Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: GravityZero94    13/01/2015    3 recensioni
Leo si voltò verso il resto del gruppo, sorpreso lui stesso di ciò che aveva appena scoperto.
"Ragazzi... avevamo la soluzione sotto il naso fin dall'inizio! Ricordate la profezia di Al? Era tutto scritto, ma non potevamo capirlo! E' come se fosse stato il..."
"Destino" completò Pier, assottigliando gli occhi "Un destino che ci ha dato una sola speranza"
"Un legame che può salvare il mondo" terminò il pensiero Luna "O che lo distruggerà, possiamo soltanto continuare a tifare per loro, no?"
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Due anni dopo la morte i Alphonse, la minaccia di Drascensione si fa sempre più incombente. Il sacrificio di Alphonse ha dato una speranza agli eroi di Nuova Domino, ma il loro nemico gli darà tregua? Una nuova lotta sta per cominciare, una lotta a cui nessuno era pronto, che porterà i nostri duellanti a prove sempre più difficili e a combattimenti senza tregua. Ma Drascensione non è l'unico nemico. Il mondo non è mai stato tanto vicino all'apocalisse.
Seguito di Yu gi oh 5d's: Shadow of the Crimson Dragon, ambientato due anni dopo, necessario aver letto la prima per capire la seconda.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rua/Leo, Ruka/Luna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Micronota dell’Autore
I Bambolaombra sono il nome ufficiale italiano degli Shaddoll ed i Nekroz sono i Necloth. Per il resto, buona lettura, ci vediamo a fine capitolo(che poi si può dire visto che non mi vedete? Bho…)
 
“C-cosa hai detto?” chiese Drascensione, confuso e stordito dalla notizia.
“Ieri sera, sono entrati dalla porta di servizio, quella segreta e… hanno sfidato tutti a dei duelli delle ombre, è stata una carneficina. Erano in sei, ma li hanno sconfitti tutti… loro…”
La voce di Elizabeth era rotta dalle lacrime, non riusciva neanche a parlare.
“…hanno risparmiato soltanto me… volevano… volevano che ti lasciassi un messaggio… li hanno uccisi…”
E qui ci fu un’altra crisi di pianto. Drascensione fissava avanti a se, disorientato. Come un castello di carte, tutto il suo mondo era crollato di nuovo. I suoi sottoposti, coloro a cui aveva affidato il suo sogno, il suo piano, coloro che più lo stimavano al mondo, uccisi brutalmente. Sentì una fitta terribile all’altezza del cuore, come se gli avessero conficcato un paletto rovente.
“Non è possibile…” disse, con voce quasi robotica.
D’un tratto venne assalito dai ricordi. Ricordi dei giorni passati al fianco dei suoi sottoposti, buttati su vecchi libri, alla ricerca di indizi sull’ubicazione del Tempio che avrebbe permesso la rinascita di Alphonse. Ricordi delle liti fra Blaze e Grim, quando questo dava di matto dopo giornate intere a cercare con calma nei libri. Ricordi di Grim che, nel tempo libero, leggeva vecchi libri di Shakespeare con aria assorta ed era capace di parlare per ore di libri classici, la sua grande passione. Ricordi di Momo e della sua abitudine di prendere a pugni tutti coloro che si distraevano al di fuori del tempo libero, cosa che poi scatenava risse che facevano perder loro ancora più tempo. Ricordi di Iceman che parlava nostalgicamente del Kenya, sua terra natale, con un bagliore negli occhi che spesso lo aveva coinvolto. Ricordi di Shisui che, insistentemente, gli proponeva di ascoltare questa o quell’altra canzone dalle cuffie del suo lettore MP3 che riproducevano ora musica metal, ora musica classica, arrivando persino a fargliele piacere. Ricordi di intere giornate passate insieme, seppur con uno scopo preciso, come un team. Uniti, determinati a completare lo stesso piano, pronti a tutto tranne che a tradirsi fra di loro. Una compatta e potente élite di duellanti che univano le forze per un obiettivo comune e si spalleggiavano a vicenda.
“Prometheus…” riuscì a dire il drago, furioso.
“Si, Maestro! Lui e l’uomo senza volto erano a capo del gruppo. E’ stato proprio Prometheus a uccidere Shield e Magician!”
Il drago ringhiò sempre più forte, mentre la malinconia e la tristezza si mischiavano alla rabbia che gli bruciava dentro. Come aveva potuto tornare? Come aveva fatto a sconfiggere Shisui e Magician se i mostri Bambolaombra erano di nuovo nelle sue mani? Quel tipo meritava la pena capitale e lui era pronto ad infliggergliela, doveva solo trovarlo.
“Quale messaggio ti hanno detto di recapitarmi?” chiese, staccando la ragazza da se.
“Hanno detto << non fermerai la distruzione. Smettila di intralciarci o tutti coloro che ami faranno la stessa fine dei tuoi amici >>” recitò la ragazza, ancora in lacrime.
Drascensione cacciò un urlo tremendo, dando un pugno alla porta talmente forte che le schegge dello spesso legno volarono in ogni direzione.
“E c’è un’altra cosa” disse la ragazza “Shisui… lui è stato l’ultimo a cadere e… mi ha chiesto di darvi questo… e poi sono riuscito a salvare alcune carte di Iceman  e mia sorella… sono pochissime però…”
La ragazza allungò le mani porgendo al capo il lettore MP3 di Shisui, insieme a due carte Nekroz e due carte Spirito Bestia. Il drago le prese con cura quasi sacra, tremando visibilmente dalla rabbia e dal dolore.
“Rimani qui” disse il drago, imperativo “Non vi azzardate a seguirmi o vi ammazzo! Voglio stare da solo”
Senza dire altro, si diresse verso l’uscita del covo, sbattendo la porta dietro di se. I membri del 5d’s e i ragazzi che erano appena tornati dal Duel Terminal si fissarono per un secondo, ancora un po’ sorpresi dalla reazione inaspettata del drago.
“Leo, Luna! Adesso ci dovete delle spiegazioni!” ringhiò Crow, rompendo il silenzio che era calato nella stanza.
I due non fiatarono, ma si scostarono in due lati diversi, lasciando che i membri restanti del team 5d’s vedessero le due persone dietro di loro. Pier fece un paio di passi di lato, lasciando al centro degli sguardi soltanto l’imbarazzatissimo Alphonse, che si passò una mano dietro il collo.
“Salve a tutti” disse, semplicemente.
“Alphonse?” chiese Yusei, sorpreso e felice “Sei davvero tu?”
Il ragazzo annuì tenendo bassa la testa, incapace di reggere gli sguardi che, lo sapeva bene, lo stavano fissando intensamente.
“Come è possibile?” chiese Crow, sorpreso.
“Lo abbiamo riportato in vita” disse Leo “Drascensione voleva riportarlo in vita, ma lui aveva spezzato la sua anima dentro i draghi del Drago Cremisi e… abbiamo collaborato con Drascensione per radunarli. Per questo abbiamo… fatto quello che abbiamo fatto”
Luna alzò lo sguardo, incrociando quello di Akiza. La ragazza la fissava comprensiva, capendo finalmente cosa voleva dire quando le aveva detto “al mio posto faresti la stessa cosa”.  Per amore si potevano persino fare patti col diavolo, lei lo avrebbe fatto per Yusei e Yusei l’avrebbe fatto per lei. Non la biasimava, anzi, era contenta di scoprire che la ragazza non era cambiata affatto.
“Quindi lui è…il nostro Alphonse?”
“SIIIIIII! CAPOOOOOOOOOO!”
Chiunque potesse vedere gli spiriti delle carte, sentì la vocina di Magi risuonare per tutta la stanza, mentre il suo spirito “scappava” dalla carta nella tasca di Yusei, andando ad abbracciare Alphonse.
“CAPOOOOOO! CHE BELLO RIVEDERTI!”
Il tono di voce della fata era ovviamente altissimo e perforante per i timpani di chi riusciva a sentirla, data l’infantile gioia della maghetta.
“Credo che tu gli sia mancato tanto, Al” disse Yusei, abbracciando anche lui il ragazzo “E sei mancato a tutti noi”
L’abbraccio di Yusei fu una sorta di “via libera” per tutti gli altri che, dimenticandosi momentaneamente della tragedia avvenuta, andarono ad abbracciare il loro amico che avevano creduto perduto per sempre.
 
 
Drascensione camminava per le strade di Nuova Domino a passo di marcia, senza fermarsi davanti a niente e a nessuno, come un treno in corsa. Pensava che con il ritorno di Alphonse i suoi problemi sarebbero stati dimezzati e, invece, si ritrovava con il triplo dei problemi e dei pensieri. Non riusciva a non pensare ai bei momenti passati con i suoi alleati e a tutte le ore trascorse insieme. Tutte quelle anime solitarie eppure unite dal dolore e dal loro obiettivo comune. Prese il lettore MP3 di Shisui e piazzò le cuffie nelle orecchie. Voleva che le melodie violente e forti gli rimbombassero per il cervello impedendogli di cedere a quei dolci ricordi, così cominciò a guardare i titoli delle varie canzoni nel piccolo oggetto portatile. Si fermò per un istante quando un file attirò la sua attenzione. Si chiamava REC_001 e, a suo dire, era un titolo decisamente strano per una canzone. Forse Shisui aveva utilizzato il lettore MP3 per registrare una canzone che non era riuscito ad inserire. Incuriosito, aprì il file per ascoltarne il contenuto.
Coff coff… sta registrando questo coso?”
Una voce femminile risuonò all’interno delle cuffie, facendo sgranare gli occhi al drago, che per poco non cadde a terra dallo spavento.
Si, sta registrando”
La voce di Shisui era rotta e disturbata, probabilmente quelle erano le sue ultime parole, che aveva voluto mandare a lui.
Maestro? Se sente questa registrazione, vuol dire che siamo morti entrambi. Non si preoccupi, lo sappiamo già adesso, siamo messi troppo male per sopravvivere”
Il drago sentì le ginocchia sciogliersi come burro al sole ed ebbe bisogno di sedersi. Trovò una panchina libera e si accasciò lì come un cencio, con gli occhi spalancati dalla sorpresa.
“Ecco… prima di morire volevo, anzi, volevamo dirle una cosa che forse le sembrerà strana. Grazie”
“Che ca**o dici, idiota?” biascicò debolmente il drago, come se Shisui potesse davvero sentirlo.
“Grazie per aver creato… questo. Tutto questo. Sa, avevo molti dubbi sul piano e su quanto fosse giusto, eppure… eppure non ho mai mollato e non vi avrei mai voltato le spalle. Perché… mio padre e mia madre erano due dannati bastardi, capaci di vendermi a Sayer per soldi ma… non mi importa, non più almeno. Ho ucciso il mio stesso sangue, ho staccato i rapporti con tutti quelli che mi conoscevano e quando sono stato investito ho pensato: ecco, è finita finalmente! Poi mi sono svegliato e pensavo che la vita è buffa. Io non avevo nulla al mondo eppure il destino mi aveva salvato, mentre tanti altri se ne sono andati nel silenzio delle lacrime. Poi conobbi voi, che mi diceste che c’era un’altra possibilità, un modo per rendere giusto questo mondo, per combattere il male e vincerlo definitivamente. Mi avete dato uno scopo per continuare a vivere, lasciandomi aggrappare a quel sogno di giustizia ed equità che mi faceva sentire un eroe. E, a poco a poco, a me e lei si sono uniti gli altri Malebolge, gli altri membri della Mano e tutti noi siamo diventati un gruppo unito e forte, pronti a proteggerci gli uni con gli altri per difendere quell’obiettivo. Poi abbiamo passato al darci una mano moralmente dopo giornate di fallimenti, poi al riunirci nel covo dopo il lavoraccio per mangiare tutti assieme. Siamo diventati più che un gruppo di lupi solitari, siamo diventati un branco. Una famiglia. E, che ci creda o no, la pensavamo tutti così, e lei ne era parte. Ci ha dato un motivo per vivere, ci ha dato un’altra occasione per combattere e ci ha dato quello di cui più avevamo bisogno. Ci ha strappato alla solitudine. Spero… spero che per lei noi siamo stati una buona famiglia e che, almeno un po’, ci abbia considerati tali”
“E un’altra cosa” lo interruppe Momo “Non si abbatta, non rinunci a nulla. Se crede ancora nel suo sogno, anche da morti, la sosterremo sempre. Ma si ricordi che non è più solo, adesso e per sempre ci saremo noi a vegliare su di lei”
“E’ una registrazione per il Maestro?” chiese la voce di Magician “Maestro! Grazie per quello che ha fatto per noi, spero che riesca a realizzare qualunque sogno lei abbia”
“Voglio salutare anche io Ryu-chan!” protestò la voce di Patricia, che fece sussultare ancora di più il drago.
In tutta sincerità, per lui Patricia era sempre stata una specie di mascotte del gruppo. Fin da bambina soffriva di un disturbo che la rendeva molto simile caratterialmente ad una bambina, nonostante avesse quasi vent’anni, ed il suo comportamento gli aveva sempre regalato qualche attimo di divertimento. Oltre a questo, forse proprio a causa di quel disturbo, lei era la persona più pura che conoscesse, troppo ingenua e dolce per essere corrotta dalla crudeltà del mondo.
Ciao Ryu-chan” disse debolmente “Prenditi cura della sorellona e di Emy-nee. E smettila di tenere il broncio!”
Ci furono diversi colpi di tosse, poi la registrazione si fermò di botto, probabilmente staccata da Shisui. Nonostante questo, il drago non mosse un muscolo. I suoi occhi, puntati nel vuoto, trasmettevano il misto di emozioni che sentiva. Rabbia, tormento, dolore si mescolavano nel suo stomaco e nella sua mente come una centrifuga distruttiva. E tanta nostalgia, la sentiva perfettamente. Per due anni, dall’arrivo dei primi Malebolge, aveva contribuito a creare qualcosa di eccezionale e meraviglioso, qualcosa di cui, nella sua immensa cecità, non era riuscito a vedere la vera essenza. Una famiglia. Una nuova occasione per i suoi sottoposti, per i suoi COMPAGNI, ma anche per lui. Ed ecco che ogni forma di muro mentale venne distrutta come se passasse un uragano, e quella sua nuova consapevolezza ERA quell’uragano. Aveva una famiglia, ma se ne era accorto troppo tardi perché potesse godersela. Era di nuovo solo. Per la prima volta dopo tanto tempo, Drascensione gettò la maschera e pianse. Pianse la sua famiglia, sterminata in sua assenza senza che lui potesse far nulla. Pianse il suo piano, andato in fumo per sempre. Pianse per la sua stupidaggine, che gli aveva tappato gli occhi non lasciandogli vedere il radioso futuro che poteva avere.
“Shisui, Kyosuke, Momo, Patricia…”
Iniziò a ripetere i nomi dei suoi perduti compagni, come per non dimenticarne nessuno. Finì quella cantilena e ricominciò, accompagnato dalla musica di Mozart che gli risuonava nelle orecchie.
“Io sono un idiota…” si commiserò, asciugandosi le lacrime “Mi dispiace, ma non terminerò il piano”
Parlava al vento, forse, o forse con l’amore della sua vita scomparso da secoli.
“Il mio passato non mi ha fatto vedere quello che avevo fra le mani, e l’ho perso di nuovo. Complimenti, siete riusciti ad uccidere Drascensione, bastardi ma…”
Parlava al vento, forse sperando che quelle parole arrivassero ai due nemici principali. Si alzò e si diresse verso il covo a grandi passi.
“…Ryu Harley nasce adesso… E per quello che avete fatto vi troverò e vi ucciderò, maledetti!”
 
“Quindi… Drascensione non è cattivo” rifletté Yusei.
Il team 5d’s ed il team Illusion si erano riuniti a casa di Ivan M. Crawford per fare il punto della situazione, poiché festeggiare il ritorno di Alphonse sarebbe stato davvero poco carino nei confronti di Elizabeth, che dormiva in una delle stanze vicine. Il ragazzo in questione era seduto nel divano, accanto alla sua Luna, appesantito dalla presenza della piccola Emily Crawford sulle sue gambe, troppo felice di aver ritrovato il suo “onii-san” che per due anni era sparito dalla circolazione. Luna e Leo avevano raccontato ai restanti membri del team 5d’s come erano arrivati a quel punto, dalla storia di Drascensione al viaggio nel Duel Terminal all’incontro con Yugi e Jaden e alla resurrezione di Al, oltre che del diverbio che quest’ultimo aveva avuto con la sua controparte oscura.
“No, affatto” rispose Al, triste “Lui… ha sofferto tantissimo e… non ha avuto la fortuna di incontrare persone come voi. Nonostante sapeste bene chi io fossi e nonostante qualsiasi persona normale mi avrebbe lasciato a distanza voi, tutti voi, mi avete fatto sentire… a casa. Lui è sempre stato solo e gli unici esseri umani che ha incontrato erano la sua amata e poi soltanto persone cattive. E’ normale che non abbia fiducia in nessun essere umano. Se poi gli aggiungiamo questa botta tremenda…”
Tutti annuirono, all’allusione i Alphonse allo sterminio dei Malebolge.
“Come mai eravate lì, piuttosto?” chiese Leo, curioso.
“Ci ha avvertiti Trudge. Ha capito che c’era qualcosa di strano in tutto quello che era successo e ci ha chiamati mentre faceva le indagini. Abbiamo trovato la ragazza ancora in stato di shock e solo l’intervento di Ivan è riuscita a farla riprendere… almeno un po’” disse Yusei.
“Poverina” sussurrò Akiza, sinceramente dispiaciuta “In un attimo si è vista portar via sorella e amici, deve essere stato un brutto colpo per lei. Poi lei vuole parlare solo con Drascensione e lui è sparito…”
“Tornerà, statene certi” disse Alphonse “Sono sicuro che cercherà vendetta e… sa bene che da solo riuscirebbe soltanto a farsi ammazzare. Cercherà il mio aiuto, o quello di Leo e Luna, o quello di Pier. O almeno tornerà a recuperare Elizabeth”
“Sicuro?” chiese Jack, poco convinto “Io credo che la cosa che sopporti di meno sia il fatto di essere stato sconfitto, non la morte dei suoi sottoposti”
“Non ci giurerei” commentò Pier, distratto “Nonostante non lo volesse ammettere, teneva ai suoi sottoposti. Bastava guardare la sua espressione quando ha capito che erano morti. Era sconvolto”
La conversazione venne interrotta da una vivace suoneria che attirò l’attenzione di tutti. Yusei prese in fretta il telefono, aprendo lo sportellino per controllare chi fosse stato a chiamarlo, poi pigiò un tasto, appoggiando l’orecchio al telefono.
“Pronto?” chiese.
“Ehilà, Yusei! Sono appena arrivato a casa tua e non c’è nessuno, si può sapere che fine hai fatto?”
“Sei da solo?” chiese lo scienziato, sorridendo di lato.
“No, con me ci sono gli Harley e Toby. Ho lasciato a casa Misty e West”
“Sai dov’è la Illusion? Noi siamo nella villa al fianco dell’edificio principale, la casa di Ivan Crawford”
“Sto arrivando, aspettami lì”
Quando chiuse il telefono, ricevette una buona manciate di occhiate interrogative.
“Sta arrivando Kalin” disse semplicemente “Ivan, può venire qui anche lui, giusto?”
“Se ci aiuta a stanare quegli…” si trattenne dal dire una parolaccia solo per la presenza della figlia “E’ il benvenuto”
“Tornando al discorso di poco fa” riprese Alphonse “Lui ha preso una botta tremenda, se è vero che si era affezionato a loro, e sinceramente non so come possa reagire”
“Come?” disse Leo “Ma tu e lui non siete…”
“Una volta forse. Adesso non lo so. Pensiamo in maniera diversa, agiamo in maniera diversa e abbiamo reazioni diverse. Il fatto che io abbia ricominciato daccapo mi ha formato il carattere in maniera diversa dal suo, almeno un po’, quindi non posso prevedere tutto quello che farà o penserà”
“Capisco…” disse Yusei, preoccupato.
“L’unica cosa che so” continuò Alphonse “E che cercherà di uccidere Prometheus e questo tipo senza volto”
“C’eravamo arrivati anche noi a questo” disse Leo, perplesso.
Passarono circa una ventina di minuti quando il campanello suonò, interrompendoli di nuovo.
“Vado io” disse la signore Crawford, andando alla porta.
Quando tornò, con lei vi erano Kalin, Edward, Alexis ed Ephren Harley.
“Salve a tutti, gente…” salutò allegramente Kalin, bloccandosi quasi di colpo quando posò gli occhi su Alphonse.
“Cosa?” chiese Edward, sconvolto.
I due Harley non fiatarono, non riuscivano nemmeno a respirare correttamente, mentre Alphonse li fissava sorpreso e con gli occhi lucidi.
“A-aniki?” riuscì a chiedere Alexis.
Alphonse non riuscì a rispondere, semplicemente annuì con il capo.
“ANIKI!” la ragazza si buttò letteralmente su Alphonse, stringendolo forte fra le magre braccia e scoppiando in lacrime “Come… come è possibile?”
“Io…” provò a dire il ragazzo, ricambiando l’abbraccio.
“Sta zitto, non me ne frega nulla. L’importante è che tu sia qui…Aniki…”
Anche il padre di Alphonse si era avvicinato, già in lacrime, sorpreso e felice di rivedere il figlio in perfetta salute, dopo essere stato in parte responsabile della sua morte.
“Figlio mio… non posso crederci…” disse l’uomo “Sei davvero tu?”
“Si, papà” disse il ragazzo, un istante prima che anche l’altro Harley si unisse a quell’abbraccio, stringendo entrambi i figli con le sue braccia.
“Io… non so davvero chi devo ringraziare per questo dono del cielo ma… non riesco a crederci”
“Sono di nuovo qui… in mezzo alla mia famiglia” disse il ragazzo dai capelli corvini, sorridendo “Non potrei essere più felice”
Passarono almeno altri venti minuti prima che anche Kalin ed Edward riuscissero anche loro a salutare il redivivo Alphonse, troppo impegnato a ricongiungersi con la sua famiglia.
“Come hai fatto a tornare in vita? Cioè…eri morto, giusto?” chiese Alexis, ancora con gli occhi lucidi.
“Si, sono stai Leo, Luna e Pier e… Drascensione”
Il più grande degli Harley sgranò gli occhi dalla paura al solo sentire questo nome, mentre la minore assottigliò gli occhi, puntandoli su Luna.
“Tu? Che ci facevi con la lucertolaccia?” sibilò, furiosa.
“Voleva riportare indietro Alphonse. Pur di riaverlo ero disposta anche ad allearmi con lui” disse Luna, sostenendo lo sguardo della cognata.
Alphonse avrebbe voluto mettersi a piangere di nuovo. Era stato appena riportato in vita e già doveva sopportare di nuovo le liti fra sua sorella e la sua ragazza? Non era pronto a ricominciare.
“Sei… Dopo questo, credo che tu sia veramente innamorata di Alphonse” disse Alexis, ricevendo sguardi ironici da tutti i presenti nella stanza “Da questo momento ti riconosco ufficialmente come sua fidanzata”
Luna sorrise e stava per ringraziarla, mettendo fine alle secolari liti, ma venne anticipata da Edward e dai suoi commenti ironici.
“Continuo a pensare che non glie ne fregasse nulla a nessuno dei due della tua approvazione”
“EHI! IL FATTO CHE SEI SOPRAVVISSUTO PER MIRACOLO NON SIGNIFICA CHE NON TI POSSA AMMAZZARE IO IN QUESTO MOMENTO!” urlò la ragazza, afferrandolo per il bavero.
Quello sorrise allegramente.
“Voglio proprio vedere se ne hai il coraggio”
La ragazza ringhiò per qualche istante, poi spinse il ragazzo, voltandogli le spalle offesa.
“Questa me la paghi!” pronunciò.
Il campanello suonò di nuovo, lasciando tutti a bocca aperta.
“Aspettavi persone?” chiese Alphonse ad Ivan.
“Nessuno in realtà” disse il Crawford.
Un altro colpo di campanello, stavolta più forte e deciso, risuonò nell’aria.
“Vado io” decise il Crawford, muovendosi per aprire la porta, mentre gli altri rimasero in allerta, non sapendo chi potesse essere il nuovo arrivato.
Sentirono rumore di un corpo che urtava i mobili e quello di un vaso in frantumi, insieme ad una voce ben distinguibili.
“Fuori dai piedi, Crawford, ho fretta”
A passi pesanti, nella stanza entrò un altro Alphonse, ma con i capelli bianchi e gli occhi scarlatti. Fissò tutti con lo sguardo furioso, posandosi per ultimo sul ragazzo dai capelli neri che tanto gli assomigliava, che si alzò per fronteggiarlo.
“Ryu-chan?” chiese la piccola Emy, riconoscendolo.
“Si…” disse l’albino “Voi tutti qui presenti. Siete i buoni, giusto? Dovete << combattere i cattivi >>, dico bene?”
In quell’affermazione vi era tanta rabbia e tanto sarcasmo, nessuno potè non notarlo.
“E’ stata consumata una strage orribile, persone che avevano appena trovato una famiglia sono state private anche di questo. E le persone che hanno fatto questo hanno probabilmente intenzioni ancora più spaventose. Proprio per questo vi chiedo di aiutarmi a trovarle e ha riportarle a calci all’inferno dal quale provengono”
I presenti si guardarono in faccia, stupiti.
“Perché dovremmo allearci con te, Drascensione?” chiese Jack, affrontandolo a viso aperto e puntando su di lui gli occhi ametista.
“Perché Drascensione non esiste più, re dei miei stivali” disse il ragazzo, lasciando tutti sconvolti “A chiedervelo è il fratello di tutti quelli che sono morti per il mio antico sogno, Ryu Harley”
 
Angolo dell’Autore
And so it ends! Così finisce questo capitolo di… vabbè, sapete che Fic state leggendo, no? Drascensione decide di mollarsi tutto alle spalle e di vendicarsi dei suoi nemici con la sua nuova identità ovvero “Ryu Harley”. Quindi Drasc è uno degli eroi? Cert… ma anche no! State tranquilli che Ryu non perderà lo spirito vendicativo e “cattivo” di Drascensione, non si fiderà così presto degli umani e soprattutto deve continuare a fare la sua parte di anti-eroe! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché è stato difficile da scrivere, specie il momento di “introspezione” di Drascen… ehm Ryu! Come al solito ringrazio i miei recensori Cyber, Yugi00 ed il nuovo aggiunto Elemental_95! Alla prossimo capitolo, see you!
 
  
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