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Autore: Rukez_89    11/01/2015    2 recensioni
L’amore che ti colpisce nel profondo e che non va via. Né con il tempo, né con la distanza. L’amore così puro, semplice e profondo che non ti lascia respirare.
Hermione poi guardò verso il lago e la sua attenzione cadde sulla superficie ghiacciata intorno la riva. Pensò al ghiaccio e ai suoi occhi. Celesti e glaciali.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
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Il regalo di Natale
 
Lui lo sapeva. Sapeva che lei era “Lei”. L’amore della vita. L’amore che ti colpisce nel profondo e che non va via. Né con il tempo, né con la distanza. L’amore così puro, semplice e profondo che non ti lascia respirare. Lo vedeva. Lo sentiva. Lo sentiva nel profumo della sua pelle, nell’odore dei suoi capelli ispidi, nel colore dei suoi occhi che rispecchiavano l’essenza del suo animo. Nell’intelligenza che esprimevano quando gli spiegava gli esercizi di Incantesimi o mentre gli correggeva il tema di Pozioni da consegnare al mattino seguente. L’amava quando lo riprendeva per un piccolo errore di scrittura o quando lo derideva affettuosamente per un qualche sfondone nella recitazione di una formula magica.

L’aveva capito - o forse lo aveva sempre saputo - in una fredda sera invernale. La neve cadeva prepotente e silenziosa fuori Hogwarts e tutto diventava bianco intorno a loro. Si respirava un’aria particolarmente leggera nella Sala Comune perché nel pomeriggio si erano tenute le ultime lezioni prima delle vacanze di Natale e tutti si erano riuniti per scambiarsi saluti e regali, per godere degli ultimi momenti insieme e rilassarsi avanti  al grande camino della sala. Harry e Ron erano seduti sul divano avanti il fuoco e si stavano consultando su quale fosse la strategia migliore da seguire nella prossima partita contro Serpeverde, che si sarebbe tenuta poco dopo il loro rientro a scuola.
-.. e dunque dovremmo puntare molto sulla velo… Ron??- chiese Harry vedendo che l’amico era preso da qualcosa che andava ben oltre la loro conversazione sul Quidditch.
-Ron? Insomma? Mi stai ascoltando o sto parlando al vento?-
-Oh, si Harry, scusami. Certo, dovremmo puntare sul… sul… no, ok. Hai ragione. Non ti stavo ascoltando- ammise Ron con mesto dispiacere.
-Ron, tu sei il portiere, l’unico che vede tutto il campo nel suo complesso e nella prospettiva migliore. È vero, io sono il capitano ma tu devi comunque dare direttive per richiamare l’attenzione…Oh, va bene, lasciamo stare. Ne riparleremo alla Tana!-. Harry, prese la sua lavagnetta con disegnati gli schemi di gioco e se ne andò verso Dean e Seamus impegnati a giocare con chissà quale diavoleria dei gemelli Weasley.

Ron, dal canto suo, rimase lì, immobile e silenzioso a guardare verso la finestra vicino la scalinata dei dormitori dove, tutta raggomitolata su sé stessa, c’era Hermione intenta a leggere un piccolo libro dalla copertina rossa. La luce del fuoco disegnava dei particolari segni sul volto di Hermione che Ron non aveva mai notato, come una piccola ruga che le veniva sulla fronte quando era concentrata al punto tale da non sentire più niente di quello che le accadeva intorno. Il fuoco la accentuava, dandole ancora più importanza e Ron ne rimase stupito. Stupito dalla sua bellezza semplice, dalla forma che assumeva il suo volto quando arricciava le labbra come se fossero incollate. Dalla perfezione del suo profilo e l’intensità del suo sguardo. Ron pensò che in quel preciso istante avrebbe potuto pagare anche tutto l’oro del mondo per poter essere così piccolo da riuscire ad entrare nella testa di Hermione, per leggere i suoi pensieri più nascosti, o non detti, o ancora non nati.

Poco lontano il chiasso causato da un piccola esplosione e dalle risate lo riportarono alla realtà. Si ridestò e pensò che era Dicembre e che quel mese lo aveva sempre adorato, fin da bambino. Ma non in quel momento. Ora il suo unico pensiero era il ritorno alla Tana che, per alcune settimane, lo avrebbe tenuto lontano da Hogwarts,  da quel momento e da Hermione. 

Proprio in quel momento Hermione chiuse il libro, sospirò leggermente e guardò fuori dalla finestra. Amava la neve e amava prendere di mira un piccolo fiocco tra mille e fissarlo finché non cadeva a terra per mischiarsi con tutti gli altri. Guardava il cielo scuro che assumeva sempre i colori più impensati e poi guardò verso il lago e la sua attenzione cadde sulla superficie ghiacciata intorno la riva. Pensò al ghiaccio e ai suoi occhi. Celesti e glaciali, nei quali avrebbe potuto perdersi per ore come fosse la cosa più naturale al mondo. Decise di alzarsi e sedersi più vicina al fuoco e, ovviamente, vicino a Ron.
-Posso?- chiese timidamente.
-Non devi chiedermi il permesso. Certo che puoi sederti!- disse Ron sorpreso.
-Grazie… - e nel sedersi gli sfiorò il braccio.
Ron sentì un brivido lungo tutta la spina dorsale mentre un sorrisetto compiaciuto nasceva sul suo volto. Decise di assecondare timidamente quel gesto avvicinandosi a lei, finchè la sua spalla e la mano non fossero state in linea con la testa e la mano di Hermione, nella speranza che lei si appoggiasse a lui o lo prendesse per mano. Lei impiegò qualche secondo per comprendere la difficoltà di un simile gesto - soprattutto da parte di uno insensibile come Ron - e dolcemente appoggiò la testa alla sua spalla muscolosa mentre con la mano prese a disegnare dei piccoli segni concentrici sulla pelle dell’avambraccio, ed entrambi non desiderarono altro che rimanere lì per sempre.


 Perso nei sui pensieri rimasero appoggiati l’uno all’altra, avanti un flebile e timido fuoco che continuava ad alimentarsi da solo, per diverse ore mentre piano piano la Sala Grande si fece sempre più vuota e silenziosa. Forse si erano addormentati o forse per la stanchezza si erano accasciati sulla morbida superficie del divano fino a ritrovarsi abbracciati, nel silenzio della notte.

Lui sentiva il profumo dei suoi capelli e il suo cuore prese a martellare così forte da aver paura che lei lo sentisse esplodergli nel petto. Con un gesto naturale, Hermione si girò e si ritrovarono a pochi centimetri di distanza.

Lei riusciva a sentire il respiro irregolare di Ron premergli contro la fronte e un misto di gioia e paura la pervase. Si allontanò di pochi centimetri per poterlo guardare e vide sé stessa riflessa in quei grandi occhi celesti pronti a fissare ogni suo minimo movimento, come se non esistesse altro al mondo che lei.

Le loro labbra erano vicine, tremendamente vicine tanto che Ron era convinto di sentirne già il sapore.
Il suo sguardo passava dagli occhi alle labbra, dalle labbra agli occhi di lei come incantato e lo fece per diversi secondi, quando preso il coraggio necessario, aprì leggermente la bocca e disse:
-Hermione… io…-
-Tu cosa, Ron?- con una voce incerta, quasi addormentata tipica di chi non parla da tempo.
-Temo che fra qualche ora sarà l’alba e dovremmo prepararci per tornare a casa e..- si interruppe lui.
-E…?-
-E vorrei che questa notte, invece, non finisse mai…- si vergognò abbassando lo sguardo.

Lei arrossì, poi sorrise e continuò a fissarlo ma non aggiunse altro.
Rimasero lì, in silenzio, sperando che uno dei due facesse la prima mossa e, quando lui allontanò per sempre l’idea di baciarla prima di Natale, Hermione, preso tutto il coraggio che aveva in corpo – in fondo era una Grifondoro - appoggiò la sua fronte sulla guancia di lui, dolcemente si avvicinò e serrò le labbra sottili su quelle di Ron.

Si sentì il cuore in gola e un vortice gli si aprì nello stomaco e impiegò qualche secondo per capire che stava realmente accadendo quello che desiderava da sempre e che, anche in una simile circostanza, non aveva avuto il coraggio di fare.

Ricambiò timidamente il bacio poi si allontanò, la fissò negli occhi e le sorrise.

Recuperato il respiro la baciò ancora e ancora e ancora con tutta la passione che poteva e davvero, in quel momento, desiderò che quella notte non finisse mai.
 
   
 
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