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Autore: oOoPRONGSIEoOo    20/11/2008    4 recensioni
Quella notte fu una notte di grandi chiarimenti tra James e i suoi sentimenti. Quella notte il ragazzo capì che non sarebbe riuscito a guardare nessun altra dormire per tutta la notte come aveva fatto con lei. Quella notte capì perché quando immaginava la sua prima volta, riusciva a farlo solo con lei. Quella notte capì che quello che provava era amore. L’amore che ti fa soffrire, che ti rende felice, che ti distrugge, che ti fa sentire leggero, libero. L’amore vero.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve popolo di EFP!

Dopo tanto tempo sono tornata con questa nuova one – shot sui miei adorati James e Lily!

Allora la fic è nata per parlare di come secondo me James ha capito di essersi innamorato di Lily. Doveva essere più corta e incentrata solo sui pensieri di James, ma poi come al solito mi sono lasciata prendere la mano!XD

Bene non vi annoio più e vi lascio alla mia storia!

 

SHE IS THE ONE

 

GIURO SOLENNEMENTE DI NON AVERE BUONE INTENZIONI

 

 

Capisci di amare davvero qualcuno quando puoi passare tutta la notte seduto accanto al fuoco a guardarlo mentre dorme.

 

Hogwarts Marzo 1976 – Sala Grande

 

Era limpido il cielo quel caldo giorno di marzo, senza nemmeno una nuvola, e tutti gli studenti potevano bearsi di quel sole, che preannunciava l’inizio della primavera, mentre facevano colazione.

I dolci e gentili Tassorosso mangiavano tranquilli chiacchierando amabilmente fra di loro. I Corvonero, intelligenti e scaltri, consumavano il loro pasto senza prestare attenzione alle chiacchiere che aleggiavano nella sala.

Al tavolo verde e argento un gruppetto del quinto anno, parlava concitato guardandosi furtivo intorno. Piton, Avery e Mulciber.

Tuttavia l’attenzione del primo fu destata dall’ingresso in sala di una bella Grifondoro: Lily Evans. La guardò e le fece un cenno con la mano quando ebbe incrociato il suo sguardo, notando che gli occhi verdi della grifoncina non celavano tutto il disappunto che la ragazza provava nei confronti dei suoi amici.

Piton abbassò lo sguardo rammaricato e tornò a confabulare con i ragazzi. Ma la sua attenzione era destinata a tornare nuovamente in direzione del tavolo rosso-oro, a causa dell’insopportabile, a detta sua, voce di uno dei Grifondoro più stimati e popolari di quegli anni.

-         Hey! Buongiorno Evans!

Infatti l’ingresso della ragazza non aveva destato solo il Serpeverde, ma aveva anche distratto James Potter dalla consueta dose mattutina di uova e bacon, che aveva letteralmente aggredito non appena aveva preso posto al suo tavolo.

Piton alzò un’altra volta, per un solo attimo, lo sguardo, fissando con odio un ragazzo dalla chioma scarmigliata. Lo riabbassò soddisfatto, solo quando sentì la voce delle sua migliore amica.

-         Buongiorno Potter. -  Sibilò infastidita.

La ragazza passò davanti a James e i suoi amici senza voltarsi, rivolse solamente un breve cenno a Remus Lupin, e andò a sedersi all’estremità del tavolo, molto, ma molto lontano, da James.

Il ragazzo, però, non demorse e si alzò velocemente lasciandosi dietro la sua colazione e i suoi tre amici che scuotevano la testa.

Con poche falcate percorse la distanza che li divideva e prese posto davanti alla grifoncina, che alzando gli occhi al cielo lo guardò piuttosto infastidita.

Prongs però, facendo finta di niente, poggiava il mento sulla mano e la guardava incantato.

-         Cosa c’è, Potter? Vorrei fare colazione in santa pace se non ti dispiace!

-         Oh! Ma non ho nessuna intenzione di disturbarti! – sembrava quasi offeso da come lo disse.- Volevo solo parlare un po’ con te! Tutto qui!

-         È evidente che noi due abbiamo opinioni differenti su ciò che disturba e ciò che non lo fa! Tu, per me, rientri benissimo nella prima categoria.

-         Su, su! Non fare l’antipatica ora! Piuttosto, parliamo di cose più importanti!

Il suo sorriso malandrino non rassicurò affatto Lily.

-         Che genere di cose, per esempio?

-         Beh, che dire, Evans, tu lo sai che la settimana prossima è il mio compleanno?

-         Uff! E come potrei non saperlo! Sono settimane che le mie compagne di stanza non fanno che parlarne!

-         Bene, allora sei preparata! Sai anche che capita di sabato, e che guarda caso è programmata un’uscita ad Hogsmeade quel giorno?

-         No, Potter!

-         Cosa no? Non lo sapevi?

-         Non no non lo sapevo, no non vengo con te ad Hogsmeade!

-         Ma perché?

-         Perché no.

-         Ma perché, perché no?

James cercò di farle gli occhi dolci, ma lei era impassibile.

-         Per favore! Lo so che ti risulta difficile, ma non fare il cretino! Lo sai perché non voglio uscire con te!

-         Ma Evans..

-         Niente ma!

-         Fammi un regalo, per una volta! È il mio compleanno, tu devi farmi un regalo!

-         Cosa?! Io non ti devo proprio niente, Potter!

-         E invece sì, io te lo faccio sempre il regalo al tuo compleanno!

Lily fece una risatina ironica e lo guardò scettica.

-         E tu credi che una tua foto autografata o il boccino preso in una stupida partita di Quidditch mi facciano piacere come regali?

-         Sono cose mie, piacciono a tutte!

-         È in questo che sbagli, Potter! Io non sono tutte.

-         Lo so, ma non è questo il punto. Ci penso sempre, me lo ricordo, e com’è che dicono i babbani? A caval donato non si guarda in bocca!

-         Sì, ma io da te non voglio neanche il pensiero! Ora per favore vattene e lasciami mangiare in pace!

Lo guardò duramente per l’ultima volta, poi riprese a mangiare senza calcolarlo nemmeno.

James rimase a fissarla per alcuni attimi, abbattuto e deluso, poi si alzò e tornò dai suoi amici. Ancora una volta perdente.

Appena la rossa capì che se ne era andato sbuffò e alzò lo sguardo. Subito il verde si scontrò con il nero pece degli occhi di Severus Piton. Sev la guardava, e lei sapeva che aveva assistito a tutto il battibecco tra lei e Potter. Gli sorrise, per rassicurarlo, per fargli capire che andava tutto bene, e lui sollevato tornò alla sua colazione.

 

Intanto al tavolo dei Grifoni, molto lontano dalla Evans, un baldo giovane era tornato con la coda tra le gambe dai suoi amici.

-         È inutile Prongs! Rassegnati, è tutto inutile! Neanche ti calcola!

Esclamò Sirius Black e un attimo dopo un latrato lungo ed euforico si mescolò alle chiacchere della sala.

Delle ragazzine dietro di lui, al tavolo di Corvonero, sospirarono incantate.

-         La vuoi smettere? Non vedi che è già depresso per conto suo?

James ringraziò quel santo di Remus con lo sguardo, poi si voltò verso di Sirius, che ancora rideva sguaiatamente.

-         Secondo me ti conviene cambiare preda! In fondo mi pare anche l’ora che tu incominci a intrattenere rapporti un po’ più profondi con le ragazze! Hai capito cosa intendo, no?

James lo guardò esasperato.

-         Dio Sirius! Ma la vuoi smettere di stressarci con questi discorsi? Stai diventando piuttosto snervante!

Il giovane Remus Lupin aveva espresso ad alta voce il pensiero di tutti i Marauders.

-         Già, Moony ha ragione! Si fece avanti il piccolo Peter Minus.

-         Solo perché tu hai avuto un’unica esperienza con una ragazza del settimo, questo non ti consegna il titolo di dio del sesso! Ormai è una settimana che ci rompi con questa storia! Diede manforte James.

-         Voi siete solo invidiosi! Disse Black con un ghigno.

-         E di cosa? Quando sarai vecchio e racconterai ai tuoi nipoti la tua prima volta gli dirai che era solo sesso e niente amore! Bell’insegnamento!

-         Tu sei troppo romantico Moony! Amore… puà! L’amore ti complica la vita!

-         Lo dici ora ma quando sarai vecchio, solo e imbruttito e nessuna donna vorrà più venire a letto con te, allora dirai che avevamo ragione, e che se  ci fosse stata una donna fissa al tuo fianco sarebbe stato meglio! E comunque, dio del sesso, mi dici che fine ha fatto la tua cara ragazza?! Mi sbaglio o dopo quella notte non ti ha più cercato?

-         Ah James! Non era una cosa seria, era solo sesso, non stiamo mica insieme!

-         Ah sì?! Non è che forse non l’hai soddisfatta? Uhm?! Incalzò Remus.

-         Non dire sciocchezze Rem!- si difese Black, infervorandosi.- Sono stato bravissimo!

-         Si, si certo. Però lei non si è ripresentata no?

Padfoot era esterrefatto, ora anche Pet ci si metteva?

-         Adesso basta, non dite scemenze. Ve lo ripeto, questa è tutta invidia.

Si passò una mano tra i capelli per darsi importanza, gesto che fece uno strano effetto ai suoi amici. Era solito farlo James, e procurava non poco fastidio alla rossa tutto pepe, Lily Evans.

-         Io non ti invidio per niente!

-         Solo perché non vuoi ammetterlo neanche a te stesso Remus! Comunque qui stiamo deviando il discorso iniziale, sbaglio o stavamo parlando di una certa rossa dagli occhi verdi che non ti può vedere, Prongs?

-         Devi proprio girare il dito nella piaga?

-         Beh! Mi pare quello che tu hai fatto finora, no? Com’è che dicono i babbani? Bocca per bocca, piede per piede!

Remus scosse sconsolato la testa. Erano sette anni che Sirius provava invano a dire quel proverbio, da quando glielo aveva sentito dire al primo anno. Da allora diceva ogni volta una parte del corpo diversa, mai azzeccando però quelle giuste! Stava per riprenderlo per l’ennesima volta quando James lo precedette…

-         Aha! Allora c’è una piaga dentro di te! Così dolorosa e imbarazzante da non parlarne nemmeno con i tuoi Marauders!

-         No, non c’è! E tu non cambiare discorso! – esclamò Sirius, mentre le guance si imporporavano leggermente di rosso.

-         Non voglio cambiare discorso, voglio solo parlare di cose che mi interessano di più!

-         Non ti interessa parlare della Evans?!

-         Non mi interessa parlare della Evans con te! E poi tanto per chiarirci, non ho intenzione di lasciarla stare, prima o poi ci riuscirò a conquistarla!

-         See credici! Quando capirai che non è giusta per te? Rassegnati, tanto non accetterà mai… Piuttosto, perché non ci porti Sam Collins ad Hogsmeade, quella di Corvonero, lo sai anche tu no, che è cotta di te dal primo anno, e poi dicono che ci sappia fare, una bomba! - E gli fece l’occhiolino.

Remus lo guardò schifato.

-         Non ci voglio andare con lei, e non voglio andarci a letto!

Quello per Sirius fu troppo, sputò il suo succo di zucca in faccia al povero malcapitato che aveva avuto la sfortuna di sedergli di fronte: Peter Minus. Quest’ultimo con un tovagliolo  asciugò schifato il suo volto mentre guardava con sguardo omicida l’amico. Non si risparmiò di tirargli un calcio sugli stinchi da sotto il tavolo, anche se Black non parve accorgersene, poiché guardava a bocca aperta il suo migliore amico.

-         Cosa?!

-         Hai sentito! Non voglio andare ad Hogsmeade con lei e soprattutto non voglio andarci a letto!

-         Ma… perché?

Per Sirius era impensabile una cosa del genere.

-         Perché è la mia prima volta Sirius! Deve essere unica!

Questa volta a stupirsi non fu solo Pad, ma anche i restanti Malandrini. Remus stentava a credere che quello che gli stava seduto di fronte  fosse lo stesso ragazzo che attaccava Piton ogni qual volta ne aveva l’occasione, lo stesso che fino all’anno prima aveva avuto tre ragazze contemporaneamente.

Ma che gli era preso a James?!

-         U-unica hai detto?

Chiese Remus  con un fil di voce.

-         Sì! Come l’ho sempre immaginata.

-         Ah e come l’hai immaginata?

Potter non rispose e abbassò lo sguardo. Sui quattro ragazzi scese un silenzio imbarazzato, silenzio che pochi attimi dopo, chi se non Sirius Black, si accertò di rompere.

-         Beh e allora? Se vuoi una prima volta unica, e secondo te Sam Collins non è adatta, c’è sempre Janice Dicon, o…

-         Sirius, ma proprio non vuoi capire? La voglio unica sì, ma non con Sam, Janice, Lizzie o qualcun'altra.

-         E allora con chi?

Chiese Sirius anche se tutti i Malandrini sapevano la risposta. E James lo disse, lo ripeté anche a se stesso un’altra volta.

Lui voleva lei, solo lei.

Ma tutto questo cosa poteva significare?

-         Con Lily.

E Sirius Black capì, capì cose che avrebbe dovuto capire prima su James in quanto suo migliore amico. Si voltò e lesse nello sguardo di suo fratello quel sentimento, il più forte di tutti.

-         Dio Ramoso! Ti sei innamorato!

-         C-cosa?! Non dire scemenze Sirius! È-è solo una cotta!

-         Anche due anni fa mi hai dato la stessa risposta, ma a me pare che i tuoi sentimenti invece che passare siano solo aumentati!- Esclamò il bel Black.

Prongs era rosso come i capelli della sua amata. I tre amici lo guardavano con sorrisini complici stampati in faccia. Remus ghignò, malandrino come poche volte lo avevano visto fare.

-         Beh? La smettete di fissarmi come se fossi matto? Non sono innamorato, capito?

-         Guarda che non c’è nulla di male, James! Siamo umani, viviamo per provare sentimenti. È del tutto normale.

Remus lo guardava con un misto di tenerezza e compassione, ora, e lui odiava quello sguardo. Moony pensava di sapere tutto, di aver capito i sentimenti che provava, ma si era sbagliato.

Lui, Sirius e Peter si erano sbagliati. Lui non l’amava. Non poteva amarla.

-         Io non sono innamorato della Evans! E non voglio più ripeterlo. È una sfida, una semplice sfida con me stesso! Non è mai stata una cosa seria!

-         Bene Potter, sono contenta che almeno con i tuoi amici sei sincero. Spero che da ora in poi avrai il buon gusto di non importunarmi più con le tue stupide richieste.

A James gelò il sangue nelle vene.

 

No.

Non lei, non lei. Tutte ma non lei.

 

Si voltò lentamente e la vide di fronte a sé, bella da far paura e gli occhi, i suoi grandi smeraldi preziosi, lo fulminarono.

Erano fieri, come sempre, ma il ragazzo vi lesse dentro un altro sentimento, delusione, forse? Oppure la consapevolezza? Lei lo aveva sempre saputo che non era una cosa seria ed era per quello che non era mai voluta uscire con lui?

-         E-evans! Io non intendevo dire…

-         Potter, non ti devi giustificare! Anzi, per me, ora che sei uscito allo scoperto, sarà tutto più facile. Non passerò più per la persona acida e crudele che non vuole uscire con il povero ragazzo innamorato! Tu mi lascerai stare ed io vivrò la mia vita in pace.

-         Stammi a sentire, per favore. Non sei una sfida! I-io ho… non volevo …

-         Tu volevi, volevi eccome. Stavi parlando con i tuoi migliori amici, perché avresti dovuto mentire? Ricorda Potter che io non sono la bambolina di nessuno! Non mi faccio prendere in giro da te, non sono come tutte quelle stupide che cadono ai tuoi piedi. Io ho una dignità, non uscirei mai con te sapendo che sono un gioco, una sfida, uno stupido Boccino d’Oro da prendere e mostrare a tutti!

-         Tu non hai capito!

-         Ho capito, Potter, ho capito. Ti pregherei di lasciarmi in pace d’ora in avanti. Non ho bisogno di una persona squallida come te. Con permesso.

-         Evans! Evans! Aspetta!

-         Ti ha detto di lasciarla in pace, Potter!

Ci mancava solo lui adesso!

-         Nessuno ti ha chiesto niente, Piton! Ora sparisci dalla mia vista se non ti vuoi ritrovare a testa in giù! Non sono proprio dell’umore!

-         Io vado, ma se ti avvicini un’altra volta a …

-         Non minacciarmi, non ti conviene!

Lo guardò con odio e  il Serpeverde se ne andò.

 

Come si permetteva quella lurida serpe di intromettersi?

Lui già c’entrava troppo in quella storia.

Se lo immaginò che correva per i corridoi per raggiungere Lily, per vedere come stava. Forse l’avrebbe abbracciata, l’avrebbe toccata.

Una rabbia cieca si impossessò di lui. Non lo sopportava. Non era tranquillo se sapeva che lui era con lei.

Il tovagliolo che aveva in mano prese fuoco. La sua magia, la grande magia che possedeva prese il controllo, come con i bambini.

Era arrabbiato e deluso. Ancora una volta lei non aveva capito.

O forse era lui quello che doveva fare luce tra i suoi sentimenti?

Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì troppo calore sulla mano. Prese il tovagliolo e lo buttò in fretta nel suo bicchiere d’acqua, e nel farlo si trovò gli sguardi fissi e dispiaciuti di Moony, Wormtail e Pad. Questo ultimo fece per dire qualcosa, ma James si alzò e lo precedette.

-         Fammi un favore Sirius… Sta zitto! Hai fatto già abbastanza danni per oggi!

E se ne andò, lasciandosi dietro i suoi amici. Solo e arrabbiato.

 

-         Lily?

Severus Piton entrò nell’aula del professor Lumacorno, avevano lezione di Pozioni in prima ora, ma mancava ancora molto al suono della campanella.

Entrò nella stanza semibuia, e vide una figura rannicchiata in fondo all’aula, la testa rossa era inconfondibile. Sorrise impercettibilmente, mentre si avvicinava a Lily. Stava già pensando ai modi più assurdi per insultare Potter per poi riderne insieme a lei, quando sentì qualcosa che gli fece fermare il cuore.

 

Un singhiozzo.

 

Lily stava piangendo, ed era raro che succedesse. Ma c’era qualcosa di peggio.

Lei, la sua migliore amica, la ragazza che amava, stava piangendo.

E stava piangendo per Potter.

Le arrivò davanti e si accucciò. Le belle mani di lei passarono subito sul suo viso per nascondere i segni delle lacrime. Orgoglio Gryffindor.

-         Piangi?

Un sussurro lieve.

-         Non è niente.

-         Tu non piangi mai, Lily. Per una volta che lo fai non può essere per niente.

-         Ti ho detto che non è niente, Sev.

-         Dio! Tu piangi per Potter e quel che è peggio non ne vuoi parlare con me!

I suoi occhi neri affrontarono quelli verdi di lei. Quei bellissimi occhi verdi che lo facevano impazzire.

-         Io non sto piangendo per Potter!

Tuttavia il suo tono non era molto convincente. Si alzò e passò di nuovo le mani sul volto. Non sapeva che le fosse preso, ed ora si sentiva una stupida.

 

Era vero, lei non piangeva mai, perché proprio ora?

 

-         A no? Quindi non c’entra niente il fatto che poco fa avete litigato?

-         Mi sono sentita usata, lo capisci? Un oggetto, una delle tante che vorrebbe portarsi a letto e poi mostrarmi come un trofeo. Lo avevo immaginato, lo sapevo che per lui non era una cosa seria, ma perdonami, davvero Sev, se non posso fare a meno di rimanerci male. Mi sono sentita fuori luogo, un’altra volta, come se non contassi niente. Solo un bel soprammobile.

-         Credevo non ti importasse di quello che dice Potter!

-         E non mi importa!

-         Beh non sembrerebbe…

-         Io sono una persona, Severus. Non mi piace essere usata, ho dei sentimenti, e per quanto poco mi possa importare di Potter, mi fa male pensare che lui pensi a me come a un oggetto.

-         Potter è un idiota! Non ti è mai importato più di tanto perché ti venisse dietro. Ti dava solo fastidio, e cercavi di evitarlo. Cosa è cambiato ora?

-         Lo so che è un idiota e continua a non importarmi di lui. Non è cambiato niente.

-         Io credo che questa sia una bugia, Lily.

Lo disse piano, sapendo l’enormità della bomba che aveva lanciato. Non credeva nemmeno lui di averlo detto veramente.

-         Cosa? Sei pazzo? I-io lo odio!

-         L’odio e l’amore sono sentimenti così…

-         AMORE?!- Aveva gridato, incredula.-AMORE?! Ma ti rendi conto di quello che dici?

Lo guardò con ira.

 

Amore! Come poteva anche solo pensarlo, lui!, il suo migliore amico.

 

-         Credimi fa male anche a me dirlo, ma…

-         Ma cosa?

Era furiosa, si vedeva, e lui aveva quasi timore a continuare. Non voleva ferirla e non voleva che si arrabbiasse con lui, però continuò e le sbatté in faccia tutti i suoi dubbi.

Erano mesi che li osservava, a lei e Potter, in un modo o nell’altro erano sempre insieme. Lui la infastidiva, lei lo insultava, però c’era qualcosa che li attirava l’una all’altro. C’era qualcosa tra di loro che non riusciva a decifrare. Non era odio, checché ne dicesse lei, non lo odiava, ma non era neanche amore, non ancora, c’era qualcosa però, una strana alchimia, che Severus non sopportava, che non riusciva a concepire. Quando c’era Potter, si sentiva come messo da parte, anche se Lily lo difendeva, lo proteggeva era sempre una cosa che riguardava lei e Potter nella quale lui non poteva rientrare.

 

-         Ma tutto me lo porta a pensare. Fino a qualche mese fa non ti sarebbe importato sapere che non era innamorato di te, ci avresti litigato, magari gli avresti scagliato anche una fattura e te ne saresti andata, sorridendo trionfante. Io non ti avrei mai trovata qui a piangere per Potter. Per Potter, Lily. – Lo ripeté sibilando, come per sottolineare l’assurdità della situazione. -È chiaro che qualcosa è cambiato.

-         Non è cambiato niente. – Scandì bene le parole, sembrava scocciata e le mani fremevano di rabbia. - Ora scusami ma ho dimenticato una cosa in Sala Comune.

Il ragazzo rise, ironico.

-         E dici che non è cambiato niente? Te ne vai solo perché non vuoi più stare con me, il tuo migliore amico. Non vuoi sentirti dire quello che penso, perché hai paura che possa essere vero. E va bene, fallo! Scappa, non accettare la realtà. Ma non nasconderti Lily, non con me, non mentirmi, non riusciresti mai a farlo.

-         E va bene allora. Non ho voglia di parlarti, né di vederti, ti va bene ora. Ti senti meglio, adesso? Non puoi credere di riuscire a leggermi dentro la testa, siamo cresciuti, Sev, e io non sono più la bimba ingenua che hai conosciuto. Non puoi pensare di sapere tutto di me, quando neanche io stessa sono convinta di come sono realmente. So solo che oggi mi andava di piangere e che tu non hai nessun diritto per venire qui a giudicare e a farmi la predica, non puoi. – Sussurrò le ultime parole, dopo aver quasi gridato le precedenti. – Io vado ora.

-         Lily aspetta …

Il Serpeverde provò a richiamarla, ma lei si era già voltata ed era sparita in un turbinio di fiamme rosse. Severus era rimasto immobile a guardare il punto dove, pochi attimi prima, c’era la sua Lily. Si portò le mani alla testa e strinse i capelli.

Gliela stava portando via.

Potter gli stava portando via l’unica persona che l’avesse mai capito e apprezzato.

Se ne stava andando da lui e non poteva fare niente per fermarla.

 

Terza ora, Incantesimi.

 

Il professor Vitius dall’alto della sua colorata pila di cuscini, spiegava ai suoi allievi gli incantesimi rallegranti. Tuttavia al secondo banco, insieme ad una Grifondoro, Lily Evans non era affatto allegra e neanche la sua materia preferita riusciva a distrarla dai suoi pensieri.

Nella sua testa si susseguivano in continuazione gli eventi di quella mattina ed inevitabilmente si fermavano su quello che le aveva detto Severus Piton. E lei inevitabilmente si ritrovava a pensare che fosse uno stupido.

Era il suo migliore amico e lui, meglio di tutti, sapeva quello che pensava di Potter. Lui avrebbe dovuto capire il suo comportamento, avrebbe dovuto capire come si era sentita.

Fuori posto, una che non c’entrava niente in tutto quel contesto magico, una che non contava niente.

Solamente un boccino veloce che il grande Cercatore Potter, Purosangue e ricco, doveva riuscire a fare suo per pavoneggiarsi davanti a tutti. Ecco come si era sentita.

E di nuovo le salì un nodo alla gola. Dai babbani era considerata un mostro, dai maghi una sporca mudblood e da Potter un trofeo.  

Severus avrebbe dovuto capire, lui le era stato sempre accanto nei momenti di sconforto, avrebbe dovuto capire anche quella volta, non avrebbe dovuto accusarla, aggredirla, giudicarla ingiustamente.

 

Diamine! Lei non era innamorata di Poter!

Era impensabile, assurdo. Come diavolo gli era venuto in mente?!

Tra lei e quel decerebrato di Potter non ci sarebbe mai stato niente.

Non osava nemmeno immaginare una vita in cui lei e Potter uscivano insieme. Sicuramente se lei avesse accettato di uscire con lui dopo poco sarebbe stata umiliata davanti a tutta la scuola, buttata via come un giocattolo rotto e la sua dignità si sarebbe frantumata in mille pezzi.

Le salirono di nuovo le lacrime agli occhi. Si maledisse perché doveva smetterla di dispiacersi per uno come Potter e perché doveva seguire la lezione di Incantesimi. Non era da lei rimanere indietro rispetto agli altri.

Ma se solo si fosse girata avrebbe visto che non era la sola quel giorno a non seguire la lezione.

Alla sua destra, un banco più dietro, Severus Piton la guardava triste e malinconico.

Al banco dietro di lei, Sirius Black e Remus Lupin cercavano di parlare ad un James Potter alquanto arrabbiato e abbattuto che stava facendo deprimere anche Peter che si trovava accanto a lui, all’ultimo banco. Quel banco che il signor Potter aveva riempito di L.E., lo stesso Potter che a intervalli regolari guardava prima la schiena della Grifondoro con sguardo pieno di rammarico e delusione, poi il suo migliore amico con fare minaccioso.

Il suono della campanella riscosse tutti dai propri pensieri, e gli studenti si accingevano a lasciare quella che era stata l’ora di incantesimi meno seguita degli ultimi anni.

Lily si alzò, prese in fretta tutti i suoi libri e uscì.

Non voleva né incontrare Severus né, e soprattutto, Potter.

Avevano un’ora buca e prese la strada per la biblioteca, l’avrebbe usata per ripassare la lezione di incantesimi che non aveva seguito.

 

Dietro di lei, sulla porta dell’aula di incantesimi, c’erano James Potter e Severus Piton che si guardavano in cagnesco. Si ritrovavano bloccati sulla porta, senza riuscire a muoversi, ma nessuno dei due accennava a distogliere lo sguardo per primo e a tirarsi indietro. Era una specie di sfida muta, fatta di sguardi, una sfida per lei.

 Nel corridoio i loro rispettivi amici li guardavano esasperati. Remus, anima pia, prese per il braccio James intimandogli, con tono severo, di non fare cavolate. E così i Malandrini si allontanarono lasciandosi indietro Avery, Mulciber e Piton ghignanti.

-         Non gli avrei fatto niente. Oggi proprio non ne ho voglia.

Esclamò James piccato.

-         Lo so, ma se fosse arrivata Lily in quel momento, cosa credi che avrebbe pensato?

James abbassò lo sguardo, e il silenzio cadde su di loro. Tutti sapevano come sarebbe andata, ormai era fin troppo scontato.

Procedevano zitti verso la Sala Comune, quando, nel corridoio prima della loro sala, Sirius ruppe il silenzio, incapace di rimanere ancora muto di fronte al suo migliore amico, depresso e arrabbiato.

-         Dobbiamo fare qualcosa.

Remus e Peter si voltarono a guardarlo perplessi, non avendo capito a cosa si riferisse il bel Black, James, invece, fece finta di niente e continuò a camminare.

-         Scusa?

-         Dobbiamo aiutare Prongs a fare pace con Lily.

Moony e Worm erano sorpresi e si voltarono a guardare Prongs, che tuttavia continuava imperterrito a camminare, assorto nei suoi pensieri.

-         Non peggiorare la situazione, Sirius!

-         Ma sarebbe perfetto, Pet! Pensa se li chiudessimo in un’aula vuota per tutta la notte, ne avrebbero di tempo per parlare!

Remus strabuzzò gli occhi, cercò con lo sguardo James che era parecchi metri più avanti di loro e intimò con lo sguardo a Sirius di abbassare la voce.

-         Non dire scemenze! Lily si arrabbierebbe ancora di più! -  Sibilò.

-         Secondo me invece è perfetto! E se tu e Peter non volete darmi il vostro aiuto, farò tutto da solo!

 

-         TU NON FARAI PROPRIO NIENTE!

I ragazzi si voltarono spaventati a guardare James, che aveva gridato. Prongs si era fermato alla fine del corridoio e dopo aver ascoltato la conversazione aveva deciso di intervenire. Sirius lo guardò sorpreso e Remus e Peter dopo poco sorrisero divertiti.

-         Ma io lo avrei fatto per te! –Esclamò Sirius esasperato.

James gli si avvicinò con sguardo cupo e mormorò:

-         Hai già fatto troppo per oggi, Sirius.

Padfoot lo guardò risentito.

-         Ma che vuoi da me? L’hai detto tu che non eri innamorato di lei, mica io!

-         Se solo tu ti fossi fatto gli affaracci tuoi non saremmo in queste condizioni! Te l’ho detto mille volte stamattina che non volevo parlarne.

-         Ma io sono il tuo migliore amico! – Calcò molto sulle ultime parole. – È normale che voglio sapere cosa provi. Non ci dici mai quello che provi per Evans, cerchi sempre di evitare l’argomento, ma io voglio sapere che ti passa per la testa. Voglio aiutarti!

-         Bell’aiuto! Guarda ora come sono ridotto! Confuso, arrabbiato e deluso. Gran bella combinazione Sirius Black, complimenti!

Remus e Peter ora, seguivano attoniti la scena. La situazione stava prendendo un piega inaspettata. James e Sirius si fronteggiavano, uno davanti all’altro, in mezzo al un corridoio, fortunatamente vuoto e i due poveri ragazzi avevano il timore che arrivassero a menarsi.

-         Te lo ripeto! Se sei così scemo da non accorgerti nemmeno che sei innamorato non è colpa mia.

-         Ma cosa ne puoi sapere tu se sono innamorato? Tu non lo sei mai stato, non hai mai provato niente del genere, come puoi giudicare? L’amore ti complica la vita, Remus!- Lo scimmiottò.- Cosa ne sai di quello che provo io per Lily?

Sirius lo guardò e vide dolore nei suoi occhi. Tanto. E qualcosa dentro di lui si incrinò. Pensò che nessuna ragazza del mondo, nemmeno la Evans, meritava tutto il dolore che provava James ogni giorno. E forse fu quello che lo fece decidere di dargli ragione, anche se dopotutto non lui non aveva fatto niente di così grave, se non prenderlo in giro e averlo fatto scoppiare.

-         Uff! E va bene, hai vinto! Mi dispiace, ok?

-         Non voglio le tue scuse, so che sei un’idiota, ci sono abituato!

E James sorrise, il primo vero sorriso della giornata.

-         Beh dovresti essere abituato anche agli insulti della Evans, no?

Sirius e Remus incenerirono Peter. Il piccoletto aveva cercato di sdrammatizzare, ma evidentemente aveva usato il metodo sbagliato.

Il sorriso di James tramutò, e diventò un sorriso obliquo, triste.

-         È vero, ci sono abituato, ma questo non vuol dire che non fanno male.

E se ne andò. Per la seconda volta nella giornata se ne andò, lasciandosi dietro i suoi fidati amici, perso nei suoi pensieri.

Peter si voltò e vide lo sguardo accusatorio di Moony e Padfoot.

-         Beh?!

-         Complimenti per la sensibilità, Peter!

-         Ma che ho detto di male?!

-         Uff! Lascia stare.

 

 

I passi del ragazzo risuonavano sul pavimento della biblioteca. I suoi capelli corvini erano investiti dal sole che entrava dalle grandi vetrate e che irradiava tutto. Madama Pince alzò lo sguardo dal suo registro. Sbatté le palpebre più volte per mettere a fuoco il nuovo arrivato e una volta riconosciuto seguì il suo cammino, guardinga, fin quando non sparì tra gli scaffali.

Il passo era deciso e sicuro, sapeva dove doveva andare e sapeva cosa doveva fare. Doveva cercarla e chiarire. Subito.

Più si addentrava negli infiniti labirinti di libri più la luce faceva sempre più fatica a penetrare tra gli scaffali illuminando tutto di una luce soffusa. D’un tratto i passi si arrestarono, alla fine di un corridoio e i suoi occhi scuri si soffermarono sullo spettacolo che avevano di fronte, incantati. I raggi del sole si infiltravano malandrini tra gli scaffali e un fascio di luce più potente degli altri illuminava la figura seduta a una scrivania al centro della piccola stanzetta circolare. Lily  aveva la testa china su un libro enorme, i capelli rossi e lunghi, quasi sanguigni, scendevano a coprirle il volto e celavano i magnifici occhi verdi al suo spettatore. Quegli occhi che erano persi nel vuoto, fermi da tempo sulla stessa parola. Le belle mani da pianista accarezzavano delicate le pagine antiche del libro.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso intenerito a quella vista.

 

Lily, la sua Lily. Come poteva solo lontanamente pensare di non amarla?

Era tutto per lui, l’unica.

E non voleva perderla.

 

-         Hey!

Il suo sussurro risvegliò la ragazza dal torpore  che l’avvolgeva e sussultò. Sorpresa alzò lo sguardo e incontrò due profondi occhi scuri.

-         Severus! Che ci fai qui?

-         Ti cercavo.

Piton fece qualche passo, poi si sedette davanti alla Gryffindor, senza mai lasciare il suo sguardo.

-         Volevo chiederti scusa per prima.

-         Non devi chiedermi scusa, abbiamo esagerato tutti e due.

-         No, invece. Non avrei mai dovuto dirti quelle cose su Potter, avrei dovuto capirti.

Lei abbassò lo sguardo mentre le parole dell’amico, che le aveva rivolto la mattina, le ronzavano nella testa. Ancora.

 

… L’odio e l’amore …

-         Anche io ho esagerato, in fondo sono anni che conosco Potter, avrei dovuto sapere che è solo un ragazzino arrogante, no? Non me la sarei dovuta prendere così tanto, il suo giudizio per me non conta niente.

-         Già, e io avrei dovuto capirlo senza giudicarti e senza ferirti. Mi dispiace.

Severus cercò di sorridere. Lily stava minimizzando, ma i suoi occhi a lui non nascondevano che c’aveva pensato per tutta la mattina.

Aveva pensato alle parole di Potter, che le avevano fatto più male di quanto pensasse, aveva pensato al suo migliore amico che le aveva detto che molto probabilmente si stava innamorando di Potter e aveva pensato a cosa le era preso quella mattina, quando per la prima volta dopo tanto tempo aveva ceduto alle lacrime. Per Potter.

Lily stava di nuovo cercando di cambiare argomento, di non parlare con lui, e questo in sei anni non era mai capitato. Gli aveva sempre detto tutto, non aveva mai tralasciato niente, ed ora?

Perché si stavano allontanando in quel modo? Doveva dirglielo e rinfacciarle tutto come aveva fatto quella mattina? No, decisamente no. Si era visto come era andata a finire, e qualcosa gli diceva che nulla sarebbe cambiato.

Avrebbe fatto finta di niente, avrebbero continuato a ridere, a scherzare, senza parlare più di Potter e dei sentimenti di Lily. Solo così sarebbe tornato tutto come prima.

 

Non sapeva quanto si sbagliasse. Quella via, la via del silenzio li avrebbe portati a nascondersi dietro segreti, bugie, malintesi. Quella via che piano, piano li avrebbe distrutti, avrebbe distrutto la loro bella amicizia, le risate, i ricordi felici. Lily e Severus.

-         Allora tutto a posto?

Chiese il ragazzo abbozzando un sorriso timido.

-         Sì, si certo. Anzi forse dovrei scusarmi più io con te. Ho detto delle cose orribili, mi dispiace. Io non lo penso davvero.

-         Neanche io penso che tu sia innamorata di Potter.

Lily sorrise, ancora confusa.

-         Già, è una stupidaggine! Comunque credo che oggi mi sono liberata per sempre di quel rompiscatole.

E il suo sorriso si allargò quando pronunciò quelle parole. Ed era sincero, pensò Piton. Già sincero, perché lei sperava che non avendo più fra i piedi Potter tutta la confusione che aveva dentro si sarebbe volatilizzata.

-         Allora, cosa stavi studiando?

-         La lezione di Incantesimi, non c’ho capito molto questa mattina.

-         Beh neanche io, a dire la verità.

Severus portò una mano dietro la nuca, imbarazzato, e Lily rise. La sua risata alleggerì l’animo dello Slytherin.

-         Quando la smetterai di vergognarti con me?

-         Quando tu la smetterai di prendermi in giro!

-         Ahahah! Andiamo scemo, che tra un po’ inizia Trasfigurazione.

-         Io ho Difesa ora!

-         Giusto, comunque andiamo che non voglio fare tardi.

Ed insieme si avviarono lungo i corridoi pieni zeppi di libri, vicini, eppure così lontani.

 

Lily e Severus camminavano lungo il corridoio, mancavano ancora dieci minuti all’inizio della lezione e loro si stavano per dividere. Lei a trasfigurazione e lui a difesa.

Lily si voltò verso il suo migliore amico e si chiese perché non gli avesse detto che le sue parole e quelle di Potter l’avevano perseguitata per  tutta la mattina.

Era andata in Biblioteca con l’intenzione di studiare e di non pensare a quella fitta di delusione mista a dolore che aveva provato quando James aveva detto quelle cose. E non se lo spiegava, non riusciva a capire perché, l’unica risposta plausibile che era riuscita a dare era l’essersi sentita presa in giro e umiliata.

Lei non era una delle tante, non era come quelle ragazzine che sbavavano dietro a Potter, non lo sopportava e neanche le piaceva fisicamente.

Lei non tollerava che la si considerasse come un trofeo o una sfida, lei doveva essere rispettata, sempre. E Potter questo non lo aveva fatto, molte volte l’aveva umiliata e derisa e lei tutte le volte gliel’aveva fatta pagare cara, sempre. Non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, mai, tantomeno da Potter, e si era sempre saputa difendere bene. Nessuno l’avrebbe mai trovata a piangere per Potter.

 

Almeno fino a quel giorno.

 

E lei si sentiva una sciocca, non c’era motivo di piangere, anzi, finalmente si era tolta Potter dalle scatole e doveva esserne felice. E invece si era ritrovata a piangere nell’aula di Pozioni, come non succedeva da tempo, e quel che era peggio l’aveva trovata l’unica persona che lei in quel momento non voleva vedere.

Severus si voltò e vide che lei lo guardava, arrossì un po’ sulle guance e la chiamò per distrarla.

-         Lily? A che pensi?

Lei si riscosse e per l’ennesima volta mentì al suo migliore amico.

-         Oh, a niente! Ma tu devi girare qui, vero?

E indicò il corridoio alla loro destra.

-         Oh, è vero, neanche me ne ero accorto! Beh allora vado. Ci vediamo prima di pranzo, va bene?

-         Ok, a dopo allora.

Lui le sorrise, un piccolo ma significante sorriso. Non era un tipo che si lasciava trasportare dalle emozioni Severus Piton, ma per lei faceva questo ed altro.

Il ragazzo si voltò e il suo mantello nero svolazzò intorno alle sue caviglie mentre si allontanava.

 

La ragazza lo seguì con lo sguardo e quando si voltò trovò davanti a lei Potter, immobile davanti alla porta, che la guardava impietrito. Lily lo fulminò con lo sguardo e con passo deciso lo superò entrando in classe, senza dirgli una parola, ignorandolo.

Gli occhi di James si rabbuiarono, ma lui non la richiamò, fece un gran sospiro ed entrò in aula.

 

…Il peggior nemico dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza…

 

 

 

Era notte ormai, le tenebre avvolgevano tutto il parco di Hogwarts, le folte chiome degli alberi della foresta proibita si muovevano piano al passaggio di un leggero venticello e nel grande castello una figura solitaria si aggirava per i lunghi corridoi illuminata a volte dalla luce della luna quasi piena.

I piedi scorrevano lenti sul pavimento, quasi trascinati, la testa persa tra le nuvole.

Quando un raggio di luna lo investì in pieno alzò lo sguardo fino ad incontrare una grande palla bianca.

 

...Tra due giorni sarà piena… la nostra terza luna piena con Remus…

 

Un pensiero improvviso che ebbe la forza di farlo sorridere eccitato. Seguito subito da un altro. Lui, Sirius e Peter che provavano in tutti i modi a trasformarsi in animali per aiutare Remus, e questa volta il sorriso si riempì di gioia pensando ai suoi grandi amici.

Era quasi l’una e lui girovagava tranquillo tra i corridoi del castello senza nemmeno il suo fidato mantello.

Quella notte James Potter si faceva beffe di tutto e di tutti.

Dopo cena non era tornato in sala comune, aveva detto ai ragazzi che si sarebbe fatto un giro ed aveva dovuto subire la faccia preoccupata di Remus, quella mortificata di Peter e quella rabbuiata di Sirius, che non era stato molto d’accordo sul fatto che avesse rifiutato la sua compagnia quella sera.

 Erano ore che girava a vuoto, senza una meta precisa e con la mente che non la voleva smettere di rivolgersi alla fonte di tutti i suoi dubbi, al suo tasto dolente.

 

Lily Evans.

 

Non riusciva a capire perché quella ragazza avesse tutto quell’ascendente su di lui.

Lo disprezzava, lo insultava, lo umiliava davanti a tutti e lui che faceva? Le andava dietro come un cagnolino.

Tuttavia il ricordo di quella mattina lo faceva sentire uno schifo.

Era stato uno stupido, era appena andato da lei a chiederle per l’ennesima volta di uscire, aveva appena decantato i suoi sentimenti per lei e poi aveva smentito tutto, l’aveva trattata come un oggetto, come una bambolina.

E non capiva il perché. Possibile che a fargli dire quelle cose erano state solo le insistenti frasi di Sirius, oppure c’era qualcos’altro? Il suo orgoglio maschile, la sua voglia di far vedere che nonostante tutto, nonostante tutti gli insulti che riceveva da Lily, a lui non importava niente, voleva farsi grande per non dover ammettere di stare male?

E all’improvviso le parole di quella mattina gli tornarono in mente per non uscirne più, per tormentarlo.

 

Io non sono innamorato della Evans! E non voglio più ripeterlo. È una sfida, una semplice sfida con me stesso! Non è mai stata una cosa seria!

 

Era vero che non era innamorato? Non sapeva rispondersi, non sapeva che cosa era l’amore, non lo aveva provato mai per nessuna ragazza, mai. I suoi rapporti non erano mai stati profondi, qualche uscita ogni tanto, qualche bacio, mai niente di serio. Solo con lei sentiva qualcosa di diverso, ma era amore?

Era forte quello che provava per lei, di questo ne era sicuro, tanto forte da fargli sempre immaginare una vita con lei che era accanto a lui.

Tanto da fargli immaginare la sua prima volta unicamente con lei.

 

Si avvicinò al cornicione di una delle tante finestre del corridoio e si appoggiò sulla fredda pietra mettendosi le mani tra i capelli.

Era maledettamente confuso, non era una sfida per lui, non lo era mai stata, e di sicuro con lei voleva una cosa seria, ma allora perché non aveva detto la verità?

Stava parlando con i suoi migliori amici, con chi poteva aprirsi se non con loro?

Era stato così immaturo, chissà perché poi l’amore lo spaventava tanto.

 

E la mente infingarda lo riportò ad una mattina di dicembre di qualche anno prima…

 

Il sole già alto in cielo andò a illuminare il dormitorio di Grifondoro del terzo anno. Molto precisamente la stanza dei Malandrini. Dire che il Caos regnava là dentro era poco. Quattro bauli, o meglio tre bauli, erano completamente vuoti e il loro contenuto riversava sul pavimento. Solo uno, quello del Malandrino più giudizioso, era in ordine, anche se solo perché Remus odiava indossare vestiti tutti sgualciti. Le scrivanie dei quattro erano completamente sommerse da libri, pergamene e boccette di inchiostro. Eh sì! Proprio tutte e quattro perché il caro Remus, che tanto decantava l’ordine, si era fatto contagiare dagli amici e la sua anima di Malandrino era venuta fuori.

E poi bastava guardarlo dormire per capire, che non era poi così tranquillo! Nel suo baldacchino rosso e oro vicino la porta, Remus Lupin dormiva con la bocca aperta, un braccio che penzolava dal letto e l’altro appoggiato sopra la testa. Le gambe attorcigliate con le lenzuola, che gli impedivano di muoversi. La  maglietta del pigiama era alzata e gli scopriva la pancia, infatti brividi di freddo gli increspavano la pelle. D’altronde il piumone giaceva per terra inutilizzato.

Insomma, ometto perfettino di giorno, Malandrino casinista di notte!

 A destra, nel letto appoggiato alla parete vicino al bagno, c’era il piccolo Peter. Pet dormiva tutto rannicchiato su se stesso sotto le calde coperte, e il suo russare riempiva la stanza. A volte, quando le coperte si spostavano e scoprivano la schiena del ragazzo, la sagoma di Peter cominciava a tremare. Perfino mentre dormiva il ragazzo aveva quell’aria impaurita e indifesa.

Alla sinistra di Remus c’era il letto di Sirius Black. Tra i due eleggere il più casinista sembrava impossibile. Sirius, infatti, aveva praticamente sradicato il piumone dal materasso e le lenzuola lo coprivano solo fino alla vita. Il ragazzo dormiva a pancia sotto, con le gambe allargate e, da un po’ di tempo a questa parte aveva cominciato, misteriosamente, a dar man forte a Peter. Sirius Black prima di allora non aveva mai russato, ed ora questo pensiero lo tormentava giorno e notte, anche perché, secondo i racconti di James e Remus, era peggio di un trombone. A completare l’opera c’era il suo “pigiama”. Nonostante fosse pieno inverno, l’erede dei Black si ostinava ad indossare una leggerissima canotta e un paio di boxer, cosa che, da quello che diceva lui, faceva impazzire le sue fan.

E poi per ultimo, nel letto vicino alla finestra, c’era lui. James Potter in miniatura, appena tredicenne. Lui, Malandrino per eccellenza, quando dormiva sembrava un angioletto!

Difatti riposava disteso sul fianco sinistro, tranquillo. Con indosso un  pigiama a maniche lunghe, che lo faceva stare al calducci,o e le coperte tutte al loro posto. Un braccio sotto la testa e l’altro che accarezzava il pesante piumone. I capelli, sempre disordinati, macchiavano di nero pece il cuscino rosso, facendo un bel contrasto. E il viso bianco e morbido, ancora da bambino, era disteso in una espressione beata, rilassata. Sulle labbra, un sorriso malandrino e tenero allo stesso tempo. Aveva quell’aria da bambino che non vuole crescere, spensierato e allegro.

Qualcosa però, improvvisamente, disturbò il suo sonno.

Chissà quale orrendo mostro si era intrufolato nella mente del giovane Potter e stava mettendo alla prova tutto il suo coraggio Gryffindor.

La bocca rosea si strinse in un broncio e poi si aprì per mormorare frasi sconnesse e senza senso.

Il povero piccolo si muoveva nel letto, scuotendo la testa velocemente. I suoi lunghi sospiri invadevano insieme al russare di Pet la stanza e le sue esclamazioni di terrore cercarono di svegliare gli altri ragazzi, ma fu tutto inutile.

Il sabato era sacro per i Malandrini, non si svegliavano neanche con le cannonate.

James continuava a contorcersi nel letto e cominciò a sudare freddo fino a quando non saltò a sedere di scatto sul letto. Ansimava e si guardava intorno impaurito e disgustato.

Chiamò in cerca di aiuto i suoi amici ma non ottenne risposta, così si alzò e carponi arrivò ai piedi del letto di Sirius e si aggrappò alle lenzuola. Si mise in ginocchio e cominciò a scuotere il corpo dell’amico per farlo svegliare.

-         Sirius! Sirius! Diamine Sir! Svegliati! – la voce gli tremavo e si poteva ancora leggergli il disgusto negli occhi. – Dai Sirius svegliati! Sir!

Diede un maggiore strattone riuscendo nel suo intento.

Il nobile Sirius Black invocando mentalmente contro quell’idiota del suo amico si sforzò ad aprire gli occhi. La vista ancora un po’ offuscata gli fece vedere, tanto per iniziare bene la giornata, la faccia bianca cadaverica di James tutta sudata e appiccicaticcia e gli occhi di quest’ ultimo fuori dalle orbite. Un po’ preoccupato si alzò a sedere e si stropicciò gli occhi per mettere a fuoco meglio, ma l’immagine di James non migliorò, anzi.

Potter rincuorato dal fatto che il suo amico si fosse svegliato cercò di mettersi seduto sul letto di Sirius per guardarlo meglio in faccia.

-         James! Che diamine è successo? Spera per te che sia una cosa seria, altrimenti sai cosa ti spetta per aver interrotto il sonno sacro del Sabato!

-         È una cosa serissima Sir!

Black lo guardò incuriosito, chissà che aveva fatto quello scemo.

-         Ho avuto un incubo Sir! Un incubo orrendo!

Sirius lo trucidò con lo sguardo.

-         Aspetta, tu vorresti dirmi che mi hai svegliato infrangendo le regole sul Sabato, solo per un incubo?!

-         Non minimizzare il mio problema! È una cosa seria, non mi vedi che sono ancora sconvolto? Non te ne importa proprio niente?

James cominciò una perfetta scenata che Sirius si affrettò a stoppare, chi se lo sentiva sennò.

-         E va bene, non te la prendere. Sono sveglio ora, dimmi di che parla questo incubo!

-         Ohhh! Era orrendo, schifido, disgustoso e s…

-         JAMES! Voglio la versione breve!

-         Uff! C’era la Evans…

-         E  te pareva! E cosa è successo? La Evans si staccava la pelle e si scopriva che era un mostro? – Chiese ironico.

-         Nooo! Peggio! Lei e Mocciosus erano in riva al lago e tutti li stavano guardando…

-         Beh non c’è niente di strano, quando fa caldo studiano sempre in riva al lago, non vedo cosa può esserci di tanto disgustoso.

A quel punto James ripresosi un po’, stanco delle continue interruzioni dell’amico gli tappò la bocca con una mano.

Sirius cercava di spostarla, ma la presa di James era ferrea.

-         Se magari mi lasci finire di parlare te lo spiego che cosa c’è di tanto disgustoso! Posso continuare?

Black lo guardò con un’espressione che era tutta un programma ed annuì.

-         Loro… loro… loro…!

Sirius con uno strattone si liberò e disse:

-         Loro che???

-         Stavano pomiciando!!!!!!!!!!!!!!

-         Ma va al diavolo James!

Buttò l’amico giù dal suo letto e si girò di sedere.

Ma vi pare che quello scemo lo doveva svegliare perché aveva sognato che la Evans e Mocciosus stavano pomiciando! Beh doveva ammettere che la scena era alquanto disgustosa, ma James esagerava come sempre.

-         Hey Sir! Ma che fai non dici niente?

-         E che dovrei dirti idiota! Ti rendi conto che mi hai svegliato per una cazzata? Ed è anche SABATO! – Esclamò esasperato tornando a guardare in faccia il suo amico.

-         Ma tu non capisci! Sembrava tutto così reale, e lei… lei ha detto davanti a tutti che lo amava! Capsici Sir! Che lo amava! E pensa se succede veramente, pensa se è uno di quei sogni di cui ci ha parlato la professoressa a Divinazione. In fondo stanno sempre insieme e Piton le sta attaccato come una cozza!

-         James la smetti?! Da quando credi a quelle cavolate di Divinazione? E poi Piton non è il tipo che può piacere ad Evans.

-         E tu che ne sai? Sono amici, migliori amici, sono…

-         James che diamine c’entra!!! Anche noi siamo amici ma questo non vuol dire che io sono attratto da te!

-         Ma noi siamo maschi!

-         Comunque basta con questa storia, è comunque impensabile che la Evans pomici con Piton davanti a tutti. Se proprio lo devono fare lo fanno in qualche aula vuota! - Disse con un ghigno, gustandosi appieno la faccia di James.

-         Grazie, sei davvero incoraggiante!

-         E smettila che sto scherzando!

-         Ma secondo te allora cosa significa questo sogno?

-         Vuoi davvero sapere come la penso?

-         Certo!

-         Sei geloso marcio.

-         Di chi di Piton?

-         Di LEI!

-         E perché dovrei esserlo, io non sono geloso.

-         Ti piace.

-         Certo che mi piace, sono tre anni che le vado dietro, non mi pare di averlo mai nascosto che mi piace no?

-         No, ti piace sul serio.

-         In che senso?

-         È una cosa seria.

-         Non è una cosa seria.

-         Perché ti ostini a dire che non lo è?

-         Perché è la verità, mi piace però è una cosa da niente.

-         E allora ti devo ammazzare due volte, non solo perché mi hai svegliato perché hai fatto un sogno assurdo, ma anche perché perdi più con lei non è neanche una cosa seria.

-         Ma…

-         Basta! Niente ma, fammi riaddormentare!

E questa volta si girò e si riaddormentò, lasciando James nel panico assoluto.

Panico che poche ore dopo durante una delle solite litigate con la Evans raggiunse l’apice.

Infatti erano in un corridoio pieno di gente che litigavano a causa di uno scherzò fatto da James a Piton, e Potter nella disperazione totale le disse:

-         Per favore Evans, non pomiciare mai con Piton in riva a lago!

La ragazza rossa di imbarazzo si guardò intorno dove le risate dei compagni di scuola la sommergevano, non si era mai sentita tanto umiliata.

Si voltò a guardare Potter per dirgliene quattro, ma pronta com’era ad incontrare il suo sguardo malandrino ed il suo ghigno malefico, si stupì nel vederlo serio, serio come non era mai stato. E fu così shoccante per lei che si voltò e se ne andò senza dirgli niente. Solo quando era arrivata alla fine del corridoio accompagnata ancora da risolini, sentì Potter gridare disperato, come se si fosse appena ricordato di qualche cosa.

-         E per favore, neanche nelle aule vuote!

-         VA AL DIAVOLO!

E dopo questa dolce incitazione di intraprendere un bel viaggetto la ragazza sparì alla vista di James con le orecchie assalite dalle risate degli spettatori.

 

Come uscendo da un vortice James uscì da quel ricordo e sorrise divertito.

Quante gliene aveva fatte passare a quella povera ragazza!

La sua mente però gli disse che quel ricordo era tornato a fargli visita non per fargli fare qualche risata, ma perchè il suo comportamento era stato simile a quello usato quella mattina.

Anche in quell’occasione aveva sminuito con Sirius i suoi sentimenti, che certamente non erano forti come quelli che provava ora, ma erano comunque sinceri. Non capiva perché avesse così paura di parlare con i suoi amici di quello che provava, perché avesse così paura ad ammettere di essere, forse, innamorato.

Dopo quel giorno Sirius aveva creduto alle sue parole, pensando che fosse solo una cotta passeggera, ma poi quella stessa mattina, dopo due anni da quella loro chiacchierata, Sirius, il suo migliore amico, la persona che lo conosceva meglio di tutte, gli aveva detto che si era innamorato.

 

Ma lui era innamorato di Lily?

 

Non riusciva a capirlo, più si sforzava e più era confuso.

Non sapeva se era amore quella fitta nello stomaco che provava quando la vedeva.

Quando il cuore gli mancava un battito quando lei scostava i suoi capelli dal viso, quando sorrideva dolce alle sue amiche, quando parlava, quando leggeva, era amore quello?

E quel mostro che viveva nelle sue viscere quando era in compagnia di Piton, quando si abbracciavano, quando lei lo difendeva, quella era gelosia dettata dall’amore?

E l’amore poteva far male come lo sguardo che lei aveva avuto quella mattina, quando aveva sentito quello che lui aveva detto?

Delusa, disgustata, consapevole, poteva essere così doloroso l’amore?

 

Non lo sapeva e forse non lo avrebbe saputo mai, ma se fosse stato realmente amore era giusto che fosse così?

 

Disperato, confuso, appoggiato come in cerca di conforto a quel cornicione James si chiese se fosse giusto essere innamorato di lei, se fosse giusto essere innamorato di una che non ti vuole. Se fosse giusto soffrire così tanto.

Perché tutti quegli insulti facevano male e faceva male anche la consapevolezza che lui se li andava a cercare.

Se davvero era interessato a lei perché non cercava di conquistarla normalmente, senza fare l’arrogante o il prepotente?  

Capì che era fatto così, amava essere al centro dell’attenzione, soprattutto della sua, e per esserci doveva fare l’odioso ragazzino montato. Altrimenti neanche sarebbe esistito nel mondo di lei.

Ma allora si chiese perché proprio lei, con tutte le ragazze che avrebbero fatto di tutto per stare con lui, che lo avrebbero amato come lui voleva, perché lei?

La tormentava, la prendeva in giro, al centro del suo mondo c’era sempre e solo lei. E soffriva quando lo insultava, soffriva quando era con Piton, soffriva al punto tale che le lacrime raggiungevano il suo orgoglio Gryffindor fino a scalfirlo.

Ed era consapevole che non era stato lui a sceglierla, bensì lei a scegliere lui. Lo aveva folgorato la mattina del primo settembre del loro primo anno. Lo aveva incatenato ai suoi occhi smeraldo e non lo aveva più liberato, era qualcosa di incondizionato, ogni volta che provava a non pensare a lei, subito, come una calamita i suoi pensieri tornavano all’incantatrice Lily Evans.

 

Lui nella sua vita aveva conosciuto l’amore protettivo dei suoi genitori, l’amore fraterno che provava verso i suoi amici, ma l’amore per le ragazze lo aveva solo letto nei libri, e di sicuro in quelle favole tutte in rosa nessuno soffriva come lui. Erano sempre tutti felice e contenti.

L’amore doveva essere così, dovrebbe rendere felici, no? Dovresti sentirti leggero.

E lui invece sentiva un macigno dentro di sé, si sentiva distrutto e rammaricato per le cose che aveva detto, perché non avrebbe mai dovuto trattarla come un oggetto, non doveva umiliarla, sminuirla in quel modo.

 

E proprio quando questo pensiero gli passò per la testa, una parte di lui sperò con tutta se stessa che fosse solo una cotta, che la sua ossessione era nata solo dalla sua voglia di far cadere ai suoi piedi anche lei, perché non ce la faceva più a soffrire per lei, era stufo di sentirsi etichettare come uno stupido essere esecrabile, così, senza che lei lo conoscesse davvero.

Voleva che quella cosa passasse in fretta, voleva che lei lo lasciasse finalmente libero di pensare ad altre ragazze, voleva che lei se ne andasse definitivamente dalla sua mente, dalla sua vita.

 

Un’altra parte di lui però aveva l’impellente bisogno di andare da lei e chiarire, cercare di farle capire che era stato davvero, davvero, un idiota e che non doveva permettersi di dire quelle cose.

Voleva combattere per conquistarla, continuare a provare fino alla fine, prendendosi tutti gli insulti che lei voleva dargli, soffrendone in silenzio, e continuare a corteggiarla, ad assillarla fino a quando non avrebbe ceduto, e solo allora lui avrebbe potuto godere e curare tutte le ferite che si erano aperte lungo il viaggio verso il cuore di lei.

E solo allora capì che doveva lottare e continuare, crederci fino alla fine. Forse non avrebbe ceduto così in fretta, forse sarebbe arrivata al punto di odiarlo ancora di più, ma poi in un giorno che, lui ne era sicuro, sarebbe arrivato, si sarebbe guardato indietro e avrebbe sorriso per tutto quello che stava combinando solo per conquistarla, ed avrebbe sorriso con lei accanto. Un giorno lei e lui sarebbero stati insieme.

 

Un po’ più tranquillo raddrizzò la schiena e guardò in alto la luna. Il cielo era scuro e l’orologio sulla torre fece echeggiare i suoi rintocchi, segnando le due. James decise di tornare in sala comune e si voltò immergendosi nelle tenebre del corridoio con il mantello che svolazzava intorno alle sue caviglie.

Quando arrivo davanti al ritratto della signora Grassa ci mise un po’ a svegliarla e quando finalmente ci riuscì, lei minacciò di lasciarlo dormire fuori nel corridoio, ma nessuna donna, beh tranne una!, diceva di no agli occhioni da cerbiatto di James Potter e alla fine lo fece entrare.

James sorridendo si chiuse il ritratto alle spalle sentendo ancora la signora Grassa borbottare contrariata sui giovani d’oggi che non avevano nessun rispetto per i poveri quadri vecchi e stanchi. Gli scappò una risatina che si spense subito quando si voltò.

Addormentata sul divano c’era la causa di tutti i suoi complessi mentali.

Distesa sulla morbida stoffa rossa con indosso un bel pigiama bianco con disegnate delle stelline, la testa appoggiata su una mano, gli occhi chiusi e il petto che si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro regolare, Lily Evans dormiva della grossa illuminata dalla luce delle fiamme del camino che coloravano il suo viso da bambola.

James trattenne il respiro a quella immagine e sentì dentro di sé un fiume di calda tenerezza che gli invadeva il petto, il cuore fino ad arrivargli in gola, rendendola secca e facendo faticare il ragazzo per respirare normalmente.

Non aveva mai provato niente di simile, era così indifesa Lily in quel momento. Non si accorse neanche di essersi avvicinato al divano e di essersi inginocchiato di fronte alla ragazza. Accarezzò piano i morbidi capelli rossi che si espandevano intorno al suo capo come a formare un’aureola, e un angelo ci sembrava davvero in quel momento.

James sorrise intenerito gustandosi appieno la sensazione che gli provocava sentire la pelle di lei scorrere sotto le sue dita.

Un leggero tremore del corpo della ragazza lo spinse a togliersi il mantello e a posarlo delicatamente su di lei. Le accarezzò un’ultima volta il viso e poi si sedette per terra di fronte a lei a guardarla dormire.

Quella notte fu una notte di grandi chiarimenti tra James e i suoi sentimenti.

Quella notte il ragazzo capì che non sarebbe riuscito a guardare nessun altra dormire per tutta la notte come aveva fatto con lei.

Quella notte capì perché quando immaginava la sua prima volta, riusciva a farlo solo con lei.

Quella notte capì che quello che provava era amore. L’amore che ti fa soffrire, che ti rende felice, che ti distrugge, che ti fa sentire leggero, libero. L’amore vero.

Capì  che amava quella ragazza dai capelli rossi che faceva sempre infuriare.

E quella notte capì che l’avrebbe amata per sempre, sia che lei avesse intrecciato il suo destino con quello di James, sia che avesse deciso di seguire un’altra strada che l’avrebbe condotta lontano da lui.

E rimase lì a guardarla dormire fino alle prime ore del mattino, quando la luce del primo sole li illuminò. Solo verso le sei si decise a tornare nel suo dormitorio.

 

Dopo dieci minuti che era tornato in camera, sentì dei passi leggeri che salivano le scale dei dormitori dei ragazzi. Sentì quei passi fermarsi per un solo attimo davanti alla porta dei Malandrini per poi ridiscendere le scale quasi di corsa. Quando James aprì la porta trovo per terra il suo mantello, e sorrise leggendo le iniziali del suo nome spuntare malandrine all’interno del colletto.

Ancora sorridendo si voltò e rientrò nella sua camera pronto a svegliare i suoi amici.

 

Un James Potter di qualche anno più grande sorrideva a quel ricordo, come aveva previsto. Quella notte aveva capito che in nessun caso avrebbe potuto fare a meno di Lily Evans. Ops Potter!

Si voltò divertito a guardare la sua dolce mogliettina che dormiva serena abbracciata a lui. Alla fine ce l’aveva fatta, pensò orgoglioso di se stesso.

Ma ancora più orgoglioso portò le mani sul ventre della moglie, dove fiero si faceva largo tra le lenzuola un bel pancione. Sentì l’esserino che era lì dentro, suo figlio, che scalciava irrequieto.

James si ritrovò a sorridere intenerito per l’ennesima volta e il suo sorriso si allargò quando Lily aprì gli occhi e gli sorrise.

Un sorriso che gli aprì le porte del paradiso.

Mentre le dava un tenero bacio di buongiorno continuarono a sentire insieme i calci e le spinte del loro bambino che sembrava volere al più presto venire fuori dal pancione della mamma.

Un piccolo bimbo pronto a portare nel mondo una luce di speranza. Pronto ad essere, in quel clima di terrore, una guida per la generazione futura e pronto a portare come baluardo quell’amore che lo aveva generato, protetto. L’amore di un padre e di una madre, l’amore vero.

 

FATTO IL MISFATTO

 

 

Allora eccomi di nuovo qui che vi rompo le scatole!

Spero che la storia vi sia piaciuta e che sia riuscita a caratterizzare bene i personaggi, anche perché questa storia mi ha fatto penare!

Sono due mesi che ci lavoro a causa della scuola che non mi lascia neanche il tempo per respirare, però in questi ultimi giorni mi sono detta: “Se non la finisci ora, non la finisci più!” e così mi sono decisa.

Spero di essere riuscita a caratterizzare bene Piton da giovane perché è la prima volta che mi cimento con questo personaggio e dato che non è che mi sta poi così tanto simpatico forse non è propriamente perfetto però c’è sempre tempo per migliorare.

Spero che le parti di lui e Lily insieme siano credibili, perché questa storia che nella mia mente era nata come una fic non molto lunga concentrata solo su James, i pensieri di Lily e di Piton non dovevano esserci, come del resto neanche le loro scene da soli. La storia è nata per spiegare un po’ come secondo me James ha finalmente capito e ammesso l’amore che prova per Lily il tutto scatenato dalla voglia impellente che aveva Sirius di fargli fare al più presto nuove esperienze.

Ora vorrei spezzare una lancia in favore del mio Prongs che io AMO, ma che molti ultimamente mi maltrattano!!! Perché tutte dicono era un bastardo e trattava male quelli più piccoli ed era montato.

Ed ora io vi chiedo, voi che criticate, davvero conoscete tutti ragazzi che a 16-17 anni non sono bastardi, non sono montati e si credono i migliori? Che non cambiano ragazza ogni settimana?  Se davvero è così siete davvero fortunate, e anzi vi chiedo un favore, presentatemene qualcuno perché quelli che conosco io sono un disastro!!!!!!!!!

Però a parte gli scherzi più volte mi sono sentita dire : “Ma perché ti piace James?” da fan di Piton.

Ed io ho risposto semplicemente che un giorno mi piacerebbe essere amata come lui amava Lily. Perché non fa impazzire neanche a me il James 15enne, però il James 18enne maturo e il James marito e padre mi fanno letteralmente sciogliere come neve al sole! Quindi non prendetevela fan di Piton che leggete le mie storie, se ve lo maltratto un po’, è solo che l’autrice è molto ma moooooolto di parte. Spero di ricevere tantissimi commenti! (PRONGSIE fa la faccina da cerbiatta sola e abbandonata! )

 

Ed ora vorrei ringraziare le dodici persone che hanno messo la mia prima fiction nei preferiti e sono:

1 - ale03
2 -
bittersweet miki
3 -
clod88
4 -
HarryEly
5 -
huangliang
6 -
LilyChan
7 -
MissDragon
8 -
PikkolaGrandefan
9 -
PrincessMarauders
10 -
stezietta w
11 -
Wolverine
12 -
_PaNsY90_

 

Vi ringrazio di cuore davvero!

 

E vorrei rispondere alle persone che gentilmente hanno lasciato una recensione e sono:

 

clod88: ti ringrazio davvero di cuore e sono contentissima che la storia ti sia piaciuta! Spero che leggerai e commenterai anche questa così mi farai sapere che ne pensi! Grazie ancora.

 

HarryEly: oddio quanti complimenti! Davvero grazie, beh ci capiamo al volo noi due che ADORIAMO James! Ihih! Comunque ancora grazie e sarei molto contenta di sapere che ne pensi anche di questa di storia.

 

aLbICoCCaCiDa: grazie davvero! Per quanto riguarda le long fic ancora non mi impegno in un progetto così importante perché la scuola mi ruba molto tempo, e già per scrivere questa mi sono ammazzata. Ma sono sicura che prima o poi una long arriverà e sarò contenta di sapere che ne pensi. Ma mentre aspettiamo la long che ne dici di commentare questa?! Alla prossima baci!

 

Bellis: già lo sai che il tuo commento mi ha fatta arrossire, riceverlo da te poi! Sei stata carinissima e come vedi la nuova storia è arrivata, anche se molto in ritardo, sarò felicissima se troverò ad aspettarmi un tuo nuovo commento! Spero di risentirti presto e di leggere altre tue storie perché sei bravissima! Ti mando tanti bacioni!

 

Sarina87: ti ringrazio di cuore, sono contenta che la storia ti sia piaciuta.

 

Jaily: grazie tantissimo per la recensione spero, se la leggerai, che ti piaccia anche questa di storia.

 

Lusissa: ti ho già ringraziata per la tua recensione, ma mi sembra doveroso farlo un’altra volta! Sei stata dolcissima e aspetto con ansia la tua nuova storia, lo sai che mi mancano i tuoi Lily e James? Ti mando un bacione, ciao.

 

PikkolaGrandeFan: hey ciao! Grazie tante della recensione! Concordo James è dolcissimo! Un bacio!

 

Nelithen: hey grazie per la recensione e per i complimenti! Non sai quanto ci ho ragionato su quel bacio! Però mi sembrava carino lasciarlo, e poi non si sa se poi Lily un ceffone non glielo ha tirato davvero dopo! Comunque grazie di cuore e spero leggerai anche questa e mi dirai cosa ne pensi! Un bacio.

 

Meg89: davvero, davvero grazie! Sono contentissima che la mia prima ti sia piaciuta! E purtroppo James o piace o non piace, però sono contenta che come ho strutturato la storia ti sia piaciuto, ed anche Lily, che in fondo era il centro della fic. Di questa invece il protagonista assoluto è James, che ne dici di dirmi che ne pensi anche se il personaggio non è tra i tuoi preferiti? Ne sarei contentissima! Un bacio.

  
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