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Autore: ilrumoredeipensieri    11/01/2015    1 recensioni
E non c’è bisogno di altro che i loro respiri spezzati dalla cornetta, delle mani che forse tremano, che vorrebbero cercarsi e trovarsi. In quel silenzio pendono domande che Luke non ha il coraggio di fare e risposte in cui Diana non è certa di credere davvero, ma forse è così che cominciano le cose importanti, con piccoli passi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HI, IT'S ME
Riappaio ora, dopo secoli di silenzio stampa (se così lo si può definire) che poi è più un silenzio ispirazione. Non avevo idee, nè mi sentivo motivata, nè avevo il tempo materiale di scrivere ma ora il caso vuole che io sia fornita di tutti e tre e che non veda l'ora di portare a termine questa storia.
So, spero che il capitolo non sia penoso come sembra a me, e che il fatto che i Duke (Diana e Luke wohooo) siano marginali in esso non vi disturbi troppo. 
Infine, spero vogliate farmi sapere che ne pensate, non c'è incentivo migliore alla scrittura che la recensione, positiva o negativa che sia.
Un bacione, spero di sentirvi presto,
Sara



                                                                                         
 
                                                                                              Capitolo Otto - Utopia

Luke sta incidendo il suo assolo in “Good Girls” quando, riflesso sulla vetrata che separa la cabina dalla zona dei mixer, vede Ashton sorridere di quel sorriso largo che con l’esperienza ha imparato ad associare all’arrivo di qualcosa che rende il batterista decisamente felice. Senza perdere l’intonazione o confondere le parole del testo, sposta lo sguardo nella direzione in cui punta quello dell’amico.
Fuori dalla cabina di registrazione in vetro isolante, Sunnie agita la mano destra in segno di saluto verso Luke, Mike e Calum e rivolge un languido sorriso ad un ormai deconcentrato Ashton che, per l’emozione, sbaglia l’attacco del ritornello.
Tom, l’addetto ai mixer, stoppa la base musicale e “Ashton, ma che diavolo succede?!” dice, prima di comprendere la situazione e annunciare i dieci minuti di pausa che ha intenzione di impiegare nella zona dei distributori di bevande calde.  Ashton, incurante di tutto ciò, si precipita fuori dalla stanza per raggiungere Sunnie che, nel vederlo, non può fare a meno di notare quanto sia innegabilmente attraente anche se coperto da un qualunque maglione grigio e da dei comuni jeans neri.
“Ehi, come mai qui?” domanda il ragazzo con evidente sorpresa.
“Ho portato dei documenti a Phil e sono passata per un saluto” Sunnie risponde con una scrollata di spalle, quasi tutto ciò non fosse stato accuratamente studiato dal giorno prima, a partire dallo sfilare un fascicolo dall’aria importante dalla ventiquattrore del manager fino al nasconderlo e farlo riapparire il pomeriggio seguente, condannando il povero Philip ad ore di ricerche vane in ogni angolo di casa e ufficio.
Ashton sembra deluso, ma si riscuote con un sorriso e dice: “ Oh beh, è un bel pensiero. Noi stavamo incidendo alcuni brani dell’album, se ti va puoi…mmh… restare per un po’ e dirci che ne pensi?”
La ragazza reprime l’istinto di mettersi a saltare per la gioia, non può credere che un piano così patetico abbia funzionato! Assentendo, afferma che le farebbe piacere; in fondo, non ha nulla di meglio da fare.
Luke, ancora in cabina ad accordare la sua chitarra non tanto per necessità effettiva quanto per abitudine, scuote la testa esasperato mentre osserva Ashton conversare con Sunnie con la postura rigida tipica di chi prova un imbarazzo letale ed un’esagerata paura di fare o dire la cosa sbagliata.
“L’abbiamo perso!” ghigna Calum.
“Ma non lo ammetterebbe nemmeno se si mettessero insieme” aggiunge Michael
“Vada come vada, dovrebbe” afferma Luke riportando l’attenzione sulle corde della sua Gibson con noncuranza, riuscendo comunque a sentire su di sé gli occhi dei suoi due amici, spiazzati da quell’unica parola da lui pronunciata.
“Chi sei tu e che ne è stato del solito Lucas-megliotenersituttodentro-Hemmings?” domanda sarcasticamente Calum.
Luke sbuffa e fa un gesto con la mano come per allontanare la questione ma la cosa non scoraggia Mike che, con un sorriso sghembo, dice: “Il bimbo sta crescendo”

 
***

“Ripetimi come ti ha chiesto di uscire”
“Sono rimasta ad ascoltarli incidere i demo per il nuovo album. Finita la sessione,gli altri sono andati verso il guardaroba a prendersi i cappotti e lui si è fermato con me. Mi ha chiesto che cosa pensavo delle canzoni e io gli ho risposto che non sono male e che Micheal fa davvero paura per quanto è bravo. Lui ha sorriso e non ha aggiunto altro, allora io ho detto che era tardi e dovevo andare, ma lui mi ha fermato e me lo ha chiesto” Sunnie sospira e sente lo stomaco in subbuglio anche se a cena non ha mangiato che un’insalata poco condita e del pane. Insomma, chi potrebbe biasimarla?! E’ stato tutto tanto assurdo, facile e allo stesso tempo terribilmente imbarazzante da sembrare una scena di quelle fan fiction melense su Justin Timberlake che leggeva a dodici anni.
“Grande – osserva Diana, seduta sulla sedia girevole della scrivania di Sunnie – ma io con ‘come ti ha chiesto di uscire’ intendevo sapere le parole che ha usato e non tutti i particolari inutili tipo la sfumatura che sotto le luci al neon assumevano i suoi occhi”
“Ah ah, divertente! Come vuoi che me l’abbia chiesto?! ‘Ti va di venire a vederci al Red’s stasera?’ Io ho risposto di sì e lui mi ha dato appuntamento alle 20”
“Romantico, davvero” commenta ironicamente Diana.
Sunnie sbuffa, per niente toccata dal sarcasmo dell’amica e comunque intenta ad osservare la propria immagine riflessa nello specchio e a confrontare quale fra i due maglioncini che hanno superato la selezione per la serata le doni di più.
“Accompagnami” dice, qualche attimo dopo.
“Sunnie, mi pare più che ovvio che si tratti di un appuntamento. Non farò la terza incomoda.” risponde Diana, risoluta.
“Ma mentre lui suonerà io sarò da sola… ad un tavolo…e sembrerò stupida! Potresti restare per l’esibizione, la loro musica non è male, l’hai ammesso tu stessa!”
Sunnie ha ora messo da parte i suoi vestiti per implorarla letteralmente con  lo sguardo ed è palese che tenga alla sua presenza non tanto per preservare la propria immagine quanto piuttosto per avere il suo supporto fino all’ultimo. Malgrado le apparenze anche Samantha Light ha delle insicurezze e, ancor più strano, un cuore.
Diana sbuffa, l’espressione di rimprovero ma lo sguardo complice.
“Solo per l’esibizione!”
E il gridolino entusiasta e l’abbraccio dell’amica sono un segno di gratitudine fin troppo eloquente.

 
                                                    ***
 
“Quindi le hai chiesto di uscire ma prima l’hai invitata a sentirci suonare qui e ora e ce lo stai dicendo in questo preciso istante?”
Quella di Calum è una mera domanda retorica, ma nessuno si sente in dovere di farglielo notare. Ashton ha appena esposto la situazione, la voce insolitamente ferma e gli occhi decisi, e sembrerebbe un punk rocker di prim’ordine, duro e sicuro di sé fino al midollo, se non fosse per il continuo ticchettare ritmico delle sue dita sulla coscia destra che denotano il suo essere teso.
“Precisamente!” ammette Ashton, incurante della preoccupazione evidente di Calum per la buona riuscita dello show, ora minacciata dalle sue questioni di cuore.
“Che classe, amico! E’ ufficialmente la tua groupie?” domanda Michael, sorridendo maliziosamente ad un Ashton che, in risposta, si limita a dargli un pugno non troppo affettuoso sul braccio.
Calum, esasperato, borbotta qualcosa che sembra tanto un “Che Dio ce la mandi buona”, al quale nessuno fa caso.
Luke, interessato alle vicende amorose di Ash quanto potrebbe esserlo per un complesso teorema matematico, controlla un’ultima volta che la sua chitarra sia accordata poi, osservando l’orologio, constata:”E’ ora ragazzi.”

 
***

I 5 Seconds Of Summer sono effettivamente bravi e la loro scaletta, che Diana ha definito decente per non dare troppa soddisfazione a Sunnie, è in realtà davvero coinvolgente e piacevole all’ascolto.
Sono arrivate in orario, alle 19.55, hanno preso un tavolo non troppo lontano dal palco e Diana si è seduta nel posto meno visibile. Sunnie è davvero molto bella, sembra serena e affatto nervosa, muove la testa a ritmo della batteria di Ashton, che ogni tanto le lancia occhiate esplicite.
E' la prima volta che Diana vede Luke dopo la telefonata; non si sono più parlati da allora. Non crede che lui l’abbia vista arrivare, comunque: lei era già seduta e prudentemente nascosta quando la band aveva fatto il proprio ingresso. Dal suo posticino, si concede di ascoltarlo cantare, apprezzare come la sua voce si faccia più calda nelle note basse e osservare come in quelle più alte, per lo sforzo, sul suo collo appaia il profilo delle vene.
Soprattutto, percepisce quanto lui senta i testi ed è qualcosa di bello, genuino perché le sembra di condividere con lui qualcosa che a parole non può essere espresso, anche se le strofe che lui canta e gli accordi che suona raccontano momenti che lei non ha vissuto.
E’ quello il pregio della musica, pensa. Unisce perfetti estranei con un legame invisibile persino agli stessi e crea una sintonia che, anche se solo per degli attimi, conferisce al mondo un aspetto più bello, lo rende l’immagine di quell’utopia che ognuno crea nella propria mente.
Utopia è il termine più adatto e Diana lo capisce qualche minuto dopo quando, girando la testa, al tavolo accanto vede James che, invece, deve averla notata da un pezzo dato che non perde tempo e la saluta, o meglio, le saluta. Già, perché ora Sunnie ha notato lui e gli fa un chiaro cenno con la mano, per invitarlo a sedersi con loro.
Non si cura di chiedere il consenso di Diana perché per lei non è cambiato nulla, sono sempre loro tre e quella può essere una delle loro solite uscite.
Ma non lo è per Diana che, vedendo James alzarsi e raggiungerle, vorrebbe solo sprofondare nella sua sedia fino a sparire ed andarsene da lì.

 

 
   
 
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