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Autore: Smileina93    12/01/2015    0 recensioni
"Mi baciò stringendomi sempre più forte a se, le labbra, le sue labbra così morbide, le lingue si cercavano continuamente, avide di quella passione che ci travolgeva, mentre mi baciava , lacrime accarezzavano il mio viso, la sua mano fra i miei capelli muoveva la mia testa e la spingeva contro il suo viso, come se non volesse farmi andare via mai più."
una storia anti-morale, senza cose giuste o sbagliate, solo ciò che serve per arrivare a quella che dovrà essere la felicità.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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***  Lei ***
Una lacrima le solcò il viso e altre la seguirono in silenzio, non riuscivo a capacitarmi di quello che avevo appena fattoFuori dalla finestra il fruscio delle foglie così delicato, accompagnava i miei singhiozzi silenziosi; lui mi chiese : << Cos’hai tesoro? >> Poggiò la mano sul mio piccolo corpo oramai immobile, pietrificato da quel fuoco che bruciava dentro di me, facendomi soffrire e vietandomi qualsiasi movimento. Mi voltai e lo guardai quasi disgustata, lui ovviamente non capì il mio sguardo, scostò solo la mano mettendola dove l’aveva tenuta in precedenza. La sua pelle era leggermente scura, dorata mentre la mia era di un bianco latte.. Mi trovavo veramente a disagio, lo conoscevo appena, pochi giorni e già c’ero andata a letto.. Non so perché lo avessi fatto, avevo una continua sensazione di vuoto, fuoco e vuoto, come se quel fuoco stesse pian piano incenerendo i miei organi, le mie emozioni , le mie sensazioni, le uniche cose che non riusciva a incenerire erano la mia coscienza e il mio cuore ferito che sanguinava ogni giorno, incessantemente. La persona che avevo affianco non sapevo davvero chi fosse ma, conoscevo benissimo la persona che c’era stata prima di lui , chi aveva ferito il mio cuore in quella maniera, e cosa cercavo di fare? Non lo so nemmeno io.. Mi lasciavo divorare da quel fuoco e mi comportavo da puttana, perché faceva male e non riuscivo a far andar via quel dolore. Per la seconda volta lui allungò la mano sul mio ventre, ma non la fermò continuò a muoverla per poi farla arrivare lì in quella parte del mio corpo che io non reputavo più come tanto preziosa, violentata giorno per giorno, per colpa della mia coscienza che quando doveva essere presente non c’era mai, mi raggiungeva sempre dopo essermi fatta usare come un oggetto; ero ben consapevole delle mie azioni, ero io che donavo il mio corpo, ma era più forte di me, mi sentivo indipendente oramai, potevo fare di me quello che volevo, ero io al comando.. Comandavo io le mie stupide azioni, le mie parole, i gesti e le mie stupide gambe che si aprivano e si chiudeva al miglior offerente di cazzate, c’era il tipo che diceva: << Ehi tesoro vuoi ballare con me, ti farò conoscere il vero uomo >> , quello che: <> E poi ti portava a letto o quello che semplicemente diceva: << Vuoi venire a letto con me? >> Cosa mi faceva sentire meglio? Niente! Mentre io facevo attenzione al percorso che la sua mano percorreva, lui salì su di me e cominciò a baciarmi, la sua saliva la lasciava ovunque mi baciasse, vedevo la sua eccitazione al culmine, entrò dentro di me e incominciò a spingere e ad ogni spinta cadevano le mie lacrime , crollava la mia immagine, il mio cuore sanguinava e lui spingeva, spingeva tanto che la mia coscienza mi raggiunse e … Ecco che sentii arrivare la forza sulle braccia, lo spinsi via, mi rivestii in fretta e fuggii. Scappai veloce, correvo sotto quella pioggia che ripuliva tutto, tutti i miei sbagli, i miei gesti e la mia incoscienza; le lacrime si perdevano tra le gocce dolci della pioggia. Rientrai a casa trascinandomi per tutto il tragitto, con il cellulare che non smetteva nemmeno per un momento di suonare. Quando accesi la luce, mi lasciai cadere in ginocchio, chinai la testa, stringevo talmente forte e denti per non far uscire un urlo di dolore, che li sentivo stridere, "il dolore" cercava di farsi spazio e io stringevo fortissimo gli occhi per non far uscire di nuovo quelle lacrime che avrebbero solcato il mio viso ancora una volta per bruciare, i capelli erano fradici e venivano attraversati dalle gocce della pioggia … Ma non fui così forte e mi lasciai andare, lasciando uscire tutto, le fiamme che ardevano incessantemente dentro di me .
   
 
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