L'abbiccì RuNami
(Le parole in corsivo indicano le parole appartenenti alla lettera dell'alfabeto corrispondente)
Fin
da piccolina Nami aveva sempre cercato l'avventura.
Non
tanto per il denaro, quanto per poter passare più tempo
possibile
lontana da Arlong.
Grazie
alla sete d'avventura aveva incontrato Rufy che, ben lontano
dall'essere il principe azzurro di Nami, l'aveva portata in salvo
prendendo il suo cuore come riscatto.
Rufy
era abituato a vivere immerso nel baccano.
Era
cresciuto circondato da tanta gente, ed era allergico al silenzio.
Ma
Nami era infastidita dal baccano, soprattutto quando lavorava.
Ogni
volta, per quel motivo, si ritrovavano a discutere; e ogni volta, per
lo stesso motivo, sul volto di entrambi nasceva un sorriso spontaneo.
Nami
lo sapeva bene: Rufy amava la carne.
Dubitava che al mondo esistesse qualcosa di tanto buono quanto bello
per il suo capitano.
Quello
che non sapeva era che in realtà per Rufy esisteva qualcosa
di molto
più bello: era lei.
Entrambi
i ragazzi avevano dovuto sopportare nella vita più dolori
che gioie.
Ma
loro avevano imparato a trasformare tanta tristezza e angoscia in
forza; per vivere e lottare. Insieme.
Nami
per Rufy era un’eroina.
Aveva
tanto lottato per averla nella sua ciurma, e sapeva benissimo che
senza di lei sarebbero colati a picco in meno di un minuto.
Su
di un'isola sperduta Rufy aveva visto un fiore
particolare. Era arancione, con delle sfumature di giallo che in
qualche modo rendevano il fiore vivo.
L'aveva
raccolto e osservato e subito aveva pensato a Nami e alla sua
particolare bellezza.
Quando
passavano insieme il tempo sulla polena della Sunny, Rufy amava
tracciare i contorni del tatuaggio di Nami con le proprie dita,
percorrendo il disegno della girandola.
Quanto
dolore aveva dovuto sopportare? Troppo.
Ma
ormai lei era lì con lui; tutto andava bene.
Ogni
volta che veniva pronunciato il nome di Hancock,
Nami si chiudeva a riccio, rispondendo male a chiunque.
La
realtà era che lei provava gelosia nei confronti della
principessa
pirata.
A
volte Rufy aveva l'illusione che
Nami si comportasse in maniera diversa nei suoi confronti.
A
volte era gentile, altre lo attaccava senza motivo.
L'illusione
non era altro che la realtà che vedeva Nami innamorata del
suo
capitano.
Nami,
a volte, nel cuore della notte, amava sgattaiolare al di fuori della
sua stanza per ammirare la luna.
Molte
volte le faceva compagnia Rufy, che senza parlare sconfiggeva le
paure della navigatrice.
Rufy
amava far arrabbiare Nami, e non perdeva mai occasione di toccare i
suoi preziosissimi mandarini.
In
realtà quella farsa era diventata un innocente gioco con il
quale
amavano far passare il tempo.
Aveva
sofferto molto Nami durante la loro separazione, su quell'isola fatta
di nuvole.
Era
sola, senza i suoi compagni e soprattutto senza Rufy, ma glielo
doveva: diventare più forte per colui che l'aveva salvata.
Avevano
messo le loro vite in pericolo per colpa dello One
Piece, il
tesoro tanto ambito dalla nuova generazione di pirati.
Ma
a Nami non importava, finché sarebbe potuta rimanere accanto
a Rufy
il resto non contava.
Rufy
lo sapeva bene: lui era un pirata, non
un eroe.
Eppure
vedeva lo sguardo devoto che a volte Nami gli lanciava; pieno di
sogni e di speranze.
Non
voleva deluderla, perché lui l'amava.
Nami
era solita annotare su un quaderno
tutto quello
che accadeva sulla Sunny.
Quando
scriveva di Rufy i suoi occhi si illuminavano, ridendo al contempo
delle disavventure in cui il capitano incappava.
In
tutto quel tempo passato insieme, Rufy e Nami avevano costruito
ricordi
importanti.
Forse
il più significativo fu quello del bacio, dato con tristezza
e
passione dopo due anni di lontananza.
La
loro vita insieme sapeva di salsedine.
Quel
profumo incorniciava tutti i momenti trascorsi senza pensare a nulla,
se non all'amore che provavano l'uno per l'altra.
Nami
aveva una fissa per i tesori
e per tutto quello che luccicava; Rufy lo sapeva bene.
Ma
per Nami il tesoro più importante non era rappresentato
dall'oro,
bensì dal suo capitano che aveva imparato ad amare
nonostante tutto.
Rufy
aveva il vizio di rubare il cibo dai piatti dei suoi compagni.
Ma
una sera fu Nami a rubare dell'uva dal
suo piatto, sorridendo.
E
Rufy non poté che ricambiare quel bellissimo sorriso.
Rufy
e Nami la vita
l'avrebbero
passata per sempre insieme.
Si
erano fatti una promessa: in salute e malattia e in ricchezza e
povertà.
Non
si sarebbero lasciati. Mai.
C'era
zucchero
nel
sorriso di Nami, che rendeva più dolce ogni giornata di Rufy.
C'era
zucchero nei gesti di Rufy, che facevano capire alla navigatrice che
aveva scelto la persona giusta da amare.
***Note
finali***
Buonsalve!
Lo so, questa è la banalità
delle idee, ma mi sembrava una cosa carina con cui passare il tempo,
così in quindici minuti ho preso il mio preziosissimo
quaderno degli
appunti in mano e ho buttato giù qualche idea, rendendomi
alla fine
più o meno fiera del risultato!
Shippo tantissimo la RuNami
e non avendo mai scritto nulla su di loro (eccetto l'accenno in
questa
piccola drabble e un altro accenno nell'epitaffio
di Nami) ho
provveduto iniziando dall'idea più stupida ed utilizzata del
mondo!
Spero comunque che vi
piaccia e vi faccia scappare un sorriso~
Come al solito ringrazio
quella Santa di Angela (Frallosa
su EFP) per avermi betato questa
piccola OS.
Grazie per l'attenzione,
Rijin.