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Autore: DarkRose86    20/11/2008    3 recensioni
Diceva un foglio bianco come la neve:
"Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre.
Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro".

.IX° classificata al First Contest on Alphabet indetto da Sky Eventide.
{ Alternative Universe }
.Sai/Naruto.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction scritta per il concorso First Contest on Alphabeth , indetto da Sky Eventide sul Forum di EFP, si è classificata nona; ok, per la sottoscritta, che si aspettava un ultimo posto, va più che bene. XD
Ringrazio la giudice per il giudizio splendidamente dettagliato, e le altre partecipanti, con le quali ho condiviso quest'esperienza, "grazie" alla quale stavamo per morire tutte dall'ansia. XD
La storia che segue è la mia prima Sai/Naruto, non avevo mai utilizzato questi due personaggi, e parte i problemi avuti con la caratterizzazione di Sai, sono abbastanza soddisfatta del risultato; adoro questa coppia, e mi addolora notare che sono una delle poche. Spero comunque di ricevere qualche commentino, ben accette anche crtiche, ovviamente. ^^

Titolo: Ritratto
Lettera dell'alfabeto & key word: K – Kuro ( nero )
Personaggi & Pairings:
Sai, Naruto Uzumaki [ Sai/Naruto ]
Rating:
arancione
Genere & avvertimenti:
drammatico, triste, one shot, yaoi, AU ( Alternative Universe )
Riassunto:
Sai e Naruto vivono assieme in un piccolo appartamento di città. Sai e Naruto stanno per separarsi, a causa di un colore. Predominante, nella loro esistenza e convivenza.


Diceva un foglio bianco come la neve: "Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro". Una boccetta di inchiostro sentì ciò che il foglio diceva, e rise nel suo cuore scuro, ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch'esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre - puro e casto - ma vuoto.

Kahlil Gibran

Ritratto

Naruto, io me ne andrò, domani mattina. ”

Quelle furono le ultime parole che Sai rivolse a colui con cui aveva convissuto per circa sei mesi; per quanto entrambi avessero tentato di ricucire il loro rapporto, tutto era stato pressoché inutile. Era sempre stato un tipo di poche parole, il moro; forse fu anche a causa di questo, che neanche quando la persona che amava l'aveva supplicato di comprendere il suo stato d'animo piangendo amare lacrime, non era stato capace di abbracciarlo e di rivolgergli qualche parola di conforto. Al contrario, lo aveva osservato con sguardo freddo ed impassibile, mentre egli stringeva con le mani tremanti un blocco da disegno, completamente bianco ed anonimo. Gli aveva detto qualcosa del tipo: " Ti prego, fai il mio ritratto ", porgendoglielo insistentemente. Sai era molto bravo a disegnare; eppure, per qualche oscuro motivo, non aveva mai voluto ritrarre il suo Naruto, senza offrirgli una valida motivazione al suo rifiuto. E l'altro si era sempre astenuto dall'assillarlo con quella richiesta, tanto aveva il timore di veder disegnata sul suo volto l'espressione che tanto lo spaventava. Aveva paura, l'Uzumaki. Era un tipo coraggioso ed impavido, quando si trattava di difendere i più deboli; ma quando si specchiava in quegli occhi colmi d'odio, diventava un'altra persona.
Quel giorno, pero', decise d'insistere; non voleva che lui se ne andasse senza lasciargli neanche una piccola traccia di sé. Per questo desiderava apparire su quel foglio, vedere la propria immagine abilmente ricreata dalle sue mani; quelle mani, dalle quali non si era mai lasciato toccare come Sai avrebbe voluto.

Per favore. ”
No. Resteresti macchiato. ”

Naruto odiava quel suo essere così fottutamente freddo; eppure, si rendeva perfettamente conto che se si stavano separando, era anche e soprattutto colpa sua.
Che vuoi che sia una piccola macchia d'inchiostro su un foglio bianco, al confronto di quel che mi hai fatto l'altra sera? ” domandò pungente il biondo, e l'altro aggrottò un sopracciglio.
Nero. ”
Come? ”
Quest'inchiostro è nero, come la notte in cui ti sono saltato addosso col desiderio di possederti, come il tuo sguardo colmo d'ira quando mi hai tirato uno schiaffo e scacciato via... e tu sei bianco, puro e candido come la neve, per questo devo andarmene. ” spiegò, senza cambiare espressione.

Il ragazzo strinse i pugni, lasciando cadere il blocco a terra, sforzandosi di non piangere.
Sai, cerca di capirmi... io... ”
Ho già capito, non ce n'è bisogno. Ora andiamo a letto, io dormirò sul divano, così non ti sentirai in pericolo. ” disse, atono, sfilandosi velocemente gli abiti, mettendosi il pigiama.

Naruto lo guardava rapito, aveva sempre amato quella figura longilinea e sinuosa, quella pelle lattea e morbida; lo adorava con tutto sé stesso, ma non aveva mai accettato di concedergli il suo corpo, e neanche lui stesso capiva il perché. Non che non lo desiderasse, tutt'altro, ma c'era qualcosa che lo bloccava.
Odio questo posto. ” mormorò il biondino, scostando la tenda e guardando fuori dalla finestra. Fuori, le automobili sfrecciavano ad alta velocità, e le insegne colorate e vivaci illuminavano la movimentata città. “ Mi piacerebbe abitare in un paese di montagna, uno di quelli in cui ti affacci alla finestra e senti unicamente silenzio. ” asserì poi, malinconico.
Sei così dannatamente stupido, Naruto... ” lo apostrofò sprezzante l'altro, “ ...non sai far altro che piangere sul latte versato, e dire che sei stato tu a volere quest'appartamento. E dire che sei stato tu, a dirmi ti amo, quel giorno d'inverno. ” continuò, stendendosi sul divano e chiudendo gli occhi.

Il giovane allora gli si gettò letteralmente addosso, sferrandogli un sonoro pugno in faccia.
Ti odio quando fai così! Eppure lo sai per quale motivo mi sento triste! ” esclamò l'Uzumaki, tenendolo ben saldo sotto di sé, bloccandolo col suo peso.
Ti sbagli, io non so proprio nulla. Sei sempre stato un libro chiuso, insondabile per me. Ma nonostante tutto, mi sono innamorato di te. ” ammise, “ E adesso devo andarmene, perché alla persona a cui hai detto ti amo non è concesso di stringerti intimamente fra le braccia. Come pensi che mi senta, io? ”
Nero. ”
Esatto. E tu sei bianco, esattamente il mio opposto. Scostati, Naruto, non voglio farti del male. ”

La sua voce era calma, il suo volto pareva rilassato; ma i suoi occhi, quelli tradivano i suoi reali sentimenti. In verità, avrebbe voluto stringerlo a sé, toccarlo e baciarlo ovunque, senza tralasciare nemmeno un centimetro di quella pelle rosea che aveva bramato per mesi, che continuava a sognare ogni notte, a desiderare ogni giorno. Quello sguardo comunicava amore, ma odio allo stesso tempo. Ed era questo che il biondo temeva; che la sua rabbia lo portasse a compiere qualche gesto sconsiderato.
Fece ciò che gli aveva detto, ma non prima d'averlo apostrofato con epiteti tutt'altro che gentili; sebbene si rendesse conto che con quel comportamento contribuiva a peggiorare ulteriormente le cose, non riusciva proprio ad accantonare anche solo per qualche attimo la sua testardaggine.

~

Si erano conosciuti al cinema, dove casualmente si erano trovati seduti l'uno accanto all'altro, di fronte ad un film horror ben poco spaventoso; nel buio di quella grande stanza Naruto sorrise spontaneo, e grazie a quel semplice gesto, rapì irrimediabilmente il cuore – nonché il corpo – del giovane. Pochi giorni dopo si erano ritrovati a condividere lo stesso appartamento, che sembrava piacere tanto al biondo. Andavano d'accordo, sebbene non condividessero alcuna passione; ma quella per il disegno, che caratterizzava il moro, affascinava non poco l'altro. I lavori che nascevano da quelle mani esperte e precise tappezzavano le pareti di quella piccola abitazione di città, donando ad essa un aspetto intimo e molto particolare. Ma, a volte, capitava che essi spaventassero Naruto; perché a ben guardarli, non erano altro che macchie nere senza un apparente significato, scarabocchiate su decine e decine di fogli. Facce sconosciute, figure completamente anonime; mai un suo ritratto. Ed oltre a questo, diversi disegni firmati con la parola “ Kuro ”.

Sai, perché ti firmi così? ” gli aveva chiesto un giorno.

Spero che tu non lo venga mai a sapere. ” egli aveva risposto, eludendo la domanda.

Solo qualche mese, poi, gli era bastato per capire che cosa volesse dire con quelle parole; nera era la sua anima, ferita da chissà chi o che cosa nel corso degli anni. Nero era il colore che lo contraddistingueva, e anche quello che in un certo senso gli forniva la forza per andare avanti. Nero, pero', era troppo diverso dalla purezza che dominava Naruto nell'intero suo essere; il problema, era che se n'erano accorti troppo tardi.

~

Fottiti, stronzo. ” borbottò il biondo, sbattendo la porta della sua camera; si stese sospirando sul letto che fino a quella sera li aveva ospitati entrambi, stropicciandosi gli occhi. Li chiuse, poi, andando a rievocare ricordi poco lontani; pensò che la loro relazione era veramente strana: Sai non gli aveva mai parlato di sé stesso e del suo passato, mentre lui aveva fatto esattamente il contrario. Gli aveva narrato per filo e per segno la sua vita, dalla morte dei suoi genitori in un terribile incidente stradale, ai suoi problemi con i compagni di classe, fino ad arrivare al giorno in cui aveva deciso di andarsene dalla casa in cui abitava con i suoi nonni, per diventare indipendente. E il moro lo aveva ascoltato senza dire una parola, tanto che l'Uzumaki non era riuscito a capire se il suo racconto gli interessava oppure no. Quel ragazzo era un tipo enigmatico e taciturno. E nel corso dei mesi trascorsi assieme, la cosa più “ normale ” che i due avevano fatto, era stata sorridere di fronte allo schermo della piccola tv che tenevano in cucina, mentre guardavano un filmino del biondo da piccolo, l'unico ricordo che aveva portato via dalla sua vecchia casa. In quella videocassetta vi era racchiusa la sua infanzia, e la sua espressione felice e divertita fra le braccia dei genitori; Sai trovava che fosse molto tenero, nel suo attaccamento a quei giorni speciali, che non sarebbero più tornati. Ma, dentro di sé, ne era anche maledettamente geloso. Perché era un egoista, lui, e voleva che Naruto fosse solo suo, sempre e per sempre.
Anima e corpo.
E dunque aveva capito che la cosa migliore da fare, era fuggire via, lontano da quella dolcissima tentazione. Sapeva di essere pericoloso; di rischiare di sporcare quell'animo candido che segretamente invidiava.
Il biondo si addormentò, cullato da una lacrima che rigò lentamente la guancia arrossata, spegnendosi poi silenziosamente sul cuscino sotto la sua testa; nell'altra stanza, Sai fissava immobile il soffitto, steso sullo scomodo e piccolo divano. Aveva già preparato i pochi bagagli da portarsi dietro, alle 7 del mattino dopo sarebbe partito in silenzio, senza versare lacrime; anche in quel momento doveva mostrarsi forte così, forse, l'altro avrebbe accettato più facilmente la loro separazione.
Dannazione, Naruto... io ti amo, cazzo! ” esclamò, rischiando di farsi sentire da colui che dormiva dietro la vecchia porta di legno della camera; in verità avrebbe voluto sputargli in faccia quel che provava, urlargli i suoi sentimenti in modo che egli potesse capire la loro intensità. Per sfogarsi, prese un foglio ed iniziò a disegnare; l'immagine volò senza volerlo, così come si mossero veloci le sue mani.

[ Quelle mani, che avevano tentato di violare la sua innocenza. ]

[ Quelle mani, che a Naruto facevano paura. ]

Disegnò per tutta la notte ininterrottamente, a fargli compagnia unicamente la luce fioca della candela che aveva acceso. Doveva abbandonare ogni ricordo in quella casa, in modo da potersene andare in pace, quando sarebbe giunto il momento. E così ritrasse il suo amato, rigorosamente fra le sue braccia; su quel foglio lo baciò sulle labbra morbide, e accarezzò i capelli color dell'oro. Su quella pagina che poi accartocciò gettandola in un angolo, lo possedette dolcemente, ricevendo in risposta un silenzio preoccupante, ma infine un sorriso rassicurante. Le sue labbra si curvarono appena, fingendo soddisfazione.
Poco dopo, la sveglia suonò. Le 7. Era ora.

Sai! Sai, non te ne andare, ti prego! ” lo supplicò Naruto, svegliato dall'incessante trillo di quell'oggetto che odiava; lo afferrò saldamente per un braccio guardandolo negli occhi, cercando una luce.
Ma trovò solo nero.
Lasciami andare. ” disse lui, freddo, spingendolo via.
No! Voglio parlare! Possiamo risolvere... ”
No. Non c'è nulla che possiamo risolvere. E' finita, ormai. ”
Sai... ”

Il moro si voltò e corse verso la porta, chiudendola dietro di sé, dopodiché scomparve tra il caotico traffico della città.
Sai... ” ripeté l'altro, singhiozzando rumorosamente.
Fra le lacrime, notò qualcosa vicino al divano; raccolse il foglio su cui il suo amore perduto aveva disegnato per tutta la notte, e il suo cuore ebbe un sussulto.
Lui e Sai, l'uno fra le braccia dell'altro. Sai e lui, che si baciavano appassionatamente. E che si amavano, sul letto, intensamente.
Più in basso, poi, c'era solo Naruto, col volto sorridente. Eppure, mancava qualcosa.

Sai era nero, ma lo amava più di quanto egli potesse immaginare.
E
nera era la consapevolezza d'averlo perso per sempre.

E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre - puro e casto - ma vuoto.



The End





  
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