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Autore: rainbowpastels    12/01/2015    2 recensioni
Mi chiamo Milly, ho 19 anni e beh, non ho viaggiato molto nella mia vita.
Ho un gruppo di amici fantastici con i quali spesso e volentieri ci si trova con chitarre e strumenti vari per suonare e cantare tutti insieme piuttosto che uscire alla sera. Da un paio di anni ci organizziamo ogni estate e ogni inverno per andare da qualche parte in giro per il mondo, insomma, una gran figata per una che non ha quasi mai messo piede fuori da qui!
Quest'anno abbiamo deciso di volarcene in America, in California per la precisione, così armati delle nostre chitarre e mille mila altre cose ci siamo buttati in questa avventura.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MILLY’S POV
 
Erano passati diversi giorni da, beh lo sapete e non mi va di ricordare.
Da allora il piano che avevamo stabilito con le ragazze era andato più o meno bene. Qualche volta lui aveva ritentato di parlarmi o scusarsi ma no, non volevo sentire ragioni; aveva sbagliato e doveva pagare, punto.
La ragazza era stata anche fortunata, se l’avessi vista in faccia ora sarebbe dentro una cassa da morto.
Ma dovevo andare avanti, e dovevo muovermi anche a rispondere al telefono che stava suonando da mezz’ora.
“Buongiorno raggio di sole!”
“Veramente qua è già pomeriggio, comunque ciao!”
“Sono dettagli! Allora? È da un bel po’ che non ci si sente eh?! Ho avuto da fare con l’università, scusami…”
“Non preoccuparti, sapevo che dovevi dare degli esami importanti!”
“Comunque non avrei mai potuto non chiamarti il giorno del tuo non, o forse si, chi lo sa, compleanno!”
“Grazie James, ma sai bene che io odio il mio compleanno…”
“Ma non odi il giorno del tuo non compleanno panda!”
 
Odiavo il mio compleanno per un semplice motivo… Avevo cinque anni, quel giorno mi portarono a casa dai nonni e mi dissero che sarebbero tornati da li a poco, ma non fu così, non tornarono mai più. Mi abbandonarono nel giorno più bello per una bambina di 5 anni.
 
“MILLY HO BISOGNO DI TE!” sentii strillare.
“Scusa James devo andare… Grazie per gli auguri! Ci sentiamo!” dissi risvegliandomi.
“Certo, salutami quelle due capre ok? Ci sentiamo in FaceTime presto!” e riattaccò.
 
“Cosa c’è Sam?”
“Auguri!!!” mi urlarono Sam e Ollie.
“Shhh! Che poi se vi sentono vogliono festeggiare!” gesticolai.
“Si lo sappiamo rompina! Ma abbiamo comunque voluto farti un regalo!” mi disse Ollie.
“Però dovrai aspettare fino a stasera!” aggiunse Sam.
“Ok, va bene pazienterò. Vado a fare un po’ di foto in giro ok? A dopo”
“A stasera Milly!!” mi dissero cercando di trattenere risolini vari.
Andai in camera mia a prenere macchina fotografica e ciò che mi sarebbe servito in giro.
Come al solito mi sarei dovuta preoccupare dei loro regali. Quest’anno cosa mi sarebbe toccato?
Una volta mi diedero un elefante completamente dipinto preso in prestito da un circo che, fortunatamente, se lo riprese indietro, un altro anno sostituirono tutti i miei vestiti con costumi da clown, poi mi ricoprirono la camera di carta da parati con pappagalli, ah! Il migliore fu lo spogliarellista portoricano per i 18 anni!
Erano pazze, si, ma erano la mia famiglia, ed erano meravigliose così.
 
“Devi andare in città?” quanto odiavo quella voce.
“Cosa te lo fa pensare?” risposi acida.
“Beh hai la macchina fotografica e tutto il resto… Se vuoi ti accompagno, devo andarci anche io… Ho delle commissioni da sbrigare…”
“Ok.” Sarebbe stato meglio che prendere il bus no?!
 
Il silenzio in macchina era qualcosa di imbarazzante e la tensione si poteva tagliare con il coltello.
“Pensi che potrai mai tornare a parlarmi? O perdonarmi?” ruppe il ghiaccio.
“No.”
“Perché?” continuava a guidare con gli occhi fissi sulla strada e le mani serrate sul volante.
“Perché non mi interessa. Quello che ho visto mi è bastato.”
“Se mi lasciassi spiega…” non gli feci finire la frase.
“Smettila Riker.”
“Perché mi odi così tanto?” inchiodò la macchina e mi piantò gli occhi in faccia.
“Perché ti amo ancora e non posso evitarlo.” Dissi fredda aprendo la portiera e andandomene.
“Dove stai andando adesso?! Non puoi andartene così” cercò di fermarmi.
“Via da qui.”
“Non fare cose stupide, ti prego.” Mi supplicò.
“Non sono una bambina, ho 20 anni. So badare a me stessa.”
“Lo so… Buon compleanno” mi disse e mi lanciò una scatolina appena prima di ripartire.
Dannazione.
 
SAM’S POV
 
“Ragazze è tutto pronto?” mi chiese Rydel in agitazione.
“Si Delly! Tutto a posto!”
“Ok perché è appena rientrata!” disse lei nel panico più totale.
“Non preoccuparti! Andrà tutto bene!” le dissi e raggiunsi Ollie nella stanza di Milly.
 
“Quest’anno cosa avete preso? Un sacco di serpenti?!”
“No, meglio!” sghignazzò Ollie.
“Ok bella principessa, và a farti una doccia e poi ti infili questo.” Le dissi porgendole un costume.
“Siete pazze?! Io non mi metto quel coso!” sbraitò.
“Dai Gollum! Poche storie! E quell’anello da quand’è che è li?!”
“L-L’ho trovato in un mercatino e l’ho comprato con questa catenina.” Cercò di arrampicarsi sugli specchi, prese in vestito e se ne andò in bagno.
Sull’anello c’era una R, beccata! Pensai.
 
“Bene, ora che sei tutta bella e profumata, ti devi fidare di noi!” le disse Ollie.
 
MILLY’S POV
 
“Ho paura a fidarmi di voi!” dissi io.
“Non questa volta!” mi distrasse Sam e Ollie mi bendò.
“Vi odio.” Mi lamentai.
“Lo sappiamo!” ridacchiarono.
 
Non avevo la minima idea di dove fossimo. Mi avevano caricato in macchina e poi boh… È difficile orientarsi quando non sei tu a camminare.
 
“Ok siamo arrivate!” Disse Sam.
“Aspetta un secondo… Sabbia?! Perché siamo in spiaggia?!” panico.
“Abbi pazienza…” disse Ollie “Ok, adesso siediti. Al mio tre togliti la benda ok? 1, 2, 3!”
“SORPRESAAAAAAAAAA!” urlarono tutti quanti.
Eravamo sulla stessa spiaggia del primo giorno, c’eravamo di nuovo tutti.
Chitarre, musica, un falò, i miei amici venuti qui solo per festeggiare il mio compleanno. Ero felice, più o meno.
All’improvviso una testolina castana mi placcò facendomi cadere rovinosamente a terra.
“Buon non compleanno!” mi disse “Dirtelo di persona è decisamente più figo che per telefono!”
“J-James!” lo abbracciai e scoppiai a piangere.
“Vieni, facciamo due passi” mi asciugò una lacrima.
 
“Cosa vi è saltato in mente di venire qui?” gli chiesi mentre camminavamo sul bagnasciuga.
“È stata una sua idea Milly…” mi disse “Sei sicura di voler buttare tutto all’aria così?”
“James era con un’altra” dissi sconsolata.
“Ma non hai ascoltato quello che lui aveva da dirti…”
“Sarebbe stato ancora più doloroso…”
“Ascolta, facciamo così: io ti dico qualcosa di quello che voleva dirti e tu in cambio fai quello che ti dirò io. Ok?” disse porgendomi la mano.
“Ok” gliela strinsi.
“Va bene, allora, tra un po’ arriveremo ad un chiringuito pieno di lucine, Riker sarà lì. Tu andrai là da lui e ascolterai.”
“Ma…”
“Niente ma, hai promesso.” Disse guardandomi di sbieco. “La ragazza con cui lo hai visto era Lucy, la mia ragazza, come ben sai. Dovevamo metterci d’accordo sulle ultime cose per preparare tutto questo. Noi stavamo ancora disfando le valigie, così è andata lei a parlare con lui. Solo che non potevamo metterci d’accordo se c’eri anche tu lì!”
“Quindi stavano solo parlando testolina vuota!” e mi diede un pugnetto sulla testa. “Ora, lo vedi quel chioschetto laggiù? Muoviti, vai a riprendere ciò che è tuo.” Si girò e mi lasciò sola.
Mi misi a correre. Che stupida che ero stata.
Poi lo vidi, le lacrime cominciarono a scendere da sole. Gli saltai addosso affondando la testa nel suo petto.
 
RIKER’S POV
 
“James ti ha detto tutto, eh? Accidenti… E io che mi ero preparato un mega discorso ad effetto… Me la pagherà” dissi abbracciandola.
“Scusami…” mugugnò contro la mia maglietta.
“Non importa…” la consolai “L’importante è che tu sia qui con me, che tu sia felice e che non ti lascerò mai per nulla al mondo. Tutto qui.”
In tutta risposta mi baciò, lasciandomi ancora una volta senza fiato.
Era bellissima, ed era mia.
Vidi la catenina con il mio anello, non potei fare a meno di sorridere.
La baciai e, per la prima volta sentì che sarebbe stato un per sempre.
  
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