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Autore: night_changes33    13/01/2015    4 recensioni
"Questa volta non ce l'avrei fatta, non avrei resistito all'ennesimo trasferimento. La mia vita era già stata una lunga serie di spostamenti da una cittadina all'altra e io non avevo e non avrei mai conosciuto cosa volesse dire la parola "stabilità"."
"Perchè pensi che questa volta sarà diverso?"
La vita di Harry cambierà appena l'auto si fermerà a Chester, la città da cui tutto cominciò. La città dove il sogno ebbe inizio insieme ad altri quattro ragazzi. HARRY, NIALL, LIAM, ZAYN E LOUIS.
LARRY!
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PARTE 1
Quel paesaggio infinito mi scorreva davanti agli occhi. Gli alberi e le case dal finestrino della macchina risultavano solo una serie di macchie indistinte e le lacrime che si decidevano a scendere, non mi aiutavano a vedere meglio. Ma era meglio così, non volevo mostrare alcuna debolezza a nessuno. Questa volta non ce l'avrei fatta, non avrei resistito all'ennesimo trasferimento. La mia vita era già stata una lunga serie di spostamenti da una cittadina all'altra e io non avevo e non avrei mai conosciuto cosa volesse dire la parola "stabilità".
A tutto questo casino non potevo non dare la colpa ai miei genitori, se così possono essere definite delle persone che abbandonano un bambino di qualche mese davanti alla porta di una chiesa, si lo so sembra un scena di un film, e invece, é la mia fottuta vita. Infatti non poteva non essere colpa loro se da quel momento in poi venni sballottato da una parte all'altra, come un oggetto senza sentimenti che non può rompersi.

La macchina nera in cui mi trovavo si stava dirigendo verso un certo posto di nome "Chester", ovvero verso una nuova famiglia che mi avrebbe ospitato per un paio di mesi al massimo, e alla quale non mi sarei legato perchè non avrei commesso lo stesso errore di affezzionarmi a delle persone che poi avrei dovuto abbandonare, non un altra volta.

"Harry...Harry! Ascoltami e togliti quelle cuffiette per un secondo!" Rose doveva avere notato il mio sguardo vuoto e perso nel nulla perchè il suo tono di voce mi fece capire che era abbastanza preoccupata.
"Harry, non essere triste. Questa volta è diverso. Son riuscita a trovarti una vera famiglia dove, se tutto andrà bene, potrai restare fino a quando vorrai" mi guardò e non spostò lo sguardo...si aspettava una risposta da me, ma tutto quello che riuscì a far uscire malamente dalla mia bocca fu un: "Non me ne frega". Ma lei ,ovviamente, conoscendomi da quando ero in fasce non mi credette, ma comunque capì che in quel momento non avevo voglia di parlare perciò volse lo sguardo altrove e mi fece tornare nell'ombra dei miei pensieri; certo non poteva sapere quanto io stessi soffrendo in quel momento, ma credo che capisse che quella sarebbe stata l'ultima volta, l'ultimo incubo.
Rose era la mia Assistente Sociale e mi aveva preso a suo carico da quando il prete di quella Chiesa la chiamò e le riferì del mio abbandono. Da allora lei diventò l'unico individuo sulla faccia della Terra che io potessi sentire un minimo familiare, la definivo una sorta di zia, dopotutto... Era una brava donna, e forse era l'unica che mi voleva un minimo di bene.

Questa volta fui io a interrompere il silenzio, non volevo pensare, ma volevo sapere, si volevo sapere la verità "Perchè pensi che questa volta sarà diverso?". Lei prese un lungo sospiro "Ho voluto assicurarmi io stessa che questa volta finissi nelle mani giuste- fece una pausa dove sospiro'... - non come l'altra volta, la persona da cui andrai è una mia cara amica e si prende cura anche di altri ragazzi come te, mi ha detto che sono simpatici, potrebbero diventare tuoi amici, che ne dici ricciolo?" disse Rose scompigliandomi i capelli. "Come me...certo." lo dissi sogghignando.
Alla fine... Un sorriso era riuscita a strapparmelo. "Harry, sai cosa intendo."

Sentii che il veicolo stava svoltando quindi ritornai a guardare fuori e mi trovai davanti una stradina che finiva con una di quelle tipiche villette che si vedono nei telefilm americani, aspetta ma qui siamo in America. Una portina rossa e decine di edere che cadevano dalle lunghe balconate. "Allora Harry, che aspetti?! scendi!" gridò Rose.
"inizia ad andare io ti raggiungo tra un secondo con le valige!" "okay" rispose titubante, ma mi lasciò in pace, percorrendo il vialetto e andando a bussare alla porta di quel luogo che da quel momento avrei chiamato "casa o inferno". Ma non mi volevo illudere dalle aspettative di Rose. Ero pronto a una nuova delusione, ma in fondo non potevo nascondere a me stesso che sotto la superficie si nascondeva ancora quel bambino speranzoso in cerca di una famiglia adottiva. Scesi dalla macchina e i miei capelli

PARTE 2

Scesi dalla macchina e i miei capelli ricci e lunghi si scompigliarono ancora di più, a causa di una raffica di vento, con uno sbuffo mi tolsi il ciuffo da davanti agli occhi e sulla soglia vidi un ragazzo biondo che fece cenno di entrare alla mia tutrice e subito dopo mi venne incontro con un gran sorriso sulle labbra. Sembra simpatico.
"Ehi fratello, piacere di conoscerti io sono Niall!" Parlò con uno strano accento irlandese e mi colpì il suo atteggiamento aperto nei miei confronti, come se mi conoscesse da sempre mentre invece per lui ero solo uno straniero. Vedendo che non risposi, ancora perplesso sul da farsi, continuò imbarazzato "Ehm non sappiamo molto di te, Isabelle ci ha detto del tuo arrivo solo ieri ma poi immagino che ci racconterai tutto."
In quel momento milioni di domande mi frullavano in testa, intanto il ragazzo si dimostrò gentile, aiutandomi a portar dentro le mie valigie. "Ci racconterai tutto hai detto? in quanti siete e soprattutto chi siete? chi è Isabelle?" chiesi spaventato io.
Si voltò e notai i suoi begli occhi azzurri" ehi ragazzo senza nome, calmati, sta tranquillo non mangiamo mica, cioè volevo dire non ti mangiamo mica.. ecco, avremo tempo per le presentazioni." tornò sui suoi passi e varcammo la soglia della casa.
Tutto era nuovo ai miei occhi e ci misi un pò a mettere a fuoco tutte le persone presenti nella stanza. Poi vidi la mia unica ancora di salvezza che iniziò a parlare con un grosso sorriso rassicurante sulle labbra "Haz, questa è la famiglia che ti ospiterà per un lungo periodo, quindi cerca di fare amicizia con tutti, inoltre lei è Isabelle, è il capo di casa e dovrai rispettare tutto ciò che dice" Agli ordini capo, dissi mentalmente.

Isabelle si avvicinò con fare amichevole, ma c'era in lei qualcosa che non mi ispirava per niente, non so cosa, ma c'era qualcosa, e di solito davo sempre ascolto al mio intuito e al mio istinto. E forse era proprio quello il motivo per cui mi cacciavo in così tanti guai.
"Benvenuto in questa famiglia Harry" poi si rivolse agli altri ragazzi e chiese di farmi fare un giro della casa e di spiegarmi tutto ciò che dovevo sapere per la 'sopravvivenza'. Salutai Rose senza troppe smancerie e i ragazzi mi portarono su per le scale.

PARTE 3

Il nuovo arrivato era un tipo molto diffidente e nei suoi occhi intravedevo quasi del dolore, ma non era una cosa poco comune tra orfani quindi non era nulla di nuovo per me. Ero convinto che se avessi superato quella corazza saremmo potuti diventare ottimi amici, come era successo con gli altri dopo aver scoperto di avere un sogno comune.
Quel pomeriggio essendo il primo ad averlo visto, gli presentai gli atri ragazzi. Zayn, nonostante di poche parole, lo accolse con una pacca calorosa sulla schiena. Liam gli strinse la mano e Louis, come pensavo, non si era fatto vedere. Probabilmente era in giro con gli altri due poco di buono che erano i suoi amici.Chissà questa volta cosa lo stavano costringendo a fare.
Ero così preoccupato per lui da quando era finito in quell'ospedale per overdose. Non aveva avuto una vita facile a causa dei maltrattamenti del padre ma avrei voluto si confidasse con me.

Ero sdraiato pensieroso sul materasso basso del letto a castello quando la porta si aprì e spuntò la faccia di Harry. "Gli altri vogliono andare alla pista di skateboard vuoi venire anche tu?"Lo disse in modo neutro senza alcuna voglia, quindi supposi che gli altri lo avessere forzato ad aggregarsi al gruppo. "sì, arrivo subito voi iniziate ad andare, io devo prima risolvere una faccenda". Nello sguardo di solito spento del riccio si accese un lampo di curiosità, ma non avevo alcuna intenzione di dare spiegazioni così mi alzai e scesi le scale per uscire di casa, lasciandolo solo alle mie spalle.

Mi diressi verso quel luogo che un tempo era la mia seconda casa, presi le chiavi da sotto lo zerbino, dove sapevo che fossero, ed entrai di soppiatto. Non doveva esserci nessuno in casa tranne lei ma meglio non rischiare. Aprii la porta della sua camera e lì la trovai, nel solito punto e con lo stesso sguardo vuoto a cui ormai ero abituato.
Ogni volta che incrociava i miei occhi però si faceva un pò più caloroso e questo mi nutriva di forti speranze della sua guarigione, anche se tutti ormai la davano per spacciata io continuavo a credere che quel maledettissimo tumore non avrebbe vinto, nessuno le avrebbe strappato la voglia di vivere, vivere per me. Lei era così forte e solare prima che tutto degenerasse.
Era l'unico pezzo di famiglia che mi rimanesse oltre ai ragazzi, era stato l'amore della mia vita e lo è ancora, io la amo come il primo giorno che l'ho vista, forse un po' di più. Nessuno mi aveva fatto ridere più di lei e nessuno mi conosceva meglio di lei, per questo la andavo a trovare ogni giorno in quella stanza, pregando che prima o poi sarebbe tornata a dirmi "Su Nialler, fammi un bel sorriso, non puoi tenermi il muso tutto il giorno. Ci vuoi scommettere?" e iniziava a farmi il solletico, fino a quando non raggiungeva il suo scopo. Ashley era sempre stata gentile con tutti, la persona più paziente del mondo e ogni giorno mi chiedevo..."Perchè lei?"


***** "Niaaaaaal dove sei?? Guarda che lo so che ti sei nascosto dietro alla porta" Si avvicinò e la aprì di scatto, ma non mi trovò. Stavolta non mi avrebbe trovato così in fretta. Ero nascosto sotto al letto e aspettavo solo che si avvicinasse un pò per afferarla dai piedi e farla finire per terra. E lo fece.
"AAAAAAAAAAH, oddiooooo! Niall non farlo mai più, te lo vieto nella maniera più assoluta" Il mio piano diabolico aveva funzionato, era caduta ai miei piedi, nel vero senso della parola. Mi sfilai da lì sotto e la aiutai a rimettersi in piedi, per poi ributtarla tra le coperte di seta. .
"Horan, oggi sei davvero perfido, questa me la paghi." Rise. Quella sua risata cristallina che mi faceva venire la pelle d'oca. Avrei voluto non smettesse mai.
"Guarda che posso fare anche di peggio." Lo dissi ammiccando "Aaaah si eh, e allora dimostramelo" alzò un sopracciglio in quel modo che mi faceva tanto impazzire. Iniziai a farle il sollettico dappertutto e non smetteva più di ridere. "Okay mi arrendo, basta basta ti supplico ahahah" Io non smisi, quindi prese un cuscino e me lo sbattè in faccia per poi capovolgere la situazione e mettersi sopra di me.
"Guarda che se preferivi stare sopra bastava chiederlo" dissi e lei arrossì, era bellissima, un petalo di rosa. "Ora stai un pò zitto irlandese" E allora lo fece. Per farmi chiudere la bocca mi baciò in quel modo così delicato.
Le sue labbra morbide toccavano le mie con dolcezza. Non poteva non essere un angelo. Mi staccai un attimo dal bacio per sussurrarle un dolce "Non dimenticherò mai questo momento piccola". "Mai" ripeté lei. "Mai" riposi. Poi tornai a baciarla.


PARTE 4


Ed eravamo di nuovo lì. Ormai andavamo a quella pista più volte a settimana. Più che altro per scherzare un pò fino a quando,arrivata l'ora di cena, i ragazzi se ne andavano e noi rimanevamo lì a fare quello che sapevamo meglio fare: cantare. Cantare era il nostro modo per sfogare tutte le nostre emozioni, per lo più rabbia e rancore verso i nostri genitori.

Ognuno di noi aveva la loro storia, io avevo perso mia madre mentre mi metteva al mondo e dalla lettera che mi lasciò mio padre poco dopo, capii che lui non mi voleva più perchè non riusciva a guardarmi e a non ritenermi causa della morte di sua moglie. Ma non mi piaceva rimuginare troppo su ste cose. Infatti non sapevo perchè lo stavo facendo in quel momento.

"Payne vieni, non c'è più nessuno in giro. Niall è appena arrivato, muovi il culo" disse Zayn. "Arrivo capo!" risposi a tono.
Erano già tutti in cerchio, mi sedetti nel punto vuoto che rimaneva e mi accorsi che Harry era rimasto in disparte. Probabilmente non capiva nulla di quello che stava accadendo. Allora lo chiamai, non volevo si sentisse escluso. Ormai era uno di noi.
"Ehi, vuoi fare l'asociale Styles? Vieni a sederti con noi" e gli feci cenno di avvicinarsi. Si mosse anche se un pò controvoglia.
"Allora, mi spiegate cosa stiamo esattamente facendo seduti per terra in cerchio a quest'ora e soprattutto in questo posto sperduto? E' una specie di ritrovo per alcolisti non molto anonimi?"
Zayn sorrise e andando contro la sua natura, parlò "No, cantiamo. Vuoi unirti? Facci sentire di cosa sei capace". "Capito, siete piuttosto strani. Ma per stavolta salto grazie. " Rispose Harry c'era ironia nella sua voce, mi diede fastidio ma lasciai perdere.
Probabilmente era solo nervoso, non voleva ancora mostrarsi così tanto con noi. Ma un giorno sarei riuscito a convincerlo, proprio come avevo fatto con Louis. Louis ricordo come se fosse ieri la sua testardaggine nei miei confronti. Iniziammo ad intonare le prime note di Wonderwall con Niall che suonava la sua chitarra e noi che sentivamo l'assenza di qualcuno. Senza Lou non era la stessa cosa, ma prima o poi sarebbe tornato. Prima o poi avrebbe capito che la sua vera famiglia si trovava in quel campetto e non in un vicolo oscuro ad odiare la vita anzichè prenderla in mano e cercare di renderla migliore.

Il sole tramontava e la luce scompariva. Era tempo di tornare a casa, così ci avviamo per quella strada che ormai conoscevamo bene.
  
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