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Autore: Pendragon    13/01/2015    5 recensioni
[ Future!Fic | Storia interattiva | Iscrizioni chiuse ]
« Entrate nelle vostre cabine! » ordinò Chirone, brandendo due spade. Gli unici ad ascoltarlo furono i più piccoli che, spaventati, andarono a cercare riparo nei loro letti. I più grandi, invece, erano riluttanti ad andarsene e guardavano il cielo color pece.
« Ho detto- » iniziò il centauro, con tono serio e irremovibile, ma fu fermato dall’apparizione di un lampo di luce.
Si è risolto tutto!, pensò Celsi, tirando un sospiro di sollievo. Chiaramente si sbagliava.
La luce proveniva da una figura che si dirigeva verso il Campo con grazia. Atterrò delicatamente, con le ali dorate spiegate. Tutti si resero conto che quella figura era effettivamente vestita di luce. Il suo vestito cambiava colore, seguendo il motivo dell’arcobaleno.
« Divina Iride! » esclamò Chirone, flettendo le zampe equine per inchinarsi alla dea. I ragazzi presero esempio dal centauro, sconvolti da tutti gli eventi.
« Vi porto infauste notizie, » disse la dea. « il dio Apollo è scomparso e il carro del sole è stato rubato. »
« Com’è possibile? » chiese Chirone.
Iride si alzò di nuovo in volo. « È l’ascesa delle tenebre »
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The rise of the darkness

Cercando un po' di luce
 


ì, rischiare di essere soffocato dalle coperte era decisamente un segno che la giornata sarebbe stata pessima.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Dopo essersi svegliato - rigorosamente più di un’ora dopo le continue chiamate dei suoi fratelli - calciando via le coperte che avevano attentato alla sua vita quella notte, Harry si diresse in bagno, per darsi una lavata e, cosa più importante, riempire del suo sacrosanto gel i suoi capelli biondi.
Dopo aver approvato il suo aspetto allo specchio, agguantò l’arco ed uscì dalla cabina con un sorriso sulle labbra, anche se era un po’ deluso dal fatto di non poter fare colazione. Doveva prendere in considerazione l’idea di alzarsi un po’ più presto, la mattina.
Arrivato al poligono di tiro con l’arco trovò Caleb Collins, bendato, mentre una ragazza lo faceva girare su se stesso per poi mettergli in mano delle freccette. Il figlio di Tyche, confidando in sua madre, prese a lanciare varie freccette verso un bersaglio. Freccette che andarono tutte a segno, chiaramente.
« Questa sarebbe l’azione sconsiderata del giorno, eh, Caleb? » scherzò il figlio di Apollo, mentre l’altro si toglieva la benda e lo guardava con i suoi occhi marroni.
« Ma quale azione sconsiderata! Avevo tutto sotto controllo! » sorrise il figlio di Tyche, muovendo la mano con noncuranza. « E comunque, il giorno è ancora lungo! Chi lo sa che succederà? »
Ecco, la frase “il giorno è ancora lungo” portò sfortuna a tutto il mondo. Il che era comico, se si pensava che quelle parole erano uscite dalla bocca di un figlio della dea della fortuna.
Perché? Be’, tutto sprofondò nell’oscurità.
« Dicevi, Collins? » 
 
 
♦  ♦
 
 
a che accidenti è successo? » esclamò Ted Smith, dopo che intorno a lui tutto si era fatto buio proprio mentre pattinava. O meglio, insegnava a pattinare.
« Non lo so, Teddy, ma se rischiavo di uccidermi con la luce, ora che sono al buio puoi anche iniziare a farmi una lapide di ghiaccio. » disse Matt Stevenson, per poi pregare il suo amico figlio di Chione di far sparire il ghiaccio e quei pattini, sempre di ghiaccio, che aveva creato. Ted ascoltò molto distrattamente il figlio di Eos, agitando una mano e facendo sparire tutto. Sentì un tonfo, seguito da un imprecazione del suo amico, ma non se ne curò molto.
« Fa un po’ di luce, Matt. » ordinò, mettendo una mano sulla spada che portava sempre con sé, più per rassicurarsi che per usarla. In tutti quegli anni l’aveva usata si e no un paio di volte.
« Oh, sì, tranquillo, Teddy. Sto bene. » borbottò il figlio di Eos, facendo comparire tre palle di luce, che lasciò fluttuare davanti a lui.
 « Non chiamarmi “Teddy”. » intimò il figlio di Chione. « Cos’è quella luce? » chiese poi, guardando davanti a sé.
« Direi una delle piccole torce fluttuanti che ho creato. » rispose Matt.
« Idiota, quella. » sbuffò Ted, indicando davanti a sé e scuotendo il capo.
« Oh, ma certo! Quella! » esclamò allegro il figlio di Eos.
« Sai cosa è? » Ted aggrottò le sopracciglia scure. Come faceva a saperlo se era lì con lui?
« Ma certo che no! »
Cavolo, ma come faceva ad essere il suo migliore amico? Aveva costantemente voglia di trasformarlo in una bella statua di ghiaccio e buttarlo nel Pacifico!
« Andiamo a vedere, che è meglio. »
 
 

 

 
elsi si chiese perché mai  gli dèi non volevano farle fare scherzi. Voleva solo liberare delle locuste sui campi dei figli di Demetra, capirai che scherzo. Con l’aiuto dei figli di Ecate aveva persino stregato le locuste, in modo tale che non distruggessero nulla, ma facessero prendere solo uno spavento ai figli della dea dell’agricoltura.
Invece, a quanto pare, Apollo era stato scaraventato gli dèi solo sanno dove – o forse no – e il buio le aveva impedito di fare lo scherzo, costringendola ad andare in giro per il Campo a cercare delle fiaccole per avere un po’ di luce. L’unica luce che guidava lei e altri tre ragazzi era una tenue luce violacea fatta da un figlio di Ecate, che aveva evocato una fiammella.
Seguendo quel fuocherello viola, arrivarono ad un capanno dove i semidèi lasciavano varie cianfrusaglie quando non servivano. A detta di Chirone, lì si potevano trovare quelle grandi fiaccole per fare un po’ di luce.
Dopo che Harold, il suddetto figlio di Ecate, aprì la porta, Celsi notò in quella luce fioca una strana ombra sulle pareti, che aveva un che di minaccioso. La ragazza dai capelli rossi, però, mise su un sorrisetto furbo, intercettando, quasi per sbaglio, lo sguardo di Anouk Goddess, una figlia di Nyx, che stava osservando l’ombra a sua volta. Tra le due ci fu un’intesa silenziosa.
Forse c’è ancora speranza, per uno scherzo, pensò Celsi.
« Per l’Olimpo! » strillò Celsi. « Cos’è quello?! »
Francis Stan, figlio di Nike, e Harold Evans videro l’ombra “minacciosa” e sgranarono gli occhi, portando immediatamente le mani sulle armi.
« Pronti a combattere! » gridò Francis. « Siamo sotto attacco! »
Celsi sentì in lontananza rumori di altri ragazzi che si agitavano e correvano a prendere le armi ma, prima che anche solo un rinforzo arrivò, si sentì un cagnolino abbaiare. Il fuocherello viola illuminò un piccolo volpino che posò le zampe sulle gambe di Celsi, abbaiando felice. Le ragazze risero, mentre i due uomini – che sarebbero poi passati alla storia come quelli che se la fecero sotto per un volpino – maledicevano le due in greco antico.
 
 
♦  ♦
 
 
nouk, dopo lo scherzo improvvisato con Celsi, aveva iniziato a sistemare le fiaccole e accenderle insieme ai figli di Efesto, che erano grati alla ragazza per la sua voglia di aiutarli.
Nonostante fosse figlia della dèa della Notte, Anouk non poteva fare a meno di trovare sollievo in quella luce artificiale.
In quella completa oscurità, sentiva la presenza di sua madre sulla sua pelle, cosa che no, non le faceva piacere, le metteva i brividi. Aveva sempre nutrito un certo terrore nei confronti di sua madre, e quel buio non faceva altro che aumentarlo.
Che ci fosse lei dietro tutto questo?
Era possibile, ma non aveva questa sensazione. Credeva che dietro questo ci fosse qualcosa di peggio di Nyx.
Resa ancor più nervosa da quel pensiero si morse le labbra rosse mentre accendeva la terza fiaccola, per poi voltarsi di scatto dopo che una mano si era posata sulla sua spalla. Riconobbe il viso di Lily Jackson, figlia di Poseidone, che le sorrideva dolcemente.
« Ciao, An. »  disse Lily, aprendo le braccia per accogliere la figlia della dea della Notte.
Anouk, che quando si parlava di essere coccolati sembrava una bambina la mattina di Natale, si fiondò fra le braccia dell’amica, dimenticandosi per un po’ dell’oscurità.
« Ciao, Lils. »  rispose Anouk. Quando sciolsero l’abbraccio, la figlia del dio del Mare si guardò intorno.
« Certo che è proprio una bella atmosfera, questa. » scherzò Lily.
Anouk fece un sorriso e guardò il cielo nero, senza nemmeno una stella. « Meravigliosa, oserei dire. »
Lily concordò scherzosamente, per poi avanzare una proposta.
« Ti va di venire a bere una cioccolata nella mia cabina? Tanto per rilassarci e non pensare a questa catastrofe. » 
Ho decisamente bisogno di distrarmi, pensò la figlia di Nyx.
« Posso inzuppare i pop corn nella cioccolata? » chiese, con tono serio.
« Cosa? » Lily scoppiò a ridere, prendendo sottobraccio l’amica e avviandosi verso la sua cabina.   
 
♦  ♦
 
 
èrard, quando l’oscurità era calata, era corso a rinchiudersi nella sua cabina, sedendosi sul letto per stare da solo e pensare, dato che arrampicarsi su un albero era fuori discussione.
Pensava a quella notte, tempestata come sempre da incubi. Questo era molto peggio degli altri, però. Aveva un che di molto realistico e, se chiudeva gli occhi, poteva ancora sentire la voce di quell’essere, una cosa così orrenda che non si poteva descrivere.
Salve, piccolo figlio di Atena. Sei venuto ad ammirare colui che ti ucciderà?
Quella frase continuava a risuonarli nelle orecchie, gelandogli il sangue nelle vene.
Sappiate che io sono ovunque, in ogni angolo. Io conosco ogni vostra debolezza, ogni vostra paura. Battermi sarà impossibile, per voi.
Gèrard richiamò tutta la sua conoscenza, perché scoprire di più sulla situazione era diventato l’attuale scopo della sua vita.
Tenete d’occhio l’oracolo, Mezzosangue. Potrebbe parlare.
E poi rise.
Il figlio di Atena scosse forte la testa, cercando di togliersi quella risata dai suoi pensieri. Chiaramente era solo un gesto istintivo, che non funzionò per niente.
Metà di voi saranno già morti, prima di arrivare a me. Siete senza speranza.
« Ma si può sapere chi sei?! » gridò esasperato Gèrard.
Non aveva intenzione di dirlo ad alta voce, ma purtroppo non si controllò.
« Dunque, vediamo. Sono tuo fratello. » disse una voce, seguita dalla porta che si chiudeva. Gèrard vide Anthony guardarlo confuso.
« Piantala. » borbottò con la sua solita acidità.
« Ma- » provò a protestare il fratello.
« Stai zitto. »
Quell’ordine non era tanto per la battuta che aveva fatto Anthony, ma più che altro per uno strano rumore che sentiva in lontananza, come se qualcuno stesse battendo forte contro qualcosa.
 


Pendragon's Notes

Bene, semidei, eccoci qua con il primo capitolo di questa nuova avventura!
Innanzi tutto: grazie per aver partecipato! Mi fa davvero piacere che il prologo vi abbia spinti a partecipare :3
Grazie anche per avermi mandato dei personaggi così carucci *^* già in questo capitolo iniziamo a conoscerne qualcuno, ovvero:
 
Harry Blake, il figlio di Apollo di Sabaku No Konan Inuzuka;
Ted Smith, il figlio di Chione di The Reckless Angel;
Celsi, l’Indeterminata di cui sicuramente conosciamo già il genitore divino, della mia amica;
Anouk Goddess, la figlia di Nyx di _Littles_;
Gèrard Fernandez, il figlio di Atena di devilenemies.
 
Vi sono piaciuti? :3
E a voi, somme menti che hanno creato certe meraviglie, chiedo: sono stati resi secondo il vostro gradimento? Spero vivamente di sì!
Be’, iniziano a succedere cose strane o, meglio, ancora più strane e… ne vedremo delle belle!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se vi va, lasciatemi una recensione dove mi fate sapere la vostra opinione!
Vi do appuntamento al prossimo capitolo con nuovi personaggi e nuovi casini!
Baci,
 
Pendragon 
  
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