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Autore: palmars    14/01/2015    4 recensioni
Haruka è un ragazzo di sedici anni che vorrebbe cancellare il passato, la sua intera esistenza a causa di quello che ha subito nel corso della sua infanzia ma l'incontro con una persona cambierà tutto stravolgendo la sua vita più di prima e spingendolo, così, ad uscire dalla sua gabbia.
Ma sarà mai libero per davvero?
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Rin Matsuoka
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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ATTENZIONE: Scene SousukexRin con leggerissimi e insignificanti riferimenti al sesso.

(Non sapete quanto sia disgustoso scrivere di una coppia che odio e che per fortuna non esiste.)


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Rin non capiva per quale motivo si sentisse tanto toccato dalle parole di Haruka.

Che cosa diavolo aveva nella testa in quel momento? Cosa gli era successo? Prima non era così ostile nei suoi confronti, anzi il rosso era quasi sicuramente certo del fatto che il piccolo delfino pendesse dalle sue labbra ormai, eppure si era sbagliato.. e questo lo irritava da morire.

Non c'era nessuno che aveva tenuto testa a Rin prima di lui in quel modo, solamente Sousuke ma non è che avesse fatto tanta resistenza lui visto che quest'ultimo non faceva altro che scoparselo ogni volta che si ritrovavano da soli in una stanza.

Rin stava cominciando ad usare questa cosa a suo favore perché non sapeva come gestire i sentimenti che provava dopo gli eventi accaduti con Haruka, quindi qualche volta era lui ad iniziare le.. cose con il più grande, a cui ovviamente non dispiaceva mica tutto quel collaborare del rosso.

Anzi, si sentiva enormemente soddisfatto per essere riuscito ad averlo così facilmente in così poco tempo rispetto a quando era bambino.

In ogni caso Rin aveva iniziato ad ignorare Haruka in tutti i modi possibili, perché dopo essersi perfino tolto la collana che tanto amava buttandola a terra come se fosse soltanto un fastidio che portava al collo, non poteva mica pretendere che tutto tornasse come prima. Lui infatti non voleva mica tornare ad essere amico di quello stronzo, non quando poi gli aveva parlato con tanta mancanza di rispetto nei suoi confronti; lui non aveva di certo usato il suo passato per prenderlo in giro come aveva fatto quell'imbecille, no. Non si era mai permesso. E poi cos'era quella cosa del 'le parole fanno più male dei pugni'? Ah, avrebbe voluto ammazzarlo solamente per aver detto una stronzata del genere.

Eppure gli facevano male, quelle stupide e inutili parole dette con quel tono disprezzante di chi si sente superiore a tutto e a tutti. L'Haruka che era entrato in quella clinica non era così, no. Lui si lasciava picchiare e poi chiedeva scusa invece di reagire, il delfino che conosceva lui piangeva per qualsiasi cosa e si attaccava a lui come una cozza quando stava male o quando voleva fargli capire quanto sbagliato fosse il fatto che non si lasciava mai andare. Ah, ma Rin sapeva il motivo per cui era sempre rigido, lui sapeva perché usava sempre la violenza anche quando si poteva risolvere tutto con la ragione, ma soprattutto sapeva perché non poteva trovare un amico in Haruka; la maschera che portava era legata al suo viso così bene che non riusciva a togliersela, non riusciva nemmeno a fare un tentativo e tutto solo per il semplice motivo che era un fottutissimo codardo.

Rin aveva paura di togliersi quella maschera, aveva paura quando gli occhi di Haruka erano puntati nei suoi. Aveva paura di così tante cose che si vergognava perfino di esistere; lui non voleva vivere in quel modo, non voleva vivere costantemente nel timore di potersi perdere come aveva fatto Haruka, non voleva vivere con queste orribili sensazioni. Non ci era abituato, non voleva sentirsi debole.

La violenza e l'indifferenza erano le uniche cose che gli erano rimaste, e non poteva perderle, non poteva perdere quello che aveva guadagnato con così tanta fatica dopo sette anni.

«Rin-Rin, che succede? Non ti va oggi?» chiese l'uomo sotto di lui che lo teneva fermo sul suo corpo semplicemente prendendolo dai fianchi; la pelle nuda di Rin gli faceva sempre uno strano effetto. Era elettrizzante, e il suo profumo gli inebriava la mente.

«Mh? Oh, no, io.. stavo solo.. pensando a delle cose.» rispose sinceramente il rosso facendo per muoversi ma Sousuke lo bloccò facendolo sdraiare su di lui con la testa appoggiata sul suo petto, i capelli rossi bagnati di sudore gli si attaccavano allo sterno ma non gli dava così tanto fastidio.

Rin era immobile, con il viso rivolto verso la parete di fronte al letto e gli occhi socchiusi: si sentiva così stanco, e non di certo per le attività che stavano svolgendo lui e l'uomo dagli occhi verde acqua.

«Non pensare, piccolo. Ti farai esplodere il cervello di questo passo.»

«E' che non capisco.. Haruka mi ha detto quelle cazzate, eppure a me da fastidio adesso nonostante dico sempre che non me ne frega niente di lui.» mormorò Rin abbassando del tutto le palpebre quando una mano iniziò ad accarezzargli gentilmente la schiena facendo su e giù con le dita lungo tutta la sua spina dorsale.

Era una bella sensazione, quella che stava provando. Non se lo aspettava da Sousuke.

«Ne, Rin-Rin, mi stai dicendo che Haruka ti ha toccato il cuoricino e lo ha ferito?»

«Stai zitto.»

«Aw, che carino. Quasi mi dispiace per averti scopato così forte prima.»

«Stai zitto!»

«Kawa--»

«Continua la frase e giuro che ti uccido.»

«Quando fai così sei talmente sexy, quasi mi--»

«YAMAZAKI!»

Sousuke rideva, ma Rin no. Rin avrebbe voluto ucciderlo per davvero, ma si limitò soltanto a rannicchiarsi contro di lui in cerca di calore e affetto, cose che aveva desiderato così tanto in tutti quegli anni.

Che soffrisse di sindrome di stoccolma? Ah, nessuno riusciva a capire quel ragazzo.. nemmeno lui si capiva, come poteva pretendere di essere solamente ascoltato da qualcuno?

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«Ne, Nagisa-chan, com'è tornare a casa dopo tantissimo tempo?» stava chiedendo zia Nanami preparando la torta di Nagisa che stava osservando, eccitato come un bambino, il modo in cui spalmava la cioccolata sul pan di spagna.

Gli stava davvero venendo l'acquolina.

«E' fantastico! Mi mancava non essere osservato ogni istante da quei tizi strambi.» brontolò il biondino facendo ridere la donna che dopo gli diede un cucchiaino come per dire 'se vuoi puoi mangiare un po' di cioccolata' e ormai Nagisa stava brillando dalla felicità.

Quanto gli era mancata la cioccolata! Poteva mangiarla solo il giorno del suo compleanno, perché nella clinica quel tipo di alimento non era autorizzato. Nagisa lo trovava oltraggioso, ma purtroppo non è che potesse farci qualcosa a riguardo per cambiare la situazione.

«Sei così carino. Quasi provo a farti dimettere dalla clinica.»

Quelle parole, però, gli fecero avere un tuffo al cuore: dimettere? Di che stava parlando? Nonostante gli mancasse l'aria di casa, non voleva mica perdere le splendide persone che aveva trovato in clinica. Si era adattato così bene da quando c'erano i ragazzi che solo al pensiero di non vederli più gli venivano gli occhi lucidi.

Si era affezionato, ed è questo che succede quando ci si affeziona a qualcuno.

In ogni caso per le due ore successive Nagisa e zia Nanami passarono il tempo ad infornare la torta e a decorarla per bene come piaceva tanto fare a lui, dopo però il biondino decise di rifugiarsi un po' in camera sua a guardare la televisione, visto che in clinica non c'era e la maggior parte del tempo si annoiava a morte.

Tranne quando c'era Rei, ovviamente.

Al solo pensiero Nagisa si sentì arrossire violentemente, ma quando si rese conto che il suo amico non avrebbe festeggiato i suoi quindici anni insieme a lui si ritrovò a piangere silenziosamente. Non sapeva nemmeno perché lo stesse facendo, visto che lui non piangeva mai per cose simili, però.. sentiva soltanto un grande bisogno di avere Rei accanto. Gli mancava davvero tantissimo quel suo sorriso timido, gli mancava anche quella cosa che faceva quando gli occhiali gli calavano sul naso; lui se li riportava sugli occhi spingendoli col dito, e a Nagisa faceva ridere perché a volte lo faceva anche quando non li portava.

Era talmente carino con lui, poi. Non come Rin, che lo faceva per compassione, quel ragazzo ci teneva per davvero al biondino.

Questo lo rendeva così felice, ma il fatto che il giorno del suo compleanno fosse così solo era una cosa talmente deprimente. Nagisa non poteva andare avanti in quel modo.

"Mi manca così tanto.. cosa dovrei fare?"

Il tempo volava mentre lui se ne stava lì a piangere come uno stupido: non era mica giusto il fatto che non poteva stare con la persona più importante che aveva!

Senza pensarci due volte prese l'accendino che ricordava di aver nascosto nel suo armadio, in un guanto, e una piccola sbarra di ferro, poi cominciò a scaldarne la punta con il primo.

Forse non avrebbe dovuto fare quello che stava pensando, ma ormai era già a metà dell'opera.. sarebbe stato un peccato.

«Nagisa-chaaaaan! La torta è pronta, vuoi vederla e dirmi se ti piace?»

Ah, dannazione, c'era quasi! Ora doveva rimettere tutto a posto senza aver risolto un bel niente, perfetto.

«Sto arrivando!» rispose Nagisa a sua zia prima di precipitarsi in cucina: sulla tavola c'era una torta al cioccolato bellissima e piena di fiorellini di zucchero gialli, con la scritta al centro 'Buon Compleanno Nagisa-chan!' fatta di panna.

Nagisa la adorava, ma avrebbe voluto tanto mangiarla con qualcuno a cui teneva tanto...

«Wow! Grazie Nana-chan, è fantastica!» Nanami sorrise contenta accarezzando i capelli biondi del nipote che aveva praticamente gli occhi rosei fissati sulla sua torta, mentre brillavano di una luce abbagliante a cui nemmeno lei riusciva a resistere.

«Allora, sei pronto per soffiare sulle candeline?»

«Mhm!» mormorò soltanto Nagisa annuendo e facendole un grande sorriso, dopo entrambi si diressero in salone. La torta era appoggiata sul tavolino di fronte al divano.

Lei somigliava così tanto a sua madre, riflettè ad un certo punto, guardando come sua zia accendeva le quindici candeline sulla torta munita di accendino e fotocamera. Nanami e la donna che lui aveva ucciso erano sorelle, e nonostante odiasse quest'ultima, vedere sua zia non gli dava fastidio. Anzi, era contento di poter passare il tempo con lei.

«Esprimi un desiderio prima di soffiare, Nagisa-chan!» Nagisa obbedì mettendosi seduto sulle ginocchia e chiudendo gli occhi per esprimere il suo desiderio, questi ultimi umidi per le lacrime che erano bloccate all'interno.

"Vorrei che Rei-san fosse qui con me oggi."

E soffiò sulle candeline, aprendo poi gli occhi e guardando come sua zia ridacchiava allegra battendo le mani.

«Buon compleanno Nagisa-chan. So che mi hai detto di non volere regali, ma ne ho uno per te. E' una sorpresa, più che altro. Chiudi gli occhi e non aprirli fin quando non te lo dico io, okay?»

«Okay.» rispose Nagisa prima di obbedire a sua zia che subito dopo scappò in cucina senza dire nient'altro.

Il biondino aspettò per un po' di tempo, prima che delle mani si posassero sul suo viso, sopra le sue palpebre abbassate; erano calde e grandi, ma non appartenevano di certo a Nana-chan.

Nagisa era confuso.

«Che-- Nana-chan?»

«Ah, non sono Nana-chan.»

Quella voce era inconfondibile. Nagisa urlò, il suo cuore batteva forte.

«REI-SAN!»



A/N: BOOM, CLIFFHANGER.

EEEEEH vi aspettavate che finisse tutto qui eeeeh eeeeeeeeeeeeeeeeeeeh??????? E INVECE NO. NON FINISCE QUI, DANNATI(?)................ no ok basta.


Ci tengo a precisare che mentre scrivevo le scene SousukexRin avevo la nausea.

QUEI DUE NON SONO FATTI PER STARE INSIEME E CHI DICE IL CONTRARIO HA UNA VITA TRISTE.


O non ce l'ha affatto.

OKAY IN OGNI CASO VOLEVO DIRVI CHE E' COSI' BELLO TORNARE A POSTARE T.T E' UN EMOZIONE TROPPO GRANDE.

Stupido Rin che va a letto con quell'idiota NON CAPISCI CHE TI STA USANDO??? APRI GLI OCCHI STUPIDO SQUALO CHE NON SEI ALTRO NON LASCIARTI ABBINDOLARE RICORDI? TI HA FATTO DEL MALE!

Io non capisco la logica di certi comportamenti che ha quel ragazzo, davvero.. (chissà di chi è la colpa................ ma ehi, quel ragazzo è bipolare, TUTTI LO SONO cosa vi aspettavate?)

Okay la smetto di parlare(??).......... tanto nessuno mi ascolta(?).

Alla prossima puntata(??????????????), miei amati readers.

xx, palmars.
  
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