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Autore: Hugmewinter    11/01/2015    0 recensioni
Sembrava fluttuasse nell'aria, con quei suoi capelli neri, gli occhi da falco. < non guardarlo > mi ripetevo. ma era cosi bello, cosi bello che dovetti lasciarlo andare. Un'amarezza mi attraversava la gola e finiva nello stomaco. < non vomitare >. Mi guardò di nuovo, e quella volta fu l'ultima. Se ne andò, e nello sgretolarsi di quella giornata di fine estate, scomparve.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1.

Sembrava fluttuasse nell'aria, con quei suoi capelli neri, gli occhi da falco. < Non lo guardare > mi ripetevo. ma era cosi bello, cosi bello che dovetti lasciarlo andare. Un'amarezza mi attraversava la gola e finiva nello stomaco. < non vomitare >. Mi guardò di nuovo, e quella volta fu l'ultima. Se ne andò, e nello sgretolarsi di quella giornata di fine estate, scomparve.

3 mesi prima.

< Avanti Adele devi finire di preparare i bagagli >
Con uno sbuffo chiusi la televisione.
< Mi annoierò a morte lì da sola e lo sai, perché non posso restare qui? >
< ne abbiamo già parlato, andrai dalla nonna in North Carolina. E poi li c’è la tua amica Cassandra >
< Lo so, lo so, ma ha un ragazzo e sicuramente uscirà con lui e io cosa dovrei fare? Passare il mio tempo a casa e assicurarmi che la nonna prenda le sue medicine? >
La mamma mi guardava con viso leggermente arrabbiato. Non avrei dovuto dire quelle cose. Lei avrebbe tanto voluto venire con me, e passare del tempo con la nonna ma per via del lavoro di dottoressa non ha potuto.
< Forse è meglio se finisci di fare le valigie Adelaide. >
Mi chiamò con il mio nome intero e capì che forse avrei dovuto tenere la bocca chiusa.
< Scusa mamma lo sai, io non volevo dire quello >
Mi fece un lieve sorriso e un cenno del capo e se ne andò.
Non volevo davvero andare dalla nonna, ma non avevo altra scelta.
< Signori e signori potete slacciare le cinture, siamo atterrati in North Carolina. Buona giornata. >

Ed eccomi qui, dopo tante ore di volo, con gli occhiali da sole per nascondere le occhiaie e una valigia che pesava più di me. Ad aspettarmi fuori dall’aeroporto c’era Eddie, un caro amico della nonna.
< Adelaide eccoti arrivata  >
E con il suo solito fare da simpaticone mi prese in braccio, ma erano passati qualche anno dall’ultima volta che andai li e direi che qualche chilo lo avevo preso.
Eddie mi mise subito giù cercando di nascondere il suo affaticamento.
< allora hai fatto un bel viaggio? >
<  si, abbastanza, sono solo un po’ stanca >

< come sta? > chiesi.
<  la conosci, finge di stare in ottima forma. >
< Già > e con un po’ di tristezza ci avviammo dalla nonna.

Non me la ricordavo in quel modo, quella enorme casa bianca, troppo grande per una persona sola. Era nel bello della campagna, circondata da margherite e ciclamini. Il sole batteva sui vetri dell’auto. Era tutto cosi bello. La nonna mi stava aspettando seduta su una piccola sedia sull’artico.
< Adelaide cara, sei arrivata. >
< ciao nonna > e corsi ad abbracciarla.
< grazie mille Eddie, sei sempre un tesoro. >
< non c’è di che signora Roth. >
Salutai Eddie con un gesto della mano. Ed io e la nonna entrammo in casa.

  
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