Capitolo 11
Owl rimase a
fare compagnia a Saga anche dopo che lui si fu riaddormentato. Era
felice di averlo visto finalmente sveglio, anche se ancora debole per
le ferite subite in battaglia e non ancora rimarginate. Non
erano riusciti a scambiarsi più di un tot di parole,
sopratutto su Kanon. Sembrava che l'argomento non piacesse molto al
gemello, che si era limitato a liquidare acidamente il discorso della
ragazza sul nascere. Tuttavia non poteva mentire a sé
stessa:
sentiva la felicità per l'aver visto finalmente il ragazzo
sveglio, dopo giorni di coma, anche se era combattuta con
l'inquietudine; perché il risveglio non era stato come lei
aveva sperato.
Non una parola carina, non un "sono felice di
vederti", nonostante le avesse sorriso prima di coricarsi.
Sembrava preoccupato, o forse era solamente triste per tutto
ciò
che era successo. Non si era del tutto ripreso e forse gli sarebbe
servito del tempo per rimettersi in carreggiata.
Il volto del neo
Gemini sembrava rilassarsi sempre di più mentre il ragazzo
entrava nel sonno più profondo. Forse nel suo inconscio gli
incubi non potevano raggiungerlo ed il suo volto rilassato lasciava
brillare alla luce che filtrava dalla finestra i lividi leggermente
opachi che ancora troneggiavano sul suo volto come trofei di
guerra.
Tuttavia, prima di lasciare la stanza del ragazzo e
lasciarlo dormire, volse lo sguardo verso il totem della Cloth dei
Gemelli. Era esattamente com'era stata lasciata giorni prima, dopo
che il Saint era riuscito a conquistarla. Sembrava come un docile
animale che veglia sul proprio padrone e, nonostante fosse fatta
d'oro e non avesse un'anima propria, quell'armatura,
esattamente
poi come tutte le altre, sembrava essere in sintonia con il loro
custode. In quel momento, baciato dai raggi del sole, quell'oro
brillava come i capelli di Saga sparpagliati sul cuscino.
Quando
la ragazza uscì dalla stanza da letto del ragazzo, si
diresse
senza pensarci al tredicesimo Tempio sorpassando sovrappensiero tutte
le altre case rimanenti che la dividevano dalla sua meta. Percorse
tutte quelle rampe di scale con la testa fra le nuvole, altalenante
di pensieri riguardanti due persone talmente diverse quanto uguali.
Un tempo forse la sua giovane mente avrebbe formulato pensieri
riguardo il suo apprendistato, adesso sempre più lontano,
invece in quel momento erano due uomini il suo chiodo fisso. I
sentimenti che provava per Saga li aveva segregati nel suo cuore, per
non lasciarli fuoriuscire tanto facilmente. Lui era un Saint e non
era libero di amare. Doveva pensare alla guerra e l'amore verso la
sua Dea, l'unica fonte di ispirazione ed affetto e colei che avrebbe
per sempre cambiato il suo destino. Ma nonostante quello, lei avrebbe
continuato ad essere presente per lui, anche solo come un'amica o
un'assistente. Avrebbe sempre continuato a seguirlo, anche se avesse
dovuto farlo da lontano una volta che fosse divenuto un'importante
Saint ed avrebbe passato le sue giornate solamente ad allenarsi o,
nel peggiore dei casi, lontano dal Tempio. Le sue preghiere lo
avrebbero raggiunto in qualsiasi luogo fosse.
Strinse le
mani al petto quando salì l'ultimo scalino della rampa di
scale antecedenti al portone d'ingresso della tredicesima Casa. Il
vento fresco che tirava da quell'altura le fece salire i brividi
lungo la schiena, così chiuse di colpo gli occhi e
lasciò
che i pensieri si librassero in aria come i rossi boccoli che le
volteggiavano dietro la schiena.
Sospirò prima di entrare
all'interno, come se il Sacerdote in persona fosse stato li di fronte
a lei con le braccia conserte per sgridarla di qualche marachella
compiuta, come quando era piccola, quando si divertiva a seguire
segretamente gli allenamenti degli aspiranti Saint, nonostante fosse
stato proibito dallo stesso Sacerdote da secoli.
Quando richiuse
il grande portone alle sue spalle, con un sonoro tonfo, alzò
lo sguardo per vedere se veramente Shion fosse stato lì per
lei, ma, contrariamente al suo pensiero, c'era solo un sottoposto del
Pope, che lei riconobbe come il suo consigliere, ad accoglierla.
«
Salve... » Asserì lei con un leggero inchino,
tenendosi
i lembi della veste per non inciamparci sopra.
Nonostante l'uomo
fosse di rango inferiore rispetto a tutti gli altri Saint del Tempio,
anche dei Bronze, era comunque un suo superiore e per questo lei era
solita inchinarsi verso chiunque possedeva una Cloth.
«
Signorina Owl, la sua presenza è richiesta nella sala del
trono. » Commentò lui senza rispondere al saluto,
non
facendo trasparire ogni tipo di espressione. Si limitava a fare il
portavoce della massima autorità del regno, come gli veniva
imposto e nulla di più, per cui non si sforzava di essere
nemmeno gentile.
Owl a quelle parole inarcò un sopracciglio
e storse il naso. Forse aveva già capito cosa voleva da lei
Shion, ma tenne per sé ogni sorta di commento in presenza
dell'uomo.
« Grazie. » Rispose accennando di nuovo un
leggero inchino, più per cortesia che per vera e propria
reverenza oramai, lasciandosi ben presto l'uomo alle sue spalle
nemmeno sforzandosi di rimanere composta. Raggiunse correndo
il
grande e lussuoso salone, raggiungendo il Pope che la stava
aspettando seduto al trono, con il volto coperto dal possente elmo
che era solito non portare in sua presenza.
« Voleva vedermi
Grande Sacerdote? » Chiese inginocchiandosi di
fronte a
lui che, con un risolino divertito, si tolse l'elmo dal capo
lasciando ricadere i fili dorati dei suoi capelli lungo il volto
segnato da qualche ruga.
« Lascia stare i convenevoli
piccola Owl. » Ridacchiò ancora lasciando che la
ragazza
storcesse la bocca e si apprestasse a parlare, ma fu fermata da
un'alzata di mano dell'autorità. « Credo tu sappia
perché ti ho convocata, non è vero? »
Il suo
tono si fece improvvisamente serio, così com'era solito
parlare ad un Saint, ma non impressionò lei che, nonostante
avesse capito da un pezzo le reali intenzioni del suo superiore,
continuò a fare la finta tonta perché a lei
solamente
era permesso burlarsi di quello che era stato per lei un padre, un
amico ed un esempio. A lui doveva la sua vita e lui aveva imparato a
conoscerla fino a tal punto da permetterle un tale comportamento.
«
Saga si è svegliato. » Disse vaga, continuando la
sua
recita da perfetta finta tonta, nonostante avesse un sorriso sornione
stampato sul volto.
« Sono stato informato... »
Sospirò lui, socchiudendo leggermente gli occhi .
« Sono
serio Owl. »
Bastarono queste tre parole, nonostante
fossero state dette con estrema calma, a far scomparire dal volto
della rossa ogni tipo di espressione. Serrò la mascella ed
abbassò lo sguardo a terra per non incrociare lo sguardo
inquisitore dell'uomo, che stava aspettando una risposta.
«
Vuole...vuole sapere di Kanon, non è vero? »
Al solo
pronunciare il nome dell'ex Saint sentì una stretta al cuore
simile ad una coltellata, la stessa provata quando lui, con il volto
tumefatto dai lividi e deturpato da un'espressione irata, l'aveva
accolta quello stesso pomeriggio.
Il Pope si limitò ad
accennare un gesto affermativo con il capo, incitandola a continuare
perché lei sapeva bene cosa voleva sapere.
« Lui sta
bene. » Mentì leggermente, lasciando
intendere
quel "bene" come "è ancora vivo".
Purtroppo stava tutto fuorché bene, e non solo per i lividi
che portava sul corpo, ma anche per le ferite che ancora sanguinavano
nel suo cuore. Si rendeva conto che era cambiato a distanza di poche
ore ma non si capacitava del motivo. Era solo per le vicende vissute?
L'allontanamento dalle persone a lui care e non essere riuscito a
conquistare un posto nel Tempio come suo Custode?
Gli occhi
inquisitori del Sacerdote continuavano a scrutare il volto abbassato
della ragazza nei momenti di silenzio, capendo al volo e dando
finalmente una risposta ai suoi timori.
« Capisco. »
Mise fine alla discussione, lasciando interdetta la ragazza che,
nonostante quell'improvviso silenzio, si sarebbe aspettata il terzo
grado. Non sapeva che il Pope sapeva tradurre ogni sguardo, ogni
espressione sul viso dei suoi sottoposti.
In tutti quegli anni, la vita
gli aveva insegnato molto, e lo aveva segnato così tanto da
permettergli un simile "potere". Per questo era amato da
tutti, non costringeva nessuno a rivelare i propri segreti. Li
scopriva da solo, quando possibile. Quindi, era probabile che Shion
aveva intuito tutto ciò che non andava ma per il momento
rimaneva in disparte ad aspettare una qualsiasi mossa. Il nemico
giocava ancora a carte coperte.
« Saga come sta? »
Slittò poi il discorso verso l'altro gemello, che sapeva
essersi svegliato dal coma in cui era caduto in seguito allo scontro
che lo ha visto vincitore della Gold Cloth dei Gemelli.
«
Sta riposando! » Rispose con un sorriso, facendo sorridere a
sua volta il Grande Sacerdote, che immaginava quello che Owl provava
per di lui. L'aveva avuta sotto gli occhi per tredici anni. Aveva
vissuto tutti i suoi cambiamenti e, standole accanto, era riuscito a
capire cos'era per lei quel ragazzo. Da una parte non era per lui una
buona cosa, visto che Saga era diventato un guerriero e
perciò
avrebbe dovuto pensare seriamente al suo ruolo, mentre Owl aveva
davanti a sé un destino che presto l'avrebbe strappata dalle
sue mansioni di ancella. Non sarebbero mai potuti stare insieme, ma
nonostante quello non poteva non essere felice per lei. Saga era un
ragazzo meraviglioso e sarebbe, secondo lui, diventato un Saint
valoroso, quindi era impossibile che Owl non ne fosse stata attratta.
Tuttavia, la ragazza sembrava rendersene conto e, col passare del
tempo, sembrava che stesse chiudendo sempre di più il suo
cuore. Comunque non mancava di stargli vicino in quei giorni
difficili, vegliando su di lui giorno e notte.
« Mi fa
piacere. Appena si sarà ripreso potrà
iniziare le
sue mansioni. » Le disse Shion.
« Ne sono felice! »
Sorrise di nuovo Owl, rimanendo poi in silenzio. Nessuno dei suoi
dubbi voleva esporre a Shion, nonostante le sue domande richiedessero
delle riposte. Il Grande Sacerdote l'aveva chiamata a sé per
parlare di Kanon, e lei aveva mancato di rispondere a quello che lui
voleva realmente sapere, allora aveva spostato l'attenzione su Saga,
ma anche lui era per il momento un libro chiuso. Ricordava ancora il
breve momento del suo risveglio, quando i suoi capelli avevano
inspiegabilmente cambiato colore; solo per un breve attimo, che le
aveva stretto così tanto il cuore.
« Sai, mia cara Owl... »
Riprese il Grande Sacerdote dopo il breve silenzio caduto su di loro,
aspettando poi l'attenzione della ragazza per continuare. «
Ho
consultato le stelle dall'alto dello Star Hill, ed ho calcolato la
nascita della nostra Dea in forma umana. » Si
bloccò per
leggere l'espressione sbalordita nel viso della rossa.
« Quindi significa che...
il mio destino di cui parlava... » Cercò di dire
emozionata ed il Pope rispose con un cenno affermativo del capo,
anche se non c'era nessun sorriso sul suo volto. « Posso
sapere
quando? » Chiese poi titubante.
Dopo un sospiro il Grande
Sacerdote tirò i muscoli facciali prima di rispondere,
riposando dopo un breve attimo i suoi occhi su di lei. « Fra
due anni, ma tu devi fidarti di me. Inizierai ad allenarti, per far
sì che il tuo destino si compia, ma non è adesso
il
momento giusto. Non fare altre domande mia cara, abbi fede in me.
»
Sorrise poi, sapendo che di tutti i difetti che aveva Owl,
l'invadenza non era fra quelle.
Lei, d'altro canto, non potendo
ribattere, buttò fuori con un sospiro tutta l'aria
trattenuta
per l'emozione.
«
Ho capito. Aspetterò... » Poté solo
dire.
«
E c'è un'altra cosa. »
Puntualizzò ancora il Sacerdote, prima di congedarla,
facendo
ricadere di nuovo su di sé la sua attenzione. «
Fra due anni, sceglierò un mio successore. »
Questa volta sul volto della
ragazza troneggiò una vena di terrore. Era felice per un suo
“compagno”, certo, però era anche
ansiosa di
sapere che fine avrebbe fatto l'uomo a cui doveva la sua vita, colui
che l'aveva allevata e cresciuta formandola fino a farla diventare
ciò che era. Sapeva che oramai aveva tantissimi anni sulle
sue
spalle, forse troppi. Era stato un grande combattente ed un uomo
saggio e, con quella stessa saggezza aveva guidato tutti i suoi Saint
per più di duecento anni. Ma se lui se ne fosse andato, la
sua
ancora sarebbe sparita e lei si sarebbe trovata a volteggiare a vuoto
nella sua stessa vita.
«
Ma come farò... »
Azzardò, ma il Pope alzò una mano per zittirla.
Questa
volta la sua espressione fu dolce e sorridente.
«Di
questo non devi preoccuparti piccola Owl. Non sarà una
decisione campata per aria. Sceglierò il mio successore con
cura. Sarà l'uomo più saggio del Grande Tempio,
colui
che saprà camminare sui miei stessi passi. Questo
metterà a dura
prova i candidati e solamente chi riuscirà a vincere con
lealtà e con il cuore devoto alla nostra Dea
potrà
sedere su questo trono. »
Indicò l'oro dello scranno sulla quale era seduto,
sorridendo
ancora.
«
Adesso puoi andare Owl, ma ti chiedo di non parlare mai a nessuno di
queste cose. »
Fece una
breve pausa per enfatizzare. «
Mi posso fidare? »
Chiese ancora, anche non era lui quello che doveva chiedere. Quella
domanda era un modo per constatare la lealtà della fanciulla
che, era sicuro, non l'avrebbe mai tradito. Ed aveva ragione.
Quando la ragazza lasciò
la sala del trono con un inchino, si ritrovò a correre verso
l'uscita con tutte le sue forze. Aveva bisogno di aria e di pensare,
da sola. Fra due anni, la sua vita sarebbe cambiata insieme ad un
uomo che non sarebbe stato Shion.
Intanto,
lontano dalle mura del
Tempio, nella casa dove era stato esiliato Kanon, il ragazzo cercava
malamente di medicarsi le brutte ferite da solo, imprecando quando la
soluzione lasciatagli dalle ancelle gli andava a contatto con la
pelle tumefatta od insanguinata. Quelle ferite gli facevano male, ma
il dolore maggiore lo sentiva dentro.
Sul volto gelido era stampata
un'espressione furente, anche per la visita, non di certo aspettata,
della ragazza che lo aveva accompagnato in quegli anni al Tempio. Buffo
però
come la sua mente proiettava la sua immagine invece che quella del
fratello, sangue del suo sangue. Sembrava come se dentro di lui
vivessero due entità distinte e questo non faceva altro che
alimentare la sua rabbia, così tanto che quando ebbe finito
di
passare il cotone sulle ferite scaraventò il tutto per terra
con un ringhio inferocito, esattamente come avrebbe fatto un animale
ferito.
«
È questo che mi piace di te, piccolo Gemini. »
La voce divertita di Yoma gli
arrivò pungente alle orecchie, con quel tono sarcastico che
lo
rendeva infinitamente malefico.
«
Cosa vuoi? »
Gli
rispose malamente il ragazzo, girandosi di scatto verso la sua voce.
Mephistopheles era seduto
dall'altra parte del tavolo con le braccia e le gambe incrociate e
sul volto aveva un'espressione divertita.
«
Assolutamente nulla caro amico, ma tu sai che ti sono vicino. Sai che
dobbiamo attuare il nostro piano. Aspetteremo fino a quando quelle
ferite non si saranno rimarginate. »
Indicò il corpo del ragazzo fasciato solamente da un paio di
pantaloni di pelle. « Per il momento mi rilasso, sei
così
divertente! » Ridacchiò, facendo agitare Kanon
ancora di
più.
«
Divertente, certo! Divertente sarà vedere tutto il Grande
Tempio piegato sotto di me! Questo si che mi renderebbe davvero
felice! » Grugnì il gemello di Saga cercando di
calmarsi. Sembrò comunque che la sua stessa ambizione lo
rese
molto più quieto.
«
È quello che faremo amico mio, è quello che
faremo! »
La
risata di Y0ma si diffuse per tutta la casa, coinvolgendo anche il
suo nuovo burattino.
Fine capitolo 11
Angolo Autrice:Salve, salve a tutti! O mio dio quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento! D: Da Maggio dell'anno scorso! Chiedo assolutamente venia per l'attesa e per gli eventuali errori! Dopo tutti questi mesi di "non scrittura" mi sento completamente arrugginita :S ma, se costruttive e scritte con garbo, accetto recensioni che possono aiutarmi a rimettermi in carreggiata :3
Non garantisco un aggiornamento veloce purtroppo :( gli impegni sono abbastanza xD ma ci proverò :D
Un bacione a tutti!