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Autore: Kveykva    12/01/2015    2 recensioni
Cara Wilson è l'incarnazione della brava ragazza: ottimi voti a scuola, amata dai professori, mai uno sgarro: riesce ad essere se' stessa solo con le sue migliori amiche, Amber e Autumn.
Per questo, il preside decide di farle organizzare il concerto dei 5Seconds of Summer nella loro scuola: peró Luke, dal momento che l'ha conosciuta all'ultimo prima di salire sul palco, la cercherà, andando contro a tutti i problemi che la sua popolarità potrebbe portare.
Lui è un cattivo ragazzo.
E lei una brava ragazza.
Ma ne siamo sicuri?
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-Non ci vengo.- dissi incrociando le mani al petto.
-Sono scappato dell'hotel rischiando di farmi ammazzare dalle fan lì sotto, sono aggrappato ad un albero davanti a casa tua e tu non vuoi uscire?- fece lui guardandomi fisso.
-Sicuro di farcela a stare aggrappato a quell'albero senza farti male?- chiesi. Figuriamoci se il mio lato super altruista e educato non veniva fuori proprio in quel momento.
-Se tu uscissi forse starei meglio.- disse sistemandosi meglio sopra il ramo.
-E se non volessi uscire con te?- lo provocai.
-Non c'è nessuna che non vorrebbe uscire con me.- disse con un sorriso che gli si allargó sul viso.
-Scometti?-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Fa freddo.- 
-Se avessi messo la sciarpa magari non sentiresti questo freddo..- replicai guardando Amber.
Diedi un'occhiata fuori dalle vetrate della metropolitana: eravamo già ad Aprile inoltrato eppure c'era un vento non esattamente caldo.
-È quasi estate, come fa ad essere così?- continuó lei.
Mi girai a guardarla: i suoi capelli liscissimi biondi fino alle spalle spuntavano fuori da una giacca abbottonata fino al collo per compensare l'assenza di una sciarpa.
-Non è quasi estate, mancano ancora due mesi e undici giorni.- 
Lei roteó gli occhi.
-Non cominciare a fare la precisina.- borbottó.
-Ehi!- mi lamentai, dandole una spinta al braccio.
Lei si mise a ridere.
-Oddio, Cara Wilson mi ha appena picchiato! Dovrei segnarmelo sull'agenda.- 
-Quanto rido, Amber. Mamma mia, come sei divertente.- dissi simulando una risata priva di allegria.
Lei mugugnó qualcosa alzando gli occhi al cielo. 
-E comunque, siamo quasi alla fine di Aprile quindi a Maggio, quindi a Giugno! No?- 
-E secondo te 'dieci Aprile' equivale 
alla fine del mese?- ridacchiai mentre la metro si fermava e la poca gente mattiniera come noi usciva.
-È scientificamente provato.- annuì con forza.
-Sì, come la tua assenza di massa encefalica.- 
-Vale a dire?- 
-Il cervello Amber, il cervello.-  
Saltai giù con un balzo, e quasi finii a terra per il peso della borsa con dentro tutti i libri.
-E tu l'assenza di equilibrio.- commentó, scendendo anche lei.
-Dettata da cause esterne- replicai.
-Mio Dio, ma come parli? Ti dovrei requisire tutti quei libracci che ti studi di notte, Cara.- esclamó.
-Io non studio di notte!- mi lamentai, anche se non era realmente vero: spesso lo facevo, ma come sempre non lo facevo per me. Lo facevo per i miei, o meglio solo per mio padre.
Ma non era il momento per pensarci.
Lei si giró, puntandomi un dito contro:
-Non ci provare: lo so che quando sono da te a dormire e  mi addormento riaccendi la luce e studi.- 
Finsi un'espressione sorpresa.
-Non so di cosa parli.- 
-Certo, e io sono Madonna.-
-Se ti cotoni ancora un po' i capelli non siete molto distanti.- commentai.
-Ehi! Io non mi cotono i capelli!- urló per strada, facendo voltare altri studenti che come noi si incamminavano verso il nostro liceo.
-E io non studio di notte!- 
-Aah, ti odio!- esclamó.
Scoppiai a ridere e le misi un braccio attorno alle spalle.
-Ma smettila. Piuttosto, hai sentito Autumn? Mi ha detto che non prendeva la metro stamattina..-
-Sì, penso sia venuta in macchina.
È arrivato suo zio ieri dalla Russia ..te l'ha detto? Chissà cosa starà succedendo in quella casa!-  
-Cosa? Quale zio?- feci sorpresa.
-Ma sì, un fratellastro di sua madre. È la prima volta che li viene a trovare.-
-Perchè a me non ha detto niente? Magari è un gran bel figo di tre metri e mezzo coi capelli biondi e occhi blu.- continuai con voce sognante.
-Ha quarantacinque anni, Cara!- rise lei.
-Oops.- 
-Tu e la tua fissa per i "biondi occhi azzurri!"- 
Ormai eravamo praticamente a scuola: entrammo per gli alti cancelli neri e ci trovammo nello spaziosissimo parco di erba verdissima davanti a scuola.
Gli altri ragazzi erano ancora fuori, sparsi per il prato oppure vicini all'edificio, aspettando il suono della campanella.
-Eccola!- esclamó Amber.
Seguì la direzione verso cui stava puntando e vidi subito Autumn che ci correva incontro: o meglio, avevo visto prima i suoi capelli di lei.
Le arrivavano a metà schiena ed erano di un marrone scurissimo: se non li legava, come quel giorno, le finivano dappertutto. 
-Ciao ragazze!- ci salutó, dandoci un bacio.
-Come stai?- le chiesi. 
-A meraviglia, se in casa mia non fosse scoppiato l'inferno!- si lamentó.
-Raccontaci, dai.- ridemmo insieme.
Si lanció in un accurata descrizione del pandemonio che era ora casa sua, visto che i suoi cinque fratellini (due femmine e tre maschi) erano impazziti all'arrivo dello zio.
Io sarei già diventata se solo avessi avuto ben cinque fratelli a cui badare, visto che nessuno di quelli superava i sei anni e due erano anche gemelli.
Era sempre Autumn a prendersi cura di loro, e molto spesso noi la aiutavamo: i suoi erano divorziati, e la madre era sempre via. 
Forse era per quello che Autumn sembrava quasi adulta quando parlava: era dovuta crescere in fretta, molto più del normale.
In verità aveva anche un fratello più grande, sui venticinque anni, di cui peró non parlava mai. Era quasi tabù.
-E tuo zio com'è? Alto? Biondo, vero?- 
Lei mi guardó, scuotendo la testa e aprì la bocca per rispondere quando suonó la campanella. Non esisteva davvero suono più fastidioso, sopratutto alle otto di mattina.
-Devo andare ragazze, ci vediamo all'intervallo!- ci salutó Amber, e si diresse verso la 3E.
-Andiamo.- dissi ad Autumn.
Purtroppo Amber non era con noi in classe: l'avevamo conosciuta ad un corso facoltativo di russo.
Io perchè mi sarebbe piaciuto impararlo, Amber perchè obbligata da sua madre, e Autumn perchè le avrebbe fatto comodo avere un credito in più.
Dovendo sempre badare ai fratelli, faceva molta fatica con la scuola.
Da quel giorno, noi tre fummo inseparabili.
Salimmo le scale di corsa e appena arrivate in aula, scaraventai sul mio banco la borsa.
-Che violenza!- esclamó con un sorrisetto Autumn.
-Non ne posso più di questo schifo di inverno.- 
Lei annuì, come se condividesse quella triste affermazione.
I nostri compagni di classe cominciarono ad entrare, chi rumorosamente, chi silenziosamente.
-Ciao, Cara.- sentii una vocina flebile.
-Sally!- esclamai voltandomi.
-Tutto bene, passata la febbre?- 
Chiesi alla mia compagna di banco, una ragazza che al massimo aveva pronunciato dieci parole in tutta la sua vita.
Fece di sì con la testa e prese posto, cercando conforto in quel suo enorme maglione  violetto.
Rimasi ferma a fissare il muro per almeno cinque minuti, rischiando seriamente di addormentarmi, aspettando l'arrivo della prof.
Solo quando sentii un 'Buongiorno Miss.Silvan' riuscii ad alzarmi dalla sedia e a grugnire una sottospecie di saluto all'insegnante che era appena entrata in aula.
Grazie a Dio era la professoressa più gentile che avevamo.
Forse non sarebbe una mattinata così traumatica.
-Seduti, seduti.- sorrise un po' stanca, invitandoci a risederci.
-Prima di cominciare la lezione dovrei darvi un avviso che mi hanno consegnato prima in segreteria...ma dove l'avrò messo..possibile? Era qui nel mio libro un minuto fa!- 
Tipico della Silvan: perdere qualcosa per lei era come respirare.
-Va be', visto che non li trovo, cerco di ridirvelo a voce.- 
"Saranno i soliti scioperi, quelli che si annunciano e puntualmente non si fanno mai." 
-Verso la fine di questo mese, penso fra due settimane, si terrà un concerto, fuori nei giardini.-
Ora era completamente sveglia: un concerto?  
Voltai lo sguardo: tutti erano attenti. Non c'era una persona che non stesse ascoltando.
-Penso sia una band..oddio, mi ero segnata il nome ma non trovo il foglietto, maledetto vento!- 
Guardai Autumn che stava per scoppiare a ridere.
Le feci segno di star zitta ma stavo per ridere anche io.
-Sempre meglio dei corsi culinari che fanno ogni anno!- le sussurai.
-Ma per piacere, sarà il coro della chiesa.- 
Riuscii a camuffare la risata con un colpo di tosse mal riuscito. 
-Aaah, eccolo qui!- disse soddisfatta la Silvan, estraendo da chissà quale tasca un fogliettino ripiegato.
Inforcó gli occhiali trasparenti e lesse:
-Il 17 Aprile la Band che si esibirà ai giardini del Historic High School sarà..i 5..5..ma cosa c'è scritto?! Ah si! I 5 seconds of Summer!- esclamó soddisfatta.
Il casino che si scatenó un momento dopo in quella classe non l'avevo MAI visto né' sentito: i ragazzi erano più o meno indifferenti all'annuncio, ma la percentuale femminile della classe era saltata in piedi urlando, abbracciandosi e sinceramente non mi sarei stupita se si fossero messe a piangere.
Quasi mi ribaltai dalla sedia quando vidi Sally, la 'ragazza fantasma' accanto a me strillare impazzita.
La Silvan sembrava non capire più nulla.
Guardai Autumn: aveva gli occhi spalancati di sorpresa, ma vidi che era molto eccitata.
-Cara, è fantastico!- esclamó alzandosi dal banco e venendomi incontro.
-Piacciono anche a te, no?- mi chiese più seria.
-Certo,- risposi -ma non mi strapperei i capelli come quelle!- 
Scrolló le spalle.
-Chissà Amber quando glielo comunicheranno: lei va pazza per loro!- quasi gridó per farsi sentire visto il rumore.
-Wilson! Wilson!-
-Ti sta chiamando la Silvan.- mi disse Autumn.
-Cosa? Oh, sì, arrivo!- esclamai e mentre mi incamminavo, mi girai verso Autumn facendo il segno di una pistola.
Lei sorrise incoraggiante.
Mi avvicinai quasi a tentoni alla cattedra, facendomi strada fra i ventitré corpi che ostruivano la via.
-Sì?- chiesi, quando fui abbastanza vicina.
-Grazie a Dio, Wilson tu sei normale. Non ho mai visto una cosa del genere!- 
Sorrisi.
-Sono una band molto famosa.- spiegai.
-Bah, sarà, comunque mi serve che coordini tu tutto ció che riguarderà lo spettacolo: e quando dico tutto, intendo proprio tutto tutto. Ma ti farai spiegare dal preside Murry, ti aspetta fra un'ora nel suo ufficio. Ho scelto te perchè sei una delle migliori dell'intero edificio, e so che hai una bella testa quindi non deludermi!- 
Annuii non sapendo se essere contenta o già stanca del lavoro che mi aspettava.
'Una delle migliori dell'edificio': la Silvan non aveva idea di cosa stesse dicendo.
Era così perchè dovevo: certo, mi piaceva studiare ma non l'avrei fatto se i miei non fossero stati così...così.
Ripensai alla responsabilità che avevo.
In quel momento, non avevo idea che quell'incarico mi avrebbe sconvolto la vita.
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Ciao a tutti!
Questo è il primo capitolo di una FanFic a cui penso da un po' di tempo, è solo ora ho deciso di pubblicare.
Ho voluto dare una prima impressione generale sulla protagonista, che come avrete capito è Cara, e le sue migliori amiche Ashley e Autumn.
Il carattere di Cara è già piuttosto esplicito qui, ma con l'andare avanti sarà molto molto chiaro: lei è la ragazza perfetta, bella e intelligente, un genio a scuola. 
Sarà diciamo un elemento essenziale..ma a voi i commenti, spero di avervi incuriosito e spero ancora di più che qualcuno di voi mi lasci una recensione per sapere se vi è piaciuto questa prima parte oppure no, se ci dovrebbero essere più cose o meno, più dialoghi oppure no.
Grazie per aver letto,
Un bacio!
Kveykva.
  
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