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Autore: LallaMatta4e    20/11/2008    2 recensioni
"-Sei rossa- commenta lui, con un sorriso compiaciuto sul volto.
-Magari perché un uomo di fronte a me è così scortese da farmi arrossire- ribatto io, reggendo a fatica il suo sguardo.
Maledetto lui e i suoi dannati occhi azzurri.
-Non sai che per conquistare una donna occorre farle mille complimenti?- mi sussurra all’orecchio.
Okay. Adesso basta. Che gran faccia tosta che ha. Ma come si permette? Non ce la faccio più.
Resto zitta, guardandolo in tono di sfida.
Non ci riuscirà. Non riuscirà a farmi abbassare lo sguardo. Non riuscirà a farmi arrossire. Non…
Troppo tardi. Non so come, ma mi ritrovo la sua bocca sulla mia.
Maledetto… in questi due secondi ne ha approfittato per…
Ma non voglio fermarlo. Strano da dire, ma mi piace. Non mi viene spontaneo bloccarlo oppure staccarmi da lui. Anzi, resto lì. Attaccata a lui con la bocca, con il respiro affannato."
dal capitolo cinque.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando apro gli occhi non capisco niente. La testa mi gira in un modo assurdo. Anche se sono sdraiata, mi sembra di correre. Correre e girare. Girare su me stessa, fare le capriole e i salti mortali.
Appena mi rendo conto che sono sul letto in camera mia ed è sabato mattina, mi torna in mente ieri sera.
Oh mio Dio.
Ieri ho baciato Luca. Sì, lui! Quel fico della madonna!
Ancora non me ne rendo conto. E’ accaduto tutto troppo velocemente. Non me ne sono quasi resa conto. Ieri mi ha chiesto di uscire e ci siamo baciati. Anzi. E’ stato lui per primo. Si è avvicinato e… ed è successo. Il bello che io me ne sono resa conto dopo. Quando ormai eravamo già bocca contro bocca. Ma io ero troppo intenta a fare i miei stupidi pensieri.
Faccio un grosso sospiro.
Sono felice, ma anche intontita.
Com’è possibile che una settimana fa lo conoscevo appena, pensando a quanto fosse carino, e proprio ieri mi ha baciata? Com’è possibile, dico? Insomma. Non è passato neanche tanto tempo da quando ho rotto con Gabriele.
Tutt’altro. Beh. Meglio, no? Così almeno l’ho dimenticato, quel bastardo.
Il suono del campanello mi distoglie dai miei pensieri mattutini.
Oddio. Chi sarà alle dieci di mattina?
O Angela o Sofia.
Mi alzo dal letto, stropicciandomi gli occhi.
Poi mi dirigo verso il citofono, curiosa.
-Chi è?-.
-Aprimi subito!-.
Quando riesco a realizzare che la voce arrabbiata è quella di Gabriele, mi prendo un colpo.
-Che vuoi?- sbotto, irritata.
-Voglio parlarti!- mi risponde lui.
-Perché mai?-.
-Dobbiamo chiarire-.
-Oh, stai tranquillo. E’ tutto chiarissimo-.
A me piace Luca, lui ormai è storia vecchia.
-No, devo parlarti- continua lui.
-Io invece ti ho detto che non ce né bisogno!- insisto io.
-Aprimi- ripete lui, sempre più arrabbiato.
-No- faccio io, con aria di sfida.
-Cazzo, Veronica! Apri questa porta del…- grida lui, fuori di sé –del cavolo. Altrimenti giuro che la sfondo!-.
Sospiro.
Che faccio?
-E va bene- finisco io –ma solo due minuti-.
Dopodichè gli apro.
Oddio mio. Sono in camicia da notte!
E va beh. Non m’importa.
Sento suonare il campanello della mia porta.
Faccio alcuni passi verso l’entrata, giro la chiave e la apro leggermente.
La figura di Gabriele compare nella mia vista come uno schiaffo. Veloce ma forte.
E’ sempre lo stesso. Alto, con i ricci scuri davanti al viso. Sono scompigliati, come piacciono a lui. I suoi occhi verde smeraldo mi fissano.
Non dico niente. Abbasso lo sguardo.
Non me la sento di fare spazio nella mia mente dei nostri ricordi. Quando eravamo ancora insieme. Proprio non me la sento.
-Mi fai entrare?- chiede lui.
Annuisco, senza guardarlo.
E così mi sposto, facendolo passare. Poi richiudo la porta.
Restiamo tutti e due in silenzio.
Lui si guarda attorno, curiosando di qua e di là mentre io tengo lo sguardo basso.
-Allora?- faccio io, attendendo una sua risposta.
Lui aspetta ancora un po’, dopodichè parla. –Sono venuto qui per parlare faccia a faccia. Dato che né al telefono, né per mail rispondi-.
Mi fissa, stringendo gli occhi.
-Beh- inizio io –se sei venuto qui per dirmi perché non ti rispondevo, la risposta te la puoi trovare anche da solo-.
-Okay- dice lui –hai ragione. Ho sbagliato-.
Almeno questo lo ammette.
-E ripeto: è stato un momento di debolezza, cribbio!-.
-Sai che quando uno perde la mia fiducia, la perde per sempre?- spiego io.
-Sì, lo so. Ma tutti possono commettere degli errori!- incalza lui.
-Ma non così grossi!- ribatto io, indignata –sei andato a letto con un’altra! Riesci a capire cosa hai combinato? Hai rovinato una storia di due anni! Due anni! Renditi conto!-.
-Non l’ho rovinata-.
-No, appena!-.
-L’ho solo…- dice lui -come dire? Variata-.
-Variata?!- ripeto io, allibita.
Lui annuisce. –Sì. Nessuno ha detto che per questo si deve cancellare tutto quello che abbiamo trascorso prima…-. Fa una pausa e mi si avvicina. –insieme-. E mi prende la mano con dolcezza.
Io mi stacco dalla sua presa, con un rapido gesto. –Sì, invece. L’ho detto io!-.
-Perché?- chiede lui –vuoi davvero cancellare tutto?-.
Silenzio.
Ripenso a quello che abbiamo passato.
Le sere passate al cinema, o in pizzeria, o semplicemente a casa mia. Seduti davanti alla tv. Le sue braccia intorno a me, che mi stringeva in modo affettuoso. Ed io che mi appoggiavo a lui, come una bambina.
Non posso farmi prendere dai ricordi. Non mi aiuta di certo.
-Sì- mormoro.
-Sicura?-.
Gabriele sembra aver colto la poca convinzione che sentivo dentro di me.
–Sì, ti ho detto- ripeto, più sicura, guardandolo negli occhi.
–Capisco…-.
Abbasso lo sguardo, sentendomi un po’ in colpa. Non posso mentirgli.
–Ascolta- dico.
Sento il suo sguardo fisso su di me. –Cosa?-.
-C’è…- faccio io –una cosa…-.
Mi prendo una pausa.
Sospiro, non trovando le parole.
Fisso le mie ciabatte. Sono rosse, leggermente scurite da tante le volte che le ho indossate.
-Cosa c’è?- mi chiede lui, insistentemente –c’è… Cosa? Un altro?-.
Ecco. Azzeccato in pieno.
-Prendiamola così-.
In mezzo secondo cambia espressione. All’inizio era venuto qui arrabbiato (più con sé stesso che con me), e ora sembra più… Deluso.
-No, aspetta- dice lui –non ho capito. Sei con un altro?-.
Annuisco soltanto, non avendo la forza di aggiungere altro.
Silenzio.
-Ah- fa lui dopo una piccola pausa, con un filo di voce –mi sembra giusto-.
Resto zitta.
-Beh, allora io vado- afferma, dirigendosi verso la porta.
-Ciao- sussurro, con lo sguardo fisso sui miei piedi.
-Ciao- mi saluta lui.
Sento sbattere la porta.

Mi sento talmente in colpa che mi si è chiuso lo stomaco.
Oggi non faccio colazione. Così decido di cambiarmi, e andare a farmi un giro per la città. E’ sabato. I negozi saranno pieni, però non m’importa. Esco comunque. Per fare due passi, soprattutto.
Appena metto piede fuori casa capisco che si congela.
E va beh. Io la mia passeggiata la voglio fare comunque.
In pochi minuti il mio naso sembra un pomodoro talmente fa freddo e le mie mani diventano due pezzi di ghiaccio.
Eppure mi sono vestita pesante.
Berretto in testa che mi tiene i capelli in ordine (non avevo voglia di pettinarmi perfettamente come tutte le mattine), maglione di lana col collo alto, giaccone che mi arriva un po’ sopra le ginocchia, un paio di jeans abbastanza caldi e gli stivali alti.
Pure la gente che ho intorno sembra aver freddo.
E che tempo strano.
Ieri c’era il sole e faceva pure caldo. Oggi invece il cielo è coperto di nuvole e fa un freddo cane…
Bene. Ho deciso.
Vado da Nicola, il mio migliore amico. Lui potrà aiutarmi in una situazione simile. Lui i ragazzi li conosce sicuramente meglio di me.
Mezz’ora dopo sono a casa sua. Seduta in salotto, a bere il caffé che ha appena fatto.
-Allora? Cosa ti è successo?- mi chiede, incuriosito.
Così gli racconto tutto.
Da quanto sono stata male per colpa di Gabriele a quando ho conosciuto Luca e poi ci sono uscita insieme. E poi tutto quello che mi è successo oggi.
Lui resta zitto facendosi pensieroso mentre io lo guardo, fiduciosa.
-Secondo me- fa lui, d’un tratto –dovresti ascoltare il tuo cuore. Lui saprà darti la giusta risposta. Se continuare con Luca o riprovare con Gabriele-.
Io fisso il pavimento, non sapendo cosa dire.
-Il fatto però non giustifica il comportamento di Gabriele. Ma se decidi di perdonarlo…- continua poi, lasciando la frase in sospeso.
-Non so più chi scegliere- dico io –prima ero così sicura di Luca, la sua bellezza, la sua dolcezza, i suoi complimenti, la cena di ieri… E oggi cosa succede? Quel… cretino viene da me per chiedermi di perdonarlo! Come se niente fosse! Come se io in tutto questo tempo non avessi trovato un nuovo ragazzo!-.
Oddio. Ho alzato un po’ troppo la voce.
-Lo so- afferma lui, dopo una piccola pausa –però te devi scegliere… Anche se è difficile. "Ascolta il tuo cuore e nel silenzio troverai le parole" dice una canzone di Laura Pausini-.
C’è un attimo di silenzio in cui nessuno dei due dice una parola.
Poi io cambio argomento. –E te come va con Lucia?-.
-Oh- mormora lui, preso in contropiede –bene dai-.
-Me la devi far conoscere!!-.
Lui mi sorride. –Certo-.
Resto ancora un po’ a chiacchierare con Nicola dopodichè torno a casa.
Ho preso la mia decisione. E non vedo l’ora di dirlo a Luca, Gabriele, Angela e Sofia.
  
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