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Autore: BadWolf2    11/01/2015    0 recensioni
-Uccidilo Severus!-
-Così pulirai per sempre il sangue sporco che ti scorre nelle vene-
-E sarai uno di noi....-
Perchè Severus Piton è diventato un mangiamorte? Che fine hanno fatto suoi genitori? Perchè scelse di perdere Lily per quella vita? Ed infine... cos'avrà pensato in punto di morte?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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[Piton Prince]

 

Dovevano essersi amati, una volta. La cosa certa era che quel tempo era passato. Ora suo padre non faceva che lamentarsi di tutto e beveva, beveva troppo... beveva talmente tanto che per questo aveva perso il lavoro. Ora vagava per la città facendo quello che capitava, e se non capitava niente... si chiudeva in un bar. Sua madre avrebbe potuto lavorare per il Ministero, aveva sempre avuto un talento innato per le pozioni. Ma il marito non avrebbe mai tollerato che lei guadagnasse più di lui, e per di più mescolando ingredienti in stupidi calderoni. E così erano andati a vivere lontani da tutti, al largo dai quartieri residenziali con le villette immacolate, che avrebbero ricordato la loro vergogna. Si erano trascinati nella vecchia casa della famiglia Piton, vicino a un rivo, e lì erano rimasti. Un tempo quello doveva essere stato un luogo assai gradevole: la casa di famiglia era una villetta vittoriana, due piani con un piccolo prato verde antistante ed il gorgoglio del corso d'acqua vicino. Ma il tempo e l'incuria avevano fatto ingiallire le pareti e crepare i bei muri, l'erba del prato era troppo alta ed un edera ingiallita serpeggiava attorno alle tubature in rame. Per coronare il tutto, l'acqua un tempo salubre e limpida, si era scurita ed emanava odori insalubri. Nonostante tutto questo erano abbastanza sereni. Litigavano, a volte, ma poi Eileen si ricordava perché lo amava e tutto andava a posto. A loro non servivano poi tanti soldi e Tobias aveva anche promesso di bere meno... infondo Eileen Prince lo aveva sempre saputo: sposare un babbano avrebbe voluto dire mettere da parte il calderone da pozionista in favore di pentole e padelle, ma, quando suo marito non era in casa, poteva sempre mettere in ordine con l'aiuto di un colpo di bacchetta. E Tobias Piton era, nonostante tutto, l'uomo più affascinate e coraggioso che lei avesse mai conosciuto, anche se a volte, mentre scriveva in segreto su una rivista di pozioni per migliorare la situazione disastrosa del loro conto in banca, si chiedeva se non avesse commesso un grosso errore nello sposare un uomo che veniva da un mondo così lontano dal suo. Per quanto lui l'amasse, non avrebbe mai potuto capirla veramente. I veri guai per i Piton cominciarono quando lei scoprì di essere incinta. Tobias cominciò a dirle che non potevano permettersi un'altra bocca da sfamare, almeno fin quando lui non avesse trovato un nuovo lavoro. Ma Eileen non ne voleva sapere di rinunciare a suo figlio.

-Non spenderai nulla per lui!- gli gridò disperata una sera in cui lui aveva alzato troppo il gomito

-lo mantengo io, lo giuro! Tu dovrai solo essere suo padre!-

Così si era convito, ed il piccolo Severus era nato al piano di sopra della casa, senza quasi piangere, per paura di far rumore. In silenzio era nato e silenzioso cresceva, portando dei vestiti perennemente troppo larghi perché sua madre non era mai stata troppo brava negli incantesimi restringenti. Quando tornava a casa da scuola Severus trovava il padre disteso sul divano inerte, tipicamente intento a bere birra mentre guardava il football. Oppure non lo trovava nemmeno, e ne era quasi più contento. Lui stava bene con sua mamma. Lei gli raccontava storie fantastiche che parlavano di maghi e di una scuola lontana in cui studiavano bambini speciali.

-Ci andrò anch'io un giorno?- le aveva chiesto un volta con gli occhi che brillavano di desiderio

-Dipende- rispose lei con un sorriso. Ma dentro di sé Eileen Prince, pozionista, sperava che il figlio le somigliasse tanto nella magia quanto nell'aspetto.

 

Avevano litigato, di nuovo. Era sempre la solita storia: “i soldi non mi bastano! Sprechi tutto per quello stupido moccioso!”; “non mi dedichi più tempo...”; “cerca almeno di preparare una cena decente!”. Era sempre lo stesso, e probabilmente sempre lo sarebbe stato ma Severus non li sopportava più, e non sopportava più nemmeno di restare al piano di sopra, chiuso nella sua stanza polverosa e non fare niente. Solo con la sua rabbia. Non sapeva se tollerasse meno suo padre che sbraitava o sua madre che stava in silenzio a farsi sputare veleno addosso. Scese le scale stringendo i pugni ma no era preparato alla scena che si trovò davanti: sua madre aveva un occhio nero e piangeva con la bacchetta lontana, alla base dello scalinato. Suo padre aveva evidentemente bevuto troppo e le si stava slanciando addosso di nuovo. A Severus parve di vedere un lampo assassino nei suoi occhi neri. Non pensò nemmeno: corse alla base delle scale, afferrò la bacchetta di sua madre e urlò -Protego!- con quanto fiato aveva in gola. Suo padre fu sbalzato indietro e cadde svenuto alla base della credenza del salotto. Sua madre si voltò a guardarlo: nei suoi occhi lacrimosi vi era un misto fra gratitudine ed orgoglio. Lui, Severus, per la prima volta nella sua vita, si sentì forte, sentì di non avere più paura. Era un mago, e la magia era potere.

 

Le cose andavano meglio e peggio a casa Piton. Tobias era rimasto terrorizzato dall'episodio con la bacchetta e trovò quindi rifugio nell'ignorare quasi completamente moglie e figlio, non che prima lo avesse molto considerato. A Severus la andava bene, non gli importava dell'affetto di suo padre, lui non era che un uomo ordinario che pretendeva di sapere tutto sul mondo e che invece non era mai stato altro che un peso. Il problema era che sua madre piangeva ogni volta che il padre non tornava a casa la notte, lo faceva dopo aver raccontato a Severus del mondo magico, pensando che lui, che avrebbe dormire, non la sentisse. All'inizio gli dispiaceva per lei... si sentiva in colpa...ma lui era intervenuto solo per proteggerla.. quando sua madre cominciò a piangere anche di giorno lui non riuscì più a sopportarla. Era una strega! Era potente! Allora perché aveva legato la sua vita così tremendamente a quella di un essere così inutile? Così lui cominciò a vagabondare per il vicinato. Passava al maggior parte del tempo in cui non era a scuola nascosto fra le siepi di un piccolo parco giochi vicino a Privet Drive. Tornava a casa per mangiare e dormire. Suo padre era troppo disinteressato per rimproverarlo, sua madre troppo disperata. Iniziò a tenere il conto dei giorni che lo separavano dal suo undicesimo compleanno. Ma due anni erano lunghi da passare. 

   
 
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