva fatto fare lo aveva spaventato, aveva avuto la sensazione di volare e poi precipitare, non era stato piacevole.

-Non ti immagini quanto ero preoccupata, stai bene vero? - chiese Felicity staccandosi il figlio dalla spalla per poterlo guardare, non sembrava fosse ferito, anche se attorno al collo adesso che ci faceva caso c'era un segno rosso, sicuramente causato dalla presa di Slade.

-Io si, ma Hope? - Felicity si morse il labbro cercando di non scoppiare a piangere.

-La troveremo, stai tranquillo. - intervenne Oliver accarezzandogli la guancia e asciugandogli le lacrime.

-Papà...- Robert scivolò via dalla presa della madre e andò da Oliver che lo strinse a se cercando di rassicurarlo.

-Ho provato a proteggerla, ma non ci sono riuscito... - ammise tornando a piangere, Oliver lo strinse di più, quel piccoletto aveva avuto un coraggio fuori dal comune, si era buttato volontariamente tra Slade e la sorella solo perché lei potesse scappare.

-Quello che hai fatto è stato molto pericoloso Robert. - gli disse Oliver.

-Ma Hope, lei era in pericolo non potevo lasciare che lui...-

-Robert ascoltami, sei stato coraggiosissimo, ma rimane è stato anche molto pericoloso, quell'uomo avrebbe potuto farti veramente male. - Robert scosse la testa.

-No, lui voleva Hope, mi ha detto che io non gli interessavo... - borbottò accigliandosi e facendo accigliare anche i genitori.

-Oliver... - iniziò Felicity fermandosi allo sguardo dell'uomo, non era quello il momento giusto per parlare.

-Robert riposa ora, troveremo tua sorella. - il bambino annuì e tornò steso sul letto per poi addormentarsi quasi subito.

Sicuri che Robert stesse dormendo i due uscirono dalla stanza così da poter parlare tranquillamente.

-Perché Slade voleva Hope e non Robert? - chiese Felicity, non che avesse preferito Robert al posto di Hope, ma la cosa non aveva senso, se voleva ferire Oliver andava bene anche Robert che si era praticamente buttato tra le sue braccia.

-Forse pensava che scaraventandolo per la stanza si facesse male seriamente. - ipotizzò Diggle che era rimasto in disparte fino a quel momento.

-Slade è pazzo, probabilmente non c'è nessun motivo preciso per cui voleva Hope. -

-Se Isabel lavora con Slade deve avergli detto che ho due bambini, perché prenderne solo uno? Se vuole farti scegliere come con tua madre e Thea, perché non prendere entrambi? - chiese ancora Felicity.

-Isabel non sapeva che sono figli di Oliver, probabilmente Slade non lo sa. -

-Oppure ha qualcos'altro in mente, sarà anche pazzo, ma non è scemo! - rispose Felicity, l'idea che tutto quello non avesse uno scopo finale non la convinceva, il mirakuru poteva anche averlo fatto impazzire, ma non era uno sprovveduto, il suo piano era stato studiato nei minimi dettagli, le sue non erano azioni dettate dalla rabbia erano tutte accuratamente studiate per uno scopo preciso.

 

Presi come erano da tutto quello che era successo si erano completamente dimenticati di una persona, il cellulare di Felicity iniziò a suonare interrompendo il momento di silenzio che si era formato.

-Dannazione mi sono dimenticata di mia madre! - esclamò afferrando il telefono dove la foto della donna troneggiava su tutto lo schermo.

-Mamma! - rispose allontanandosi di qualche passo, Oliver guardò Felicity preoccupato.

-Tu conosci sua madre? - chiese rivolto a Dig, l'uomo annuì prima di sorridere divertito.

-Si la conosco, è una donna con un bel caratterino. Ti farà a fettine per aver sedotto sua figlia, averla messa incinta e poi averla abbandonata. - Oliver si voltò verso l'amico sperando che scherzasse, ma Diggle era serio, quella donna lo odiava e ne aveva tutti i diritti.

 

-E' successo un casino, devi venire in città, siamo all'ospedale... - spiegò, era inutile farla aspettare fuori città, Robert non sarebbe uscito da li se non il giorno seguente e lei aveva bisogno che qualcuno restasse con lui mentre loro cercavano Hope.

“Ti sei fatta male?” chiese immediatamente la madre preoccupata.

-No, io sto bene... -

“Hope? E lei vero? Che è successo?”

-Mamma, non ti preoccupare, non farti venire un infarti ti prego! Vieni qui e ti spiegherò tutto.-

“Assicurami che state tutti bene.” chiese la donna, Felicity poteva sentire il rumore della macchina che veniva messa in moto mentre parlava con la madre.

-Mamma, ci vediamo qui! -

“Venti minuti e ci sono.” le assicurò.

-Bene a dopo. - chiuse la chiamata e tornò verso i due uomini che stavano parlando tra di loro.

-Mia madre sta arrivando. - spiegò lei mettendo via il cellulare, Oliver la guardò spaventato dall'idea di incontrare la donna, non aveva mai pensato a cosa la madre di Felicity gli avrebbe detto una volta tornata in città.

-Tra quanto arriva? - le chiese Diggle.

-Venti minuti. -

-Vado ad aspettarla giù... - con la scusa di andare incontro a Stesy, Dig si allontanò dai due lasciandogli così la possibilità di parlare in privato.

-Che succede Oliver? - Felicity si avvicinò al giovane che la guardava preoccupato.

-Ecco, tua madre... - la bionda si accigliò, sua madre cosa?

-Cosa? -

-Tua madre non sa che mi hai detto dei bambini? - chiese cautamente.

-Non ancora, volevo dirglielo di persona, così da evitare un interminabile telefonata.- spiegò lei, la verità era che voleva che sua madre lo vedesse con i suoi occhi mentre era con i bambini, se le avesse detto al telefono che Oliver li amava lei non ci avrebbe mai creduto.

-Il fatto è che non ci ho mai pensato veramente, ma... mi odia vero? - chiese, Oliver aveva un espressione preoccupata che fece sorridere Felicity, il grande e grosso Oliver Queen aveva paura della reazione che sua madre poteva avere nel vederli con loro.

-Hai paura della reazione di mia madre? -

-Non è che ho paura, solo... - iniziò lui.

-Solo? -

-Non sono mai stato il tipo di ragazzo che viene presentato ai genitori e se viene presentato non è mai approvato. - spiegò lui, anche se aveva avuto molte ragazze non aveva conosciuto i genitori di tutte, anzi se poteva lo evitava, l'unica che c'era riuscita era stata Laurel e il risultato non era stato dei migliori visto l'odio che Lance provava per lui.

-Non sei più quel ragazzo Oliver, sei tutta un altra persona. -

-Lo so ma... ti ho messo incinta e poi me ne sono andato con Sara...-

-Oliver. - lo bloccò lei, sapeva già cosa era successo, avevano già chiarito tutto quello, non doveva avere paura.

-Guardami, non so se mia madre è una tua fan o no, su questo punto ultimamente è stata un po' un controsenso, certamente non ti ama disperatamente... - ammise lei, avvilendo il ragazzo.

-Ma non ti devi preoccupare, comportati come sempre e lei si dovrà ricredere su di te. Lei per me ha sempre voluto il meglio, un università prestigiosa, un buon lavoro e un uomo che mi ama e ovviamente voleva anche dei nipotini... Magari l'ordine non è arrivato in quel modo, ma se è vero che mi ami, non hai niente di cui preoccuparti. -

-Certo che ti amo! Amo te e amo i bambini.-

-E allora andrà tutto bene... Vai da Robert parlerò io con mia madre. -

-No, voglio esserci anche io. -

-Non ti sto chiedendo di nasconderti dentro l'armadio, ma ho bisogno di parlarle io. -

-Va bene, ricordati che ti amo, non dubitarne mai.- le diede un bacio sulle labbra prima di entrare nella camera dove Robert riposava.

Stesy e Dig arrivarono dopo poco che la porta si era chiusa.

-Ho visto bene? - chiese Stesy fermandosi davanti alla figlia, la guardava con le sopracciglia alzate e le braccia stese lungo i fianchi, non sembrava arrabbiata, ma non poteva negare che fosse sorpresa.

-Mamma non è il momento...-

-Invece è il momento, voglio sapere se quello che è entrato in quella stanza e che era qui con te fino a pochi secondi fa era lui. Non mi sembra una domanda difficile. - chiese la donna incrociando le braccia al petto.

-Dig per favore puoi lasciarci un attimo.-

-Vado. - entrò in camera lasciando le due a parlare da sole, in quel momento non voleva essere nei panni di Felicity.

-Allora? -

-Mamma, ti sembra questo il momento? Comunque si era Oliver. -

-Quindi sa? - chiese insistentemente, Felicity si domandava come una donna intelligente come sua madre si fosse focalizzata su Oliver e non sul fatto che fossero in un ospedale.

-Si mamma, sa! Gli ho detto dei bambini e gli ho detto che sono suoi. Ora per favore puoi sederti un secondo.- rispose esasperata lei.

-Aspetta,dove sono le pesti? - finalmente Oliver era passato in secondo piano, quel discorso sicuramente sarebbe stato ripreso, ma ora anche lei aveva capito che era successo qualcosa di grave.

-Robert è in quella stanza, si è rotto un braccio, ma per il resto sembra stare bene. - aveva iniziato dalla notizia migliore, se avesse detto subito di Hope, la donna sarebbe svenuta immediatamente.

-Meno male ero così preoccupata. Hope invece? - chiese guardandosi attorno sorridendo di sollievo.

-L'hanno rapita.-

-Cosa? Chi? Quando? Perché? E' colpa sua vero? - Stesy cercò la sedia dietro di lei, la notizia che la piccola Hope era stata rapita l'aveva sconvolta, aveva capito che era successo qualcosa ai bambini, ma non credeva che fosse successo qualcosa di così grave.

-Mamma non è colpa di Oliver, è colpa mia, lui non c'entra nulla. -

-Colpa tua? Cosa stai combinando? In che guai ti sei cacciata? - le domande a raffica della donna misero in difficoltà Felicity che non riusciva a escogitare qualcosa di intelligente da dirle per spiegare la situazione.

-Io... ecco...-chiuse gli occhi pronta a rivelarle il suo segreto: ovvero il fatto che lavorasse con Arrow, sarebbe stato un colpo per sua madre e sicuramente le avrebbe dato di pazza incosciente, ma doveva farlo, non aveva altre alternative.

-Signorina Smoak! -

-Agente Lance! - sentendosi chiamare si era voltata e aveva trovato l'agente davanti a lei e insieme a lui un paio di uomini.

-Ho pensato di metterle un paio di uomini per controllare la situazione... -

-La ringrazio molto, agente, lei non conosce mia madre: Stesy Smoak, mamma lui è l'agente Lance.- li presentò lei.

-Piacere di conoscerla signora Smoak. - Stesy sorrise mentre tendeva la mano verso l'uomo.

-Piacere mio agente, mi chiami pure Stesy. - Felicity alzò gli occhi al cielo vedere sua madre che squadrava da capo a piedi l'agente Lance non era una scena a cui avrebbe voluto assistere.

-Allora piacere Stesy. - i due si sorrisero ignorando apertamente Felicity che invece li osservava indecisa se essere divertita o disgustata.

-Scusate... -

-Ah si scusi, avrei bisogno di parlarle, dovrebbe venire con me. - fece Lance rivolta alla giovane.

-Mamma vai dentro e ti prego non trattare male Oliver! - si raccomandò lei, con Oliver aveva cercato di non pensare al peggio e di rassicurarlo, ma ora che lui non c'era non era poi così sicura che sua madre non avrebbe fatto una scenata in mezzo all'ospedale.

-Non posso garantirtelo. - rispose lei osservando la figlia.

-Non fare la bambina, ho bisogno che Robert stia tranquillo non che veda sua nonna litigare con suo padre, che tra parentesi ha anche accettato e che adora! -

-Come vuoi, farò la brava. Per ora!- alzò le mani in segno di resa prima di salutare Lance con un sorriso ed entrare in camera.

-Tua madre non è una sostenitrice di Oliver Queen. - commentò l'agente guardando il punto dove era sparita la donna.

-Avete tante cose in comune allora. Scusi, non volevo. -

-Ho bisogno dell'aiuto suo e di Arrow. -

-Lo contatto subito ora che è arrivata mia madre posso mettermi al lavoro. -

-Bene, mi tenga informato. - con quelle parole Lance se ne andò lasciando i due uomini accanto alla porta con l'ordine di non far entrare nessuno a parte i presenti. Felicity fissò i due uomini fermi di guardia chiedendosi quanto sarebbero serviti in caso Slade avesse deciso di andare a prendere anche Robert.

 

Stesy era entrata in camera e aveva subito individuato Oliver seduto sul letto che parlava col figlio, Dig invece era poco più in la e anche lui cercava di convincere Robert a fare qualcosa.

-Nonna! - urlò vedendola entrare, Stesy sorrise avvicinandosi al bambino, lieta di vedere che stesse bene.

-Amorino mio, ti fa male? - chiese lei abbracciandolo, Oliver si era spostato facendo spazio alla donna, era la prima volta che la vedeva e la squadrà rapidamente senza farsi notare, Felicity non aveva preso molto da lei, almeno non di aspetto, ma qualcosa gli suggeriva che dovevano avere lo stesso carattere.

-No non fa male... Nonna hai visto c'è papà!- esclamò contento di presentare alla nonna il proprio padre, Stesy si voltò verso Oliver, il sorriso era sparito e lo stava guardando duramente, reazione del tutto comprensibile visto il passato del giovane.

-Signora Smoak è un piacere conoscerla. - fece Oliver, la donna continuava a rimanere in silenzio e ad osservarlo, poi si alzò e si decise a parlare.

-Non so se è un piacere conoscerla signor Queen... - la schiettezza della donna sorprese Oliver non si aspettava un attacco del genere anche se John l'aveva avvisato, non si era sbagliato: Stesy aveva un carattere forte, lo stesso di Felicity.

-E' comprensibile. Scusate è Felicity. - Oliver prese il cellulare dalla tasca e rispose uscendo dalla stanza.

-Che succede? - chiese lui preoccupato, se lo stava chiamando invece di entrare in camera voleva dire che non si trovava più all'ospedale.

“Lance vuole che Arrow lo aiuti..”

-Chiamo Diggle e arrivo, dove sei? - chiese mentre tornava verso la stanza.

“Sono all'entrata vi aspetto qui... Oliver?”

-Cosa? - si era fermato con la mano sulla maniglia della porta aspettando che lei continuasse.

“Mia madre si è comportata bene?” chiese preoccupata.

-Più o meno... arriviamo subito. - sorrise chiudendo la chiamata.

Continua....

Eccoci qua! BUONA DOMENICA A TUTTI!
questo è un capitolo più tranquillo, rispetto a gli altri due. finalmente abbiamo scoperto con esattezza cosa è successo alla scuola, Robert tenerissimo si è messo in mezzo difendendo la sorella, chissà se la piccola è riuscita a scappare oppure alla fine è stata presa..
Stesy finalmente è tornata contenti? visto sta bene e non le è successo assolutamente nulla! Il primo incontro tra Stesy e Oliver non è stato dei migliori, ma ci sarà tempo per vedere i due andare d'accordo (forse).

ALLORA ATTENZIONE, mercoledì 14 non ci sarà la pubblicazione del capitolo 31 <.< sono in ritardo col 32 e volevo chiudere quello prima di pubblicare il 31 perchè si sono pezzi che non mi convincono ancora del tutto quindi vorrei vedere come si struttura il 32 e in caso avere la possibilità di fare dei cambiamenti, cosa che se pubblico non posso più fare.
Quindi MERCOLEDI' non ci sarà l'aggiornamento, ma non vi tengo a bocca asciutta posto una Shot quindi troverete comunque qualcosa da leggere.
Un bacione noi qui ci vediamo DOMENICA
Mia
   
 
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