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Autore: pandacattivo    20/11/2008    7 recensioni
La mia prima ff sulla nuova generazione!
Una Lily/Scorpius, con molte altre coppie.
Un odio che si trasformerà presto in amore,
una storia ostacolata da pregiudizi,
tradimenti,
amicizie e tanto altro!!!
Non vi rimane che leggere...non trovate?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lily&Scorpius'
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lunga notte

[That which we call a rose
by any other name would smell as sweet.
Shakespeare, Romeo e Giulietta.]



Suo padre non si era limitato ad una semplice punizione, quella volta.
No. Gli aveva proibito, categoricamente, di vedere Scorpius.
Era la prima volta che vedeva suo padre in quello stato...solitamente era calmo e tranquillo.
Perfino quando James aveva tagliato tutte le mutande al professore di Antiche Rune, non si era arrabbiato così tanto.
E Lily, doveva ammetterlo, era rimasta sconcertata dalla reazione di suo padre.
Ma doveva capirlo...
Aveva trovato sua figlia in abiti poco casti, seduta sopra un ragazzo senza camicia.
E in più, non era sopra un semplice ragazzo, no.
Era seduta sopra Scorpius...un Malfoy! La cosa peggiore che, secondo Harry, potesse accadere a sua figlia.
E Lily non riusciva a capire perchè...
Come mai suo padre non riusciva a vedere oltre i pregiudizi?
Perchè non poteva vedere che persona dolce e sensibile era Scorpius, anche se portava quel cognome?
Perchè suo padre non riusciva a dimenticarsi per un attimo del cognome che Scorpius si portava dietro?
Non lo aveva scelto lui...
Come mai allora Harry si comportasse come se fosse colpa sua, condannandolo solamente per uno stupido nome?
La rossa proprio non riusciva a capirlo...
Rimaneva comunque il fatto che Lily era rimasta colpita dalla reazxione di suo padre, esagerata, o no, che fosse.
Ma cosa fare, a quel punto?
La rossa si rigirò nel suo letto, immersa nel buio.
Era notte fonda, ma non riusciva a prendere sonno...
Pensava e ripensava a cosa fosse giusto. Si era anche ritrovata a fare la lista dei pro e dei contro...
Ma non aveva comunque trovato una soluzione che mettesse daccordo tutti quanti.
Da una parte avrebbe voluto far contento suo padre...
Continuava a deluderlo, in qualche modo. Come quando era finita a Serpeverde.
Oppure quando gli aveva detto che si vergognava troppo per giocare a Quidditch...
O quando gli arrivavano di continuo lettere dal preside di Hogwarts.
Ma per farlo contento avrebbe dovuto lasciare Scorpius, ignorarlo, fare come se non fosse mai successo nulla...
Come poteva cancellare quella che era, al momento, la cosa più bella che aveva?
Non poteva certo voltare le spalle così a Scorpius...
Avrebbe fatto male a lui e non se lo sarebbe mai pedonato...
E poi c'era un problema più grande di tutto il resto.
Non sarebbe mai riuscita a lasciare Scorpius, solo adesso se ne rendeva conto.
Era diventato troppo importante, indispensabile...
Avrebbe mai avuto la forza di alzarsi la matina sapendo che lui non sarebbe stato accanto a lei?
Sarebbe riuscita a non parlargli, a non accarezzarlo più, a non scherzarci, a non sentire il suo respiro sul collo...
No, non ci sarebbe mai riuscita, andava ben oltre le sue possibilità.
Sarebbe stato come strapparsi il cuore con le proprie male, come ferirsi a morte da soli.
Un vero e proprio suicidio. E Lily questo lo sapeva...
Ma allora...cosa era la cosa giusta da fare?


[Ma se ami chi ti sta uccidendo,
non hai alternative.
Come puoi scappare,
come puoi combattere
se così feriresti il tuo adorato?
Se la vita è tutto ciò che hai da offrirgli,
come fai a negargliela?
Se è qualcuno che ami davvero...
Breaking Dawn, Meyer.]



-Misia, aspetta!!!- urlò James, correndo a perdifiato dietro la bionda, che arrancava con i suoi tacchi a spillo.
Avrebbe dovuto rimanere a casa Potter per la notte, ma non se l'era sentita.
Perciò era scappata via, correndo, vestita ancora di tutto punto.
Correva da chissà quanto tempo, ormai.
Era arrivata nel centro di Londra, a Piccadilly Circus, e solo in quel momento si rese conto di essersi persa.
Non conosceva affatto la Londra Babbana.
Avrebbe voluto fermarsi per capire dove si trovasse, ma james le correva dietro, ancora.
E non aveva intenzione di parlarci, non adesso.
Sentiva le lacrime rigarle il viso, dannatamente calde, in contrasto con l'aria fredda che le accarezzava il corpo.
Sentivo il gelo che si faceva sempre più strada in lei, mentre continuava a correre, nella notte.
Londra sembrava comunque tutt'altro che addormentata, tutti continuavano per la loro strada, senza prestare attenzione a lei.
E a james, che continuava a seguirla, urlandole di fermarsi.
Ma Artemisia era stanca di essere presa in giro, di essere usata.
Credeva che tutto l'amore per lui fosse più forte...
A quel punto si bloccò, all'improvviso.
Il suo amore era più forte...come aveva anche solo potuto pensare di lasciare James?
Cosa ne sarebbe stato di lei, senza lui?
E cosa sarebbe successo a lui se lei lo avesse lasciato?
Lei doveva stargli vicina...perchè sembrava l'unica cosa che riuscisse a tenerlo a galla.
Era l'unica cosa che poteva offrirgli, tutta se stessa...
Non doveva avere paura, per questo...non poteva permetterselo.
Era così. Lei doveva stargli accanto, altrimenti lo avrebbe ferito...e non se lo sarebbe mai perdonato.
Il suo amore era troppo, il suo amore non gli permetteva di ferirlo...la sola idea le faceva male.
Amava più quel ragazzo che se stessa, ormai ne era certa.
E in quel momento James posò una mano sulla spalla della ragazza, costringendola a girarsi.
Si ritrovavrono faccia a faccia, mentre Misia riprendeva a piangere e si stringeva al moro, che le accarezzava dolcemente i capelli.
Faceva male sapere che lui era l'unico che poteva farla stare meglio...
Ma che era anche la causa di tutto quel dolore.
Era per lui che soffriva così, era per lui che stava rovinando la sua vita...
Ma sempre lui riusciva a tenerla a galla, a non farla sprofondare ancora di più.
Lei senza di lui non esisteva...
-Non la vedrò mai più...mai.- disse lui, dopo diversi minuti di silenzio, riempito solamente dai singhiozzi della bionda.
-Ma...ma cosa...cosa dici?-
-Lei è il passato...devo dimenticarla, lasciamela alle spalle. E tu, invece, sei il presente. Il mio presente. Ma riuscirò a scordarla solamente se tu starai con me...-
-Non ha senso quella che hai detto...ma...si.-
-Si cosa?-
-Sono con te- rispose semplicemente Artemisia, asciugandosi gli occhi con una manica della giacca.
La ragazza rimase qualche secondo in silenzio, prima di iniziare a tremare.
-Prendi la mia giacca...e andiamo a casa...- disse james, togliendosi il sopra della smoking.
-Non puoi rimanere solamente in camicia....- cercò di replicare la ragazza, mentre lui le posava sulle spalle la giacca.
-Tu non preoccuparti per me- disse secco James - E scusa...-
-Per cosa?-
-Non ti farò mai più del male...te lo prometto. E se dovessi farlo, per favore...uccidimi. Sarebbe meno doloroso di vederti in questo stato un'altra volta- spiegò il moro, fissando il marciapiede, mordendosi il labbro inferiore.
Era tormentato, gli si leggeva nei suoi meravigliosi occhi color cioccolato.
-Come potrei uccidere la cosa che più amo al mondo? Ucciderei anche me stessa...-disse in un sussurro Misia.
Poi la ragazza si sentì mancare la terra sotto i piedi. James l'aveva presa in collo.
-Peso troppo...lasciami andare...-
Il ragazzo gli poggiò un dito sulle labbra, per zittirla, prima di baciarla.



-Perciò...torni in Francia?- domandò Victoire alla sorella.
-Già...parto subito...non voglio creare altri problemi. E tu...vedi di andare da Ted, non vorrai farlo stare da solo al vostra prima notte di nozze!- esclamò con un falso entusiasmo Dom, facendo l'occhiolino a Vicky.
-Teddy non se la prenderà...tu sei più importante, in questo momento! Sei sicura che vuoi ripartire subito? Aspetta almeno che passi la notte...-
-Vicky...non ti preoccupare, sto benissimo e, sinceramente, non vedo l'ora di tornare in Francia-
-Veramente?- domandò la donna, fissando la sorella con i suoi grandissimi occhi azzurro cielo.
-No...ma non c'è nient'altro da fare...dai, vai da tuo marito! Oddio...mi fa così strano pensare che sei sposata! E poi con Ted...è fantastico che tu alla fine ce l'abbia fatta...-
-Anche tu ce la farai- disse Victoire, avvicinandosi alla sorella e abbracciandola dolcemente.
-Pier mi starà aspettando per andare...con la smaterializzazione arriveremo in un attimo...non ti preoccupare, ok?-
-Non saluti gli altri? Louis è distrutto...non vuole che tu riparti...-
-Capirà- rispose secca Dominique, sospirando.
Quanto avrebbe retto, ancora, con quella pesante maschera di indifferenza?
probabilmente prima o poi sarebbe crollata...prima o poi sarebbe finita a terra, rovinosamente, scoperta da quella maschera che usava quasi come scudo.
E cosa avrebbe fatto, a quel punto?
-Saluta almeno lui...- la pregò Vistoire, ancora una volta.
In quel momento un ragazzino di circa 12 anni arrivò, coperto da un enorme piumino.
-Perchè riparti subito, Dom?- domandò Louis, la voce rotta.
-Perchè è la cosa giusta da fare...-
-Tu lo ami...lui ti ama...ma allora perchè fate così? Non potete stare insieme?- chiese innocente, forse troppo.
-Io non lo amo...e nemmeno lui mi ama, Louis!  E io devo tornare a scuola...ci rivedremo a giugno...non manca tantissimo!- fece Dom, fingendo di essere felice...
In realtà avrebbe voluto urlare. Non voleva ripartire, lasciare i suoi fratelli, i genitori, l'Ighilterra che tanto amava...
Ma ancora una volta doveva dire "addio".
Avrebbe mai avuto il coraggio di tornare, la forza per affrontare un'altra volta tutto ciò?
Mentre si chiedeva questo baciò su una guancia il fratellino, abbracciò Victoire e si avviò verso Pier.
La Francia la aspettava...A casa non c'era più posto pe lei...




Spazio autore:
Non ho tempo per ringraziare tutti perchè è arrivato il pagellino...e...mi hanno tolto internet!  I miei genitori non sono impazziti di gioia quando hanno visto il mio bellissimo 4 e mezzo a matematica...eheh! Ci risentiamo...spero presto!
Alemalfoy




   
 
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