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Autore: musike    11/01/2015    2 recensioni
Tratto da primo capitolo:
" (...) C’era voluta una guerra a Temari per farle capire quella sensazione che da anni covava dentro di sé e che ogni volta scacciava via con forza, con insistenza. Quel formicolio allo stomaco che mai le aveva dato pace, quel senso di appagamento che sentiva ogni volta che, anche solo per sbaglio, sentiva la sua pelle sulla sua, anche se solamente la sfiorava appena. Solo, non era ancora riuscita ad accettarla"
Nota: Storia a quattro mani ( Musike e Mr Apricot)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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CAPITOLO 1


Temari non sapeva perché Gaara l’aveva fatta chiamare con urgenza, sperava solamente che non fosse successo nulla di grave, oppure che un nuovo nemico minacciasse quella pace che, con sacrificio e dolore, finalmente si era creata.

Da un anno la Quarta Guerra Ninja si era conclusa, ma tutti, bene o male, continuavano a sentirne gli effetti. C’era chi finalmente avrebbe potuto riabbracciare i propri cari e chi invece avrebbe versato solamente lacrime amare su un corpo freddo, un corpo che una volta parlava, respirava, viveva, ma che ora era come un semplice contenitore vuoto, che mai più avrebbe potuto sorridere.

La guerra cambia le persone, le trasforma, le rende consapevoli di cose che prima sembrassero avere poco vale, trasforma i gesti, i ricordi, le persone in beni preziosi di cui ti accorgi solamente quando le perdi o rischi di non vederle mai più. Tutto, anche le piccole cose, diventano importanti e tutto ha un senso.

C’era voluta una guerra a Temari per farle capire quella sensazione che da anni covava dentro di sé e che ogni volta scacciava via con forza, con insistenza. Quel formicolio allo stomaco che mai le aveva dato pace, quel senso di appagamento che sentiva ogni volta che, anche solo per sbaglio, sentiva la sua pelle sulla sua, anche se solamente la sfiorava appena.

Solo, non era ancora riuscita ad accettarla.

La principessa di Suna aveva dovuto fare letterlamente a botte con il suo orgolgio per ammettere che si era innamorata. Amore, che parola strana: un sentimento così forte e allo stesso tempo fragile. Pura emozione che riusciva a far tremare di paura la più spietata manipolatrice del vento. Amore, un qualcosa che era difficile da definire, ma che era in grado di distruggere nel profondo una persona.
Legarsi a qualcono, consegnare a questo il proprio cuore, fidarsi di qualcun altro, mostrare anche il proprio lato nascosto senza aver paura di essere giudicati ... era questo chr spaventava Temari. Paura che il suo cuore, già di per sé fragile venisse schiacciato ancora e ancora, per poi ridursi in mille pezzi.

Sei una codarda.

Questo era quello che una vocina continuava a sussurrarle nella testa, quando era da sola nella sua camera, immersa nel buio della notte. Avrebbe tanto voluto andare lì da lui, dirgli tutto, confessargli quella cosa.
Ma non ci riusciva, non ce la faceva.

Non è vero! Le rispondeva la kunochi della sabbia. Ho solamente altri priorità al momento.

Un modo come un altro per mentire a sé stessa; per convincersi che, dopotutto, non era una cosa importante quella. E così si caricava di missioni, cercava di tenere la mente sempre più impegnata pur di non tornare con essa alla figura di lui, con quella sua aria perennemmente annoiata che la faceva arrabbiare, con quel suo sorriso che la faceva incantare ogni volta.

Temari bussò tre volte alla porta dell’ufficio di Gaara e solamente quando sentì la sua voce bofonchiare un “avanti” entrò nella stanza trovando il rosso letteralmente sommerso dalle scartoffie. Il giovane Kazekage alzò un attimo la testa per vedere chi fosse arrivato e non appena scorse la fugura della sorella, lasciò stare le pratiche burocratiche e la invitò a sedersi.
“Perché mi hai chiamato con tanta urgenza?” Chiese la ragazza prendendo posto davanti alla scrivania del fratello. “ Successo qualcosa? Un nuovo nemico?”
Gaara scosse leggermente la testa. “Niente di tutto ciò.” Disse accennando un piccolo sorriso non appena vide Temari sospirare con sollievo “La pace persiste, nonostante si stia cercando di spegnere qualche focolaio che ogni tanto fa la sua comparsa”.
La ragazza annuì alle parole del fratello. Qualche gruppo di nunkenin ogni tampo dava qualche problema ai vari villaggi, ma niente che non si potesse gestire, fortunatamente.
“Ti ho chiamato per un’altra questione” Iniziò Gaara, porandosi le mani davanti al viso e battendo le dita tra loro. “ Come ben sai finalmente la guerra è finita portando con sé la pace e rafforzando le allenza tra i vari paesi, nonostante sembra che il pericolo sia scongiurato tuttavia le accademie ninja e i corpi speciali continuano ad operare, anche se al momento la situazione è stabile e tranquilla. Per farla breve sei stata selezionata per partecipare all’adestramento delle squadre ANBU della Sabbia e per entrare nei Jonin Speciali del villaggio. Se accetterai l’addestramento durerà due anni e dovrai superare un esema finale; starà a te poi decidere se poi entrare definitivamente negli ANBU oppure entrare nei consiglio dei Jonin speciali.” Mentre parlava Gaara continuava ad osservare la sorella, per scorgerne una qualche reazione, ma sembrava come se fosse in uno stato di trance. Dopo un iniziale attimo di sorprese i suoi occhi si fecero via via sempre più scuti, le parole sembravano scivolarle addosso mentre nel suo sguardo regnava il vuoto.
“Puoi prenderti del tempo per decidere, non dev- ....”
“Accetto!” Disse con tono fermo la ragazza, interrompendo il discorso del fratello. Questa opportunità era stata vista dalla aragazza come un modo per cancellare qual sentimento che provava, un modo per dimenticarlo, per non dover più soffrire quando lo vedeva insieme alla sua compagna di team Ino oppure a quella ragazza strana, di nome Shiho. Non avrebbe più dovuto sentire le lacrime scendere durante la notte quando ricordava come lo aveva trovato durante il suo ultimo viaggio a Konoha, solamente tre mesi prima.

Temari comminava tranquilla per il villaggio della foglia, godendosi quella brezza leggera che le compigliava i capelli e le risa dei bambini che si rincorrevano lungo la via principale di Konoha. Le carte burocratiche erano state portate all’Hokage e tutti i moduli per i prossimi esami chunin erano stati approvati per cui decise di prendersi un giorno di svago, prima di tornare a casa.
Dopo una capatina alle terme si era immersa nella vita degli abitanti della foglia, godendo dei rumori di felicità che sentiva e fermandosi a prendere dei regali per i propri fratelli, che sapeva avrebbero apprezzato.
Era ormai il crepuscolo quando una certa capigliatura a forma di ananas catturò l’attenzione della biondina. Quello sfaticato di un Nara le aveva lasciato tutto il lavoro da fare ed la ragazza era molto intenzionata a fargliela pagare cara. Stava per andare all’attacco quando la figura di una ragazza dai capelli scompigliati e gli occhiali spessi come fondi di bottiglia fece capolinea nel suo compo visivo.
Nessuno dei due parlava quando ad un certo punto la ragazza, imbarazzata, tirò fuori un piccolo pacchetto regale che porse al giovane shinobi della foglia, che sibilò un grazie appena udibile in risposta. La ragazza con gli occhiali, armata di non si sa quale coraggio, si sporse verso il ninja facendo coincidere le proprie labbra quelle quelle sottili di lui, che di rimando l’abbracciò facendo aderire maggiormente i loro corpi.
Una calda lacrima solcò il volto di Temati, mentre una voragine sembrava averle aperto in due il petto, un senso di tristezza infinita l’avvolse, uno sconforto che mai aveva provato prima l’assalì, mentreil rumore di un un cristallo frantumato le riempì le orecchie, tanti picoli vetri si erano sparsi qua e là, senza che lei riuscisse a salvarsi, senza che lei potesse più ricomporli.

“Sei sicura?”
La voce atona di gaara la portò alla realtà, facenda uscire da quel ricordo tanto doloroso che mal sopportava, capita di provare qualcosa verso quello che lei definiva un grande pesaculo eppure non riusciva ad accettarlo, anzi continuava a darsi della stupida per essersi comportata in quel modo ... per essere stata debole.
“Sì” Rispose sicura Temari, guardando Gaara negli occhi. Lui vi aveva scorto determinazione, ma anche un senso di tristezza che da qualche mese accompagnava sua sorella, rendendola più taciturna, meno socievole e più esigente con chi le stava attorno e con sé stessa; tuttavia preferì non indagare oltre.
“Perfetto” Disse il rosso tornando a guardare la pila di documenti che avrebbe dovuto revisionare entro quella sera “Tra due giorni esatti fatti trovare al centro ANBU, lì comincerà il tuo addestramento e per tutta la durata di questo alloggerai lì. Puoi andare.”

Con un leggero inchino Temari della sabbia si congedò da sua fratello e, a passo svelto, si diresse verso la sua camera decisa a cominciare a preparare quello che serebbe servito per i prossimi due anni, sapendo bene che non avrebbe più potuto tornare a casa dai suoi fratelli.

Codarda disse una vocina dentro la sua testa. Sei una codarda.

E questa volta Temari Sabaku No non ebbe la forza di obiettare.
 
  
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