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Autore: Little Dreaming Writer    12/01/2015    0 recensioni
| OiKage | One-shot |
| Generale / Malinconico | Missing Moments / OOC (Forse) | Yaoi |
[“ … “Che vuoi Tooru?” disse, secco, non appena si fu avvicinato il telefono all’orecchio.
“Tobio-chan~ Non sei così arrabbiato con me se mi hai rispost-”
“Non ho tempo da perdere. Che vuoi?”
Oikawa si bloccò per un attimo, stupito dalla freddezza di Kageyama. Quando lo sentì sbottare un “Guarda che riattacco.”, scosse la testa e rispose “Volevo sapere che ti è preso prima.”
Il minore strinse i denti, nel tentativo di trattenere un altro attacco di rabbia. “Non ti rispondo nemmeno.” Sibilò e gli chiuse la chiamata in faccia. …”]
[I personaggi della FanFiction non mi appartengono, al contrario dell'idea. Chiunque plagerà questo scritto sarà perseguibile in termini di legge.]
- Reby~♥ ©
 
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore: -Reby~♥ [Little Dreaming Writer]
Titolo: When We Fight
Sottotitolo: //
Genere: Generale / Malinconico
Tipo di coppia: Yaoi
Pairing: OiKage [Oikawa Tooru x Kageyama Tobio]
Avvertimenti -o quel che sono-: One-Shot  / Missing Moments / OOC
Parole: 1176 secondo Microsoft Word Starter
Note Autrice: Prima FanFiction nel fancom di Haikyu!!, regalo di un Secret Santa per una tipo che non si è mai degnata nemmeno di rispondermi e ha semplicemente visualizzato il messaggio. Spero di non avere mai più niente a che fare con lei.
Desclaimer: I personaggi di questa storia non esistono/non sono realmente esistiti, e così i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non appartengono a me, ma a  Furudate Haruichi.
Chiunque plagerà e/o prenderà indebitamente ispirazione da questa fanfiction sarà perseguibile in termini di legge.





 
When We Fight



Kageyama camminava a testa bassa lungo le strade desolate della città, diretto verso casa propria.
Avanzava lento, con le mani in tasca, senza curarsi di cosa aveva attorno.
Il vento soffiava freddo ed insistente, ed ogni folata gli spettinava i capelli, scostandogli dalla fronte i ciuffi corvini, che gli nascondevano gl'occhi, come fossero stati foglie sul marciapiede. In quegli istanti si poteva scorgere, sul suo viso, un'espressione corrucciata, carica di rammarico e frustrazione.
Sarebbe bastato guardarlo negl'occhi -molto più seri del solito- per capire che stesse rimuginando su qualcosa.

"Tobio-chan~ non fare così il difficile, su~"

Quella voce, dal tono tranquillo ed allegro, continuava a martellargli in testa in modo ossessivo. Non riusciva a dimenticarla, per quanto si sforzasse, e con lo scorrere dei minuti quel suono risultava sempre più snervante, addirittura odioso.

"Sono solo dieci minuti di ritardo, che vuoi che siano~"

Più quelle parole gli risuonavano in testa, più si sentiva il sangue ribollire nelle vene. Automaticamente strinse i denti ed aggrottò le sopracciglia, in un espressione terribilmente irritata; strinse i pugni dentro le tasche ed emise uno sbuffo.
Odiava dover aspettare le persone, visto che lui si sforzava di essere sempre più che puntuale, e questo Oikawa lo sapeva benissimo. Eppure, ogni volta che avevano un appuntamento, il castano se la prendeva comoda, si faceva desiderare -affermava spesso-, e lo lasciava solo ad aspettare anche per ore.
Quanto lo odiava quando faceva così.

"Se sei sempre così esigente con tutti, finirai per restare solo, sai?~"

Ripensando a quelle parole, l'alzatore del Karasuno non riuscì a trattenere un verso di rabbia.
Oikawa sapeva essere davvero fastidioso ed irritante, senza neanche aver bisogno di sforzarsi per  far arrabbiare una persona. Sembrava farlo in modo inconsapevole, generalmente, ma Kageyama, che mal sopportava quell'atteggiamento infantile da parte del maggiore, era sicuro che quando si comportava così con lui, il castano lo facesse puramente per divertimento: ogni occasione era buona per stuzzicarlo, criticarlo, farlo sentire inferiore, o addirittura umiliarlo.
Ogni volta, però, qualcosa lo bloccava dal ribattere a quei commenti pungenti e dall'esplodere definitivamente; si limitava a lanciargli un'occhiataccia e ad incrociare le braccia al petto, per poi voltargli le spalle, sbuffando. Tutto ciò che riceveva in cambio era un commento su quanto questa sua reazione fosse "buffa e adorabile" ed un bacetto su una guancia - il che, a lungo andare, aveva confermato i suoi sospetti.
Eppure, questa volta, il moro non era stato capace di trattenersi ed ingoiare il rospo. Erano bastate poche parole per farlo saltare come una molla e a fargli dire tutto ciò che lo infastidiva di lui.

"Non è bene che un Kohai come te si comporti in questo modo col il suo Senpai, non credi Tobio-chan?~"

Kageyama si fermò di colpo. Sentiva l'irrefrenabile bisogno di tirare un pugno contro il muro dopo che l'immagine di Oikawa gli era balenata davanti agl'occhi.
Quelle parole pronunciate quasi con leggerezza, quell'espressione di sfida velata da un sorriso sornione e quel tono evidentemente canzonatorio, insieme a quella sua solita  aria dolce ed innocente, non lo avevano mai innervosito così tanto in una volta sola.
E allora sí che era esploso davvero: gli aveva urlato in faccia con tutta la voce che aveva, puntandogli il dito contro ed avvicinandogli si pericolosamente, tanto che Oikawa era sbiancato per la paura; ancora un po' e probabilmente gli sarebbe saltato al collo per strozzarlo.
Probabilmente avrebbe fatto bene, Oikawa se lo sarebbe più che meritato; più passavano i minuti e più il moro se ne convinceva. Eppure, quando si era trovato lì, non era stato capace di far altro che strillare ed agitare le braccia, per poi voltarsi di scatto ed allontanarsi una volta trovatosi senza più niente da dire.

Si appoggiò con la schiena contro la parete dell’edificio ed emise un lungo sospiro, poi alzò lo sguardo verso il cielo e, nel tentativo di distrarsi, si concentrò a guardare i grandi nuvoloni grigi che, spinti dal vento, si muovevano e cambiavano forma in modo repentino.
Un po’ alla volta la sua mente si liberò dal viso del castano; rilassò i muscoli delle mani e perse quell’espressione tesa, per un attimo addirittura si dimenticò di cosa stava facendo.
Quando, all’improvviso, avvertì il cellulare vibrare nella tasta dei pantaloni, si risvegliò di colpo ed abbassò lo sguardo; sospirò di nuovo e, con un gesto estremamente calmo, prese il telefonino ed osservò il display luminoso; assottigliò lo sguardo appena vi lesse “Oikawa Tooru”.
Rimase immobile a fissare lo schermo per qualche secondo, tentato di rifiutare la chiamata e, allo stesso tempo, sperando che il ragazzo dall’altro capo del telefono si arrendesse prima di lui. Sentiva qualcosa bloccarlo dal premere il tastino rosso, ed alla fine, troppo irritato dal continuo rumore della vibrazione, decise di rispondere.

“Che vuoi Tooru?” disse, secco, non appena si fu avvicinato il telefono all’orecchio.
“Tobio-chan~ Non sei così arrabbiato con me se mi hai rispost-”
“Non ho tempo da perdere. Che vuoi?”
Oikawa si bloccò per un attimo, stupito dalla freddezza di Kageyama. Quando lo sentì sbottare un “Guarda che riattacco.”, scosse la testa e rispose “Volevo sapere che ti è preso prima.”
Il minore strinse i denti, nel tentativo di trattenere un altro attacco di rabbia. “Non ti rispondo nemmeno.” Sibilò e gli chiuse la chiamata in faccia.

Lasciò scivolare la mano lungo il fianco, stringendo con forza il cellulare, ed inclinò la testa indietro, battendo contro la parete. Aveva di nuovo lo sguardo puntato verso il cielo, ma era sicuro che questa volta non sarebbe riuscito a scacciare la voce dell’altro della sua mente.
Lentamente si lasciò scivolare lungo la parete, fino a sedersi per terra, poi socchiuse gl’occhi.
Sentì di nuovo il cellulare vibrare e sospirò. Tornò con lo sguardo verso lo schermo e vide la notifica di un messaggio, naturalmente da parte di Oikawa, con scritto: Quindi mi odii davvero?

Non.. non è vero che mi odii Tobio-chan..

Ancora una volta la voce del castano gli risuonò nella testa, ma questa volta non sentiva né rabbia né irritazione, solo una gran tristezza. Gli tornò in mente quell’istante in cui, fuori di sé, gli aveva urlato di odiarlo, di detestarlo con tutto sé stesso, di non sopportarlo e di non volerlo più rivedere, e se prima era orgoglioso di aver trovato la forza di dirlo, ora, dopo quel messaggio, lo faceva sentire un bugiardo.
Non era vero che lo odiava. Provava qualcosa per lui, che non era solo ammirazione per un ragazzo più grande.
Non era vero che non lo sopportava. Certo, gli dava un po’ sui nervi, ma non lo avrebbe cambiato con nessun’altro.
Non era vero che non voleva più vederlo. Anzi, in quel momento più che mai, aveva bisogno di un suo abbraccio.
Premette con delicatezza il tastino sul bordo del telefono, per spegnerlo, ed abbandono il capo, piegandolo sul proprio petto. Chiuse lentamente gl’occhi, ed una lacrima gli rigò una guancia, accompagnata da uno sbuffo flebile e incerto.
“Razza di idiota..” mormorò, trattenendo un singhiozzo.

Kageyama non odiava Oikawa, no. Ma sicuramente, questa volta, non lo avrebbe perdonato tanto facilmente.
   
 
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