Riaprii
gli occhi… Pensavo di
trovarmi ancora in quel maledetto anfratto, invece….ero in
un letto, scomodo,
ma era pur sempre un letto.
E poi c’era tanta
luce intorno a me.
Mi guardai attorno e vidi i
miei ragazzi sull’attenti.
“Sergente
come stai? “ – chiese
Mike- “spero che le altre ferite non ti facciano molto male!
Io ho cercato di
prestare più attenzione possibile quando ti ho riportato in
superficie”
Altre
ferite….riportarmi in superficie…..ora
ricordavo…
Mike
si era infilato in quel
pozzo strettissimo; ricordo di avergli detto di non scendere,
perché era troppo
stretto quel passaggio, lui non mi obbedì e tutto ad un
tratto….non ricordavo
più niente!!! Ispezionai il mio corpo e, oltre alla normale
ingessatura al
braccio e alla mano, mi resi conto che effettivamente avevo altre
escoriazioni
che prima non c’erano.
“Cos’è
successo…?” domandai.
Mike cominciò a
raccontare:”Sergente, ricordi quando ti raggiunsi?
Tu continuavi a ripetermi che dovevo risalire, ma io non potevo
lasciarti lì,
così ti diedi un pugno in faccia per non farti brontolare,
ma soprattutto
perché, data la tua robustezza e la strettezza del pozzo,
non avrei potuto
riportarti su senza procurarti ulteriori ferite oltre a quelle che ti
eri già
procurato.
Fu una buona idea. Mi resi
subito conto che tu non saresti mai
potuto passare attraverso quel corridoio, soprattutto considerando che
dovevo
imbragarti, così urlai ai ragazzi che erano rimasti
all’esterno che era
impossibile risalire.
Tutti loro scesero fino al
punto in cui ti avevo lasciato quando
me n’ero andato e, a mani nude, cominciarono a scavare in
modo da allargare
l’apertura. Era molto rischioso perché, mentre
scavavano, dovevano stare
attenti che il tutto non crollasse sopra le nostre teste, altrimenti
sarebbe
stata davvero la fine!
Quando
finalmente il buco era
abbastanza largo, ti imbragai, ma purtroppo, per quanto avessero
allargato
l’apertura, era sempre troppo stretta per la tua corporatura
robusta, perciò ti
procurasti le escoriazioni che vedi ora.
Non
era possibile scavare
oltre, altrimenti sarebbe crollato tutto!
Fortunatamente
eri
svenuto, così
non provasti nessun
dolore durante il sollevamento. Ora come stai?
“Beh…..io……(accidenti
a me,
anche in quel caso non riuscivo a spiccicare
parola)…..io…..grazie ragazzi! Io
non so esprimervi a parole quanto ve ne sia grato.
Inoltr….” – non terminai la
parola.
I
miei occhi reagivano male
alla luce dopo un prolungato periodo di buio, dato che mi sembrava di
vedere
dei fiocchi che dall’alto scendevano verso il mio letto.
“Accidenti,
scusate ragazzi,
ma devo avere dei problemi agli occhi; vedo come dei fiocchi bianchi
che
scendono”
“No,
Serge” – fu la risposta
di Mike. “Tu non hai mai vissuto un Bianco Natale in Georgia,
perciò te lo
stiamo facendo vivere noi ora! Sono solo batuffoli di cotone, ma che ne
dici,
non sembra di stare a casa, davanti al camino, mentre la neve
scende?”
Mi
sciolsi in lacrime; ero
felice, come quando mi capitò per la prima volta di piangere
in fondo al pozzo.
A
questo punto torniamo in
casa Duke per la conclusione della storia….
“Bo,
ora capisci perché ho
paura del buio?”…
Nessuno
mi rispose…..erano
tutti sull’attenti davanti a me.
“Rivolgiamo
un saluto
militare al Sergente Lukas Duke” – gridò
Enos.
Tutti
si misero sull’attenti,
persino Boss e Lou Lou.
Mi
guardai attorno e vidi che
il soggiorno era pieno di regali.
“Chi
li ha portati? – chiesi
a zio Jesse.
“Questi
regali sono da parte
di J.D., Lou Lou e Rosco. Sanno perfettamente che, senza il nostro
invito,
avrebbero trascorso la notte di Natale soli, senza nessuno. Questo
è il loro
modo per dirci grazie”.
Feci
per andarmene, ma zio
Jesse mi prese per un braccio:
“Lukas,
sono orgoglioso di
te! E…..ti voglio bene”
Ero
orgoglioso anch’io,
soprattutto perché zio Jesse aveva usato il mio nome per
intero!!! Lo faceva
solamente per dei motivi ufficiali…
Fu
una bella serata, piena di
luci, regali e canti. La mezzanotte arrivò molto in fretta.
Era
Natale……
Notai
che Bo rimase
stranamente silenzioso durante tutta la sera….Non era da
lui….
Quando,
finita la festa e
salutati gli ospiti, ci ritirammo in camera nostra, Bo,
anziché coricarsi nel
suo letto, si sedette sul mio, in fianco a me e lasciò la
luce accesa.
Finalmente
cominciò a
parlare.
“Perche
Luke?”
“Perché
cosa?”
“Perché
non me ne hai mai
parlato? E dire che dividiamo tutto da anni!!! Forse non ti fidi di
me?”
“Bo,
io volevo anzi voglio
che la guerra per te sia solo un racconto, non voglio che tu porti
questo
fardello come lo sto portando io, da tutta la vita. Ecco
perché non te ne ho
mai parlarto….Non volevo che tu provassi quello che ho
provato io!”
“Maledizione
Luke, eppure sai
che ti voglio bene! Sei la persona più importante della mia
vita. Sei il primo
a cui penso la mattina quando mi sveglio e l’ultimo a cui
penso la notte prima
di coricarmi. Quando zio Jesse ci fa pregare, io, nelle mie preghiere
raccomando sempre il mio fratellone. Prego Dio perché io
possa diventare saggio
e prudente come te e tu mi ricompensi in questo modo? Tenendomi
nascosto quello
che provi?
Io
voglio bene a zio Jesse e
Daisy, ma il numero uno per me eri, sei e sarai tu.
Ehi
Luke, ma mi stai
ascoltando?”
Purtroppo
non lo stavo
ascoltando da un bel pezzo; le lacrime mi stavano scendendo ancora una volta e non
potevo (o forse non
volevo?) trattenerle.
Bo
mi sollevò la testa dal
cuscino e me la appoggiò contro il suo petto.
Mi
accarezzò i capelli e la
schiena.
Non
ricordo per quanto tempo
mi tenne stretto a sé: sapevo che era stanco,
perché avevo lavorato nei campi
tutto il giorno, ma, egoisticamente, non me la sentivo di svincolarmi
dal suo
abbraccio: stavo così bene. Mi sentivo protetto e al sicuro
con lui.
Quando
gli sembrò che il
peggio per me fosse passato, mi appoggiò nuovamente la testa
sul cuscino e mi
chiese:
“Luke,
mi sembri ancora
abbastanza agitato. Vuoi che vada in cucina a prenderti un bicchiere di
latte?”
“No”
risposi fra i
singhiozzi.
Mi
toccò il viso e sentì che
era freddo..
“Luke,
devi avere parecchio
freddo. So che detesti i pigiami, ma posso prestartene uno dei miei se
vuoi. Ti
andrà un po’ lungo, ma sarà meglio di
niente”.
Non
riuscii a rispondere.
Com’era cresciuto il mio fratellino! Si stava prendendo cura
di me, si
preoccupava di sapere se avevo freddo. Gli presi la sua mano destra e
gliela
carezzai.
A
Bo vennero i lucciconi, ma
non pianse…
In
quella magica notte di Natale,
era lui il più forte fra noi due!
“Bo,
vai nel tuo letto a
dormire. Grazie per quello che hai fatto per me. Promettimi che sarai
sempre il
mio fratellino e che ci sarai sempre quando avrò bisogno di
te…”
“Non
te lo prometto, TE LO
GIURO!!!” fu la risposta di Bo.
Se
ne andò nel suo letto,
lasciando la luce accesa.
“Bo,
non ho paura del buio se
tu sei vicino a me. Spegni pure la lampada”.
Bo
la spense fra i
singhiozzi: era commosso di quello che gli avevo detto…
“Ehi
Luke?
“Sì”
“Buon
Natale Luke….TI VOGLIO
BENE!”
“Ti
voglio bene anch’io
fratellino!”
ADESSO,
FINALMENTE, E’
NATALE!!!
F
I N E!!!
Beh,
ragazze, ho concluso la
mia seconda fanfic; pensavo di finirla lunedì, invece ho
scritto questo ultimo
capitolo al volo in pauza pranzo. Spero vi sia piaciuta. Sapete, io
adoro il
Natale e tutto quello che concerne questa magnifica festa. Ho voluto
immaginare
un Natale un po’ diverso.
Grazie
in particolare a
Lella, Juli, Lu, i1976…..e a tutti quelli che hanno
letto….
ALLA PROSSIMA!!!!!!!!!